Democrazia Cristiana: SI ALL’ ABOLIZIONE DELLE PROVINCE
La Riforma passa dall’ istituzione delle Municipalità :350 Deputati ( Camera delle Municipalità ) e 150 Senatori
Nel dibattito di questi giorni sull’abolizione degli Enti intermedi, la Democrazia Cristiana conferma non solo il suo appoggio a tale iniziativa di Legge, ma l’urgenza che questa avvenga.
Mantenere le Province come sono, sarebbe come negare l’autonomia dei territori ad esclusivo beneficio di partiti e politici locali che intendono unicamente esercitare e detenere un loro potere.
Lo spirito autonomista non si sviluppa nel mantenimento di qualche presidenza, infatti, chi con rocambolesche retromarce intende mantenere ancora le Province, conferma la volontà di volere gestire unicamente una forma di potere per singoli soggetti o per gruppi, ovvero non intende sviluppare l’ idea di vera autonomia a favore del Popolo, ma contro il Popolo.
Ben altri sono gli spunti e gli stimoli per un oggettivo atto autonomista, baluardo democristiano ben esposto nello storico messaggio “ Ai Liberi e Forti “ di Don Luigi Sturzo già nel 1919.
Bisogna ricordare che lo sviluppo delle autonomie è garantito dall’Art. 5 della Costituzione ( da non confondere con il Titolo V) e ci sono responsabilità storiche e politiche di chi non ha voluto intervenire - creando aspettative irrealizzabili - nel profondo e all’interno della Costituzione.
Ed è proprio dall’autonomia sancita costituzionalmente che potranno svilupparsi le Municipalità, istituzioni che assorbiranno e sostituiranno tutti gli enti intermedi, Province comprese.
Esse eleggeranno sul territorio i propri rappresentanti parlamentari nel numero massimo di 320/350 ; l’attuale Senato dovrà diventare organo supremo di controllo e coordinamento delle Leggi proposte dai territori ( Municipalita’ ), e sarà composto da eletti di quei territori ( Collegi più ampi delle Municipalità, ma limitrofi ed omogenei tra loro ) nel numero massimo di 120/ 150.
Il sistema parlamentare ( circa 500 - metà degli attuali ) da subito potrà avere, già dalle prossime elezioni politiche, eletti scelti dal Popolo e non nominati, la struttura sarà più snella e oggettivamente più vicina alla gente e sarà molto meno onerosa.
Parte del PIL prodotto localmente, dovrà essere trattenuto direttamente dalle Municipalità, coordinato nelle spese dai suoi Parlamentari e concordato nell’interesse collettivo dello Stato.
Le minacce di rivolta di sapore eversivo non servono più, bisogna intervenire in modo strutturale, corretto e coerente con le vere necessità dello Stato, tutte cose che non sono più negoziabili.
La DC scrostata dagli eventi storici, ma forte dei suoi ideali, su queste basi si propone alla gente che ricerca solidi valori e non più propaganda.
Dicembre 2008
Il Coordinamento Interprovinciale DCComo - Lecco – Sondrio
Commissario Dc Prov. Como – Paolo Pedrana
Commissario DC Prov. Lecco – Flavio Borgonovo
Commissario Dc Prov. Sondrio – Gianni Codazzi