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    Citazione Originariamente Scritto da Abbott Visualizza Messaggio
    Il Congresso di Pol condanna i tentativi in atto all'interno del Congresso americano tra la politica ed i manager, di salvare dal fallimento le aziende automobilistiche americane, in particolare General Motors e Chrysler.

    La crisi di queste case automobilistiche ha radici ben più profonde dell'attuale crisi finanziaria, ed a dimostrarlo è il grande tasso di sindacalizzazione dell'azienda (costo del lavoro orario superiore ai 70 $, contro i 45 - 50 dei rivali) e scelte molto opinabili, come la gestione dei fondi pensione.

    Per questi motivi, e perchè salvare aziende che hanno sbagliato è prima di tutto immorale, oltre che inefficiente, il Congresso di Pol condanna fortemente ogni tentativo di bailout e plaude a tutti i congressisti statunitensi che si sono opposti alle condizioni iniziale, bocciando, temporaneamente, il piano.

    Abbott


    A parte la solita sparata sui sindacati che
    secondo te sarebbero gli artefici di questa
    crisi mondiale.............Mi chiedo ma quando
    il tesoro americano ha dato miliardi di dollari
    alle banche americane per salvargli il culo
    tu ti sei degnato di presentare una mozione
    contro ?

    Io non ho visto nessuna mozione contro .......
    pero' quando si tratta di sparare sui sindacati e
    su milioni di lavoratori che perderanno il
    loro posto di lavoro escono ste mozioni....

    Qui non si tratta di salvare i manager delle
    BIG 3 , perche quelli dovrebbero essere presi
    a calci nel culo e sbattuti fuori dai loro posti
    manageriali ,,,,,,,,,,ma si tratta di salvare il
    lavoro a milioni di persone che lavorano ne
    settore automobilistico americano ,,,,,e non
    farlo sarebbe una catastrofe.

    Io la penso esattamente come Michael Moore
    nativo del Michigan e figlio di un ex operaio
    della GM.


    Amici,
    io guido un'auto americana, una Chrysler. Non è un modo per pubblicizzarla. Più che altro, sto chiedendo compassione. C'è una lunga storia, vecchia di decenni, raccontata all'infinito da decine di milioni di americani, un terzo dei quali ha dovuto rinnegare il proprio Paese solo per trovare un maledetto mezzo per andare al lavoro con qualcosa che non si rompesse: la mia Chrysler ha quattro anni. L'ho comprata per via della guida facile e comoda. Allora la società era proprietà della Daimler-Benz che ebbe la buona idea di montare una carrozzeria Chrysler su un semiasse Mercedes e, ragazzi, come va bene!

    Quando si mette in moto.

    Più di una decina di volte, in questi anni, l'auto si è rifiutata di mettersi in moto. Ho sostituito le batterie, ma il problema non era quello. Mio padre guida lo stesso modello, e anche la sua macchina è rimasta spesso in panne. Non si mette in moto, senza nessuna ragione.

    Qualche settimana fa, ho portato la mia auto in un'officina Chrysler, qui nel Michigan settentrionale, e l'ultimo intervento per aggiustarla mi è costato 1.400 dollari. Il giorno seguente, la macchina non è ripartita.
    Quando sono riuscito a metterla in moto, ha cominciato a lampeggiare la spia dei freni. E così via.

    Da tutto questo sarete giunti alla conclusione che non me ne freghi niente di quei poveri incapaci che costruiscono queste auto schifose, su a Detroit. Invece mi importa. Mi importa di quei milioni di persone la cui vita e il cui sostentamento dipendono dalle compagnie automobilistiche. Mi stanno a cuore la sicurezza e la difesa di questo Paese, perché il mondo sta esaurendo le scorte di petrolio, e quando sarà davvero finito, la catastrofe e la rovina saranno tali da far sembrare la crisi attuale una passeggiata.

    E mi interessa anche ciò che sta succedendo a proposito delle tre grandi società automobilistiche, le Big 3, perché a loro vanno le maggiori responsabilità per la distruzione della nostra delicata atmosfera e per il continuo scioglimento dei ghiacci delle calotte polari.

    Il Congresso deve salvare le infrastrutture industriali che queste società controllano e i posti di lavoro che creano. Deve liberare il mondo dal motore a combustione interna. Questa grande, estesa rete industriale potrebbe riscattarsi realizzando veicoli per il trasporto di massa e automobili a motore elettrico o ibrido e mezzi di trasporto necessari per affrontare il Ventunesimo secolo.

    E il Congresso deve fare tutto questo negando alla GM, alla Ford e alla Chrysler i 34 miliardi di dollari che chiedono in "prestito" (qualche giorno fa ne chiedevano solo 25 miliardi: ecco quanto sono stupidi, non sanno neanche di quanto davvero hanno bisogno per pagare gli stipendi di questo mese. Se voi o io cercassimo di ottenere un prestito dalla banca in questo modo non solo ci butterebbero fuori a calci, ma la banca scriverebbe i nostri nomi sul libro nero dei creditori).

    Due settimane fa, i direttori generali delle tre grandi società automobilistiche sono dovuti comparire davanti ad una commissione del Congresso che li ha derisi negando loro ciò che due mesi prima aveva concesso ai pezzi grossi del mondo finanziario. Allora i politici sgomitarono per favorire Wall Street e gli intrallazzatori che applicavano lo schema Ponzi, architettando modi bizantini per scommettere il denaro altrui in pericolose operazioni finanziarie chiamate in gergo "unicorni" e "fate".

    Ma i ragazzi di Detroit vengono dal Midwest, dal Rust Belt, la "Cintura Arrugginita" , dove si producono cose concrete di cui i consumatori hanno bisogno, cose che si possono toccare e comprare, che fanno circolare denaro nell'economia (assurdo!), dando vita a sindacati che hanno creato il ceto medio, e che quando avevo dieci anni mi hanno curato i denti gratis. Per tutto questo, i capi del settore automobilistico lo scorso novembre hanno dovuto sedersi davanti alla commissione ed essere messi in ridicolo per il modo in cui sono arrivati a Washington. Sì, ci sono andati con i jet aziendali, proprio come fecero in ottobre i banchieri e i ladri di Wall Street.
    Ma, guarda un po', quello andava bene! Loro erano i Padroni dell'Universo, solo i mezzi più veloci sono adeguati alla Grande Finanza che si appresta a saccheggiare le casse del nostro Paese.

    Ovviamente, una volta, a governare il mondo erano i magnati dell'industria automobilistica. Erano il cuore pulsante che tutte le altre nostre industrie servivano : acciaierie, raffinerie, cementifici. Cinquantacinque anni fa, il presidente della General Motors andò a Capitol Hill e, rivolto al Congresso, disse senza peli sulla lingua che ciò che era bene per la General Motors era bene per il Paese. Perché, vedete, nella loro mente, la GM era il Paese.

    A quale triste caduta in disgrazia abbiamo assistito lo scorso 19 novembre, quando i tre topolini ciechi sono stati bacchettati sulle mani e rispediti a casa a scrivere un tema dal titolo "Per quale ragione dovreste darmi miliardi di dollari gratis". Hanno persino chiesto loro se erano disposti a lavorare per un dollaro all'anno. Eccovi serviti! Che grande, coraggioso Congresso è questo! Proporre una servitù debitoria a tre degli uomini (tuttora) più potenti del mondo. E questo da un organismo smidollato, incapace di reagire a un presidente screditato o di rifiutare una sola richiesta di finanziamento per una guerra che né il Congresso stesso né l'opinione pubblica americana appoggiano. Fantastico.

    Permettetemi di dire una banalità: ogni singolo dollaro che il Congresso dà a queste tre società sarà buttato nel cesso. Non c'è nulla che la dirigenza delle Tre Grandi potrà fare per convincere la gente ad uscire durante una recessione e andare a comprare le loro grandi, automobili scadenti ad alto consumo. Se lo possono scordare. E, come sono certo che i Detroit Lions, proprietà della famiglia Ford, non andranno al Super Bowl, mai, vi posso assicurare che dopo aver bruciato questi 34 miliardi di dollari, la prossima estate ne chiederanno altri 34.

    Cosa fare, allora? Membri del Congresso, ecco ciò che propongo:
    1. Il funzionamento del sistema di trasporto americano è e dovrebbe essere una delle funzioni più importanti che il governo deve affrontare. E poiché abbiamo di fronte una grave crisi economica, energetica e ambientale, il nuovo presidente e il Congresso devono fare ciò che fece Franklin Roosevelt quando dovette affrontare la crisi (e ordinò all'industria automobilistica di smettere di costruire auto e produrre invece carri armati e aerei) : le Tre Grandi, da questo momento, devono costruire unicamente automobili che non dipendano principalmente dal petrolio e, cosa ancora più importante, realizzare treni, autobus, metropolitane e metropolitane leggere (un corrispondente progetto di opere pubbliche realizzerà in tutto il Paese le tratte ferroviarie e i binari). Questo non soltanto salverà i posti di lavoro, ma ne creerà milioni di nuovi.

    2. Potreste acquistare tutte le azioni ordinarie della General Motors per meno di 3 miliardi di dollari. Perché dovremmo dar loro 18 o 25 miliardi di dollari? Prendete quel denaro e comprate la società! ( se concederete loro il "prestito", gli chiederete comunque una garanzia pignoratizia, e dato che sappiamo che non restituiranno quel denaro, alla fine la società sarà proprietà dello Stato, dunque perché aspettare? Rilevatela ora).

    3.Nessuno di noi vuole dei funzionari statali a gestire un'azienda automobilistica, ma ci sono ottimi esperti del settore che potrebbero essere preposti a questo compito. Abbiamo bisogno di un Piano Marshall per emanciparci dai veicoli che utilizzano il petrolio ed entrare nel Ventunesimo secolo.

    Non si tratta di una proposta radicale o fantascientifica. Per metterla in pratica ci vuole soltanto l'uomo più in gamba che sia mai diventato presidente. Ciò che propongo ha già funzionato in precedenza. Durante gli anni Settanta, il sistema ferroviario era un disastro. Il governo intervenne. Dieci anni dopo il sistema era in attivo e il governo lo rivendette ad una gestione mista privata e pubblica ricavando un paio di miliardi di dollari da destinare alle casse dello Stato.

    Questa proposta potrebbe salvare le nostre infrastrutture industriali e milioni di posti di lavoro. Cosa ancora più importante, ne potrebbe creare milioni di nuovi. Potrebbe letteralmente tirarci fuori dalla recessione.

    Invece, la General Motors ha presentato al Congresso la sua proposta di ristrutturazione. Hanno promesso che, se ora il Congresso concederà loro 18 miliardi di dollari, in cambio elimineranno 20.000 posti di lavoro. Avete letto bene. Noi gli diamo alcuni miliardi di dollari così che loro possano licenziare altri americani. Questa è stata la loro Grande Idea degli ultimi 30 anni: licenziare migliaia di lavoratori per garantire i profitti. Tuttavia, nessuno ha chiesto loro: "Se licenziate tutti, chi avrà i soldi per acquistare le vostre automobili?"

    Questi imbecilli non meritano un centesimo. Licenziateli tutti e rilevate l'azienda per il bene dei lavoratori, del Paese e del pianeta. Ciò che è bene per la General Motors è bene per il Paese. Una volta tanto è il Paese a dettare le condizioni.


    http://www.repubblica.it/2008/12/sez...olo-moore.html

  2. #32
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    Citazione Originariamente Scritto da SPYCAM Visualizza Messaggio
    A parte la solita sparata sui sindacati che secondo te sarebbero gli artefici di questa crisi mondiale
    non diciamo cazzate, io non ho mai detto che i sindacati siano la causa principale di questa crisi, ho detto che nella questione GM hanno avuto un grande peso nello rotta verso il fallimento dell'azienda, senza dimenticare che il dirigente sarà sempre il maggiore responsabile.

    Mi chiedo ma quando il tesoro americano ha dato miliardi di dollari alle banche americane per salvargli il culo tu ti sei degnato di presentare una mozione contro ?
    hai ragione, in effetti una mozione specifica in merito non l'avevo fatta (d'altronde al tempo ero ben lontano da Camera, dato che sono entrato in LP da appena due settimane), ma per sapere la mia posizione in merito ti basta andare a leggere i 3d di Pol, in particolare sull'Internazionale, che parlano della crisi.

  3. #33
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    Citazione Originariamente Scritto da C@ndido Visualizza Messaggio
    per una volta condivido Spy: quando sono in ballo 4 milioni di posti di lavoro è dovere dello stato di essere presente e di aiutare a uscire dalla crisi...
    E' maggiormente doveroso da parte dello Stato garantire che quei 4 milioni di posti di lavoro vengano tutelati, se proprio si deve, ben prima che 4 gatti di affaristi statalisti si riempiano il portafoglio e poi, nel momento in cui si scopre che furono delle persone dalla poca etica, si usi denaro pubblico per ripagare i loro debiti. I lavoratori saranno comunque soggetti alla crisi, bailout o non bailout.
    Si vuole aiutare il mercato automobilistico? Si usino i risparmi di chi questa crisi l'ha creata, tra cui lo Stato stesso (non con le tasse nostre, ma con le transazioni speculative dei governi in carica) in prima battuta. Altro che i soldi dei contribuenti genericamente parlando.

    Lei ripagherebbe mai, con i suoi soldi, il suo concorrente solo perchè è andato in bancarotta? Ovviamente no, così come non concederebbe carità a chi è fallito per proprie colpe.

    בראשית

  4. #34
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