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Discussione: Una vecchia intervista

  1. #1
    COSTRUIRE IL COMUNISMO!!
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    Predefinito Una vecchia intervista

    Polvere da sparo

    “Se viviamo è per marciare sulla testa dei re”


    4 Dicembre 2008
    una vecchia intervista a Franca Salerno

    Posted by baruda under Memoria, anni di piombo, carcere, morti sul lavoro | Tag: "morti bianche", 1977, anni '70, anni di piombo, Antonio, Antonio Lo Muscio, Antonio Salerno Piccinino, Badu 'e Carros, banda armata, carcere, Carcere speciale, condanna, contro il carcere, Franca Salerno, lavoro, leggi speciali, lotta armata, Maria Pia Vianale, Memoria, minori in carcere, morti sul lavoro, N.A.P., Nuclei Armati Proletari, Nuoro, odio il carcere, precarietà, prigione, prigionieri politici, San Pietro in Vincoli, sfruttamento, sicurezza sul lavoro, squadre speciali |


    “Sono stata arrestata ed ero incinta, ma mi hanno picchiata
    Franca Salerno, Arrestata il 9 luglio 1975, condannata a quattro anni e mezzo per appartenenza ai Nap, Nuclei armati proletari, evasa insieme a Maria Pia Vianale dal carcere di Pozzuoli e riarrestata il primo luglio 1977 in piazza San Pietro in Vincoli a Roma…“In un conflitto a fuoco dove Antonio Lo Muscio è morto ammazzato”.








    Antonio Lo Muscio appena giustiziato


    Ricordo le foto sui giornali, la tua all’ospedale… “Sì, loro ti cercano, ti pedinano e quando ti catturano ti massacrano di botte. Per quei tempi era normale. Gridavano: “Ammazziamole, facciamole fuori”. Se non ci fosse stata la gente a guardare dalle finestre sarebbe stata un’esecuzione. A Pia hanno sparato perché si era mossa. Ricordo i loro occhi, dentro c’era rabbia e eccitazione; erano fuori di sè perché eravamo donne. Averci prese, per loro, era una vittoria anche dal punto di vista maschile“.
    Al processo, a quanti anni ti hanno condannata?A 18, per banda armata”.
    Sapevi di essere incinta al momento dell’arresto? “Sì, avevo questo bambino in pancia e volevo salvaguardare la sua vita. Antonio era morto, Pia era stata portata via con l’autoambulanza ferita, io ero sul selciato e gridavo: “Sono incinta”, ma da ogni autocivetta uscivano uomini e picchiavano. Sino a quando è arrivato anche per me il momento di andare in ospedale”.

    Cosa vuol dire fare un figlio in carcere? “Guarda che io il figlio l’ho fatto fuori, in carcere l’ho partorito.








    Franca incinta al processo


    Ma non mi sono sentita mamma da subito, all’inizio mi vergognavo. Quasi che il mio essere gravida fosse un tradimento alla rivoluzione”.
    Ed è rimasto con te in carcere?“Sino ai tre anni andava e veniva, perché in carcere i bambini non stanno bene. E poi ho fatto molto carcere da sola, come a Nuoro, dove in sezione c’eravamo solo io e lui. Forse dalle lettere avevano capito che vivevo la maternità in modo confittuale e mi hanno messo alla prova”.
    Come si chiama? “Antonio”.
    Poi cosa è successo? “Compiuti i tre anni, i bambini in carcere non ci possono più stare. È stato un grosso dolore, ma esistevano i compagni e le compagne. E lui esisteva, esisteva come cosa viva, non solo come perdita. Poi ci sono stati le carceri speciali, i vetri divisori nella sala colloquio che per anni ci hanno impedito di toccarci, e tutte le altre difficoltà che “loro” mettevano in mezzo. Ma a me non fregava niente. Mio figlio esiste, mi dicevo, e anche se va via troverò un modo per costruirci qualcosa assieme, per crescerci assieme”.
    Chi lo ha tenuto? “Mia madre, mia sorella, l’altra nonna”.
    Lui ti ha mai chiesto perché stavi in carcere? “Si, aveva cinque anni e voleva dare risposte alla sua vita di bambino nato dietro le sbarre. Potevo spiegargli la rivoluzione? E poi non mi piace la retorica gloriosa. Così gli ho detto: la mamma ha rubato. Poi, piano piano, ho cercato di spiegare. Ma il racconto vero dei percorsi che mi avevano portato in carcere c’è stato quando sono uscita e lui aveva 16 anni”.








    Foto di Valentina Perniciaro _Antonio_


    E dopo sedici anni di galera come si riprende a vivere fuori? “Per un anno avevo i piedi fuori e la testa da detenuta. Cercavo emozioni passate, fili, ed ero comunque e sempre sulla difensiva. Poi, un po’ alla volta, ho iniziato a misurarmi con la realtà. Col lavoro necessario, con mio figlio. Era una presenza intensa, ma io da sedici anni non ero abituata alle presenze, ad avere persone attorno, all’interesse di qualcuno su di me. Ero disabituata alla materialità degli affetti, ai corpi da toccare. Ho dovuto imparare a non vivere di continue elaborazioni del cervello, a mettere in comunicazione corpo e mente”.
    E il carcere, lo hai dimenticato? “Lo sogno continuamente. E per me sognare non è una seconda vita. Per me il carcere è presente, come sono presenti i compagni e le compagne che sono ancora dentro, a scontare una pena che non ha fine. In nessun modo disposti però a barattare dignità e rispetto di se stessi in cambio di libertà. Abbiamo rincorso l’utopia di un mondo migliore e mai l’interesse personale. Non lo faremo adesso”.
    È stato facile trovare lavoro? “È stato necessario. Ma tutt’altro che facile. Mi sono state fatte offerte di lavoro da qualche parlamentare in cambio di un mio intervento sul dibattito della dissociazione. Ho rifiutato e mi sono affidata alla gente del quartiere e ho trovato lavoro in un’impresa di pulizie”.
    Dell’esperienza del carcere cosa rimane addosso? “Dei vizi. Dentro la borsetta metto di tutto: spazzolino, penna, fogli bianchi, insomma quello che può servire per i cambiamenti improvvisi. Le cose che una detenuta inserisce nello zaino quando c’è aria di trasferimento e sa che, quando avverrà, non le sarà concesso nemmeno il tempo di prepararsi la borsa. E quando mangio lascio sempre qualcosa nel piatto, per dopo, perché non si sa mai”.
    Lascia l’amaro in bocca quest’intervista, più di quanto le parole di Franca non lo lascino già.
    Perchè quel bimbo di cui si parla, Antonio, non smette di mancare ad ognuno di noi.
    Perchè la storia di quella vita nata tra le sbarre di un carcere di massima sicurezza non doveva finire spezzata sul lavoro, come troppe persone ogni giorno.
    Solo oggi tra la lista dei morti spunta un ragazzo di 20 anni, morto accanto al fratello, rimasto gravemente ferito….non se ne può più. QUESTA PAGINA E’ QUINDI CONTRO IL CARCERE, CONTRO LA PRESENZA DI BAMBINI DA 0 A 3 ANNI,
    MA

    Foto di Valentina Perniciaro _Antonio_

    ANCHE PER LA SICUREZZA SUL LAVORO, PER FERMARE LA QUOTIDIANA SEQUELA DI ASSASSINII
    Il giorno in cui è morto quel 17 Gennaio del 2006, Antonio Salerno Piccinino stava lavorando e faceva una consegna straordinaria, un favore personale ad uno dei suoi dirigenti, un viaggio fino ad Ostia improvvisato probabilmente per la voglia di dimostrare affidabilità.
    Antonio è morto perchè andava troppo veloce a causa dei ritmi inarrestabili e delle pressioni emotive costanti che ci vogliono disponibili, sorridenti e veloci, sempre.
    Antonio era un pony express, il contratto di lavoro era scaduto a fine dicembre e formalmente, quando è morto sulla Cristoforo Colombo non gli era ancora stato rinnovato.
    Antonio era in nero. Il suo lavoro era quello di corriere addetto ai ritiri presso gli ambulatori veterinari, percorreva sulle strade di Roma 130Km al giorno. 14 ritiri al giorno, 3 euro per ogni ritiro in città, 5 euro per ogni ritiro oltre il Grande Raccordo Anulare e 6 euro per ogni ritiro nella zona mare comprendente Ostia, Torvajanica e Fiumicino.
    E’ Indispensabile andare veloce perché l’equazione è semplice: aumentare il numero di ritiri per aumentare la propria busta paga.
    E’ così che è morto Antonio. Ma Antonio non era affatto il suo lavoro, anzi. Era un ragazzo pieno di vita e di sogni. Antonio era un ragazzo di ventinove anni consapevole dei meccanismi di sfruttamento che era costretto a subire, era un precario che lottava quotidianemente contro la precarietà del lavoro e della vita.
    http://baruda.wordpress.com/2008/12/...ranca-salerno/

  2. #2
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    Antonio era un gran compagno e un caro amico mio,o tanti ricordi vissuti con lui.Pultroppo come succede ingiustamente se ne vanno sempre i meglio.

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da miccia Visualizza Messaggio
    Antonio era un gran compagno e un caro amico mio,o tanti ricordi vissuti con lui.Pultroppo come succede ingiustamente se ne vanno sempre i meglio.
    Guarda te come è la vita,non sapevo assolutamente che tu eri un suo amico,del resto neanche ci conosciamo;io non conoscevo questa storia...l'ho trovata per caso e ho deciso di postarla...
    saluti proletari

  4. #4
    GiOcO dI sQuAdRa
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    Citazione Originariamente Scritto da danko Visualizza Messaggio
    Guarda te come è la vita,non sapevo assolutamente che tu eri un suo amico,del resto neanche ci conosciamo;io non conoscevo questa storia...l'ho trovata per caso e ho deciso di postarla...
    saluti proletari
    mi sono venuti i brividi quando ho visto il post,oltre alle origini che ci accomunavano con antonio e l'identita comunista stavamo in fissa per la banda bassotti,quando la sento molte canzoni me lo fanno ricordare molto vicino,era un bravo ragazzo come sua madre e suo padre 2 grandi persone.
    se vuoi un consiglio leggi l'evasione impossibile di Sante Notarnicola.

    di dove sei tu?

  5. #5
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    Predefinito Dedicata Ad Antonio Salerno Un Amico,compagno Una Grande Persona


  6. #6
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    ciao antonio, ovunque tu sia.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da miccia Visualizza Messaggio
    di dove sei tu?
    E' uno dei compagni della nostra comunità di Roma.

  8. #8
    COSTRUIRE IL COMUNISMO!!
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    Citazione Originariamente Scritto da miccia Visualizza Messaggio
    mi sono venuti i brividi quando ho visto il post,oltre alle origini che ci accomunavano con antonio e l'identita comunista stavamo in fissa per la banda bassotti,quando la sento molte canzoni me lo fanno ricordare molto vicino,era un bravo ragazzo come sua madre e suo padre 2 grandi persone.
    se vuoi un consiglio leggi l'evasione impossibile di Sante Notarnicola.

    di dove sei tu?
    Scusa il ritardo per la risposta,sono tornato dal lavoro da poco...come ha anticipato Outis,sono di Roma,prima o poi sicuramente leggerò quel libro...saluti proletari!!

  9. #9
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    OMNIA SUNT COMMUNIA

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    ARDITI NON GENDARMI

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Muntzer Visualizza Messaggio
    OMNIA SUNT COMMUNIA

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    ARDITI NON GENDARMI

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