Grande è la confusione sotto il cielo del PD. E non va bene per niente



di Valter Vecellio
La si attribuisce a Mao tse Tung: “Grande è la confusione sopra e sotto il cielo, e tutto va bene”. Se Mao ha ragione, dalle parti del Partito Democratico scoppiano di felicità; le cose, invece, non vanno bene per niente. Il “duello” che da sempre oppone il segretario del PD Walter Veltroni, al presidente del Partito Massimo D’Alema, ora dopo ora, si arricchisce di nuovi capitoli. Eravamo rimasti all’annuncio dalemiano di volersi occupare più seriamente e a fondo del Partito. Veltroni, con l’intervista di ieri a “Repubblica” risponde che se il problema è la leadership, allora lo si deve dire a viso aperto, e ricorda che il 19 dicembre è convocata la Direzione: quella è la sede per sollevare la questione. E poi: “Basta con le confessioni anonime, i retroscena, i veleni”.

A stretto giro di posta è arrivata la replica di D’Alema: “Se ritenessi che deve lasciare la carica di segretario, lo direi pubblicamente. Se non l’ho detto è perché non lo penso”. Poi la bastonata: “Il problema non è la leadership di Veltroni, ma la necessità di affrontare i nodi reali ancora irrisolti”. Che evidentemente non si sanno affrontare. E dunque, eccome se si tratta di un problema di leadership, anche se, essendo stato Veltroni incoronato da primarie-plebisciti, si vuole attendere l’esito delle elezioni per il Parlamento Europeo, prima di metterla in discussione.

Di nodi irrisolti ce ne sono davvero tanti, e altri verranno al pettine: ci sono le ormai prossime elezioni in Abruzzo: non solo la vittoria del centro-destra, probabile; ci sarà anche una buona affermazione dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Doppia, cocente, sconfitta. Poi c’è la quasi sicura perdita di due “casematte” storiche della sinistra: Firenze e Bologna, quest’ultimo dopo la deludente esperienza di Sergio Cofferati. Sindaci popolari come Sergio Chiamparino, primo cittadino di Torino, e Massimo Cacciari, di Venezia, sono sempre più insofferenti delle “logiche” romane. Il presidente della Regione Sardegna, Renato Soru, logorato da mille polemiche intestine, appare intenzionato a gettare la spugna. Infine l’incubo campano: le vicende giudiziarie che coinvolgono il governatore Antonio Bassolino rischiano di deflagrare con conseguenze imprevedibili e incontrollabili. Insomma, un quadro a tinte loschissime. Il tutto aggravato da una politica ondivaga, confusa, “dettata” da un elefantiaco “governo ombra” che non sa esprimere politiche alternative credibili, e spesso viene contraddetto da una quantità di voci: segno non di pluralismo, quanto di confusione grave.

Berlscuni e la maggioranza gongolano, consapevoli che in questa situazione continueranno a governare per molto tempo ancora. http://www.radicali.it/newsletter/vi...title=DOWNLOAD