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Discussione: Immagini dal Taj Mahal

  1. #21
    Chicca, passami l'Autan
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    Predefinito Rif: Immagini dal Taj Mahal

    Citazione Originariamente Scritto da Silvia Visualizza Messaggio
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  2. #22
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    Predefinito Rif: Immagini dal Taj Mahal

    Benvenuto, Kaouthia, e grazie per le belle immagini... Che atmosfera hai percepito visitando il luogo? Hai apprezzato qualcosa in particolare?
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 20-05-11 alle 21:38
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  3. #23
    Chicca, passami l'Autan
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    Predefinito Rif: Immagini dal Taj Mahal

    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada Visualizza Messaggio
    Benvenuto, Kaouthia, e grazie per le belle immagini... Che atmosfera hai percepito visitando il luogo? Hai apprezzato qualcosa in particolare?
    Ti dirò la mia impressione: con altre persone si contempla e si analizza più che altro la parte architettonica e monumentale della faccenda.

    Da solo devo dire mi sono seduto (e pure sdraiato) per ore sull'erba a guardare la gente che c'era e l'immagine che ne ho ricevuto è quella di un luogo che trasmette serenità.
    La gente era tranquilla, contenta e allegra.
    In un paese come l'India non è una cosa che capiti di frequente.

    Quindi oltre alla bellezza incomparabile del monumento in sé direi che l'atmosfera è davvero piacevole.
    Ultima modifica di Kaouthia; 21-05-11 alle 11:18
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  4. #24
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    Predefinito Rif: Immagini dal Taj Mahal

    IL TAJ MAHAL IN PERICOLO?




    Il Taj Mahal, splendido gioiello dell'architettura islamica, rischia di crollare, a meno che le sue fondamenta non vengano urgentemente puntellate. E' quello che emerge da un rapporto appena pubblicato sullo stato del celebre monumento. Visitato ogni anno da tre, quattro milioni di turisti, il Taj Mahal, costruito 358 anni fa, è considerato una delle Sette Meraviglie del Mondo.

    Lo scorso anno sono apparse alcune crepe nell'edificio principale, ma preoccupano anche i quattro minareti che circondano il monumento, perché presentano un lieve aumento della loro inclinazione. Il problema sono le fondamenta: pali di mogano immersi in pozzi nel terreno alluvionale del fiume Yamuna. Se non vengono costantemente inumiditi dal fiume in breve tempo si seccheranno, come sta già accadendo, e verranno divorati dalle termiti. Senza interventi di stabilizzazione, tutti ancora da studiare, sarà solo questione di tempo prima che il Taj Mahal si pieghi al tempo e si sbricioli. Gli archeologi che sovrintendono la conservazione del mausoleo hanno smentito questa catastrofica previsione, ma i progettisti che idearono il tempio oltre tre secoli e mezzo fa inserirono il fiume come elemento costituente della sua architettura. E se il fiume, come sembra, rischia di morire a causa dell'inquinamento, anche il Taj Mahal non potrà sopravvivere senza un intervento tecnico adeguato.


    Fonti:
    Ticinonline - People - Taj Mahal a rischio crollo?

    Il Taj Mahal in pericolo: le fondazioni marciscono, può crollare in 5 anni | Blog Viaggi Agra

  5. #25
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    Predefinito Rif: Riferimento: Immagini dal Taj Mahal

    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada Visualizza Messaggio
    Stupenda!
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 22-03-17 alle 18:36

  6. #26
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    Predefinito Rif: Riferimento: Immagini dal Taj Mahal

    Citazione Originariamente Scritto da White Girl Visualizza Messaggio
    Stupenda!
    Quel che mi sembra al limite dello straordinario circa il Taj Mahal è l'impatto con il cielo... è un elemento antropico la cui ricercatissima e tuttavia fresca bellezza lo fa - secondo un magico ossimoro - apparire "naturale" agli occhi di un esteta...
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 05-11-11 alle 02:48
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  7. #27
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    Predefinito Una punto di vista massonico...

    IL TAJ MAHAL: AMORE, ESOTERISMO E RELIGIONI

    Si tratta del più famoso mausoleo mai edificato. Lo volle il Gran Mogol per onorare l’Amore che aveva condiviso con la sposa defunta. Le sue dimensioni sono imponenti, ma le sue perfette proporzioni lo fanno apparire racchiuso in uno spazio apparentemente molto più piccolo del reale. C’è in questo un preciso insegnamento esoterico, che da un particolare senso di bellezza e prospettiva anche all’incessante lavoro dei massoni per la “costruzione” del loro ideale Tempio Interiore alla virtù. Il tragico destino dello stesso Gran Mogol e degli uomini che lavorarono alla sua costruzione.


    Il Taj Mahal raffigurato sulla moneta da 100.000 euro coniata nel 2010 dalla zecca parigina.
    Dal peso di un chilo, con incastonati 68 diamanti, è stata emessa in soli 29 esemplari.


    Una breve premessa,solo per precisare che non sono mai stato in india. E, di conseguenza, non ho mai visto di persona il Taj-Mahal. Potrà quindi apparire presuntuoso trattare di un tema che si conosce solo di riflesso.

    Il fatto è che questo monumento ha da sempre suscitato il mio interesse fondamentalmente per 2 motivi: la purezza e la bellezza architettonica. E soprattutto la motivazione della sua realizzazione che ritengo essere un esempio significativo di come l’uomo dia il meglio di sè quando il suo animo è guidato da un sentimento di amore, più che da ideologie legate a questa o quella fede politica o questa o quella fede religiosa.

    Nell’India settentrionale, tra lussureggianti campi coltivati e bufali di palude, scorre pigramente un fiume fangoso che bagna la città di Agra. Il clima è caldo-umido, afoso e non di rado si formano piatti strati di nebbia che aleggiano sulla sterminata pianura.
    In questo scenario, già di per sé tendente al surreale, sorge un bianco gioiello, racchiuso in un castone di scuri cipressi, che riflette il suo caratteristico profilo nelle acque di una stretta, interminabile vasca.
    Si tratta probabilmente del più famoso mausoleo mai edificato: le sue dimensioni sono imponenti ma, le sue perfette proporzioni e l’eleganza dei quattro minareti che lo circondano, lo fanno apparire, all’occhio del visitatore, come una entità compatta e racchiusa in uno spazio molto inferiore al reale.
    Questo è un primo aspetto esoterico legato al Taj Mahal: se è vero che le umane emozioni possono essere analizzate razionalmente e la fisiologia le riconduce a trasmissioni chimiche dei nostri emisferi cerebrali, la persona che visita per la prima volta questo monumento pare subisca un vero bombardamento alchemico emozionale, che va dalla illusione ottica che il Taj sia piccolo e lontanissimo, fino alla illusione opposta: l’edificio sembra crescere a dismisura, mano a mano che ci si avvicina, finchè, raggiunta la base, esso appare colossale. La cupola, in particolare, sembra espandersi come se venisse lentamente gonfiata.
    C’è poi un’altra sensazione carica di contenuti surreali che accompagna il visitatore, quando è ancora lontano dal sito: a causa della semplice cinta muraria di mattoni rossi e probabilmente a causa pure delle frequenti nebbie, il nostro mausoleo sembra sorgere, come per magìa, sospeso nel nulla.
    Anche il colore abbagliante dei suoi marmi contribuisce a creare un’aura di profondo misticismo: al chiaro di luna e alla luce dell’alba si tinge di azzurro pallido; nella calura di mezzogiorno diventa di madreperla mentre al crepuscolo si ammanta di rosa e oro.
    Quali sono le origini di questo “monumento all’amore” che viene universalmente considerato tra le meraviglie del mondo?
    I sei imperatori della dinastia Mogul regnarono sull’India, in successione ininterrotta, di padre in figlio, per circa 200 anni a partire dai primi del 1500, benché l’assenza di una legge di primogenitura spesso rendesse sanguinosa la disputa per il trono.
    Il quinto Gran Mogol si chiamava Shah Jahan e, come i suoi predecessori, era di indole crudele e sanguigna, degno discendente di Tamerlano e Gengis Khan (la stirpe “Mogul” infatti deriva da “mongolo”).
    Questi musulmani approdarono in India dal Nord e, benchè in svantaggio numerico, si imposero rapidamente come conquistatori in una terra dominata dall’induismo; iniziò così la difficile coabitazione tra un Islam in prepotente espansione e questa seconda fede religiosa più supina e contemplativa, con la presenza peraltro di un Cristianesimo che pure aveva trovato in India un suo radicamento, tanto che il predecessore di Shah Jahan fu più volte sul punto di convertirvisi.
    In questo scenario di tensioni religiose, il futuro imperatore è fortemente impegnato a combattere i nemici dello Stato e della sua religione, ad erigere torri che adorna con le loro teste mozzate e, nei momenti della vita di corte, ama passatempi quali la caccia alla tigre, il combattimento tra elefanti o i piaceri dell’harem.
    Tutto ciò fin quando incontra una giovane donna bellissima e se ne innamora perdutamente; lei si chiama Mumtaz Mahal. La storia d’amore è bella e romantica, il padre regnante dà l’assenso al matrimonio, che durerà 19 anni, durante i quali Shah Jahan diventa il quinto Gran Mogol ed ha dalla moglie 14 figli, di cui solo 7 sopravvivono.
    Nel frattempo si cementa e si consolida sempre più l’amore del sovrano, ricambiato da questa donna straordinaria.
    L’ultima gravidanza però è fatale e lei muore, lasciando il marito nella disperazione più profonda.
    Le leggende dicono che l’imperatrice morente gli sussurrasse, tra le ultime volontà, di edificare per lei un monumento le cui proporzioni fossero talmente perfette e la cui purezza di linee fosse tale che chiunque vi si trovasse al cospetto avrebbe intimamente provato un po’ dell’eterno miracolo dell’amore, e, purtroppo, della sua caducità.
    La leggenda ovviamente non ha testimoni ma di sicuro c’è che nell’imperatore avviene un profondo cambiamento: non lo interessa più la fede coranica, né l’Induismo e nemmeno il Cristianesimo, non ci sono più i nemici dello Stato da combattere né gli amati passatempi di corte, ora ha una missione prioritaria cui adempiere. Lo stesso anno fa affluire ad Agra i migliori progettisti, operai e decoratori. Vengono quindi gettate le fondamenta del Taj Mahal, che viene completato in 22 anni impiegando circa 20.000 abili muratori.
    Non sappiamo con certezza quale fu il geniale architetto che progettò il mausoleo perché i documenti ufficiali tacciono in merito; è come se il suo nome sia stato cancellato per sempre dai biografi del Gran Mogol. Le ipotesi più accreditate sono quelle di un architetto turco, Ustad Isa, forse scelto in quanto anche lui reduce da una recente vedovanza e di un orafo veneziano, Geronimo Veroneo ma, ancora una volta, si inserisce la leggenda che vuole che il sovrano, stupefatto dalla grandiosità della creazione appena ultimata, per dimostrare tangibilmente la sua approvazione, fece tagliare le mani ai capimastri, accecare i decoratori e decapitare l’architetto, affinché nessuno di loro potesse più riprodurre un edificio come quello.
    Questa nota, per la verità un po’ sinistra, ci porta a considerare che, al termine di un periodo luminoso di apogeo artistico, terminato un grande capolavoro, c’è sempre l’evento catartico del sacrificio rituale per preservarne l’unicità e quindi amplificare la sua importanza.
    E’ evidente il parallelismo con il mito di Hiram, re di Tiro, che venne chiamato da Salomone, in qualità di maestro esperto nella costruzione del Tempio e qui venne assassinato da un compagno d’arte.
    Una personale riflessione è che, ogni qualvolta noi, Fratelli liberi muratori, ci riuniamo tra le colonne, troviamo sopra di noi la costellata volta celeste: il Tempio non è terminato, periodicamente aggiungiamo tre o più mattoni ma l’opera è in perenne divenire in quanto il cammino dell’uomo può solo tendere alla perfezione, mentre quest’ultima appare improbabile in termini di capolinea d’arrivo.
    Nel caso del Taj Mahal, forse la perfezione è stata raggiunta, ma proprio per questo esiste un seguito malinconico della nostra storia: terminato il suo adorato Tempio, il sovrano regnò ancora sull’India per qualche anno finalmente di serenità e di pace, in attesa però della incombente, inevitabile, tragica conclusione.
    Il figlio Aurangzeb, ultimo della dinastia Mogul, ormai avviata ad una fine decadente, dopo essersi liberato più o meno violentemente dei propri fratelli, fa imprigionare il padre in una fortezza dalle cui finestre gli era ancora possibile vedere in lontananza il suo gioiello bianco. Otto anni dopo, all’età di 74 anni, si spegne.
    Quando, tra le colonne, contribuiamo laboriosamente alla costruzione del nostro ideale Tempio alla virtù e ci auguriamo in chiusura, tra l’altro, che la luce della bellezza rimanga nei nostri cuori, mi piace pensare ad un edificio dalle linee leggere ed eleganti, come quelle del Taj Mahal.

    G:. P:.

    IL TAJ MAHAL: AMORE, ESOTERISMO E RELIGIONI
    Ultima modifica di Tomás de Torquemada; 22-03-17 alle 18:45
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  8. #28
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    Predefinito Rif: Una punto di vista massonico...

    Citazione Originariamente Scritto da Tomás de Torquemada Visualizza Messaggio
    Una breve premessa,solo per precisare che non sono mai stato in india. E, di conseguenza, non ho mai visto di persona il Taj-Mahal. Potrà quindi apparire presuntuoso trattare di un tema che si conosce solo di riflesso.
    Quando deciderai di andarci ti accompagnerò volentieri.
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  9. #29
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    Predefinito Rif: Una punto di vista massonico...

    Citazione Originariamente Scritto da Kaouthia Visualizza Messaggio
    Quando deciderai di andarci ti accompagnerò volentieri.
    La frase non è mia però hai fatto benissimo a quotarla poiché, a malincuore, devo sottoscriverla... Fin dalla tenera età desidero invano visitare il Taj Mahal... Se, prima o poi, mi risulterà possibile organizzare uno spostamento da quelle parti lo saprai senz'altro... ... casomai proveremo a invitare anche l'autore dell'articolo e si partirà in tre...
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  10. #30
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    Predefinito Rif: Immagini dal Taj Mahal

    Citazione Originariamente Scritto da Silvia Visualizza Messaggio

    Anche il mistero dell’architetto anonimo eccita le fantasie eurocentriche. «Secondo il sacerdote portoghese Sebastien Manrique che visitò Agra nel 1640 - scrivono Diana e Michael Preston (Taj Mahal, Passion and Genius at the Heart of the Moghul Empire) - l’architetto era un veneziano di nome Geronimo Veroneo, giunto in India su una nave portoghese. Per secoli lo sciovinismo europeo diede grande credibilità a questa leggenda. C’era la convinzione razzista che un non-europeo non poteva aver disegnato un edificio di così rara bellezza. Ma l’affermazione di Manrique non ha fondamento. L’influenza europea sull’architettura Moghul era molto limitata. Se un europeo fosse stato l’architetto avrebbe incorporato nell’edificio almeno qualche segno della sua tradizione. Non ce n’è traccia». La risposta all’enigma dell’anonimato è semplice. Con ogni probabilità molti architetti contribuiscono al progetto, e comunque l’ultima parola e un’influenza decisiva spetta proprio all’imperatore Shah Jahan, uomo di cultura e appassionato conoscitore di architettura. […]
    ho visitato il Taj nel lontano 1980 quando ero ospite di conoscenti a Agra, e devo dire che ricordo di aver visto una targa in marmo che riportava i nomi degli architetti, tra cui vi erano almeno uno o due nomi italiani

    era collocata in una delle entrate laterali, se non ricordo male la prima a destra dall'entrata principale, come questa postata da Tomas, e dove ho evidenziato la posizione della targa di cui ho detto



 

 
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