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  1. #1
    Conservatorismo e Libertà
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    Predefinito DIBATTITO- Alle origini del conservatorismo italiano "antiamericano"

    Apro questo dibattito con lo scopo di soddisfare una mia antica curiosità, ma soprattutto per incentivare un dibattito rispettoso fra i Conservatori circa la spinosa questione riguardante "americanismo" ed "antiamericanismo".
    Queste due etichette differenziano in effetti due distinte aree di pensiero e di elaborazione culturale conservatrice, e spesso provocano violenti litigi se non vere e proprie fratture all'interno del mondo Conservatore.
    Chiedo il conforto di tutti i lettori del Circolo per analizzare fino in fondo le origini dell'atteggiamento che possiamo racchiudere nella formula di "antiamericanismo" (sono consapevole che si tratta di un termine generico, ma chiedo una certa elasticità).

    Credo che l'ostilità nei confronti dell'America e di tutto ciò che questa Nazione rappresenta derivi essenzialmente da due motivazioni:

    • L'assenza in Italia di una vera tradizione conservatrice in stile angosassone, sostituita invece da una cultura di Destra che riassume in sè molti valori conservatori (fra i quali poniamo Tradizione, Fede, Patria, Famiglia, e altri ancora), ma pure direttamente (ed inevitabilmente) influenzata dall'eredità fascista, e dalle vicende belliche del secondo conflitto mondiale (i soldati americani in questo senso non possono che essere considerati invasori, occupanti, traditori dell'Occidente, compromessi con Stalin, ecc.). Dal punto di vista politico, la Destra italiana per decenni è stata rappresentata dall'MSI, e solo in parte da alcune correnti della DC filo-atlantica.
    • L'irriducibile contrasto fra l'american way of life, intesa nell'accezione particolare di trionfo del consumismo, della libertà sregolata, del piacere immediato, di una felicità materiale e superficiale, con una visione di vita più morigerata, imbevuta di sano cristianesimo lontano dagli eccessi, diffidente verso l'egemonia statunitense (e qui penso alle titubanze dello stesso Pio XII verso l'America e la NATO, poi superate dall'incombente pericolo comunista).
    Ho riassunto brevemente queste due motivazioni, ma nulla osta ad un loro approfondimento.
    In sintesi: molti Conservatori italiani (vorrei parlare almeno per ora della sola, peculiare situazione italiana) provano un senso di fastidio, di ostilità, nei confronti dell'America e degli americani, giudicati come corrotti, alla deriva, protesi avidamente all'egemonia e alla conquista, sprezzanti verso le altre nazioni e gli altri popoli.
    Vorrei studiare però più a fondo questa condizione, che non condivido (tutti ormai conoscono le mie posizioni sulla questione in esame) ma che posso rispettare con una certa dose di buona volontà.

    Vi chiedo pertanto: le motivazioni che ho addotto sono pertitenti, o campate in aria? Se ne possono aggiungere altre? E' possibile un dialogo fra conservatori "diffidenti" rispetto all'America, e conservatori "amici degli USA" (sto sempre generalizzando, beninteso)?

  2. #2
    SMF
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    C'è una Destra antiamericana, semplicemente perchè la Destra nasce in netta antitesi al liberalismo, al materialismo, all'illuminismo e al socialismo (marxismo incluso).
    E' naturale quindi che il modello americano non possa essere ben visto da chi si rifà ad una Destra reazionaria e tradizionale.

  3. #3
    Conservatorismo e Libertà
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    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    C'è una Destra antiamericana, semplicemente perchè la Destra nasce in netta antitesi al liberalismo, al materialismo, all'illuminismo e al socialismo (marxismo incluso).
    E' naturale quindi che il modello americano non possa essere ben visto da chi si rifà ad una Destra reazionaria e tradizionale.
    Uhm, sei andato al cuore della questione, alla sua radice primigenia credo.
    Eppure una simile motivazione non coinvolge solo l'America e la sua politica, ma l'intero mondo moderno. E' possibile secondo te, Giò91, cancellare la modernità, i suoi prodotti culturali e politici?
    La logica del rifiuto totale è vincente?
    A mio parere, no, anche se capisco perfettamente l'atteggiamento negativo verso gli "errori" che contraddicono la tradizione.

  4. #4
    Conservatorismo e Libertà
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    Voglio sottolineare che questo dibattito non ha assolutamente lo scopo di dividere (non certo oggi che Florian ha mirabilmente proposto un Manifesto dal grande respiro per il nostro Circolo); ma punta ad una sobria discussione su una questione importante ed interessante.
    Siamo tutti vaccinati e credo in grado di parlare con serenità sull'argomento; arriverà comunque il tempo di dibattiti meno angusti, per trovare punti comuni e di incontro fra le anime del Conservatorismo

  5. #5
    SMF
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    Citazione Originariamente Scritto da zaffo Visualizza Messaggio
    Uhm, sei andato al cuore della questione, alla sua radice primigenia credo.
    Eppure una simile motivazione non coinvolge solo l'America e la sua politica, ma l'intero mondo moderno. E' possibile secondo te, Giò91, cancellare la modernità, i suoi prodotti culturali e politici?
    La logica del rifiuto totale è vincente?
    A mio parere, no, anche se capisco perfettamente l'atteggiamento negativo verso gli "errori" che contraddicono la tradizione.
    Secondo me, caro zaffo, a livello di principi e di valori, è necessario rifiutare in toto i dogmi egualitaristi e, fondamentalmente, edonistico-materialisti della modernità.
    Vanno negati i principi su cui si fonda la modernità, vanno contestati in toto, in nome di quella Tradizione Romana Cattolica su cui si fonda un'idea sana di Europa.

    E' possibile tornare totalmente indietro? Non è possibile: sarà necessario perchè la modernità è destinata a crollare sotto il peso delle proprie contraddizioni.
    Magari non è un qualcosa che accadrà ora, probabilmente dovranno ancora passare degli anni perchè ciò avvenga, ma è destino che sia così perchè non può reggere una società che si fonda sull'illusione idiota dell'uguaglianza economico-sociale e su un preteso diritto di tutti a ricercare e quindi ad ottenere la felicità (sempre declinata in termini materialisti alla fin fine).
    Questo lo afferma Massimo Fini, ma soprattutto lo afferma Guillaume Faye che in "Archeofuturismo" ha delle intuizioni che giudico ottime: dovremo saper coniugare Evola e Marinetti per entrare nella postmodernità.
    Dovremo rigettare i principi dell'egualitarismo e della democrazia liberale in favore dell'equa disuguaglianza qualitativa di cui già ci parlava il grande Adriano Romualdi.
    Dovremo, superando certo vetusto tradizionalismo paranoico degenerato, parlare apertamente di arcaismo: recuperare lo spirito reale della Tradizione, la sua forza dinamica che distrugge per ri-creare l'Ordine (il cosmos) infranto dal prevalere del Caos.
    Si dovranno coniugare le novità della tecnoscienza con l'esigenza di un ritorno alla Tradizione, nella sua pura essenzialità, nel suo essere Eternità di fronte a ciò che è mutevole e sfuggevole.

    In questo la nostra stirpe, quella europea, dovrà assumere un ruolo fondamentale, poichè è per vocazione una stirpe "soggetto della storia", ossia che si fa pienamente carico della dimensione storica mediante un progetto eroico di forme e destini collettivi deliberatamente e consapevolmente assunti.

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da zaffo Visualizza Messaggio
    Voglio sottolineare che questo dibattito non ha assolutamente lo scopo di dividere (non certo oggi che Florian ha mirabilmente proposto un Manifesto dal grande respiro per il nostro Circolo); ma punta ad una sobria discussione su una questione importante ed interessante.
    Siamo tutti vaccinati e credo in grado di parlare con serenità sull'argomento; arriverà comunque il tempo di dibattiti meno angusti, per trovare punti comuni e di incontro fra le anime del Conservatorismo
    Ovviamente, ne discuteremo con la massima tranquillità e serenità.

  7. #7
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    sarà una cosa molto appassionante,per il momento mi limito a dire che molto dell'antiamericanismo è basato sulla distorsione che della realtà americana ci è dato da intellettuali faziosi e dai mainstreammedia ignoranti

  8. #8
    Conservatorismo e Libertà
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    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    Secondo me, caro zaffo, a livello di principi e di valori, è necessario rifiutare in toto i dogmi egualitaristi e, fondamentalmente, edonistico-materialisti della modernità.
    Vanno negati i principi su cui si fonda la modernità, vanno contestati in toto, in nome di quella Tradizione Romana Cattolica su cui si fonda un'idea sana di Europa.

    E' possibile tornare totalmente indietro? Non è possibile: sarà necessario perchè la modernità è destinata a crollare sotto il peso delle proprie contraddizioni.
    Magari non è un qualcosa che accadrà ora, probabilmente dovranno ancora passare degli anni perchè ciò avvenga, ma è destino che sia così perchè non può reggere una società che si fonda sull'illusione idiota dell'uguaglianza economico-sociale e su un preteso diritto di tutti a ricercare e quindi ad ottenere la felicità (sempre declinata in termini materialisti alla fin fine).
    Questo lo afferma Massimo Fini, ma soprattutto lo afferma Guillaume Faye che in "Archeofuturismo" ha delle intuizioni che giudico ottime: dovremo saper coniugare Evola e Marinetti per entrare nella postmodernità.
    Dovremo rigettare i principi dell'egualitarismo e della democrazia liberale in favore dell'equa disuguaglianza qualitativa di cui già ci parlava il grande Adriano Romualdi.
    Dovremo, superando certo vetusto tradizionalismo paranoico degenerato, parlare apertamente di arcaismo: recuperare lo spirito reale della Tradizione, la sua forza dinamica che distrugge per ri-creare l'Ordine (il cosmos) infranto dal prevalere del Caos.
    Si dovranno coniugare le novità della tecnoscienza con l'esigenza di un ritorno alla Tradizione, nella sua pura essenzialità, nel suo essere Eternità di fronte a ciò che è mutevole e sfuggevole.

    In questo la nostra stirpe, quella europea, dovrà assumere un ruolo fondamentale, poichè è per vocazione una stirpe "soggetto della storia", ossia che si fa pienamente carico della dimensione storica mediante un progetto eroico di forme e destini collettivi deliberatamente e consapevolmente assunti.
    Devo ammettere che queste parole suonano dolci alle mie orecchie, perchè rimandano ad un mondo finalmente ordinato, nel quale trionfa la Cristianità sopra ogni divisione.
    Ma allo stesso modo queste parole mi suonano utopiche, distanti, e mi paiono irrealizzabili. Lo dico francamente: a parole è facile costruire un mondo ideale, ma una seria azione politica deve prendere atto della realtà, dello status quo.
    Ora: cosa potrebbe sostituire, ad oggi, la democrazia liberale?
    Un sistema autoritario, gerarchico, attento alla responsabilità e all'effettivo merito di ciascuno?
    Sì, ma costruito in quale modo? Su quali basi? Permetterebbe il dissenso?
    L'espressione libera di giudizi?

    Siamo arrivati ad un punto nella Storia in cui mi pare sinceramente impossibile impedire la Libertà. Faccio un esempio semplice, diretto: noi stiamo utilizzando Internet, rete globale virtuale, che permette lo scambio istantaneo di informazioni, di idee, e la formazione di dibattiti, di scontri anche accesi su interpretazioni di fatti e di programmi.
    Questo strumento, ormai, è semplicemente ineliminabile. Non può essere fermato, nè compresso sopra certi limiti.


    Guardo alla democrazia liberale allo stesso tempo come una difesa di diritti fondamentali, una garanzia del libero scambio di idee, e come un pericolo per altri Valori e principi irrinunciabili (sappiamo fin troppo bene che "democraticamente" si può introdurre l'aborto, per fare un esempio).
    E' questa effettivamente una contraddizione, ma che difficilmente scoppierà.
    I Conservatori -purtroppo- costituiscono una minoranza, il sistema è fluido, non permette cristallizzazioni, ma favorisce lo scioglimento di confini e barriere.
    E' la "modernità liquida", una opportunità e un rischio: tutti noi siamo avvantaggiati dall'annullamento dello spazio e del tempo, dalla possibilità di sapere e agire pressocchè istantaneamente.
    Di rimando, però, abbiamo la scomparsa progressiva delle singole Identità, l'aumento della mescolanza, della confusione, del caos relativista. Tutto diventa giusto, quindi nulla lo è.


    Il nostro compito, a mio modo di vedere, non è un ritorno utopico al passato, non è l'eliminazione della democrazia liberale, obiettivo ad oggi impossibile ed anzi sciagurato, connesso poi concretamente con l'oppressione (dalle parole a fatti la distanza è lunga, e di mezzo c'è da sporcarsi le mani).
    I Conservatori devono semmai aspirare a dare il buon esempio, a fornire motivazioni valide per conquistare la maggioranza dei consensi e governare.
    I Conservatori devono essere misurati, equilibrati, lontani dagli eccessi, ma decisi e fermi, con la giusta gradualità, a trasformare questo mondo per ristabilire principi irrinunciabili, per consegnare ai posteri un nuovo sistema, non più corrotto, falso, relativista, ma aderente ai valori del bene comune, e soprattutto rispettoso dell'autorità, dei ruoli, dei compiti e delle responsabilità di ciascuno, nella consapevolezza che l'eguaglianza sostanziale non esiste, che ci sono persone inette, idee sbagliate da cancellare, e persone invece meritevoli, e idee da concretizzare per beneficio di tutti, al servizio della Verità, per quanto possibile, senza calpestare la parola altrui.
    Un mondo qualitativamente migliore, più tranquillo, organizzato, capace di recepire i benefici del progresso tecnologico, ma ben distante da forme che possono attentare alla dignità della vita umana.
    Un mondo "felice"? No, certo, ma non per questo triste e buio, ma semmai aperto,equilibrato,consapevole di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, attento alle singole identità, mai cedevole verso il multiculturalismo senza nè capo nè coda.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    C'è una Destra antiamericana, semplicemente perchè la Destra nasce in netta antitesi al liberalismo, al materialismo, all'illuminismo e al socialismo (marxismo incluso).
    E' naturale quindi che il modello americano non possa essere ben visto da chi si rifà ad una Destra reazionaria e tradizionale.
    Non penso che sia questa la motivazione, altrimenti perché i conservatori antiamericani dovrebbero invece guardare con simpatia alla Francia?
    E' la Francia la patria del giacobinismo, la Francia è la culla del materialismo (europeo, almeno) e dell'illuminismo razionalistico. E sempre la Francia ha fatto dello Stato un moloch socialista.

    Eppure...

    Io ho come l'impressione che su molta parte dell'antiamericanismo di destra pesi ancora invece il fatto che siano stati gli USA a sconfiggere il nazifascismo. Sbaglio?

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da UgoDePayens Visualizza Messaggio
    Non penso che sia questa la motivazione, altrimenti perché i conservatori antiamericani dovrebbero invece guardare con simpatia alla Francia?
    E' la Francia la patria del giacobinismo, la Francia è la culla del materialismo (europeo, almeno) e dell'illuminismo razionalistico. E sempre la Francia ha fatto dello Stato un moloch socialista.

    Eppure...

    Io ho come l'impressione che su molta parte dell'antiamericanismo di destra pesi ancora invece il fatto che siano stati gli USA a sconfiggere il nazifascismo. Sbaglio?

    Sul primo punto si potrebbe obiettare che la Francia è anche la nazione dell'assolutismo monarchico e della reazione. Joseph De Maistre, uno dei Padri della Controrivoluzione era francese. Charles Maurras e la proto-fascista Action Francaise erano francesi. Charles de Gaulle, campione del nazionalismo conservatore era francese.

    Sul secondo punto non credo che sia quello il problema. In quanto, subito dopo il 1945, il neofascismo europeo era marcatamente filoamericano. Basti pensare a ciò che pensava un Pino Rauti dei marines (i nuovi centurioni) e Adriano Romualdi della NATO.

    Sull'antiamericanismo della DR a mio avviso pesano due elementi (che per il momento abbozzo e che mi riprometto di sviluppare):

    Il primo è di ordine politico. Gli Stati Uniti si sono prima serviti dell'estrema destra in chiave anticomunista e poi l'hanno mollata quando non serviva più o rischiava di intralciare i loro piani.

    Il secondo è di natura culturale. La Destra è spirituale o non è, mentre gli USA vengono visti nel complesso come una nazione dai tratti marcatamente materialistici, creata dalla massoneria e punto di coagulo delle sette ereticali.

 

 
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