Scavi fuorilegge a Gonnesa: indagato l'ex sovrintendente

Concorso in abuso d’ufficio e usurpazione di funzione pubblica per Vincenzo Santoni, un archeologo e un geometra del Comune

CAGLIARI. Tre reperti nuragici spariti dal villaggio di Seruci, l'indagine dei carabinieri e la scoperta clamorosa: gli scavi non erano autorizzati, il capo cantiere non possedeva i titoli per coordinare i lavori e le norme del Codice Urbani sulle ricerche archeologiche erano state ignorate perchè i reperti frutto dello scavo non risultavano custoditi come prescrive la legge. Da qui l'iniziativa della Procura cagliaritana che ha messo a rumore l'apparato statale dei Beni Culturali: l'ex sovrintendente archeologico Vincenzo Santoni, l'uomo chiave della controversa vicenda legata all'edificazione di Tuvixeddu, è indagato per concorso in abuso d'ufficio, usurpazione di funzione pubblica e violazione delle norme del Codice Urbani che regolano le ricerche archeologiche. La contestazione della Procura è riferita all'articolo 175 della legge 42 (Codice Urbani) che punisce con l'arresto fino a un anno chi esegue ricerche archeologiche senza concessione e chi non denuncia nel termine prescritto le cose ritrovate fortuitamente o non provvede alla loro conservazione temporanea. L'inchiesta giudiziaria della Procura di Cagliari riguarda anche l'archeologo Ginetto Bacco e il geometra comunale di Gonnesa Angelo Floris. Titolare dell'inchiesta è il procuratore aggiunto Mario Marchetti, che il 30 agosto ha chiesto al gip Giorgio Altieri il sequestro preventivo dell'area archeologica del villaggio nuragico di Seruci. Il provvedimento, firmato dal giudice il 19 settembre, è stato notificato in questi giorni agli indagati, mentre il geometra Floris è stato nominato custode giudiziale dell'area e i carabinieri gli hanno affidato le chiavi dei due lucchetti che chiudono gli ingressi al cantiere.

L'inchiesta è partita da un episodio secondario: il furto di tre reperti archeologici denunciato il 14 febbraio ai carabinieri di Gonnesa sul quale hanno successivamente indagato i militari del comando tutela patrimonio culturale di Sassari. Un'indagine che a quel punto è andata avanti a largo raggio: è stata l'Arma a controllare se nell'area degli scavi erano state rispettate le prescrizioni di legge, in particolare se i reperti dello scavo venivano custoditi adeguatamente. E' risultato che si trovavano semplicemente accumulati in un edificio privo di sistemi di sicurezza, mentre mancava una documentazione fotografica e nessuno si era neppure preso la briga di fare un inventario di quanto trovato fino al 9 maggio scorso.



Ma non è finita: stando alle indagini dei carabinieri mancava anche la concessione prevista dal Codice Urbani: c'era solo un nullaosta firmato dal sovrintendente Santoni, che per questo viene indagato per abuso d'ufficio. Per di più la direzione scientifica degli scavi era stata attribuita all'assistente Ginetto Bacco, che - secondo quanto scrive il gip Altieri nel decreto di sequestro preventivo - non possiede i titoli necessari e malgrado questo operava in perfetta autonomia senza informare il dirigente di riferimento, il sovrintendente Giovanni Azzena. Da qui la necessità, secondo il pubblico ministero Marchetti, di 'congelare' il cantiere archeologico aperto del 2005 e andato avanti praticamente senza alcun controllo scientifico qualificato. Ora spetterà alla Sovrintendenza archeologica - Santoni nel frattempo è andato in pensione - stabilire se e come gli scavi potranno andare avanti. Perchè soltanto di fronte a una situazione di assoluta garanzia il gip Altieri potrà revocare il provvedimento di sequestro del cantiere.

L'iniziativa della magistratura cagliaritana ha provocato grande preoccupazione nell'amministrazione comunale di Gonnesa, che aveva in programma la realizzazione di un percorso archeologico nel villaggio nuragico: «Dopo oltre cinquant'anni di attesa - ha commentato il sindaco Pietro Cocco - e proprio alla vigilia dell'avvio di un processo che doveva garantire il lancio turistico della valle dei nuraghi, è piombato all'improvviso un provvedimento che nuoce all'intera comunità. Per quanto riguarda il comune e i suoi tecnici, siamo convinti di aver agito a norma di legge, ma siamo fortemente preoccupati per le ripercussioni del caso. Ci siamo affidati ad un legale per richiedere il dissequestro».

(25 settembre 2008)


PS: Aundi est abarrau cudhu tziu? fortzis mortu allupau...