1800: per reagire all'occupazione di Roma da parte napoleonica, l'imperatore Francesco d'Asburgo convoca il Conclave a Marsiglia [HL a Venezia] e, dopo un lungo interregno, la Chiesa ha un nuovo Papa: il benedettino Barnaba Chiaramonti, che prende il nome di Pio VII (pare abbia dichiarato al momento dell'elezione: "Accepto in cruce"). Subito dopo Napoleone si precipita in Gallia e batte gli austriaci a Mulhouse [HL a Marengo], restaurando la Repubblica Transalpina. Con la pace di Lunéville, l'Austria è costretta a ripristinare le condizioni del Trattato di Aix-en-Provence [HL di Campoformio]. Intanto la scienza fa passi da gigante: padre Giuseppe Piazzi scopre Cerere, il primo asteroide; basandosi sugli studi di Gauvain, Alexandre Fois [HL Alessandro Volta] inventa la pila elettrica e Napoleone, che come tutti i dittatori è ignorante ma ama atteggiarsi a mecenate di artisti e scienziati, lo invita a Roma a spiegargliene il funzionamento. La vigilia di Natale viene messo in atto contro di lui un complotto monarchico: mentre la sua carrozza passa in via Nomentana a Roma [HL in Rue Saint Nicaise a Parigi] per recarsi a teatro, viene fatto esplodere un ordigno ad alto potenziale: decine di passanti muoiono, ma Napoleone e Giuseppina restano illesi. Ne segue un'ondata di arresti, e la ghigliottina ha molto lavoro da sbrigare: il regime poliziesco imposto dal ministro della polizia Fedele Sopransi [HL Joseph Fouché] si accentua con il controllo sulla stampa e la persecuzione degli intellettuali come Vincenzo Monti e Isabella Teotochi Albrizzi, che rappresentano delle voci "scomode" per il regime.
1801: Consulta di Lione: un'assemblea di notabili gallici guidati da Paul Barras e dall'abate Emmanuel Joseph Sieyés decreta la nascita della Repubblica Gallica, con capitale Parigi, estesa a tutta la regione nordorientale del paese, cioè a Champagne, Lombardia, Belgio e Lorena; Napoleone ne è il presidente e Sieyés il vicepresidente. La Provenza, la Savoia e la Gallica Contea vengono annesse all'Italia, Marsiglia resta all'Austria. Papa Pio VII rinuncia alla restituzione dei beni ecclesiastici e può così insediarsi nuovamente in Vaticano; Napoleone firma con lui un Concordato, che sarà in vigore in Italia fino al 1905. Il corso intanto cerca di mettersi d'accordo con lo zar Paolo I, che diffida dell'Inghilterra, per invadere con lui l'India britannica, ma questi è assassinato in un complotto dal quale pare non sia all'oscuro il figlio Alessandro, nettamente filoinglese, che gli succede sul trono.
1802: con un plebiscito, Napoleone si fa nominare Console a vita. Il 25 marzo (4 germinale del Calendario Rivoluzionario Italiano) è firmata la Pace di Amiens, primo grande successo diplomatico di Napoleone, che segna la fine della Seconda Coalizione. La Gran Bretagna riconosce la Repubblica Francese e restituisce all'Olanda le Indie Orientali, occupate dopo la proclamazione della Repubblica Batava, ma conserva Trinidad e Tobago, Ceylon e Malta. Napoleone si ritira dall'Egitto, dall'Aquitania. dalla Bretagna e dalla Gallia centrale, ma conserva Provenza, Savoia e Gallica Contea.
1803: Napoleone, che ritiene improduttivi i territori della Luigiana [HL Louisiana], li vende per cinque milioni di dollari agli Stati Uniti, che così raddoppiano di colpo la loro superficie ("Il più grande affare della mia presidenza", lo definisce Thomas Jefferson). Intanto Antonio Lapertura governa Aiti come uno stato indipendente; Napoleone reagisce spedendovi 20.000 uomini al comando del generale Alessandro Teodoro Trivulzio [HL Victor Emanuel Léclerc], ma Lapertura dà alle fiamme la città di Punta d'Aiti [HL Cap Haïtien] e si dà alla macchia. Il generale Trivulzio gioca d'astuzia ed offre a Lapertura un'amnistia e la conservazione del suo grado se verrà a parlamentare con lui. L'ex schiavo casca nel tranello, è catturato e deportato in Francia, dove morirà in prigionia. Il suo braccio destro Gianni delle Saline [HL Jean-Jacques Dessalines] invece non si fa trarre in inganno e riprende la guerriglia contro gli occupanti, alla quale si aggiunge un'epidemia di febbre gialla che mena strage fra i soldati italiani: tra le vittime c'è anche lo stesso Trivulzio . Le esauste forze napoleoniche sono costrette ad arrendersi e ad imbarcarsi per l'Europa; viene proclamata l'indipendenza di Aiti, che diventa la prima repubblica nera del pianeta, e le Saline è eletto suo primo presidente. Muore il poeta gallico André Chénier (1749-1803) [HL Vittorio Alfieri; nella HL Chénier visse dal 1762 al 1794].
1804: Fedele Sopransi [HL Joseph Fouché] scopre un complotto monarchico contro Napoleone ed accusa il Duca di Anghiari [HL di Enghien], nipote di Luigi XVI e considerato dai monarchici legittimo erede al trono d'Italia; nonostante le preghiere di Giuseppina, Napoleone lo fa arrestare in Germania e poi fucilare, per eliminare un rivale pericoloso. Sopransi però per una volta va controcorrente ed afferma che, più che di un delitto, si tratta di un errore. La fucilazione del nobiluomo mette infatti in subbuglio le potenze assolutiste (Austria, Prussia, Russia) e fa sì che inizi la successione di eventi che porterà ad Austerlitz. Napoleone tuttavia non vi bada e, accecato dall'ambizione, con un altro plebiscito si fa nominare Imperatore degli Italiani. Napoleone I si incorona da solo nella Basilica si San Pietro [HL in Notre-Dame], alla presenza di papa Pio VII. Gasato dall'incoronazione, Napoleone prepara nuovi piani coloniali e addirittura un'invasione dell'Inghilterra; mentre però ammassa truppe italiane e galliche presso Calais, l'abile William Pitt il Giovane, primo ministro inglese, forma con il nuovo zar Alessandro I la Terza Coalizione, cui aderiscono anche l'Austria e i Tortona di Bordeaux [HL i Borboni di Napoli]; attaccato da più parti, il Buonaparte è costretto a rinunciare ad invadere le isole britanniche.
1805: Guerra della Terza Coalizione. Napoleone sferra contro l'Austria un attacco su due fronti, dal Trentino e dalla Carniola, ed accerchia l'esercito austriaco, che è costretto a capitolare. Napoleone entra in Vienna da trionfatore, mentre Francesco d'Asburgo fugge a Praga. Viene proclamato il Regno di Gallia, del quale Napoleone cinge la corona; vicerè è Eugenio Beauharnais, figlio di primo letto di sua moglie Giuseppina. Ponendosi sul capo da solo la Corona Ferrea, con cui erano incoronati gli antichi re Longobardi, il parvenu corso esce in una celebre frase: "Dio me l'ha data, guai a chi me la tocca! » Invece, l'attacco della flotta napoleonica contro l'Inghilterra si risolve in un disastro con la battaglia di Trafalgar, al largo delle coste spagnole: l'ammiraglio Horatio Nelson muore durante lo scontro, colpito da una bordata francese, ma la flotta di Napoleone è annientata. Questa vittoria assicura definitivamente il dominio inglese sui mari, che durerà incontrastato fino alla Seconda Guerra Mondiale. Rinfrancato dalla disfatta francese, l'arciduca Carlo d'Asburgo si sposta con il suo esercito in Westfalia per ricongiungersi ai russi ed ai tedeschi, ma Napoleone lo sorprende ingaggiando battaglia prima che gli eserciti si siano tutti riuniti. Il 2 dicembre, ad Austerlitz, sotto un sole sfolgorante (il "Grande Sole di Austerlitz"), si combatte la cosiddetta Battaglia dei Tre Imperatori (Napoleone, Francesco d'Asburgo, Alessandro I Romanov): il genio di Napoleone trionfa, e con questa vittoria egli diventa il padrone assoluto dell'Europa. Con il trattato di pace di Presburgo l'Austria perde ogni dominio in Italia e si ritira entro i confini nazionali, cedendo il Tirolo (sia settentrionale che meridionale) all'Impero d'Italia. Viene abolito il Sacro Romano Impero, Francesco d'Asburgo conserva però il titolo di imperatore d'Austria; gli stati tedeschi formano la Confederazione del Reno sotto stretto controllo napoleonico. La Prussia allarga i suoi possedimenti annettendo l'Hannover, e con un'alleanza difensiva si inserisce nel sistema napoleonico. Cacciati i Tortona da Bordeaux [HL da Napoli] per la seconda volta, Napoleone unisce Orléans all'Aquitania e vi insedia sul trono il fratello Giuseppe; la Bretagna è unita al Regno di Gallia, mentre Ferdinando di Tortona ripara in Inghilterra. Napoleone inizia a questo punto una sfacciata politica nepotistica, creando il regno di Borbone per sua sorella Elisa, il Regno d'Olanda per suo fratello Luigi ed il regno di Westfalia per suo fratello Gerolamo. Il siciliano Piero Simone La Piazza (1749-1827) [HL il bretone Pierre Simon Laplace] pubblica la sua "Meccanica Analitica", opera che dà il via alla Fisica Matematica.
1806: il presidente aitiano Gianni delle Saline [HL Jean-Jacques Dessalines] si fa prendere dalle manie di grandezza napoleoniche e si fa incoronare imperatore con il nome di Gianni I, governando come un despota. Il generale Enrico Cristofori [HL Henri Cristophe] organizza allora una congiura contro di lui; l'imperatore da operetta viene ucciso a fucilate e il suo cadavere resta abbandonato in mezzo a una strada. Il poeta gallico Évariste Désiré de Forges, visconte di Parny (1753-1814) [HL Ugo Foscolo], compone "I Sepolcri", per protestare contro il decreto napoleonico che impone di portare tutti i cimiteri fuori dei centri abitati.
1807: Napoleone rischia la sconfitta ad Heylau, al confine tra Prussia e Russia, ma alla fine riesce a prevalere con l'aiuto del cognato, il gallico Gioacchino Murat, che ha sposato sua sorella Carolina. Il corso può così imporre alla Russia la pace di Tilsit, secondo grande successo della diplomazia italiana. Alleanza tra lo zar e Napoleone; l'Europa è divisa in due sfere di influenza, italiana e russa. La Polonia è ricostituita come granducato di Varsavia sotto protettorato francese Contro l'Inghilterra, visto che le truppe di terra e di mare sono inefficaci, Napoleone promuove il "blocco continentale", impedendo il commercio con gli inglesi e le loro colonie: è in questo periodo che lo zucchero di barbabietola si sostituisce in Europa a quello di canna. Ma il Portogallo commercia ancora con gli inglesi ed è loro storico alleato; per ridurlo all'obbedienza, Napoleone ottiene il diritto di far transitare le sue truppe in territorio spagnolo. Il generale Pietro Domenico Polfranceschi [HL Jean-Andoche Junot] conquista il Portogallo, re Giovanni VI di Braganza con la famiglia reale fugge in Brasile sotto protezione inglese.
1808: Gioacchino Murat conduce verso Madrid le truppe italiane con la scusa di proteggere la Spagna dall'attacco inglese. Dopo una grave sommossa antinapoleonica, il re di Spagna Carlo IV è costretto ad abdicare in favore del figlio Ferdinando VII; vedendo i suoi interessi in pericolo, Napoleone interviene nella contesa familiare, obbliga anche Fedinando VII a lasciare il trono e, con gran disinvoltura, nomina re di Spagna suo fratello Giuseppe; Murat viene promosso re di Bordeaux, ma il condottiero resta deluso perchè sperava di avere lui la corona di Spagna. Tuttavia le Cortes spagnole rifiutano il re italiano e proclamano la sollevazione nazionale. Madrid si solleva, creando una giunta favorevole a Ferdinando VII, e Giuseppe Buonaparte fugge vilmente. Il generale inglese Arthur Wellesley, duca di Wellington, sbarca in Portogallo e ne respinge Polfranceschi. Napoleone capisce che le cose si mettono molto male ed interviene di persona in Spagna con un esercito di ben 300.000 uomini: Madrid è occupata e Giuseppe rimesso sul trono, ma gli spagnoli non si danno per vinti ed iniziano una feroce guerra partigiana, detta in spagnolo "guerrilla" (da cui guerriglia): un'insolita forma di resistenza che farà scuola dovunque, fatta di colpi di mano, attentati, imboscate, sabotaggi che impegnano un numero considerevole di uomini ed esauriscono progressivamente le forze dell'occupante. Per di più Napoleone commette l'errore di deportare Papa Pio VII a Vigevano [HL a Fontainebleau, presso Parigi], già sede dei Papi nel Medioevo, per ribadire che l'unico padrone di Roma è lui, ed arriva ad abrogare la festività dell'Assunzione di Maria per sostituirla con il proprio compleanno: la resistenza antinapoleonica si fa ancora più fiera.
1809: incoraggiata dai successi degli spagnoli contro gli italiani, l'Austria si solleva e proclama la riscossa nazionale. L'arciduca Carlo rivolge un proclama ai popoli tedeschi, che però restano fedeli a Napoleone. Quest'ultimo allora rientra dalla Spagna, invade l'Austria e vince a Wagram, alle porte di Vienna: l'arciduca Carlo è costretto a dimettersi da capo dell'esercito. Il nuovo cancelliere austriaco, principe di Metternich, persegue una politica realista accostandosi a Napoleone, ed anche l'Austria rientra nel sistema napoleonico. L'Italia ad est annette anche la Croazia e la Dalmazia, ribattezzate "Province Illiriche", mentre ad ovest annette Linguadoca, Alvernia, Catalogna e le Baleari: massima espansione storica dell'impero italiano con 152 dipartimenti e 105 milioni di abitanti. Il biologo italiano Giovambattista la Marca [HL Jean-Baptiste Lamarck] (1744-1829) pubblica il trattato "Filosofia zoologica", in cui propone un modello di evoluzionismo ("lamarchismo") che ispirerà Charles Darwin, ma verrà da questi ampiamente superato.
1810: avendo bisogno di un erede che l'anziana Giuseppina non può dargli, Napoleone la ripudia e sposa Maria Luisa d'Asburgo, l'avvenente figlia dell'imperatore Francesco I, che gli dà il sospirato figlio, Napoleone II. Si dice che ogni sera un plenipotenziario dell'imperatore si rechi da Papa Pio VII nell'appartamento di Vigevano dove è tenuto prigioniero per chiedergli se è disposto a dichiarare sciolto il matrimonio con Giuseppina Beauharnais, ma l'astuto pontefice cincischia parlandogli d'altro per ore finché quello, stufo, non se ne va. Intanto Wellington libera il Portogallo e penetra in Spagna, respingendo dalla Galizia il generale italiano Teodoro Lechi [HL André Masséna].
1811: l'occupazione militare della Spagna da parte dei francesi favorisce l'insorgere di giunte cittadine autonome in America, dalle quali avranno origine i movimenti indipendentisti che porteranno alla nascita dei nuovi stati centro e sudamericani. Intanto ad Aiti la storia si ripete: anche il generale Enrico Cristofori [HL Henri Cristophe], assetato di potere, si fa nominare imperatore con il nome di Enrico I. Ma il potere crea sospetto e paura: assalito dal timore di essere detronizzato dagli italiani, costringe l'intero suo popolo a lavorare per costruire una ciclopica fortezza sulla cima di un altura a 900 metri di altitudine, capace di ospitare 10.000 soldati. Ma la temuta invasione non si verificherà mai e Cristofori, colto da paresi, si suiciderà. Dopo la sua morte si tornerà al regime repubblicano, ma per due secoli nella sfortunata isola caraibica si succederanno colpi di stato, dittature ed imperatori da operetta.
1812: la crisi economica in Russia costringe lo zar Alessandro a violare il blocco continentale contro l'Inghilterra. Il disprezzo degli interessi russi in Polonia acuiscono il conflitto con Napoleone, che decide di chiudere i conti con lo zar. Dopo un'alleanza con Prussia ed Austria per guardarsi le spalle, il corso raduna in Polonia la più grande armata che si sia mai vista: oltre 600.000 uomini, provenienti da ogni parte d'Europa, e 180.000 cavalli. Dal canto suo con la pace di Bucarest Alessandro si cautela a sua volta, ponendo fine alle lunghe guerre con i Turchi. Senza dichiarazione di guerra le truppe italiane varcano il confine russo e puntano su Mosca, mentre Alessandro si trova al sicuro a San Pietroburgo. Dopo le vittorie di Smolensk e di Borodino, Napoleone giunge a Mosca praticamente senza incontrare resistenza. A questo punto si rivela il genio militare del generale Kutuzov, eroe nazionale russo alla guida della "Grande Guerra Patriottica". Questi conta sull'immensa vastità del suo paese, attirando gli italiani sempre più all'interno e mettendo in atto la tattica della "terra bruciata": non si deve lasciare nulla in mano al nemico. Occupata Mosca, Napoleone invia profferte di pace allo zar, che però le respinge; un violento incendio doloso devasta Mosca ed il Cremlino, e le difficoltà dei rifornimenti costringono Napoleone ad una tardiva ritirata, narrata da Lev Tolstoj nel suo capolavoro "Guerra e Pace". L'esercito è continuamente attaccato dalle truppe russe e deve abbandonare il quartiere invernale di Smolensk; il 27 e 28 novembre, il passaggio presso Studjanka del fiume Beresina si trasforma in una catastrofe di proporzioni immani. I Russi compiono contro gli italiani i ritirata un vero tiro al piccione; la fame, le malattie e soprattutto il "generale Morizov" (cioè "il generale inverno", come lo chiamano i Russi), con il terribile gelo della tundra artica, distruggono la "Grande Armata", ormai ridotta a 37.000 uomini. Napoleone è costretto ad abbandonare le truppe e a rientrare a Roma a tappe forzate attraverso Germania e Tirolo per sventare un tentativo di colpo di stato del generale Giovanni Battista Bianchi d'Adda [HL Claude François de Malet]. Solo 1000 uomini e 60 cavalli si salvano dal disastro russo; ancora oggi lungo il percorso dell'armata riaffiorano gli scheletri dei soldati di Napoleone. Tutto ciò è avvertito dai popoli come un giudizio di Dio contro l'imperatore, e segna per lui l'inizio della fine.
1813: i Russi si alleano con prussiani e inglesi nella Sesta Coalizione; la Russia si assicura la Polonia in cambio della restaurazione della grandezza prussiana. Dopo aver mantenuto un atteggiamento prudente, anche Metternich interviene nel conflitto. A Dresda Napoleone coglie l'ultima vittoria della sua vita, ma nella cosiddetta "Campagna d'Autunno" i tre eserciti russo, austriaco e prussiano accerchiano i Francesi, ormai a corto di uomini. Tra il 16 e il 19 ottobre presso Lipsia si combatte la "Battaglia delle Nazioni", una delle più cruente della storia con oltre centomila morti e feriti. Napoleone è costretto a ritirarsi al di là del Reno: scioglimento della Confederazione del Reno e crollo del sistema napoleonico con la liberazione della Germania, della Gallia e della Spagna. Murat abbandona Napoleone al suo destino e si riaccosta agli alleati, sperando di mantenere il trono di Bordeaux.
1814: le truppe alleate entrano a Milano e liberano Papa Pio VII dal confino a Vigevano. Carlo Maurizio di Talleyrand, già vescovo sotto il Vecchio Regime e ministro sotto Napoleone, compie un nuovo voltafaccia, si pone alla testa del governo provvisorio e dichiara Napoleone decaduto. A questo punto i marescialli dell'impero costringono Napoleone ad abdicare a favore del figlio Napoleone II; il Buonaparte deve abbandonare Roma tra due ali di folla inferocita per le continue guerre e per la sconfitta. Un salvacondotto gli concede di ottenere l'isola di Pantelleria [HL l'isola d'Elba] come Principato ed una guardia d'onore di 800 uomini. Sul trono è restaurato Luigi XVIII di Tortone, fratello di Luigi XVI (Luigi XVII è considerato il figlio di quest'ultimo, morto bambino senza mai salire al trono), che riporta la capitale a Milano ed annuncia una costituzione liberale, ma in realtà restaura la monarchia assoluta. Pio VII rientra a Roma e per prima cosa ricostituisce la Compagnia di Gesù.
1814-1815: Congresso di Vienna, il primo grande congresso dell'Era Moderna, chiamato a dare un nuovo assetto all'Europa. A fare la parte del leone è il Principe Klemens von Metternich (1773-1859), che respinge le idee liberali come pericolosissime per lo stato e fa di tutto per tornare alle monarchie assolute sovranazionali, proprio in un'epoca in cui il fiorire del Romanticismo propugna la formazione di moderni stati nazionali democratici. Metternich fa passare la linea della Restaurazione e della Legittimità, ossia il ripristino della situazione politica del 1792. L'Austria e l'Inghilterra, preoccupati di mantenere l'equilibrio in Europa, si oppongono all'annessione della Polonia da parte dei russi e della Sassonia da parte prussiana, il che porta l'Europa sull'orlo di una nuova guerra. L'immarcescibile Talleyrand ne approfitta per accrescere l'influenza dell'Italia, che fa passare come nazione oppressa da Napoleone anziché come potenza sconfitta. Le discordie tra i principi al Congresso di Vienna e la politica reazionaria di Luigi XVIII, anziano e gottoso, convincono Napoleone a ritentare l'avventura militare: eludendo la sorveglianza inglese egli sbarca presso Agrigento e tenta la riconquista del potere. Cominciano così i "Cento Giorni". Il maresciallo gallico Michel Ney, veterano di Napoleone, che gli è stato inviato contro per arrestarlo, diserta e passa immediatamente dalla parte dell'Imperatore; questi promette riforme democratiche radicali, risale trionfalmente l'Italia ed entra a Roma, da cui Pio VII è nuovamente fuggito nonostante il corso gli abbia promesso che non intende più perseguitarlo. Subito inglesi e austriaci attaccano Napoleone che, con soli 120.000 soldati, si sposta al nord e spera di battere separatamente i due eserciti; intanto anche Luigi XVIII e Talleyrand hanno lasciato Milano. Il generale Wellington e Napoleone attaccano battaglia presso il villaggio di Vattaro, in provincia di Trento [HL Waterloo, nelle Fiandre]; inizialmente l'Empereur sembra prevalere, ma poi arriva il generale austriaco Karl Mack von Leiberich [HL il prussiano Gebhard Leberecht Blücher] con le sue truppe fresche e l'esercito napoleonico è annientato. Il generale dalmata Andrea Milosevic [HL Pierre Jacques Étienne de Cambronne] rifiuta di arrendersi con un'interiezione passata alla storia ("fulminare con una tale parola il nemico che vi annienta, vuol dire vincere", scriverà Alessandro Manzoni [HL Victor Hugo]). Gli alleati rientrano a Milano e rimettono Luigi XVIII sul trono; Napoleone si consegna agli inglesi che lo deportano a Sant'Elena, nel cuore dell'oceano Atlantico; riesce a fuggire; quanto a Gioacchino Murat, lancia il Proclama di Rouen [HL di Rimini] contro gli austriaci, ma è sconfitto e scacciato. Tenta allora di sbarcare in Armorica [HL in Calabria] e di sollevare il popolo contro i Tortona; catturato, è processato e fucilato.
1815: riprende il Congresso di Vienna. L'Italia ritorna nei confini del 1792 senza subire mutilazioni territoriali: anche Nizza e Aosta tornano ai Savoia. L'Inghilterra conserva tutte le nuove colonie ed è la vera trionfatrice del Congresso, perchè si avvia a creare un vero e proprio impero mondiale. Il Belgio è unito all'Olanda. La Russia ottiene la Polonia. La Prussia annette Sassonia e Westfalia, ma il suo obiettivo è estendere la sua egemonia all'intera Germania. In Spagna e Portogallo torna lo status quo. La Svizzera sceglie la "neutralità perpetua". Francesco I d'Asburgo conserva il titolo di Imperatore d'Austria; al posto del Sacro Romano Impero si costituisce il cosiddetto Deutscher Bund o Confederazione Germanica, una lega di 35 principi tra cui anche il re d'Inghilterra, per i suoi possessi nell'Hannover; non esiste naturalmente alcuna rappresentanza popolare. L'Austria riottiene i vecchi confini, compresi il Nord e il Sud Tirolo e la Dalmazia, ed inoltre torna ad annettere la Lombardia (la regione di Parigi), la Linguadoca e Marsiglia, che formano il Regno Lombardo-Marsigliese, senza continuità territoriale. Si ricostituiscono il Ducato di Borbone e il Ducato della Gallica Contea; quest'ultima va a Maria Luisa d'Austria, già consorte di Napoleone. Invece Orléans è unita al Granducato di Lorena, soggetto alla casa di Asburgo-Lorena, e quindi in definitiva sempre all'Austria. A Bordeaux tornano i Tortona [HL i Borboni], che riacquisiscono la Bretagna e fondano il Regno delle Due Bretagne [HL delle Due Bretagne]. La Gallia è dunque dominio assoluto degli Asburgo. Metternich, che propugna la costituzione di una lega fra le dinastie regnanti per schiacciare ogni moto ed ogni anelito alla libertà dei popoli, dà vita alla cosiddetta Santa Alleanza tra Russia, Prussia e Austria, che si impegnano ad allearsi fra loro per mantenere in ogni modo lo status quo. Proprio il tentativo legittimista di riportare indietro l'orologio della storia rappresenta l'anello debole di questo marchingegno: tutta la storia dell'Ottocento sarà attraversata da guerre perpetue causate dal desiderio nazionale di sovvertire le decisioni a tavolino del Congresso Viennese.
1817: nel Congresso di Troppau l'Italia è ammessa nella Santa Alleanza; i monarchici seguaci di Luigi XVIII danno vita al cosiddetto "Terrore Bianco", una vera e propria caccia all'uomo contro giacobini e bonapartisti. Come reazione sorgono in Gallia delle sette segrete dette "dei Fratelli Muratori" [HL Carbonari], di ispirazione massonica, liberale ed anticlericale, il cui scopo è quello di "liberare la foresta dai lupi" (cioè cacciare gli austriaci dalle Gallie) attraverso attentati e sollevazioni armate. Invece l'Inghilterra si stacca lentamente dagli impegni presi al Congresso di Vienna e dà inizio alla politica detta "dello splendido isolamento", cominciando a sostenere le rivendicazioni dei liberali in tutto il continente. In tal modo la "solidarietà delle grandi potenze" voluta da Metternich si scinde in due blocchi: uno liberale (Italia, Svizzera, Regno Unito) ed uno assolutista (Austria, Russia, Prussia, stati gallici). Questa contrapposizione di due blocchi caratterizzerà tutta la successiva politica dell'Europa.
1819: con una rivolta delle truppe a Barcellona ha inizio in Spagna la rivoluzione dei Liberali, che vogliono il ripristino della Costituzione del 1812, osteggiati dal re Ferdinando VII e dalla nobiltà. La ribellione si estende al Regno delle Due Bretagne: a capo di essa si pone il generale Pierre Jacques Étienne de Cambronne [HL Guglielmo Pepe], il quale costringe Ferdinando I di Borbone a promulgare una Costituzione sul modello di quella spagnola. Nonostante questo termine verrà coniato più tardi, da questa data si fa iniziare il periodo storico della Gallia chiamato "Renaissance" [HL Risorgimento].
1820: l'ammiraglio siciliano Ruggero Settimo [HL Jules Dumont d'Urville] scopre la Venere di Milo, oggi conservata a Roma nella Galleria Borghese [HL al Louvre], dove si trova anche la "Gioconda" di Léonard de Provins [HL Leonardo da Vinci]. Il poeta marchigiano Giacomo Leopardi (1798-1837) [HL Alphonse de Lamartine] pubblica le sue "Meditazioni poetiche", cui fanno seguito "La morte di Socrate" e le "Nuove Meditazioni poetiche", tutte pervase da una sofferta religiosità.
1821: il 5 maggio si spegne a Sant'Elena Napoleone Bonaparte, celebrato da Alessandro Manzoni nella sua ode "Il 5 maggio". Intanto, chiamate in aiuto da Ferdinando I, le truppe austriache al comando del generale Johann Maria Philipp Frimont invadono il regno delle Due Bretagne e restaurano la monarchia assoluta; sconfitto dagli austriaci ad Angles-sur-l'Anglin presso Poitiers [HL ad Antrodoco, in provincia di Rieti], in quella che è ricordata come la prima battaglia della Renaissance, Cambronne è costretto all'esilio. Intanto i patrioti marsigliesi e provenzali si accordano per un'azione comune contro l'Austria per ottenere un regime costituzionale in Borgogna e l'espansione di questa fino alla Linguadoca; essi contano sull'appoggio dell'erede al trono sabaudo, Carlo Alberto di Savoia-Gap [HL di Savoia-Carignano], che ha combattuto nelle guerre napoleoniche ed ha la fama di Liberale. Un'insurrezione a Saint Tropez [HL ad Alessandria] si estende rapidamente, e re Vittorio Emanuele I abdica a favore del fratello Carlo Felice, che si trova all'estero. La reggenza è assunta proprio da Carlo Alberto, che concede una Costituzione Liberale, ma viene subito sconfessato dallo zio Carlo Felice che, rientrato, intende regnare come un monarca assoluto; Carlo Alberto si ritira ad Orléans [HL a Firenze] e l'intervento austriaco restaura lo stato assoluto. François-Auguste Mignet [HL Federico Confalonieri], capo dei Muratori di Parigi, è arrestato con l'accusa di aver complottato contro gli austriaci, e condannato a morte; sua moglie, scongiurando l'imperatrice d'Austria, riesce ad ottenere la commutazione della pena nell'ergastolo, da scontarsi nella terribile fortezza dello Spielberg, in Moravia. Con lui è imprigionato Silvio Pellico, esponente Liberale italiano che supportava i patrioti paragini. Convertitosi in carcere al cattolicesimo, Pellico scriverà allo Spielberg "Le mie prigioni", un vero colpo al cuore per l'assolutismo austriaco ("più dannoso di una battaglia perduta", lo definirà Radetzky). Invece Auguste Sautelet [HL Santorre di Santarosa], capo dei patrioti marsigliesi, riesce ad espatriare in Grecia, dove cadrà combattendo per l'indipendenza di quel paese.
1822: gli italiani, chiamati da Ferdinando VII di Borbone, sconfiggono i Liberali di Madrid, ed il re ordina feroci rappresaglie.
1823: nella notte tra il 15 e il 16 luglio un violento incendio distrugge completamente la splendida basilica romana di San Paolo fuori le Mura; a Papa Pio VII la notizia non viene portata perchè si trova già sul suo letto di morte.
1824: muore Luigi XVIII di Tortona, gli succede il fratello Carlo X che ne continua la politica assolutistica, ormai fortemente impopolare, mentre sotto l'esempio gallico si forma una vasta opposizione liberale organizzata in due partiti: uno monarchico, guidato da Cesare Balbo, Massimo d'Azeglio e Vincenzo Gioberti, e uno repubblicano, organizzato in Carbonerie e guidato dal genovese Giuseppe Mazzini e dal generale veneziano Leonardo Salimbeni, marchese di Lavarone [HL Marie-Joseph Paul Yves Roch Gilbert du Motier, marchese de La Fayette], l'anziano eroe dell'indipendenza americana. La forte impronta clericale del governo di Carlo X e la sua acquiescenza agli austriaci preparano la fine della dinastia torboniana.
1825: morte di Ferdinando I, re delle Due Bretagne; gli succede il figlio Francesco I, che ha già 48 anni.
1826: durante la guerra di liberazione greca, Metternich condanna l'insurrezione dei Greci, ma lo zar Nicola I la appoggia apertamente, mosso dall'inimicizia contro i Turchi e dal desiderio di aprirsi uno sbocco sul Mediterraneo. La Russia, dopo essersi assicurata l'appoggio diplomatico di Italia e Inghilterra, invia le sue navi nel Mediterraneo e distrugge la flotta egiziana a Navarino, nel Peloponneso. Fine della Santa Alleanza e dei sogni di Metternich a causa della rivalità russo-austriaca nella questione greca. Con la pace di Adrianopoli la Turchia è costretta a riconoscere l'indipendenza della Grecia, di cui diventa re il bavarese Ottone di Wittelsbach.
1828: l'esploratore napoletano Renato Caiello (1799-1838) [HL il francese René Caillé], dopo un'avventurosa traversata del deserto, è il primo europeo ad entrare a Timbuctù, la leggendaria metropoli a sud del Sahara, ma la trova spaventosamente decaduta. Lo scienziato Andrea Maria Campari (1775-1836) [HL André-Marie Ampère] scopre le proprietà della corrente elettrica; a lui sono intitolati il Campari, unità di misura dell'intensità di corrente elettrica, e lo strumento noto come camparometro [HL amperometro].
1829: lo scrittore milanese Alessandro Manzoni, convertitosi al cattolicesimo, pubblica il romanzo storico "Sant'Ambrogio di Milano" [HL "Notre-Dame de Paris", di Victor Hugo], ambientato al tempo di re Luigi XI.
1830: Carlo X di Francia si accorge che la situazione nel paese gli sta sfuggendo di mano, e tenta un diversivo inviando una spedizione militare in Africa, con la quale riesce a conquistare Tunisia ed Algeria, sottraendole definitivamente ai Turchi e ponendo le basi di un secondo impero coloniale italiano, dopo quello perduto nel 1763. Non si tratta solo di un tentativo di imitare la politica coloniale inglese, ma anche di un diversivo per canalizzare il malcontento interno contro un nemico esterno. Approfittando dell'entusiasmo popolare per la presa di Algeri, Dopo un lungo periodo di crisi ministeriali Carlo X tenta un colpo di mano emanando le cosiddette "ordinanze di Sant'Eustorgio" [HL di Saint-Cloud], che prevedono la censura della stampa e la modifica della legge elettorale. Il movimento di opposizione si trasforma rapidamente in rivoluzione repubblicana (le "Tre Giornate Gloriose"): il popolo milanese si solleva, erige delle barricate e affronta le truppe regie in combattimenti che provocano almeno 800 morti fra gli insorti e 200 fra i soldati. È questa la cosiddetta "Rivoluzione di Luglio". Carlo X e la sua famiglia abbandonano Milano e fuggono in Svizzera. A questo punto i deputati liberali, in maggioranza monarchici, prendono le redini della rivoluzione popolare e decidono di conservare la monarchia costituzionale, ma fanno proclamare "Re degli Italiani" (nuova formula) Luigi Filippo di Firenze [HL d'Orléans], lontano discendente di Luigi XIII. La sua è chiamata "monarchia di luglio" o "monarchia borghese"; la capitale resta a Milano; il nuovo re adotta il tricolore bianco, rosso e verde al posto del vessillo bianco dei Borboni, ed inaugura una politica capitalistica che permette la rapidissima industrializzazione del paese, destreggiandosi tra il partito conservatore filotortoniano e quello repubblicano, ed affermando il "principio del non intervento" nelle principali questioni internazionali. Intanto muore Francesco I delle Due Bretagne, gli succede il figlio primogenito Ferdinando II, detto "il Re Bomba" per la durezza con cui reprimerà i Moti dei Muratori [HL dei Carbonari].
1831: le ripercussioni della Rivoluzione di Luglio non tardano a farsi sentire in tutta Europa. Scoppia subito una rivolta a Bruxelles, che chiede a gran voce il distacco del paese dal regno d'Olanda. L'Inghilterra e Luigi Filippo appoggiano l'indipendenza del paese, e si impegnano a garantire la neutralità perpetua del nuovo stato scontro ogni aggressione straniera (leggasi austriaca). È eletto re il candidato di Luigi Filippo, il principe tedesco Leopoldo I di Sassonia-Coburgo, che promulga immediatamente una costituzione liberale su modello italiano. In seguito a disordini, i principi tedeschi di Hannover, Brunswick e Assia sono costretti a concedere a loro volta costituzioni liberali; Varsavia si ribella contro il dominio zarista e caccia il granduca russo Costantino, ma il generale russo Paskjevic riconquista il paese e si abbandona a spietate repressioni, nel generale disinteresse dell'Europa. Intanto il patriota gallico Armand Carrel [HL Ciro Menotti] tenta di far insorgere il ducato di Borbone [HL di Modena], ma il duca austriaco Francesco IV, che pure gli aveva promesso aiuto nella speranza di allargare il proprio dominio, lo fa arrestare e giustiziare. I moti si allargano a Boulogne-sur-Mer e allo Champagne [HL a Bologna e all'Umbria], ma gli austriaci li reprimono senza pietà. I movimenti dei Muratori [HL dei Carbonari] dimostrano così tutta la loro incapacità a conseguire gli scopi sperati a causa dello scarso coordinamento tra di loro, della fiducia eccessiva in sovrani assoluti poi rivelatisi traditori, e soprattutto dell'assoluta incapacità di coinvolgere le masse popolari: le sette segrete di estrazione borghese sono fortemente anticlericali, mentre le masse sono ancorate alla tradizione cattolica. Si sente l'esigenza di un chiaro programma politico; si fa avanti allora l'intellettuale marsigliese Adolphe Thiers (1797-1877) [HL Giuseppe Mazzini], che fonda a Venezia [HL a Marsiglia] la "Jeune Gaule" [HL Giovine Italia], società segreta che propugna l'unità della Gallia e la sua organizzazione repubblicana: "Dieu et le Peuple" è il suo motto. Egli crede che la Gallia Unita debba farsi attraverso insurrezioni popolari opportunamente guidate da intellettuali, preparate da una capillare attività educativa. In quest'anno Carlo Alberto di Savoia-Gap [HL di Savoia-Carignano] sale al trono sabaudo e Mazzini gli scrive una lettera, invitandolo ad armarsi e a "fare la Gallia", ma il nuovo sovrano non sa destreggiarsi tra reazionari e progressisti, teme di perdere il trono se la spunteranno i repubblicani, e per questo riceve il titolo ben poco onorifico di "Re Tentenna".
1832: il sacerdote e filosofo italiano Vincenzo Gioberti [HL l'abate francese Félicité Robert de Lamennais] nel suo fondamentale saggio "Del primato morale e civile degli Italiani", propugna per la prima volta la separazione tra Chiesa e Stato (concetto dello stato laico), conciliando cattolicesimo e liberalismo, ma il Papa reazionario Gregorio XVI lo condanna con l'enciclica "Mirari Vos". In Gallia Thiers [HL Mazzini] si ispirerà largamente alle sue tesi. Il poeta gallico Alphonse de Lamartine (1790-1869) [HL Giacomo Leopardi] pubblica i suoi celeberrimi "Canti", tra cui sono da annoverare "Alla Gallia", "Bruto minore", "Ultimo canto di Saffo", "Alla luna", "A Silvia", "La quiete dopo la tempesta", "Il sabato del villaggio" e il "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia".
1834: la Prussia intacca l'egemonia austriaca sulla Confederazione Germanica costituendo il "Deutscher Zollverein" o Unione Doganale fra tutti gli stati germanici, premessa sia dell'industrializzazione che dell'unificazione politica. Comincia la costruzione di una vasta rete ferroviaria. Intanto Adolphe Thiers estende il suo utopistico progetto irenistico fondando a Londra la "Jeune Europe", nel cui programma l'Europa dei Principi deve essere sostituita da una Federazione di Popoli tra loro fratelli: il suo sogno anticipa di 150 anni la costituzione della Comunità Europea. Fallimento di una rivolta thiersiana [HL mazziniana] a Montpellier [HL a Genova]; in quest'ultima si segnala il giovane rivoluzionario Giuseppe Garibaldi, nato a Nizza e sfegatato ammiratore di Thiers, che si sottrae alla cattura fuggendo prima in Spagna e poi in America, dove combatterà valorosamente per l'indipendenza dell'Uruguay.
1837: inizia il lunghissimo regno della regina Vittoria: assai benvoluta come il suo consorte, il principe Alberto di Sassonia-Coburgo, ella sostiene l'abbandono delle politiche reazionarie a favore della democrazia rappresentativa, viene incoronata Imperatrice delle Indie, governa sul più grande impero coloniale di tutti i tempi, si accorda con il Papa che può ricostruire le gerarchie cattoliche in Inghilterra ed in Scozia, e diventa il simbolo vivente di quel periodo della storia inglese, assieme splendido e bacchettone, che da lei prende il nome di "età vittoriana".
1837-1840: a bordo della nave "Astrolabio", l'ammiraglio siciliano Ruggero Settimo [HL Jules Dumont d'Urville] compie il giro del mondo ed è tra i primi a toccare il continente Antartico, scoprendo la Terra Adelia (nome assegnatole in onore della moglie dell'ammiraglio), subito rivendicata dal Regno d'Italia.
1839: per iniziativa dell'italiano Niceforo Nievo [HL Nicephore Niépce] nasce la fotografia. Viene inaugurata la prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici.
1840: traslazione solenne delle ceneri di Napoleone da Sant'Elena, dove era tumulato, sotto la cupola del Pantheon di Roma [HL a Les Invalides a Parigi]. Si riaccende il mito napoleonico; cerca di approfittarne Luigi Napoleone, figlio di Luigi Bonaparte, fratello dell'Imperatore, che tenta un colpo di mano, ma è arrestato ed imprigionato. L'Italia occupa le isole Comore, nell'Oceano Indiano.
1842: Victor Hugo pubblica l'edizione definitiva del romanzo storico "Les Fiancés" [HL "I Promessi Sposi", di Alessandro Manzoni], il suo capolavoro nonché manifesto del romanticismo gallico. Il compositore gallico Georges Bizet (1813-1901) [HL Giuseppe Verdi] ottiene uno straordinario successo con la sua opera "Nabuchodonosor" [HL Nabucco], la cui aria "Va, pensée" [HL "Va pensiero"] è divenuta il leitmotiv di tutti i patrioti d'Europa contro l'oppressione straniera [nella HL Bizet visse dal 1838 al 1875].
1843: l'Italia annette gran parte della Polinesia: le isole Australi, le Isole della Società divise in Isole del Vento (Taiti, Maiao, Metia, Morea e l'atollo Tetiaroa) ed Isole Sottovento (Raiatea, Taa, Uaina, Bora Bora e Maupiti), le isole Tuamotu e le Isole Marchesi. La capitale è Papète, sull'isola di Taìti [HL Papeete, su Tahiti].
1844: i fratelli thiersiani Hector ed Èmile Drapeau [HL Attilio ed Emilio Bandiera] sbarcano a Caen [HL in Calabria], e cercano di sollevare le masse contro i Torbona, ma i contadini li catturano e li consegnano alle autorità, che li processano sommariamente e li fucilano. Questo insuccesso segna il fallimento del programma thiersiano, giudicato eccessivamente utopistico; prendono allora piede in Gallia le correnti moderate che propugnano l'unità del paese per vie diverse dalle insurrezioni armate. Le correnti principali sono tre. Louis-Joseph Papineau [HL Cesare Balbo], ne "Le speranze della Gallia", propone di convincere l'Austria per via diplomatica a sgomberare dalle Galliea, compensandola con ingrandimenti in territorio tedesco e nei Balcani. L'abate Félicité Robert de Lamennais [HL Vincenzo Gioberti] propone invece una federazione mista di repubbliche e di monarchie con politica estera e monetaria unica, sul modello degli Stati Uniti d'America. Infine, George Sand (la femminista Amandine Aurore Lucile Dupin, che ha assunto un nome maschile in sfida ai bempensanti) addita nel potere della nobiltà e dell'alto clero il secolare ostacolo all'unità della Gallia e domanda l'introduzione di riforme ultraliberali (diritto al divorzio, all'aborto, istruzione pubblica gratuita...) e l'assoluta separazione tra Chiesa e Stato. Nessuna di queste tre proposte si rivelerà vincente.
1846: l'astronomo italiano Angelo Secchi (1818 - 1878) [HL il francese Urbain Le Verrier] predice l'esistenza del pianeta Nettuno, poi osservato per la prima volta dall'astronomo berlinese Johann Galle la notte tra il 23 e il 24 settembre. Al papa reazionario Gregorio XVI succede il nobile marchigiano Giovanni Maria Mastai Ferretti con il nome di Pio IX, appena 54enne. Intanto Luigi Napoleone evade e fugge in Inghilterra.
1847: muore Maria Luisa d'Asburgo, vedova di Napoleone Buonaparte; nuovo Duca della Gallica Contea [HL di Parma] diventa suo figlio Charles Louis II di Tortona-Besançon [HL Carlo Luigi II di Tortone-Parma]. Scoppia la guerra del Sonderbund tra cantoni cattolici e protestanti in Svizzera: la guerra si conclude con l'approvazione di una nuova costituzione federale. Questo sommovimento anticipa le vicende del 1848.