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  1. #1
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    Predefinito una brutta(e forse dimenticata) pagina del governo prodi

    documento
    "Massoni, politici e poteri forti
    ecco chi ha fermato le inchieste"


    Le accuse del pm De Magistris: sinergie inquietanti
    dal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO






    Luigi De Magistris


    SALERNO - Le inchieste "Why Not", "Poseidone" e "Toghe Lucane", dovevano essere fermate ad ogni costo. I personaggi a vario titolo coinvolti, erano "eccellenti" e "potenti". C'erano politici, massoni, magistrati, imprenditori in odor di mafia e tanto altro. E su tutto questo ci fu anche il "silenzio" del presidente della Repubblica Napolitano, "nonostante avessi pubblicamente auspicato un suo intervento". Queste le accuse che il pm Luigi De Magistris, titolare di quelle inchieste ha consegnato ai colleghi di Salerno in numerosi interrogatori. Accuse che mercoledì scorso hanno portato al sequestro degli atti negli uffici di Catanzaro, provocando un terremoto, giudiziario ma anche istituzionale.

    Le indagini su Mastella

    Il 12 novembre 2007, quando non è più titolare delle inchieste, avocate dai suoi superiori di Catanzaro, De Magistris viene interrogato dai pm di Salerno e racconta: "Togliendomi "Poseidone" loro mi hanno voluto lanciare un messaggio per cercare di fermarmi. Ancora non sapevano del livello che avevano raggiunto "Toghe Lucane" e "Why Not". Allora hanno dovuto accelerare la mia richiesta di trasferimento cautelare e qui si innestano poi, evidentemente, anche delle sinergie istituzionali... E' ovviamente inquietante il silenzio istituzionale sulla vicenda - per esempio - del trasferimento cautelare e in qualche modo sul coinvolgimento di Prodi e Mastella (indagati da De Magistris ndr)... Io credo che non si sia mai visto che un ministro della Giustizia chieda il trasferimento cautelare di un magistrato che indaga sul presidente del Consiglio di cui lui è ministro e che regge in modo determinante la maggioranza che è un po' fragile, e soprattutto che chiede il trasferimento di chi sta lavorando in qualche modo su di lui. E il ministro Mastella lo sapeva benissimo delle intercettazioni che lo riguardavano direttamente... quindi vuol dire che necessariamente si è disposti anche a mettere sul tappeto il rischio di una rottura istituzionale sui rapporti tra esecutivo e magistratura o anche una rivolta dell'opinione pubblica o dei magistrati a fronte di un atto così grave...".


    Il caso Prodi

    Sempre nell'interrogatorio del 12 novembre De Magistris spiega le "accelerazioni" per togliergli le inchieste e trasferirlo ad altra sede. "L'accelerata era evidente, cioè loro dovevano fermare l'inchiesta e l'inchiesta "Why Not" e si comprende perché. Perché coinvolge in modo serio Romano Prodi con ipotesi di reato serie e sicuramente già accertate nei confronti di suoi strettissimi collaboratori, in particolare Piero Scarpellini, Sandro Gozi e che soprattutto lasciava intravedere un discorso molto interessante di riciclaggio di denaro dalla Calabria a San Marino, e i risultati che stavamo raggiungendo erano straordinari... stavamo entrando nel pieno coinvolgimento del ministro Mastella soprattutto sul discorso dei finanziamenti pubblici che lui otteneva. Per esempio attraverso la gestione de "Il Campanile", il giornale dell'Udeur a fini privatistici. Oppure i rapporti tra Mastella, il generale Poletti e il costruttore Valerio Carducci. Non solo, ma nell'indagine "Why Not" erano in corso accertamenti riservatissimi in collaborazione con la Procura di Reggio Calabria sull'omicidio Fortugno".

    La massoneria segreta

    "Le indagini "Why Not" - racconta De Magistris ai magistrati di Salerno - stavano ricostruendo l'influenza dei poteri occulti. In particolare si stavano ricostruendo i contatti intrattenuti da Giancarlo Elia Valori, Luigi Bisignani, Franco Bonferroni ed altri e la loro influenza sul mondo bancario ed economico finanziario. Elia Valori pareva risultate, dagli accertamenti preliminari che stavamo svolgendo con la massima riservatezza, ai vertici della massoneria "contemporanea". Elia Valori si è occupato spesso di lavori pubblici. Nel recente passato, agli inizi del 2000 ha trovato anche una sponda rilevante a sinistra, all'interno del governo D'Alema, in Marco Minniti. E si era anche interessato di telefonia, - settore in cui, come poi dirò, si è interessato anche il professor Francesco Delli Priscoli, figlio del pg della Cassazione Mario (che aveva promosso l'azione disciplinare nei confronti di De Magistris ndr). Non posso però non tenere conto dei seguenti elementi, pur se non si volesse mettere in discussione onestà e serenità di giudizio delle persone elencate: sul vice presidente del Csm, Nicola Mancino (che presiede la sezione disciplinare che dovrà giudicarmi) che ha già fatto intendere in una intervista che avrei violato il codice etico della magistratura, del consigliere togato, Fabio Roja, del giudice Luerti attuale presidente dell'Anm che ha stretti rapporti con la Compagnia delle Opere".

    (5 dicembre 2008)
    http://www.repubblica.it/2008/12/sez...-politici.html

  2. #2
    Μάρκος Βαφειάδης
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    "Ho scoperto una nuova P2"

    Luigi De Magistris
    I verbali degli interrogatori di De Magistris


    ANTONIO MASSARI
    CATANZARO
    Negli atti di «Why Not» - quelle sequestrate dalla procura di Salerno, e «risequestrate» dalla procura di Catanzaro - ci sarebbero le carte della «nuova P2». È questa la versione di Luigi de Magistris, ascoltato dai procuratori di Salerno, dinanzi ai quali, il 28 dicembre 2007, fa nomi e cognomi: «Le indagini Why Not stavano ricostruendo l'influenza di poteri occulti (…) in meccanismi vitali delle istituzioni repubblicane: in particolare stavo ricostruendo i contatti intrattenuti da Giancarlo Elia Valori, Luigi Bisignani, Franco Bonferroni e altri, e la loro influenza sul mondo bancario ed economico finanziario».

    E proprio Valori sarebbe ai vertici di questa organizzazione occulta. «Giancarlo Elia Valori - dice De Magistris - pareva risultare ai vertici attuali della "massoneria contemporanea" e Valori s'è occupato spesso di lavori pubblici”». Nel verbale, l'ex pm di Catanzaro, tira in ballo anche il governo di centrosinistra guidato da Massimo D'Alema: «Nel recente passato (Valori, ndr) ha trovato anche una sponda rilevante a sinistra, dentro il governo D'Alema, in Marco Minniti, ritenuto il "braccio destro" del Presidente del Consiglio dei Ministri». In altri passaggi (di ulteriori verbali) De Magistris specifica che su Minniti stava «svolgendo accertamenti delicatissimi e riservatissimi».

    Ma tornando a Valori, De Magistris va oltre, tracciando prima un collegamento con il figlio di Mario Delli Priscoli, l'ex procuratore generale della Corte di Cassazione che l'ha incolpato. Il tutto parte dal business della telefonia: «Valori s'è occupato del programma Blu - oggetto di accertamenti nel procedimento Toghe Lucane (inchiesta condotta sempre da De Magistris, ndr). Blu era interessato anche alle licenze Umts ossia il sistema che unisce telefonini e servizi internet, per le quali si è scatenata una "guerra di lobby". Le cinque licenze vennero poi assegnate da un comitato di ministri presieduto da Massimo D'Alema». E una di quelle licenze, conferma la procura, fu affidata proprio alla Blu. La vicenda s'intrica ulteriormente con il legame tra Valori e Giancarlo Pittelli, senatore del Pdl, indagato da De Magistris e anch'egli in odore di massoneria.

    I pm di Salerno scrivono che «Valori ha ricoperto le cariche di presidente di "Torino Internazionale", società per la quale Pittelli ha emesso fatture per un ammontare di 269.380 euro, per prestazioni consulenziali oggetto d'indagini in Why Not». Anche Luigi Bisignani, che De Magistris indagò in "Why Not", compariva nell'elenco della P2, «con il numero di tessera 203», scrivono gli inquirenti, puntualizzando che Bisignani ha però sempre negato. «Bisignani - continuano i procuratori di Salerno - risulta aver riportato una condanna a 3 anni e 4 mesi per maxi tangente Enimont». Infine, il terzo nominativo fatto da De Magistris, Franco Bonferroni, viene descritto dai pm di Salerno come «altro indagato eccellente» dei procedimenti Poseidone e Why Not: «Consigliere di Finmeccanica», scrivono i pm salernitani, «dei cui illeciti interessi in Calabria ha riferito De Magistris (…)».

    Il 18 settembre 2008, inoltre, De Magistris dichiara alla procura di Salerno: «L'ipotesi investigativa sulla quale avevo raccolto gravi indizi è quella sull'esistenza di una gestione illegale e anche occulta di settori rilevanti delle istituzioni, con radici in Calabria e ramificazioni in tutto territorio nazionale. Una sorta di nuova P2, per essere sintetici, e sul punto posso offrire ogni eventuale utile approfondimento che mi verrà richiesto». «Un'ipotesi investigativa», aggiunge, sulla quale non gli è stato «consentito di condurre a termine».
    http://www.lastampa.it/redazione/cms...8835girata.asp

  3. #3
    Vamos bien!
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    Di magistrati come De Magistris ho paura, la punta estrema del travaglismo, non entro nel merito delle inchieste, semplicemente magistrati che cercano consenso popolare, consenso alle loro inchieste mi spaventano...

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da PRC-Enna Visualizza Messaggio
    Di magistrati come De Magistris ho paura, la punta estrema del travaglismo, non entro nel merito delle inchieste, semplicemente magistrati che cercano consenso popolare, consenso alle loro inchieste mi spaventano...
    credo che non potendo agire liberamente a causa di diversi partiti politici(da sempre la maggioranza) cerchino il consenso popolare per non restare isolati.

    cmq continuiamo ad aggiornare la situazione

    La Prima Commissione decide nei confronti del Pg di Catanzaro e del Pm di Salerno
    Pubblici ministeri denudati durante le perquisizioni in Calabria. Mancino: "Sconcertante"
    Csm, procedura di trasferimento
    per i magistrati di Salerno e Catanzaro


    Alfano: "Apprezzo la tempestività. Deciderò dopo aver ricevuto gli atti"
    Anm: "Nessuno strumentalizzi la vicenda per chiedere la riforma del sistema giudiziario"








    ROMA - Davanti alle telecamere riunite per ascoltare la decisione del Csm sullo scontro tre le procure di Salerno e Catanzaro, il presidente della prima commissione fa un lunghissimo prologo, poi dà la stoccata: "All'unanimità abbiamo avviato procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale nei confronti di Enzo Jannelli, procuratore generale di Catanzaro, e di Luigi Apicella, procuratore della Repubblica di Salerno".

    Martedì altre audizioni. Sono le prime due vittime della guerra tra le procure innescata sul caso De Magistris. E forse non saranno le sole. Secondo indiscrezioni attendibili, le iniziative disciplinari riguarderebbero anche altri magistrati. Martedì saranno ascoltati i pubblici ministeri dei due uffici requirenti. A Palazzo dei Marescialli sono stati invitati i pm di Catanzaro Salvatore Curcio, Alfredo Garbati e Domenico De Lorenzo, titolari dell'inchiesta Why not e firmatari del controsequestro del fascicolo ordinato dopo l'identico ordine impartito dalla procura salernitana.

    "Istruttoria conclusa dopo Natale". Poi sarà la volta della procura di Salerno. Saranno ascoltati i magistrati che hanno partecipato al sequestro e alle perquisizioni che si sono svolte alla procura di Catanzaro e nelle abitazioni dei pubblici ministeri di quell'ufficio. "La conclusione dell'istruttoria - ha spiegato il presidente della prima Commissione Ugo Bergamo - è prevista subito dopo Natale".

    "Tempestivi per ridare credibilità". Stamane l'audizione di Jannelli e Apicella; poco prima delle 18.30 la pubblicazione della decisione: una procedura insolitamente rapida. "Abbiamo voluto essere tempestivi - ha spiegato Ugo Bergamo, presidente della commissione incaricata delle azioni disciplinari nei confronti dei magistrati - perché vogliamo restituire al consiglio autorevolezza e, soprattutto, credibilità alla magistratura".


    Alfano: "Bene il Csm". "Tempestività" che è stata apprezzata dal ministro della Giustizia: "Spero che con altrettanta prontezza - ha detto Angelino Alfano - il Csm mi invii le documentazione per i profili di mia competenza". Anche il Guardasigilli, insieme al Pg della Cassazione, hanno avviato nei giorni scorsi procedimenti disciplinari nei confronti dei due uffici giudiziari. "Deciderò - ha detto il ministro - dopo aver ricevuto gli atti".

    Anm: "Nessuno strumentalizzi la vicenda".
    Plaudono alla decisione del Csm anche i vertici dell'Associazione nazionale magistrati: "Oggi - sostengono Luca Palamara e Giuseppe Cascini, presidente e segretario dell'Anm - abbiamo avuto la riprova che il sistema giudiziario al suo interno ha a disposizione gli strumenti per controllare i comportamenti dei magistrati e accertare eventuali responsabilità. Questa - dice l'Anm - è la dimostrazione che non c'è bisogno di strumentalizzare questa vicenda per far riaffiorare il tema della separazione delle carriere e della riforma del Csm".
    
    "Denudati pm". Mancino: "Sconcertante". E come se non bastassero le bordate che le due procure si indirizzano l'una contro l'altra, un'indiscrezione trapelata dall'audizione al Csm del procuratore generale di Catanzaro Enzo Jannelli "sconcerta" il vicepresidente del Csm Nicola Mancino e non solo lui. Un sostituto procuratore di Catanzaro è stato costretto a denudarsi durante la perquisizione di casa sua ordinata dai giudici di Salerno. Nell'abitazione del pm Salvatore Curcio, la perquisizione - cominciata alle sei del mattino - avrebbe riguardato persino gli zainetti dei suoi bambini.

    "Atti secretati". "Sono cose sconcertanti" è stato il laconico e duro commento di Mancino. Ugo Bergamo, presidente della prima commissione del Csm che ha ascoltato a porte chiuse il pg di Catanzaro, non ha voluto rilasciare dettagli: "Gli atti sono secretati. Posso solo dire che abbiamo analizzato in maniera profonda e dettagliata anche su come si sono svolti i provvedimenti esecutivi".

    "Abbiamo la coscienza a posto". Ma loro, i due magistrati per cui è stata avviata la procedura di trasferimento, sono tranquilli. Prima di entrare a Palazzo dei Marescialli, il magistrato di Catanzaro aveva assicurato di avere "la coscienza a posto", come pure "l'avversario" Luigi Apicella, procuratore di Salerno: "Non abbiamo violato alcuna norma né aperto alcun conflitto. Ho la serenità di chi ha rispettato la legge".

    (6 dicembre 2008) Tutti gli articoli di cronaca

    http://www.repubblica.it/2008/12/sez.../oggi-csm.html

  5. #5
    Colui che è.
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    Citazione Originariamente Scritto da PRC-Enna Visualizza Messaggio
    Di magistrati come De Magistris ho paura, la punta estrema del travaglismo, non entro nel merito delle inchieste, semplicemente magistrati che cercano consenso popolare, consenso alle loro inchieste mi spaventano...
    mi sento un po' travaglista anche io, visto che credo fermamente che ci si difenda NEL processo, non DAL processo... specie quando si è personaggi con responsabilità pubbliche e dovremmo quindi avere un curriculum non immacolato, ma di più...

  6. #6
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    Sì su questo d'accordo, ma i magistrati che vanno da Santoro a cercare pubblicitànon mi piacciono.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da PRC-Enna Visualizza Messaggio
    Di magistrati come De Magistris ho paura, la punta estrema del travaglismo, non entro nel merito delle inchieste, semplicemente magistrati che cercano consenso popolare, consenso alle loro inchieste mi spaventano...
    Condivido le tue preoccupazioni.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da PRC-Enna Visualizza Messaggio
    Sì su questo d'accordo, ma i magistrati che vanno da Santoro a cercare pubblicitànon mi piacciono.
    non piacciono nemmeno a me.
    Cosa ne pensate di un provvedimento che possa impedire ai magistrati di partecipare a trasmissioni televisive, o di essere nominati nelle pagine delle inchieste dei vari quotidiani nazionali?

  9. #9
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    coinvolti politici di entrambi gli schieramenti

    Inchiesta «Why Not», chiuse le indagini
    Verso l'archiviazione per Romano Prodi


    Inviati 106 avvisi di conclusione: tra i destinatari Loiero e Chiaravalloti. Esclusi l'ex premier, Gozi e Scarpellini



    CATANZARO - La Procura generale di Catanzaro ha chiuso il fascicolo d'indagine relativo all'inchiesta «Why Not» e sono stati inviati avvisi di conclusione a 106 indagati (molti dei quali, come il presidente calabrese Loiero, avevano già ricevuto l'avviso di garanzia nei mesi scorsi). Nessuna notifica a Romano Prodi, per cui si profila dunque l'ipotesi di richiesta di archiviazione da parte del gip. Sarebbero destinati a uscire dall'inchiesta anche il parlamentare del Pd Sandro Gozi e Pietro Scarpellini.
    Agazio Loiero (Emblema)LOIERO E CHIARAVALLOTI - Tra i destinatari degli avvisi figurano invece nomi di enorme rilievo, come il presidente della Calabria Agazio Loiero, l'ex presidente Giuseppe Chiaravalloti, assessori ed ex assessori regionali, consiglieri, il sindaco di Cosenza Salvatore Perugini, politici, funzionari regionali. Tra i destinatari figura inoltre il deputato del Pdl Giovanni Dima, ex consigliere regionale di An in Calabria.
    ALTRI NOMI - Altri coinvolti sono il capogruppo del Pd alla regione ed ex vice presidente della giunta Nicola Adamo; il consigliere regionale e imprenditore Sergio Abramo, candidato del centrodestra alle presidenza della Regione nelle elezioni del 2005; l'ex consigliere regionale Domenico Basile, di An; l'ex consigliere regionale dell'Udc Dioniso Gallo; il consigliere regionale di Fi Giuseppe Gentile; gli assessori regionali Luigi Incarnato dello Sdi e Mario Pirillo del Pd; l'ex assessore alla Sanità Giovanni Luzzo, dell'Udc; il consigliere regionale di An Franco Morelli; l'ex parlamentare dell'Udeur Ennio Morrone; il consigliere regionale di Fi Antonio Pizzini; il consigliere regionale di An Antonio Sarra; l'ex assessore regionale all'Ambiente dei Verdi Diego Tommasi e l'ex assessore regionale dell'Udeur Pasquale Maria Tripodi.
    LE ACCUSE - Con la chiusura dell'inchiesta l'indagine entra nella fase decisiva. Gli indagati avranno 20 giorni di tempo dalla notifica per chiedere di essere sentiti o per depositare memorie difensive. Quindi la Procura deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o il proscioglimento dei singoli. Nell'atto, previsto come atto conclusivo delle indagini preliminari, sono ipotizzati numerosi reati: dall'associazione per delinquere all'abuso d'ufficio, alla turbata libertà degli incanti, dalla truffa alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dalla frode nelle pubbliche forniture al peculato, dalla corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio all'istigazione alla corruzione, dall'estorsione alla falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Nel provvedimento gli indagati sono raggruppati per capitoli in relazione alla vicenda che li riguarda, con l'enunciazione dell'ipotesi di accusa. Alcuni indagati sono accusati di più reati.
    PRODI E MASTELLA - Già a marzo di quest'anno la Procura di Catanzaro aveva chiesto al gip l'archiviazione per le accuse riguardanti Prodi e l'ex ministro della Giustizia Clemente Mastella. Entrambi erano stati iscritti nel registro degli indagati da de Magistris, che ipotizzava nei loro confronti l'accusa di abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte frodi milionarie ai danni dell'Unione Europea.



    http://www.corriere.it/cronache/08_d...4f02aabc.shtml

  10. #10
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    C'è già un thread sulla questione morale in cui ne stiamo parlando

 

 
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