Beccatevi quanto sono stupidi i fasci !
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http://www.militant-blog.org/
Beccatevi quanto sono stupidi i fasci !
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casomai invitalo a rotolare la tua casetta lontano da qui
la cuscinata dei liberi pensieri
AHAHAHAHAHAHAH!!! "Cuscinata di protesta" è geniale
Grandissimi!
Sono tornato dal tour romano e ho avuto modo di parlare con compagni diversi e comprendere ancora di più le dinamiche di Casapound e Blocco (che sono veramente tra il demenziale e il vergognoso).
Questa cosa del flop del Blocco è interessante perché va a intaccare un aspetto del lavoro che il Blocco prova a portare avanti e, inoltre, mostra gli evidenti limiti di questa organizzazione.
Il lavoro del Blocco è costruito fondamentalmente in maniera quasi esclusiva sul piano del marketing. Si cerca di sdoganare l'immagine del fascista dandone una valenza appetibile per il giovane studente antipolitico medio.
Su quali meccanismi si basa questo processo? Beh, chi ha seguito il meccanismo di politicizzazione progressiva delle curve lo sa bene.
Semplificando, si sfrutta la divisione dicotomica degli studenti, cercando, con procedure diverse, di agganciarle entrambe.
Abbiamo infatti da una parte una fetta consistente di studenti tendenzialmente di "sinistra" e una sempre più crescente fetta di studenti che si rifanno alla destra. Il problema non è, però, come pensano i soliti "antifascisti militanti", il fatto che il Blocco faccia presa sugli studenti con un'identità di destra, bensì, il fatto che gli altri vivano una dimensione fondamentalmente e radicalmente antipolitica. E' lì che si gioca la partita.
Iniziamo con le precisazioni: gli studenti di sinistra si percepiscono come tali solo perché posseggono un impianto ideologico molto confuso costruito a colpi di diritti civili e pietismo protocristiano in salsa laica. Questi studenti, frutto del nostro tempo, vivono la politica come sfera completamente avulsa da ogni contestualizzazione produttiva, perciò considerano come interferenza negativa qualsiasi proposta di allargamento verso una progettualità più completa e organizzata. Questo si traduce in diffidenza verso ogni progetto organizzato che superi la mera ipotesi del "volemose bene perché siamo tutti uguali e bellissimi".
L'altra fetta consistente di studenti, invece, vive la propria sfera identitaria alla ricerca di un soggetto forte e rappresentativo, che permetta loro di immaginare una via d'uscita al relativismo moderno e, soprattutto, alla complessità del mondo che viviamo. Qui un'identità forte è prioritaria, ed è qua che escono i voti in consulta del Blocco.
Quale è il meccanismo di fondo?
Il Blocco va dai secondi proponendo un impianto simbolico forte e categorico. E lì la presa è automatica, anche perché fa leva sull'identità e quindi non è necessario portare dei risultati pratici alle proposte perché tanto viaggiamo su un piano completamente differente.
Per i primi l'approccio è diverso, costruito in due tempi.
Primo tempo: il Blocco si propone come gruppo antipolitico, fuori dai soliti schemi, anzi, proprio in rotta con quelli. in questa fase il Blocco prova a spostare (con facilità, vista la preparazione media degli studenti) il piano da quello politico (la crisi non la paghiamo) a quello giovanile (siamo tutti studenti). Lo spostamento è anche facilitato dall'equazione democratica che fonda gli impianti ideologici del ragazzino medio ove chiunque deve avere voce, anche chi lo fa per poi metterti sotto lo scarpone. Quindi spazio a tutti, perché SIAMO TUTTI UGUALI, garantendo l'inserimento del Blocco.
Secondo tempo: quando il Blocco è riuscito a penetrare una struttura scolastica ed è sicuro per certi margini, lì scatta il piano B: outing e rappresaglia.
L'outing è quello di autosmascherarsi come fascisti che, oramai, fanno quello che pare loro dentro la scuola. Poi, con l'aiuto dei grandicelli di Casapound, parte la rappresaglia verso quelli che hanno provato a opporre resistenza all'interno dell'istituto. Nasi rotti a ragazzine nei bagni, studenti andati a prendere sotto casa, ... ma oramai il botto è fatto e gli altri studenti, anche se solidali con gli aggrediti, sono troppo intimiditi, soprattutto dalla onnipresenza di camerati trent'enni all'uscita.
Il gioco si spezza solo quando questi signori prendono la sveglia davanti la scuola dai compagni più grandi chiamati dagli studenti. Lì però si va al piano di riserva: copertura della Digos fuori dall'istituto, che ne garantisce l'immunità pressoché totale.
Detto ciò, il lavoro di tamponamento del Blocco, necessario per produrre spazi di lavoro (che poi però vanno ASSOLUTAMENTE RIEMPITI CON PROGETTI REALI) per noi, è quello di andare ad interferire nell'aspetto di marketing del prodotto "Blocco". Noi dobbiamo rendere noto che il loro prodotto è un prodotto fuffa, che non ha sostanza reale, è composto solo da video su YouTube e passaggi nei giornali grazie alla congiuntura di fase della crisi.
Questa cosa del manifesto e manifestazione fatta a Roma, lavora proprio su questo livello: mostriamo che se i cortei non li sviluppa la sinistra organizzata, nessuno è capace di farlo. Le foto parlano chiaro: non c'era nessuno nella realtà perché il Blocco nella realtà non esiste. E' come un grosso Facebook che lavora incessantemente per avere nuovi amici.
Il gruppo scout "Blocco" non è in grado di produrre alternativa reale, perché è costruito come un'agenzia pubblicitaria sommata ad un servizio d'ordine attivo 24h/7d.
Dietro tutto questo non c'è niente. Sta a noi mostrarlo questo nulla.
Analisi nella prima parte anche giusta , nella seconda semplicistico/sottovalutativa , nella terza del tutto falsa. Con calma in seguito provo a rispondere