Roma, 13 mag. (Adnkronos/Ign) - Claudio Scajola non si presenterà in procura a Perugia il 14 maggio per essere ascoltato nell’ambito dell’inchiesta sui grandi appalti perché ''parrebbe oramai solo formalmente, ma non già sostanzialmente, quella di persona informata sui fatti''.
Ad annunciarlo è stato ieri l’avvocato Giorgio Perroni secondo il quale dopo che ''da giorni la stampa nazionale riporta quel che viene rappresentato come il contenuto di atti di indagine'', alla luce di tali notizie ''che si dimostreranno non conformi al vero, non riesco obiettivamente a comprendere come la procura di Perugia possa valutare di sentire l'onorevole Scajola in una veste che parrebbe oramai solo formalmente, ma non già sostanzialmente, quella di persona informata sui fatti''.
''Tale situazione – sottolinea Perroni - a mio avviso non è corretta su un piano tecnico processuale e mi determina un comprensibile stato di imbarazzo a consentire che la richiesta di audizione avvenga secondo le modalità indicate e senza, quindi, il rispetto delle garanzie difensive normativamente previste''.
Non solo, secondo il legale dell’ex ministro, la procura della Repubblica di Perugia non sarebbe competente ''a conoscere di questa vicenda sia perché, in ogni caso, la competenza a giudicare il ministro Scajola sarebbe, eventualmente, di altro organo, ovvero a dire del Tribunale dei Ministri - conclude Perrone - In questa situazione, quindi, ho deciso di non far presentare il ministro Scajola dinanzi ai pubblici ministeri''.
Intanto ci sono nuovi sviluppi nell'inchiesta sugli appalti. Nel computer di Diego Anemone, l'imprenditore al centro dell'inchiesta, gli investigatori hanno scoperto una lista con 350 nomi eccellenti, vip, politici, alti funzionari dello Stato e delle forze di Polizia, che è ora al vaglio dei magistrati.