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Discussione: Morto Vito Gnutti

  1. #1
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    Predefinito Morto Vito Gnutti

    MORTO L'EX MINISTRO VITO GNUTTI

    BRESCIA - Dovrebbero essere celebrati domani pomeriggio, a Brescia, i funerali dell'ex ministro Vito Gnutti, morto ieri all'età di 69 anni, all'ospedale civile, in seguito ad una lunga malattia. Gnutti, ingegnere e imprenditore, che aveva aderito alla Lega Nord ed era entrato in Parlamento nel '92, fu titolare del dicastero dell'Industria nel 1994, con il primo governo Berlusconi.

    Fu uno degli esponenti di maggior spicco del Carroccio fino al 1999, anno in cui avvenne la rottura con Bossi e fu espulso dal partito.

    Aderì successivamente all'Ape e a Democrazia Europea, di cui fu anche presidente. Gnutti è stato anche candidato sindaco, per la coalizione di Forza Italia e Lega Nord, alle elezioni amministrative di Brescia, vinte da Mino Martinazzoli.

    http://www.ansa.it/opencms/export/si...842722378.html

  2. #2
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    Unhappy

    Condoglianze alla famiglia.

  3. #3
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    Requiem aetérnam
    Dona ei Dòmine.

    Et lux perpètua lùceat ei.

    Requièscant in pace.

    Amen

  4. #4
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    Predefinito Un giorno sapremo la verità. Forse......

    La storia ci dirà se il colpevole fu Bossi, accentratore del potere che ama circondarsi solo di mezzecalzette ubbidienti, o Gnutti, ribelle e desideroso di spodestare il "segretario-Re" della Lega (per volontà divina) Bossi. Sicuramente Gnutti non fu una Pivetti, anche se i motivi della sua fuoriuscita dalla Lega non sono poi del tutto chiari.

  5. #5
    uno, nessuno, centomila
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  6. #6
    I sa smentés mai...
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    http://www.bresciaoggi.it/ultima/oggi/cronaca/Aad.htm
    di Ivano Rebustini

    IL LUTTO. È morto ieri pomeriggio a Brescia. Aveva compiuto 69 anni il 14 settembre scorso ed era da tempo gravemente malato

    Addio a Vito Gnutti leghista scomodo


    Fu ministro dell’Industria nel primo governo guidato da Silvio Berlusconi. Lascia la moglie Neri e due figlie

    È morto ieri a Brescia l’imprenditore e uomo politico Vito Gnutti. Nato a Lumezzane, aveva compiuto 69 anni il 14 settembre, e da tempo era gravemente malato. Presidente dei giovani di Federlombarda nella seconda metà degli anni Settanta, alla fine degli Ottanta fu alla guida della Piccola Industria Aib. Entrato nella Lega Nord, fu eletto prima deputato e poi senatore. Gnutti - che nel ’94 fu ministro dell’Industria nel primo governo Berlusconi - lascia la moglie Neri e le figlie Alessia e Nicoletta. Oggi sarà resa nota la data dei funerali.


    Chi lo conosceva bene, dice di lui che non si risparmiava mai. Nè da ministro («Tutte le volte che c’era da fare una fotocopia, provvedeva da solo», ricorda un vecchio collaboratore), né - tanti anni prima - da imprenditore. E fu così, non risparmiandosi, che si ammalò: frequentando come e forse più del suo ufficio di amministratore delegato i capannoni dell’azienda di Vimodrone nella quale da imprenditore aveva mosso i primi passi in autonomia. A quei tempi - una trentina d’anni fa - ancora non si sapeva, o si fingeva di non sapere che brutta bestia fosse l’amianto: e fu così che Gnutti covò, coltivò e alla fine si dovette consegnare a una malattia da operaio, l’asbestosi, e alle sue incurabili complicazioni.
    A Vimodrone Gnutti era arrivato dopo aver ceduto - come avevano fatto i fratelli Carlo Emilio e Rafi - le quote dell’azienda di famiglia, l’Eredi Gnutti Metalli. Fondata nel 1860 a Lumezzane - paese natale di Gnutti -, rimasta in valle fino al trasferimento nella sede cittadina di via Volta, l’Eredi era guidata dal padre di Vito, Basilio. Sono gli Gnutti di Lumezzane, stirpe dei «Peste»: non per il caratterino (interpretazione fantasiosa, ma nel caso di Vito neanche così peregrina), ma per l’attitudine a pestare metalli, quelli non ferrosi come il rame.
    Dai tempi di Vimodrone, come può succedere solo nei film, in un balzo copriamo un po’ di anni e di chilometri, per arrivare alla Sil Export di Isorella, «un nome che vanta più di cento anni di esperienza». È l’azienda di calci per fucile della moglie Neri, che Gnutti rileva quando si trova in difficoltà, risana e rilancia.
    È FORSE PER lo stesso motivo che alla fine decide di occuparsi di politica: la vede in difficoltà, e la vorrebbe risanare e rilanciare. Un approccio completamente diverso da quello di Silvio Berlusconi, dal quale peraltro sarebbe stato nominato ministro dell’Industria nel primo governo del Cavaliere. Se Berlusconi proclama ai quattro venti la sua discesa in campo, Gnutti si limita a far conoscere il proprio parere ai colleghi industriali: «Non sono l’agit-prop della Lega - afferma al convegno organizzato dai giovani di Confindustria a Santa Margherita Ligure, giugno ’91 -, qui io esprimo le mie idee, faccio opera di chiarezza». Per Gnutti quelle del Carroccio sono «proposte progressiste, non conservatrici, conservatori sono quelli che accettano lo schema attuale, l’intreccio tra politica, mafia e società assistita», scrive «la Repubblica» del 9 giugno.
    MA SE LUI NON parla di scendere in campo, è Bossi a dargli una spinta: manda in avanscoperta il giovane segretario provinciale della Lega Nord di Brescia, Corrado Della Torre, che raccoglie la disponibilità di Gnutti. Il resto è storia nota, come noto è il disamoramento quando il folklore finisce secondo l’ex ministro col prendere il sopravvento sulla politica. Gnutti si chiama fuori e lo chiamano fuori: puntuale, arriva nel ’99 l’espulsione firmata di pugno dal Senatur. Ma il dissenso, durato fino agli ultimi giorni, si manifesta solo politicamente, tanto che Gnutti rifiuterà la proposta, fattagli da un grosso editore, di scrivere un libro contro Umberto. Fine e paziente come quando riceveva nella sua villa in Sardegna un Berlusconi non ancora convertito alla Costa Smeralda, per aiutarlo a ricucire con il Bossi dopo l’ennesima intemperanza in canottiera.

  7. #7
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    di lui m'aspettavo + koraggio... cmq sentite kondoglianze ai suoi...
    ==================================
    PADANIA LIBERA
    dagli italiani ed italioti,
    dal vatekanaglismo klericale romano e
    dal krociato nazileghismo razzista bossiano

    italioti sono i padani ke si credono italiani... xkè hanno smarrito la coscienza di se' stessi e della loro storia.-

  8. #8
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    Condoglianze alla famiglia e un grazie a Gnutti per esserci stato (con la credibiltá che trasmetteva a molta gente) nella Lega ai tempi quando era ancora lecito "sognare". Sulle ali dei ricordi, un ennesimo "va in mona" a Bossi, il piú grande ciarlatano che ha osato parlare, invenatre e affondare la causa padana.

    Wotan

  9. #9
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  10. #10
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    condoglianze!!
    Lo ricordo con Sartori quando con sapienza illustrava il progaramma di Miglio!
    .....e piano piano i veri autonomisti se ne vanno....

 

 
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