bruxelles
Ok al pacchetto clima: "L'Italia vince su tutto"
Poteva, da sola, far saltare il banco. Ne esce, alla fine, con le tasche piene e i ringraziamenti del presidente francese di turno Nicolas Sarkozy.
Dopo mesi di negoziati tesissimi, tra aperture e minacce di veto, l'Italia incassa un successo sul pacchetto clima-energia dell'Ue che ancora fino a giovedì mattina sembrava impensabile.
«È una nostra grande vittoria, abbiamo ottenuto tutto», ha commentato raggiante il premier Silvio Berlusconi subito dopo esser uscito dalla sala dove i capi di Stato e di governo dei Ventisette avevano appena sottoscritto l'accordo.
Salvaguardia totale del manifatturiero, clausola di revisione generale dell'intero pacchetto nel marzo 2010, flessibilità sugli obiettivi intermedi da qui al 2020 e sulle energie pulite: «red-lines» che il governo non era disposto a valicare e che si ritrovano - tutte - nell'accordo finale.
Un compromesso impreziosito dal via libera convinto del governo italiano anche all'altra grande sfida dell'ultimo Consiglio europeo sotto presidenza francese: il varo, cioè, del piano da 200 miliardi (l'1,5% del Pil europeo) per contrastare la crisi economica e che - al contempo - non scardina i paletti di quel patto di stabilità fondamentale per i conti pubblici italiani.
«Anche stavolta la nostra abilità tattica ha pagato», si è compiaciuto il presidente del Consiglio che ieri mattina era arrivato in una Bruxelles gelida minacciando tempesta per poi aprirsi alle rassicurazioni di Sarkozy. Non è un caso se la svolta, giovedì sera, è stata determinata proprio da un incontro tra i due e se, ieri, il Cavaliere ha voluto lodare pubblicamente l'inquilino dell'Eliseo per «l'intelligenza e la determinazione» con le quali ha tenuto le redini delle trattative.
Trattative che nella due giorni del Consiglio il premier ha condotto personalmente, sorrette da «un lavoro di squadra che ci ha portato ad un risultato straordinario, considerata la barra di partenza». Il riferimento, esplicito, era diretto a tutti i ministri che si sono occupati del pacchetto nei mesi scorsi, dal titolare della Farnesina Franco Frattini, che lo ha accompagnato a Bruxelles, a Stefania Prestigiacomo (Ambiente), Andrea Ronchi (Politiche europee) e Claudio Scajola (Sviluppo economico).
Le perplessità del premier sulla necessità di approvare misure così delicate per le industrie europee in un momento di depressione economica certo non sono sparite da un giorno all'altro. Ma la clausola di revisione generale del pacchetto all'indomani della Conferenza di Copenaghen del 2009, fortemente voluta dall'Italia, rappresenta una sorta di «rete di salvataggio»: se anche i grandi «inquinatori» a livello globale - Usa, Cina, India - non dovessero adottare misure analoghe, anche il Vecchio Continente a quel punto potrebbe fare marcia indietro. Perché ora l'Europa sull'ambiente è «all'avanguardia», ma certo, ha chiarito Berlusconi, «non vuole essere quella che paga il conto da sola...».
Da Bruxelles, la soddisfazione della delegazione italiana è rimbalzata a Roma, dove Scajola si è detto «orgoglioso dei risultati raggiunti per l'Europa e per l'Italia». Mentre secondo Ronchi, grazie al governo «nessun posto di lavoro italiano verrà ora messo a repentaglio. Si tratta di un grande successo per l'Europa e per il governo italiano che, fin dall'inizio, si è battuto puntando sul gioco di squadra e su un'azione compatta e coordinata dei suoi ministri».
Ultima nota positiva del Consiglio la creazione di un fondo - detto «Margherita» - che mobiliterà risorse aggiuntive per le infrastrutture trans-europee. Anche questo chiesto dall'Italia, ha raccontato Berlusconi prima di lasciare Bruxelles, e anche questo ottenuto
http://iltempo.ilsole24ore.com/2008/...ce_tutto.shtml#
Fino a una settimana fa qualche galletto nostrano starnazzava di posizione vergognosa dell'Italia.
si pensava che avremmo perso e fatto una figuraccia.
Invece, ce l'abbiamo fatta,Marcegaglia ringrazia pubblicamente e il governo incassa.
Cala nuovamente un silenzio imbarazzante..a sinistra....nel pollaio.