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Risultati da 1 a 10 di 10
  1. #1
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    Predefinito Clamori dalla Colombia!

    TOUR DI INGRID BETANCOURT IN AMERICA LATINA

    Ingrid Betancourt ha compiuto un serie di visite in alcuni paesi Sud Americani: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Ecuador, Perù e Venezuela, per ringraziare i rispettivi presidenti che si sono impegnati per la sua liberazione. Durante i vari incontri con i capi di Stato ha più volte ribadito che la guerriglia delle FARC deve porre in libertà, e senza condizioni, i prigionieri di guerra che restano detenuti nella selva. Nessun accenno alla chiusura del presidente Uribe rispetto ad un accordo umanitario sullo scambio, ne tantomeno ai prigionieri di guerra in mano allo Stato colombiano.
    Con un linguaggio molto somigliante a quello adoperato dal governo, ha bollato l'insorgenza con i soliti epiteti, tralasciando temi centrali come quelli della violazione dei Diritti Umani, le numerose proteste indigene, contadine e studentesche, nonché le truffe architettate ai danni dei piccoli risparmiatori. La Betancourt è stata favorevole al Plan Colombia, applaude il riscatto a ferro e fuoco di Uribe e qualcuno vorrebbe persino candidarla al Nobel per la Pace. Visto che ha dichiarato che non si candiderà alle prossime elezioni presidenziali in Colombia poiché la politica nel "suo paese" è corrotta, e quindi non da nessun tipo di contributo ad una soluzione politica e negoziata, questo sembra essere più un viaggio diplomatico organizzato dalla Casa de Nariño.



    E-MAIL INESISTENTI NEL COMPUTER DI RAUL REYES

    Il responsabile del dipartimento scentifico della DIJIN (Direzione Polizia Giudiziaria colombiana), il capitano Ronald Coy Ortiz, ha dichiarato sotto giuramento alla Magistratura Gnerale della Nazione, che nel computer del comandante delle FARC Raúl Reyes non esiste alcuna corrispondenza di posta elettronica, ma unicamente fogli elettronici in formato "Word". Il Ministro della Difesa, Juan Manuel Santos, invece afferma che vi sarebbero numerose e-mail, contraddicendo grottescamente coloro che hanno lavorato materialmente sul notebook.
    Appare sempre più chiara la manipolazione attuata dal governo di Uribe ai danni di vari capi di Stato latinoamericani, politici nazionali ed internazionali, intellettuali e difensori dei Diritti Umani, nel tentativo maldestro di criminalizzarli e azzittirli. Le magistrature di vari paesi dell'Unione Europea, che sulla base di queste prove falsificate avevano a suo tempo emesso vari provvedimenti cautelativi, dovranno prendere delle concrete contromisure verso un governo che, anche nella facciata, dimostra essere totalmente illegittimo e privo di credibilità.



    CONTINUA LO STERMINIO DI LEADER POPOLARI COLOMBIANI ALLA FRONTIERA COLOMBO-VENEZUELANA

    Venerdì 28 novembre, verso le sette della sera, è stato assassinato da alcuni sicari nel quartiere Guadual de Arauquita - dipartimento di Arauca, Colombia - il leader popolare dell'omonimo dipartimento, Carlos Rodolfo Cabrera nella zona limitrofa allo stato venezuelano di Apure.
    I comitati per la difesa dei diritti umani nella regione denunciano davanti alla opinione pubblica nazionale e internazionale l'omicidio di Cabrera, portavoce del comitato degli sfollati di Araquita, che aveva anche ricoperto il ruolo di segretario esecutivo dell' Associazione Contadina di Arauca (ACA). Gli era stata accordata la protezione della Commissione Interamericana dei Diritti Umani, e per la persecuzione di cui l'ACA era stata oggetto, il programma di protezione governativa. Era anche sopravvissuto al genocidio dell'Unión Patriótica.
    La zona di frontiera è un luogo dove la presenza di paramilitari ha raggiunto livelli altissimi, e dispone di punti d'appoggio politici nel territorio. Il governo colombiano è il primo complice di questi terroristi, e non ha alcun interesse nel contrastarli; è troppo impegnato ad occuparsi dei problemi interni del paese vicino!



    STUDENTESSA SUPERSTITE DEL BOMBARDAMENTO IN ECUADOR RITORNA IN PATRIA

    Lucía Morett, l'unica superstite del gruppo di studenti messicani che si trovavano nell'accampamento provvisorio delle FARC in Ecuador, è rientrata in patria. Dopo che ha dovuto forzosamente ricorrere all'asilo politico in Nicaragua, a causa della criminalizzazione del governo colombiano e di alcune organizzazioni di estrema destra messicane che pretendevano perseguitarla ed incarcerarla, resta appurato il fatto che i giovani studenti non appartenevano alla guerriglia, bensì stavano compiendo attività strettamente accademiche. Nel bombardamento dell'Esercito colombiano vennero assassinati Verónica Velázquez Ramírez, Fernando Franco Delgado, Soren Avilés Ángeles e Juan González del Castillo.
    Lucía Morett ha ricevuto la solidarietà di molte organizzazioni messicane ed internazionali ed un calorosa festa di benvenuto presso l'Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM). Sicuramente il governo del narco-paramilitare Uribe e i suoi sbirri sparsi per il continente, non desisteranno nella persecuzione di coloro che credono in una soluzione politica e pacifica del conflitto, ma troveranno sempre mille voci che si leveranno per denunciare uno Stato criminale che viola sistematicamente i Diritti Umani e i Trattati Internazionali.



    URIBE SBARRA LA STRADA ALL'ACCORDO UMANITARIO

    Il presidente Álvaro Uribe Vélez, durante l'insediamento del Consiglio Comunale di Governo, ha dichiarato che il suo governo non accetta l'intermediazione di una nota dirigente politica colombiana con le FARC, per trovare un accordo sullo scambio umanitario dei prigionieri di guerra. Benché non abbia pronunciato il suo nome, è chiarissimo che si riferiva alla senatrice Piedad Córdoba la quale, unitamente ad un folto gruppo di intellettuali, ha impulsato uno scambio epistolare con la guerriglia, come l'inizio di un percorso che potrebbe portare alla liberazione dei detenuti in mano alle due parti belligeranti. Uribe ha ribadito l'appoggio alla Forza Pubblica per il riscatto manu militari dei prigionieri asserendo, sempre riferendosi allo scambio, che "non lo accettiamo".
    Con il solito linguaggio arrogante in perfetto stile mafioso, Uribe ha tacciato l'insorgenza con i soliti termini calunniosi; tipici di coloro che, non avendo argomentazioni e proposte credibili, sguazzano nella loro impotenza. Il riscatto a ferro e fuoco non potrà che produrre un bagno di sangue, dato che le varie "liberazioni" avvenute nell'anno in corso sono frutto del tradimento e della delazione; non certo della capacità militare di riscattare i prigionieri. Solo un accordo umanitario permetterà ai detenuti di entrambe le parti di ritrovare la libertà e magari aprire la strada ad un Governo di Ricostruzione e Riconciliazione Nazionale, che ponga fine a oltre 50 anni di conflitto.



    LANCIATA LA RED RADIAL BOLIVARIANA

    Il 13 dicembre a Stoccolma sono state presentate la Rete Radiofonica Bolivariana e l'Associazione Bolivariana dei giornalisti; significativamente, la sede è quella del famoso Kafe Marx, dove era solito riunirsi Lenin durante il suo esilio in Svezia.
    I suoi fondatori si pongono l'obiettivo di approfondire i processi democratici in America latina e in altre parti del mondo, consapevoli del ruolo strategico che giocano i mezzi d'informazione non allineati sulle posizioni imperialiste, e citano l'esempio positivo di alcuni media alternativi venezuelani ed ecuadoriani come Radio Bemba e Radio Luna. Hanno già aderito al progetto l'Agenzia di Notizie Nuova Colombia (ANNCOL), l' Agenzia Stampa Bolivariana (ABP), la radio svedese Cafè Stereo ed altri media internazionali.
    L'ideologia che sta alla base della linea editoriale è quella del socialismo bolivariano, che coniuga le idee del Libertador, Simòn Bolìvar con la teoria marxista-leninista.
    http://redradialbol ivariana. net/
    http://anncol. eu/images/ nuevasBilder/ red_bolivariana. jpg



    RITIRATO IL CONSOLE COLOMBIANO A MARACAIBO

    Il ministro degli Esteri venezuelano, Nicolàs Maduro, ha reso noto che il suo omologo colombiano, Jaime Bermúdez, ha annunciato domenica 30 novembre il ritiro del console generale di Maracaibo, Carlos Galvis Fajardo, su sollecitazione del presidente Chàvez.
    Il giorno prima il conduttore televisivo Alberto Nolia aveva trasmesso la registrazione di una conversazione fra il console e José Obdulio Gaviria, cugino del defunto narcotrafficante Pablo Escobar, del cartello di Medellin, e attualmente assessore del presidente colombiano Álvaro Uribe Vélez. Secondo Nolia, Gaviria è anche responsabile della "smobilitazione" dei gruppi paramilitari delle AUC e la loro riorganizzazione nel gruppo delle "Aquile Nere".
    Nella registrazione il console informa Gaviria sui dati parziali all'atto della conta dei voti delle elezioni amministrative, e afferma testualmente : " le due persone [in vantaggio nella competizione elettorale] sono nostri ottimi amici e penso che per il nostro lavoro di lì questo sia meraviglioso [...] abbiamo agguantato strategicamente stati e municipi come quello di Caracas e quello di Miranda".
    La registrazione mette in luce l'intromissione nei problemi interni del Venezuela da parte della rappresentanza diplomatica colombiana, e rivela quanto diversi analisti denunciano da tempo, ovvero che l'opposizione antichavista, quantomeno nelle regioni al confine con la Colombia, è collusa con i gruppi politici narco-paramilitari colombiani. Il tentativo, come in Bolivia, è quello della destabilizzazione territoriale, provocando e alimentando spinte secessioniste di alcune regioni nei paesi dai governi progressisti dell'area.



    INQUISITO IL MINISTRO DELL'INTERNO E DELLA GIUSTIZIA FABIO VALENCIA COSSIO

    La procura generale della Colombia ha aperto un'inchiesta preliminare sul Ministro degli Interni e della Giustizia Fabio Valencia Cossio, per accertare se nel 1995 abbia cercato l'appoggio politico dei paramilitari.
    A sostegno di questa ipotesi una lettera, scritta in quell'anno all'allora capo paramilitare Ramòn Isaza, in cui si segnalava che alcuni emissari di Valencia (all'epoca senatore) avevano sollecitato il suo appoggio affinché fosse eletto alla presidenza del direttorio del partito Conservatore.
    In tal senso, il ministro colombiano ha affermato in un comunicato che in diverse occasioni Isaza ha dichiarato di ignorare in che modo sia stata inviata la lettera e che, benché sia sua la firma che appare in calce, questa può essere stata falsificata.
    E' forse utile ricordare che il ministro Valencia, ex ambasciatore in Italia, ha un fratello agli arresti domiciliari per collusione con la mafia narcotrafficante.
    Continuano le dimostrazioni degli intrecci fra narco-paramilitari ed esponenti del governo e della diplomazia colombiana, nel silenzio complice dei grandi media e della cosiddetta "comunità internazionale" . Fino a quando?



    IN TRE MESI QUASI 500 MORTI


    L'agenzia di stampa ANNCOL riporta che nei mesi di agosto, settembre ed ottobre l'insorgenza colombiana delle FARC-EP ha causato alla Forza Pubblica colombiana 489 morti in combattimento. La stragrande maggioranza dei mezzi di comunicazione colombiani ed internazionali continuano ad affermare che oramai la guerriglia nata più di quarant'anni orsono è sconfitta, elogiando la politica di "Sicurezza Democratica" del presidente Uribe e i suoi strabilianti risultati.
    Questo dato fa trasparire ciò che invece i migliori analisti internazionali dicono da tempo: l'impossibilità di una sconfitta militare dell'ormai troppo radicata guerriglia e la conseguente urgenza di un accordo politico che possa condurre ad una Pace duratura nel paese andino. L'assenza di volontà politica da parte del governo di Bogotà nel sedersi ad un eventuale tavolo di trattativa con la controparte, denota come l'oligarchia non sia disponibile a nessun tipo di concessione a favore della Pace, in quanto nella guerra ha fortissimi interessi economici. Occorre un intervento urgente della Comunità Internazionale che possa condurre ad una nuova fase politica, in cui tutti i settori della popolazione colombiana siano protagonisti, nella costruzione di una democrazia veramente partecipativa ed includente.




    IN COLOMBIA SETTE MORTI AL GIORNO PER RAGIONI POLITICHE

    Il direttore dell'Associazione Civile dei colombiani in Venezuela, Juan Carlos Tanus, ha affermato che la cifra di sette colombiani morti al giorni per ragioni politiche, presentata da varie ONG davanti al consiglio dei Diritti Umani dell'ONU è un chiaro indicatore del fatto che il presidente Álvaro Uribe ha governato per gli Stati Uniti, aggiungendo che questa situazione rappresenta un grave allarme per i paesi confinanti, che ricevono le comunità migranti di sfollati a causa dal conflitto colombiano. Tanus sottolinea inoltre che le organizzazioni a difesa dei diritti umani hanno avuto molti problemi ad esercitare la loro attività in Colombia, anche perché Uribe le ha additate pubblicamente come membri o partecipanti all'insorgenza delle FARC o dell'ELN.
    Allo stesso tempo, ha ricordato che "quello che si denuncia a Ginevra è la realtà colombiana, ma molto di più il piano internazionale del governo nordamericano per continuare a finanziare il sistema di censura avviato dal Plan Colombia". Il sistema di controllo sociale avviato dai governi di Bogotà e di Washington tramite il Plan Colombia viene costantemente denunciato da ONG in tutto il mondo, così come le spaventose statistiche dei delitti politici in Colombia, che rappresentano una delle cause storiche del conflitto che insanguina questo paese.

  2. #2
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    Non c'è un link?

  3. #3
    Kether è Malkuth del NM
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    gli ha telefonato Chavez

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Palvesario Visualizza Messaggio
    gli ha telefonato Chavez

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da catartica Visualizza Messaggio
    Non c'è un link?
    eheheh lo sapevo! ci avrei scommesso un sacco di soldi (ovviamente usando come valuta le monete-pacco introdotte da Chavez)

    No, non c'è il link perchè mi è arrivato sulla mailing list dell' ANC. Se vuoi posso metterlo quando verrà pubblicato su Resistenze.it

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da Ora Ics Visualizza Messaggio
    eheheh lo sapevo! ci avrei scommesso un sacco di soldi (ovviamente usando come valuta le monete-pacco introdotte da Chavez)

    No, non c'è il link perchè mi è arrivato sulla mailing list dell' ANC. Se vuoi posso metterlo quando verrà pubblicato su Resistenze.it
    Non è necessario, se ti è arrivato via mail.

  7. #7
    Quid est veritas?
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    Predefinito Sempre arrivato via mail (... dicembre 2008)

    UFFICIALE DELL'ESERCITO ARRESTATO PER L'OMICIDIO DI 3 CONTADINI

    Un ufficiale dell'esercito, coinvolto nell'omicidio di tre contadini, è stato arrestato nella città di Medellìn, con l'accusa di triplo omicidio di civili protetti dal Diritto Internazionale Umanitario.
    La sezione di Medellin della Procura Generale ha informato in un comunicato che l'ordine di cattura del tenente Juan Carlos Sarmiento Roja è stato emesso dall'Unità Nazionale per i diritti Umani.
    I fatti risalgono al 20 giugno dello scorso anno, quando alcune unità militari hanno riportato la morte "in combattimento" di supposti guerriglieri del Fronte 18 delle FARC, Edison de Jesús Alzate, ed i fratelli Héctor e Hernán Darío Ospina.
    I familiari delle vittime hanno dimostrato che le vittime erano noti contadini della regione di Còrdoba, secondo quanto riferiscono funzionari della Procura, che ha aperto altri processi contro effettivi delle Forze Armate colombiane implicati in fatti simili.
    Viene dunque scoperto l'ennesimo caso di "falsi positivi", i sistemi per ottenere ricompense in denaro, promozioni o licenze creando montature come l'uccisione di civili travestiti da guerriglieri.
    Ecco i prodigiosi risultati sbandierati dal governo nella lotta contro la guerriglia colombiana: l'assassinio di contadini e civili!



    MILITARI COLOMBIANI APRONO UNA SCUOLA LATINOAMERICANA PER I DIRITTI UMANI!

    Benché appaia a dir poco paradossale, verrà aperta in Colombia la "Scuola Interamericana per i Diritti Umani ed il Diritto Internazionale Umanitario", che secondo l'esercito colobiano dovrebbe addirittura rappresentare "l'ente di riferimento continentale in materia di militari e diritti umani". Il rettore della scuola sarà il generale Jorge Ernesto Rodrìguez, uno dei falchi del "Plan Patriota".
    Dunque saranno i militari colombiani ad insegnare il rispetto dei diritti umani agli eserciti di tutto il latinoamerica; l'obiettivo del governo è evidentemente quello di rispondere in qualche modo allo scandalo dei "falsos positivos"; anche se è a dir poco inquietante l'idea che le continue violazioni delle Forze Armate possano servire ad esempio ad altri eserciti della regione. A quando Erode alla tutela dei diritti dei minori e Jack Lo Squartatore alle pari opportunità?



    TORTURATO ED ASSASSINATO INDIGENO WAYÚU

    L'indigeno trentaduenne Miguel Ángel Ospina Boscán, della tribù Wayúu, è stato assassinato dai paramilitari dopo che il suo nome era comparso in una lista diffusa nelle settimane precedenti. Prima di finirlo con almeno quindici pugnalate, gli squadroni della morte lo hanno barbaramente torturato, arrivando anche a cavargli gli occhi. L'efferato crimine è avvenuto a Maicao, città ubicata a pochi chilometri dal confine venezuelano nella regione La Guajira, luogo di origine della vittima. Ospina era il fratello di una leader riconosciuta della comunità Wayúu, che partecipa attivamente ad una organizzazione che lavora in difesa delle vittime appartenenti a questa tribù e per il rispetto dei Diritti Umani.
    Il gruppo paramilitare delle "Águilas Negras" è l'espressione della politica di "Sicurezza Democratica" , dove la falsa smobilitazione dei paracos è stato solo un goffo tentativo del governo per cercare di nascondere le proprie azioni criminali. Il massacro degli oppositori di Uribe continua imperterrito, tanto che sono almeno 15 gli indigeni Wayúu trucidati dall'inizio dell'anno.



    COMUNERO INDIGENO ASSASSINATO DALL'ESERCITO COLOMBIANO

    Si tratta di Edwin Legarda Vasquez, sposo della Consigliera Indigena Aida Quilcue del CRIC (Consiglio Regionale Indigeno del Cauca), il comunero assassinato dall'esercito ufficiale. La vittima si recava a Popayán per prendere sua moglie, che era di ritorno da Ginevra dove aveva partecipato al Consiglio dei Diritti Umani dell'ONU. Nonostante il veicolo in cui si mobilizzava Legarda fosse perfettamente identificabile, i militari sostengono che non si sia fermato al posto di blocco, ma dai rilievi appare chiaro che si tratti dell'ennesimo episodio di sicariato para-statale.
    Il vero obiettivo dell'agguato era proprio la leader del CRIC; il veicolo in questione è lo stesso in cui solitamente si sposta la nota dirigente. Dopo che negli ultimi mesi le proteste e le rivendicazioni dei popoli originari hanno percosso tutto il Paese, la repressione delle forze di Polizia non si è fatta attendere. Benché solo pochi giorni prima il governo promettesse giustizia per gli scandalosi casi dei "falsi positivi", continuano gli assassini sistematici degli oppositori al regime fascista di Uribe.



    IL CONGRESSO COLOMBIANO APPROVA IL PROGETTO DI RIELEZIONE DI URIBE
    La Camera colombiana ha approvato il Referendum per la modifica costituzionale - che permetterebbe la rielezione del presidente Uribe- con il voto favorevole di 86 parlamentari, appartanenti alla coalizione uribista, e l'astensione dell'intera opposizione, che considera illegale la seduta straordinaria dei Rappresentanti e ne denuncia l'irregolarità per i dubbi sul finanziamento della campagna per la raccolta delle firme che appoggiano il progetto di referendum.
    Il progetto, che dovrà passare ora al Senato, prevede la possibilità della rielezione solo a partire dal 2014; tuttavia, assicura Fabio Valencia, ministro degli interni (nonché ex ambasciatore a Roma, ed inquisito per rapporti con i paralamitari; cfr. anche Clamores 8), il testo potrà essere modificato per permettere la rielezione immediata.
    Come sempre, nessuno dei grandi media nazionali e internazionali sembra avere nulla da ridire sulla possibile rielezione di un narcotrafficante coinvolto in decine di scandali, eletto per mezzo delle pressioni dei paramilitari, del voto di scambio, del voto di elettori morti.



    FARC-EP: RIAPERTURA PAGINA WEB

    Apprendiamo dalla stampa alternativa che la pagina web delle FARC-EP è nuovamente in linea. Dopo aver affrontato diversi attacchi dovuti alla guerra tecnologica e inconvenienti tecnici, la voce dell'insorgenza ritorna in rete. Il nuovo indirizzo è: http://www.farc- ejercitodelpuebl o.org/. La possibilità di poter entrare a conoscenza delle proposte avanzate dalla controparte belligerante, rispetto alla propaganda governativa che abbonda su tutti i mezzi di comunicazione, aiuta a comprendere le problematiche di un conflitto sociale, politico ed armato che si protrae da oltre cinquant'anni e le cui cause ancora restano irrisolte.



    ESERCITO E PARAMILITARI PROVOCANO OSTILITA' ALLA FRONTIERA CON L'ECUADOR.

    In un comunicato delle FARC-EP, datato 12 dicembre, l'organizzazione guerrigliera denuncia all'opinione pubblica nazionale ed internazionale il tentativo da parte del governo uribista di coinvolgere nel conflitto colombiano il confinante paese dell'Ecuador. Membri dell'Esercito della Colombia ed alcuni ufficiali ecuadoregni della Marina, al comando di proprie unità, contravvenendo alle direttive imposte dal Presidente Correa, hanno realizzando pattugliamenti congiunti sui fiumi San Miguel e Putumayo. Alcune incursioni in territorio ecuadoriano da parte di militari e paramilitari colombiani sono state compiute per assassinare e sequestrare a nome della guerriglia con l'intento di destabilizzare l'area.
    Ribadendo la completa estraneità ai fatti in questione, l'insorgenza conferma la propria determinazione politica al rispetto delle frontiere e denuncia l'ennesima messa in scena di Uribe come la fotocopia di quello già messo in atto in Venezuela, dove l'infiltrazione di paramilitari ha come obiettivo la caduta del governo di Hugo Chávez. I settori uribisti stanno mettendo in pratica le direttive della CIA: instaurare il caos nella regione per frenare i processi democratici e l'unità dei popoli bolivariani.



    PERSECUZIONE CONTRO L'ARTISTA PATRICIA ARIZA

    La stampa colombiana ha diffuso la notizia che Patricia Ariza, direttrice della Corporazione Colombiana di Teatro e riconosciuta a livello internazionale per il suo impegno artistico, sarebbe indagata dalla Polizia. La segnalano come una hippy, una "nadaista" - il nadaismo è stato un movimento letterario colombiano caratterizzatosi per una forte componente di denuncia sociale - e possibile sovversiva al servizio della guerriglia. La drammaturga, poeta e artista del teatro La Candelaria si è sempre distinta per il suo talento, la sua abnegazione all'arte e per il suo impegno nelle cause sociali in difesa dei Diritti Umani. Patricia Ariza è anche firmataria delle lettere inviate da prestigiosi intellettuali all'insorgenza in merito ad un possibile accordo sullo scambio umanitario dei prigionieri di guerra, che porterebbe ad aprire nuove strade nella ricerca della Pace in Colombia.
    Il governo colombiano e le sue forze repressive, attraverso menzogne e montature, continuano nella politica di intimidazione verso coloro che si adoperano per la soluzione politica del conflitto. La libertà di pensiero e l'indipendenza artistica sono nel mirino dei falchi di Bogotà, gli stessi che hanno sbattuto la porta in faccia ad un qualsiasi dialogo che possa porre fine a più di cinquant'anni di guerra.



    L'IMPUNITA' IN COLOMBIA HA IL POLLICE VERDE

    Miguel De la Espriella, para-politico agli arresti nel penitenziario La Picota di Bogotà, ha potuto godere di un notevole sconto di pena per il lavoro svolto in carcere. Infatti la legge colombiana stabilisce che per ogni due giorni in cui un detenuto studia o lavora, gli si sconti un giorno di pena. De la Espriella ha fatto di più; in virtù del dono dell'ubiquità è riuscito a fare entrambe le cose, grazie a "corsi trasversali" come quello dedicato all'agricoltura biologica o quello relativo all'allevamento dei bovini. Tutto rigorosamente certificato dai funzionari del carcere.
    Evidentemente non era sufficiente la legge "Justicia y Paz", che limitava la pena ad otto anni di reclusione per i crimini di lesa umanità compiuti dai paramilitari; ora per i veri capi delle squadracce della morte è arrivato il giardinaggio a garantire l'impunità; tra lattuga, pomodori e lavori di pulizia, questi mafiosi lavano le loro mani sporche del sangue di migliaia di oppositori politici. Alle vittime del paramilitarismo di fatto non viene garantita nessun tipo di riparazione, mentre ai para-politicanti viene garantita l'impunità totale; oltre al danno, la beffa!



    CORREA RIFIUTA LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO DEGLI ESTERI COLOMBIANO


    Il 24 dicembre il presidente dell'Ecuador Correa ha fissato le condizioni per riannodare le relazioni diplomatiche con la Colombia, interrotte da marzo, subito dopo il bombardamento e l'incursione in territorio ecuadoriano da parte di militari colombiani all'accampamento provvisorio del comandante Raùl Reyes, capo della commissione internazionale delle FARC.
    Le condizioni includono un maggior controllo alla frontiera, l'interruzione delle accuse contro Quito per i supposti legami con la guerriglia delle FARC; una chiara dimostrazione di rispetto della sovranità dell'Ecuador, nonché la consegna al governo ecuadoriano delle informazioni sul bombardamento stesso.
    Alle ferme richieste di Correa ha risposto Jaime Bermúdez, Ministro degli Esteri colombiano, che richiede "prudenza e discrezione nelle dichiarazioni pubbliche" ed un "meccanismo definito di cooperazione efficace nella lotta contro il narcotraffico ed il terrorismo", affermando inoltre che queste sono condizioni basilari per il ripristino delle relazioni.
    La risposta di Correa non si è fatta attendere: "Mi sono stancato dell'insolenza della Colombia: sono loro quelli che hanno un problema [il conflitto interno], loro che prima ci aggrediscono e poi vogliono porre condizioni per riannodare le relazioni; se lo possono scordare!"
    Come sempre, quando non ha argomenti, il governo colombiano afferma che i suoi accusatori sono legati alla guerriglia; oggi però l'arroganza di Bogotà si scontra con la dignità di un paese piccolo ma sovrano, deciso a far valere le proprie ragioni.

  8. #8
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    Predefinito

    In questi è difficile stabilire quali sono le condizioni reali dell'esercito cubano e quelle della guerriglia: oltre a quella armata esiste anche la guerra psicologica e ognuno tira l'acqua al suo mulino. Io spero solo che le FARC possano condurre in porto la loro rivoluzione per assicurare alla Colombia un governo stabile e popolare.

  9. #9
    Quid est veritas?
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    Predefinito Riporto con obiettivo documentario:

    31 de Diciembre de 2008
    SALUDO DE LAS FARC EP AL PUEBLO COLOMBIANO:
    Culmina otro año vergonzoso para los colombianos caracterizado como nunca por una sucesión de crímenes, corrupción y gravísimos escándalos en las más altas esferas del poder. Un año que será recordado por la infame cadena de asesinatos, violencia y terror cometidos por la Fuerza Pública contra nuestro pueblo, lo que ratifica una verdad que hemos gritado ante el mundo entero desde hace más de 40 años: en Colombia hay un régimen de Terrorismo de Estado.

    No obstante, este 2008 también será recordado como el año en que se fue descorriendo el velo del inmenso y engañoso fraude que han significado los 6 años del gobierno fascista encabezado por el dictador Álvaro Uribe Vélez. Porque fue un fraude su reelección alcanzada con engaños, sobornos, truculencias y traiciones; fue un fraude su promesa de acabar con el paramilitarismo, que, por el contrario, creció y mostró que sus tentáculos y ramificaciones llegaron a dominar no solo organismos de inteligencia como el DAS, sino que alcanzaron la propia casa de Nariño; fue un fraude su política de acabar con la corrupción y la politiquería pues no conoce la historia de Colombia administración más corrupta que la actual. Pasarán los años y este Congreso será recordado en la posteridad como un parlamento, (con honrosas excepciones de la oposición) plagado de delincuentes confesos, mafiosos, componederos y paramilitares con las manos tintas en sangre de compatriotas.

    Fue un fraude su política anti drogas, pues en estos años aumentó la producción de cocaína y se develó con meridiana claridad que los paramilitares son una mafia del narcotráfico nunca combatida por las Fuerzas Militares, que contaron y cuentan con la protección oficial y que en nefanda alianza asesinaron sin compasión a millares de inocentes en campos y poblados.

    Fue un fraude su proclamada victoria contra la insurgencia. Las abultadas cifras de muertos engañosamente presentadas a la opinión como pruebas de los pretendidos triunfos contra la guerrilla alcanzados por sus falsos “héroes,” devinieron de la horrenda masacre de miles de humildes compatriotas, asesinados en un festín de muerte, llegando al extremo de legalizar cadáveres y crear carteles para cobrar recompensas por ellos, o, en su degradación moral, utilizarlos para obtener un permiso o una licencia de vacaciones.

    Tras la hipócrita denominación de “falsos positivos” lo que se esconde no es más que un nauseabundo y espantoso crimen de lesa humanidad contra los colombianos que apenas da una idea de la honda dimensión de un genocidio ejecutado sistemáticamente durante décadas por la Fuerza Pública contra nuestro pueblo y que reclama no destituciones compensadas con embajadas, sino condenas penales ejemplarizantes.

    Proponer, como lo hizo Uribe, que en las unidades militares se reciban las denuncias sobre violación de los DD. HH. es como si Hitler le hubiera pedido a las SS que recibieran las quejas de los abusos cometidos por la Gestapo.

    Esta engañosa salida no es más que otra estafa al dolor de miles de colombianos que claman por conocer la verdad sobre la suerte corrida por sus familiares asesinados a manos de las fuerzas militares del régimen. Lo que el gobierno pretende es eludir la cuestión fundamental de todo este drama y no responder qué pasó realmente con el asesinato de miles de nuestros compatriotas, ni por qué fueron retirados 27 altos mandos militares incluidos varios Generales a tiempo que otros renunciaron incluyendo al comandante del ejército.

    El qué, el cómo, el cuándo y el por qué de toda esta tragedia, son preguntas que aún están sin respuesta.

    No puede ser casual ni coyuntural una crisis que se repite cíclicamente y por años. Estamos ante la evidencia de un hecho denunciado y negado mil veces. Escándalos que se tapan con otros escándalos producto de crímenes y de masacres. Mapiripán, La Rochela, el Aro, San José de Apartadó, Urabá, El Naya, Jamundí, Guaitarilla, Cajamarca son nombres ligados ya por la memoria colectiva a otras tantas tragedias y a los nombres de Generales como Rito Alejo del Río, Uscátegui, Manosalva, Montoya, Yanine, Iván Ramírez, Bedoya Pizarro, Mora Rangel, Ospina y al mismo presidente Uribe.

    El velo de las mentiras se está corriendo y más temprano que tarde brillará la verdad plena, para bien de la patria.

    Es la concepción mafiosa de la Seguridad Nacional y del Estado, la que está en entredicho. Es la legitimidad de unas fuerzas militares, que reclaman el monopolio de las armas de la República y se valen de ellas para mancillarlas y para asesinara su propio pueblo, lo que está en juego.

    Es la propia legitimidad del Estado la que está cuestionada porque detrás de la mentirosa retórica de la mal llamada “Seguridad Democrática” lo que se esconde es la guerra sucia contra el pueblo: El Terrorismo del Estado.

    Está comprobado que las fuerzas militares actuando conjuntamente con los paramilitares han desplazado a más de 4 millones de personas, desaparecido a más de 25 mil compatriotas lanzando sus cuerpos a los ríos convirtiendo a estos en cementerios sin tumbas, o en ocasiones arrojando vivas a sus víctimas a las fauces de cebados cocodrilos, como solían hacerlo en la hacienda de Miky Ramírez en Bolívar y en La Hacienda " Villa Sandra ", en Puerto Asís (Putumayo). En los últimos 5 años, han asesinado a más de1. 800 indígenas y 2. 570 sindicalistas.

    Las confesiones de los jefes paramilitares sobre sus espeluznantes matanzas, de sus estrechas relaciones y su financiamiento por parte de empresas nacionales y multinacionales sorprendieron al país nacional, pero no al establecimiento. Empresas como Postobón, Bavaria, Coca cola, Carbones del Caribe, Brasilia, Copetran, Vikingos, Palmicultores del Magdalena, Cafeteros de la Sierra Nevada, Carboneras del Cesar, ECOPETROL, Prodeco, Pizano, Maderas del Darién; Maderas de la Cuenca del Río Truandó, Transportadores de Carbón, Del Monte, Bancol, Drumond, Hyundai, Comcel, Club Vacacional Mendihuaca, Caribbe And Resort, algunos contratistas de gases del Caribe, Chiquita Brands (le regaló 3. 000 fusiles a los paramilitares) , Dole, Proban, Uniban y Sociedad Emilia Hazbun y Cía., han utilizado al paramilitarismo para imponer relaciones laborales precapitalistas y en otros casos, para realizar sus grandes proyectos arrasando por completo con pueblos de pobres y de indígenas como sucedió en la Sierra Nevada de Santa Marta para la construcción de la represa sobre el río Bessote o la represa de Urrá, en Córdoba, donde sin contemplación desalojaron a todos los Emberá Katíos; y en Urabá, para el desarrollo de los proyectos de palma africana y banano, donde el mismo paramilitar H. H. reconoció sin rubor, haber asesinado a más de 3. 000 personas.

    El monstruo de la narcoparapolítica se tomó a Colombia y compromete a toda la cúpula del Estado, empezando por el propio Uribe cabecilla principal del paramilitarismo, al vicepresidente Francisco Santos inspirador del “Bloque Capital”, a la comandancia del ejército y de la policía (los Montoyas, los Padillas y los Naranjos), al Ministro de Defensa Juan Manuel Santos (que conspiró con Carlos Castaño), al ex jefe del DAS Jorge Noguera y a más del 35 por ciento del Congreso.

    Este régimen terrorista del gran capital y del latifundio genera una profunda corrupción. Nunca antes las instituciones se habían enlodado tanto por descender tan bajo, ni tampoco la delincuencia organizada había subido tan alto, al punto, que la augusta Casa de Nariño conocida históricamente como residencia presidencial y sede del gobierno de turno, ha sido convertida por el presidente Uribe en algo así como el " basurero de Doña Juana ", de cuyo fondo emanan tóxicos y pestilencias que a diario envenenan el organismo de la nación y contaminan el ambiente más allá de las frontera patrias.

    Porque todo en este gobierno hiede como el inmoral caso de la Yidis política, que estremeció al país cuando se conoció que la aprobación de la primera reelección en el Congreso, fue producto del pago en prebendas a Yidis Medina y Teodolindo Avendaño por parte de los Ministros de la Protección Social e Interior, Diego Palacios Betancourt y Sabas Pretelt respectivamente, y que hoy se repite agigantada, la inmoralidad que pretende una repudiable segunda reelección de Uribe, sostenida sobre trampas, narco dineros, sobornos y engañosa la población.

    El derrumbe de las pirámides, de las que hace parte la familia presidencial y cuyos costos tratan de descargar sobre los hombros de la gente humilde, es otra muestra del engaño, la corrupción y las componendas de la narcotizada clase política colombiana.

    Todo esto acontece en medio de una crítica situación social deteriorada al extremo por la reforma laboral uribista que cercenó las conquistas obtenidas por los trabajadores tras años de intensas luchas y que generalizó el esclavista sistema de las cooperativas de empleo para explotar más a los obreros y empleados, situación afectada también porque una buena cantidad de hospitales han sido cerrados, muchas universidades públicas están sin presupuesto y otras paramilitarizadas, las empresas estatales más rentables fueron entregadas a precio de ganga al capital trasnacional (sobre todo gringo y español), el desempleo sigue su línea ascendente, los salarios son bajos y la de pauperización permanente, el déficit de vivienda aumenta, la cobertura social del sistema de salud es absolutamente precaria, las insuficiencias educativas son crecientes, gran porcentaje de los municipios del país carecen de agua potable, el arrasamiento del equilibrio ecológico presagia catástrofes, los damnificados de la violencia se sumen en el olvido oficial, se mantiene la desnutrición secular de franjas importantes de la niñez colombiana, todo esto como manifestaciones de la política de un estado y de una oligarquía voraz, que solo piensa en su chequera y que como si fuera poco pretende comprometer al país en un oneroso e inaceptable tratado comercial (TLC) con los Estados Unidos.

    Y mientras campea esa miseria social, el gobierno colombiano gasta anualmente 22. 21 billones de pesos, un 6, 5 por ciento del producto interno bruto (PIB) que asciende a 351, 2 billones de pesos. Si el estado destinara a educación y salud el total del gasto militar, con ese dinero podrían construirse 3. 666 escuelas y 220 hospitales de tercer y cuarto nivel. Pero no, todas las llaves que puedan conducir al mejor estar del pueblo están cerradas, el único grifo que dejan abierto para que el pueblo lo utilice hasta saciarse, es el de la muerte.
    A tal despilfarro militar se suman los cerca de 10 mil millones de dólares gastados por el gobierno de los Estados Unidos durante los últimos 6 años en su guerra contra el pueblo colombiano a través del imperial, inútil y fracasado Plan Colombia porque la verdad es que nuestra soberanía está completamente deshilachada ya que la injerencia norteamericana es cada vez más grande y mayor la sumisión de Uribe, a quien el imperio le designó en Latinoamérica el mismo papel de Caín que juega Israel en el Medio Oriente. Por ello conspira y provoca buscando desestabilizar los gobiernos de Chávez y Correa.

    Vale recordar que el capitalismo mundial vive su peor crisis en muchos años y que los efectos del colapso neoliberal y del Capitalismo Salvaje atropellan a millones de seres humanos y al mundo sin que el sistema vislumbre en su horizonte ninguna perspectiva para superarlo, aunque en los Estados Unidos hayan elegido como presidente a Barack Obama, quien a pesar de las expectativas que ha generado, difícilmente podrá colmar las esperanzas que muchos han depositado en él.

    Solo la iniciativa creadora de los pueblos y sus luchas pueden corregir el rumbo del actual caos y el socialismo se yergue otra vez, como el único que puede humanizar el planeta y enrumbara la sociedad por caminos de paz, igualdad, justicia, desarrollo, bienestar y felicidad social. Es la enseñanza que surge de los procesos en marcha bajo el influjo actuante de las mayorías, en el viejo mundo, en nuestra América y en el Caribe.

    En este gran contexto nacional y mundial germinan fundadas razones para el optimismo. Se levantan con inagotable fuerza, grandes manifestaciones sociales de campesinos, trabajadores, indígenas, estudiantes, del movimiento popular y de las fuerzas democráticas como esa formidable corriente de opinión que constituyen los “colombianos por la paz”, a todos ellos desde aquí, nuestro saludo combativo colmado del irrevocable compromiso por la solución política, hacia una verdadera paz con justicia social.

    En esta gesta heroica, los mandos y combatientes de las FARC EP estaremos, como desde Marquetalia, acompañando al pueblo en sus más altos empeños hasta alcanzar la Nueva Colombia porque los farianos nos nutrimos e inspiramos de las invencibles luchas de nuestro pueblo, de las certezas que nos han acompañado durante 44 años de lucha revolucionaria, del ejemplo y sacrificio de Raúl, Iván, Felipe, Camilo, Dago y tantos otros caídos y especialmente del ejemplo y enseñanzas del invencible y legendario conductor de guerrillas, comandante en jefe, Manuel Marulanda Vélez.

    Saludamos y les manifestamos nuestra solidaridad militante en las cárceles del régimen a los guerrilleros y a todos los presos políticos, a Sonia, Simón e Iván Vargas, a todos les reiteramos que no cejaremos la lucha por cristalizar un Acuerdo Humanitario.

    Saludamos a los guerrilleros y guerrilleras de las FARC EP, a las Milicias Bolivarianas, Partido Clandestino, Movimiento Bolivariano, otras organizaciones Revolucionarias, organizaciones de Masas, Fuerzas Democráticas, a nuestros simpatizantes y amigos los alentamos a redoblar esfuerzos. Los colombianos no podemos tener como destino las actuales desgracias, porque el futuro nos pertenece, es que debemos labrarlo desde siempre y eso solo será posible mediante la unidad y la convergencia del esfuerzo colectivo.

    Al pueblo colombiano le proponemos trabajar por un nuevo gobierno, patriótico, democrático, Bolivariano con rumbo al socialismo, que desarrolle la plataforma bolivariana, trabaje por una Constituyente que sea respetada en sus decisiones, representativa de todos los sectores de muestra nacionalidad, que aborde los temas vedados a la Constituyente de 1991 y así cimentar sobre sus bases la paz democrática que anhelamos la enorme mayoría de los colombianos.

    En Bolívar Nos Encontramos Todos!
    Honor Y Gloria A Nuestros Combatientes Caídos!
    Hasta la Victoria Siempre!
    Hemos Jurado Vencer y Venceremos!

    Secretariado del Estado Mayor Central
    FARC EP
    Montañas de Colombia, Diciembre 22 del 2008



    http://www.farc-ejercitodelpueblo.org/?node=2,3548,1

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    Predefinito Clamori dalla Colombia! - gennaio 2009 - I

    FORMULATE NUOVE ACCUSE ALL'AMBASCIATORE SABAS PRETELT DE LA VEGA
    La Procura colombiana ha formulato nuove accuse all'ex Ministro dell'Interno, ed ora ambasciatore in Italia, Sabas Pretelt de la Vega e al Ministro della Protezione Sociale Diego PalaciosBetancourt, per i fatti inerenti alla rielezione fraudolenta del presidente Uribe. La misura colpisce anche Hernando Angarita, ex vice Ministro dell'Interno. Pretelt de la Vega e Angarita avrebbero garantito raccomandazioni nella pubblica amministrazione e denaro all'ex rappresentante alla Camera Teodolindo Avendaño (già agli arresti), in cambio di un "aiuto" per la rielezione dell'attuale presidente. L'ambasciatore italiano, già accusato precedentemente dall'ex congressista Yidis Medina per lo stesso reato, sembra essere il "regista" della scandalosa truffa che ha portato all'illegittima rielezione di Uribe.
    Il paradosso è che, (tra promesse di non estradizione a paramilitari e corruzione di congressisti) questo rappresentante dell'oligarchia colombiana, ricoprendo indisturbato l'incarico di diplomatico in Italia, dispensa medagliette di merito perfino al Direttore dell'ONU a Vienna e Direttore dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC), che "evidentemente ignora" il ruolo di questo corruttore in giacca e cravatta!



    HEBE DE BONAFINI MEDIATRICE IN FAVORE DEI MEMBRI DELLE FARC DETENUTI NELLE CARCERI COLOMBIANE

    L'esponente dell'Associazione "Madres de Plaza de Mayo", Hebe de Bonafini, ha accettato l'appello in favore di un Accordo Umanitario, lanciato dai prigionieri di guerra delle FARC-EP reclusi nelle carceri colombiane. La nota leader argentina ha dichiarato che è oramai indispensabile giungere ad un intercambio umanitario e che il presidente Uribe deve dimostrare la propria volontà democratica per questo fine.
    Sono centinaia gli appelli che provengono da diversi settori nazionali ed internazionali in favore dell'Accordo Umanitario tra le due parti belligeranti: l'insorgenza e lo Stato colombiano. Premi Nobel, intellettuali, riconosciute personalità, partiti politici e ONG si stanno battendo da tempo affinché Uribe abbandoni l'idea del riscatto a ferro e fuoco dei detenuti, e scelga la strada della soluzione politica. Da una parte l'insorgenza ha già dimostrato la sua buona volontà per il raggiungimento dell'accordo, con liberazioni unilaterali; ora tocca al governo di Bogotà.



    ASSASSINATO LEADER COMUNISTA DELLA REGIONE TOLIMA

    Il 1° gennaio del 2009 il leader comunista Adolfo Tique, membro del sindacato SINTRAGRITOL e del Polo Democratico Alternativo, è stato assassinato con tre pugnalate al petto. Tique, padre di sei figli, era continuamente accusato dai militari di essere un ausiliario della guerriglia. Il sicario, José Vicente Acosta, alias "Pacheco", dopo essere stato tratto in arresto da membri della Brigata Mobile n°2, è stato immediatamente rimesso in libertà. Al funerale il capo delegazione del Partito Comunista, Raúl Rojas González, è stato fotografato e il suo intervento è stato registrato dagli stessi militari.
    Non era ancora inziato il nuovo anno, e la Sicurezza Democratica di Uribe mieteva la sua prima vittima. Non è più possibile che la cosiddetta Comunità Internazionale continui a tollerare questi crimini di lesa umanità: riconoscendo la legittimità del regime di Bogotà essa si rende a sua volta complice del fascismo instaurato in Colombia.



    MEDAGLIA PRESIDENZIALE PER VIOLAZIONE DI DIRITTI UMANI

    Il narco-paramilitare presidente della Colombia, Álvaro Uribe Vélez, riceverà la "medaglia presidenziale della libertà" dalle mani del più grande violatore di diritti umani del mondo, George W. Bush.
    Disonorevole per chi la offre e per chi la riceve: ricordiamo ad esempio che Al Gore, ex vicepresidente di Bill Clinton (creatore del Plan Colombia), defraudato della vittoria elettorale da Bush stesso, nel 2007 si è rifiutato di sedersi a fianco di Uribe per via dei suoi rapporti con i paramilitari. Anche Uribe è stato eletto per mezzo di frodi, corruzione e violenze; Bush ha assassinato più di un milione di iracheni; Uribe ha assassinato 13.650 civili colombiani. Si abbracciano reciprocamente per festeggiare il nefasto Plan Colombia (anche se sarà rivisto, secondo quanto ha affermato il futuro presidente Barack Obama, perché il Congresso statunitense non approverà il Trattato di Libero Commercio).
    Ci sono omaggi che fanno vergognare chi li riceve, se questi ha un minimo di dignità morale. Evidentemente questo non è il caso del presidente Uribe.



    L'UNICA POSSIBILITA' PER USCIRE DAL CONFLITTO E' L'ACCORDO UMANITARIO

    Il professor Gustavo Moncayo, padre di Pablo Emilio Moncayo, sottoufficiale dell'esercito detenuto dalle FARC da 11 anni, in un'intervista rilasciata il 12 dicembre 2008 ha dichiarato che l'unica possibilità per uscire dal conflitto colombiano è l'accordo umanitario, perché ritiene che altrimenti "la violenza continuerà" .
    Il professore, che da giugno ad agosto 2007 ha marciato per 1.200 km per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema dei prigionieri di guerra, ha affermato che "le parti devono sedersi ad un tavolo e dialogare", perché il riscatto con la forza non rappresenta una soluzione ai problemi del conflitto.
    Moncayo ritiene che se la guerriglia dichiarasse la liberazione unilaterale dei prigionieri, la violenza continuerebbe, il governo continuerebbe con i falsi positivi, insisterebbe nella stigmatizzazione degli intermediari e nel favorire la pratica della delazione, che brucerebbe i contatti. Ad una domanda sul tema della marcia, il professore ha risposto che l'idea era quella di presentare la proposta di utilizzare altri paesi come facilitatori e accompagnatori del processo dell'accordo umanitario, cosa che darebbe fiducia alle parti, sia al governo che alla guerriglia, di modo che tutte le risorse che si investono nella guerra potrebbero essere impiegate in forme diverse, ad esempio riassegnando le terre agli sfollati, migliorando il sistema educativo, migliorando il servizio sanitario.
    Lo scambio umanitario rappresenta l'unica credibile possibilità per uscire dal conflitto che insanguina la Colombia; solo il governo paramilitare e la cosiddetta comunità internazionale sembrano non accorgersene!



    OLTRE 30.000 MORTI IN COLOMBIA DURANTE IL 2008

    Secondo un documento ufficiale dell'Istituto Nazionale di Medicina Legale, durante il 2008 i decessi registrati sarebbero oltre 30.000. I casi di morte naturale sarebbero solo 2.632, mentre i casi di omicidio ammonterebbero a 13.525. Oltre 5.000 decessi per incidenti stradali e più di 1.600 casi di suicidio. 3.318 sono i casi ancora in studio, mentre 938 persone sono perite per cause violente ma non stabilite; per altre 378 non si è potuto accertare il decesso. Il rapporto evidenzia di come i casi di morte violenta siano aumentati del 14% rispetto all'anno precedente (2007).
    L'aumento esponenziale della violenza è riconducibile all'intensificazion e del conflitto sociale, politico e armato che perdura in Colombia da oltre cinquant'anni. La dottrina uribista della "Sicurezza Democratica" ha mostrato tutto il suo fallimento, oltre a constatare il fiasco operativo delle forze (para) militari di Bogotà. Solo una soluzione politica e negoziata tra le due parti in conflitto potrà portare a una Pace duratura e alla fine di una guerra scatenata da un'oligarchia cieca e sanguinaria, arroccata dietro agli esecrabili privilegi che condannano la maggioranza della popolazione alla povertà e alla miseria.



    DAL 1994 LA CIA CONOSCE IL VINCOLO TRA L'ESERCITO COLOMBIANO ED I GRUPPI PARAMILITARI

    Secondo quanto pubblicato dal National Security Archive (gli archivi nazionali di sicurezza) nella sua pagina internet, la CIA è al corrente dei vincoli tra l'Esercito colombiano ed i gruppi paramilitari sin dal 1994. Questa organizzazione senza fini di lucro dell'Università "George Washington" ha pubblicato documenti desecretati che evidenziano come la mattanza di civili fatti passare per combattenti guerriglieri, pratica conosciuta in Colombia come "falsos positivi", sia una vecchia pratica. Ingigantire il conteggio dei morti in combattimento è qui descritto come una pratica antica ed ufficiale per presentare quei successi militari che non trovavano riscontro sul campo di battaglia.
    Proprio agli inizi degli anni '90 la stessa DEA statunitense segnalava l'attuale presidente Álvaro Uribe Vélez come uno dei più pericolosi narcotrafficanti mondiali; ed è costui che ha istituzionalizzato le squadracce della morte che oggi godono dell'impunità e del "reinserimento nella società civile" attraverso la legge "Justicia y Paz". Non ci sono più alibi per continuare a riconoscere questo governo mafioso, paramilitare e narcotrafficante!



    LA SENATRICE PIEDAD CORDOBA PROPOSTA AL PREMIO NOBEL PER LA PACE

    Adolfo Pérez Esquivel, ex premio Nobel per la Pace, ha formalizzato al Comitato del Nobel ad Oslo (Norvegia) la proposta di candidatura della senatrice liberale Piedad Córdoba per il prestigioso premio 2009. "Ho presentato la candidatura di Piedad Córdoba, tenendo conto del suo lavoro in favore della Pace, della sua traiettoria politica e del suo impegno in difesa dei Diritti Umani", ha dichiarato Esquivel, che ha aggiunto: "la sua eventuale vittoria potrebbe contribuire a far nascere possibili opzioni per la Pace in Colombia e a impedire i massacri, le violenze e le violazioni dei Diritti Umani".
    Candidatura scomoda per il governo Uribe e per i nemici della soluzione politica, i quali preferirebbero sicuramente un personaggio come la Betancourt, che come "proposta pacifica" dichiara che è auspicabile la sconfitta militare della guerriglia. La Córdoba, la quale si batte da tempo affinché si trovino cammini di dialogo ed un accordo umanitario per porre fine al conflitto non si pronuncia sul tema perché, a suo giudizio, potrebbe intorpidire il rilascio imminente dei detenuti, e con grande umiltà ha espresso: " in ogni caso non me lo merito".



    L'INVOLUZIONE DI GUSTAVO PETRO DEVE ESSERE SANZIONATA DALLA SUA BASE

    L'ambizione personale del senatore Gustavo Petro gli impedisce di rendersi conto della crisi sociale, politica ed economica che vive il paese, stretto nella morsa fra il regime di Sicurezza Democratica ed il terrorismo di Stato del presidente Uribe e della sua cricca mafiosa eterodirettadagli Stati Uniti.
    Dopo aver affermato che occorre allearsi con Uribe per farla finita con l'insorgenza, e che non tutto il contenuto del Trattato di Libero Commmercio è da buttare, alla fine si è lanciato nella proposta di realizzare una coalizione di partiti di destra e di sinistra per ottenere la presidenza.
    Gustavo Petro è un ex militante del movimento guerrigliero M-19, smobilitato nel 1990 e convertitosi in partito politico.
    A proposito di questo movimento, ricordiamo che il prestigioso scrittore e giornalista colombiano ed esiliato in Europa, Hernando Calvo Ospino sostiene che Antonio Navarro Wolf, ex capo del M-19, abbia facilitato l'acquisizione di una quota di seggi nell'Assemblea Costituente ai paramilitari del dipartimento del MagdalenaMedio, ovviamente all'insaputa dei suoi sostenitori.
    Petro non può ignorare questi fatti, né la vergognosa impunità ratificata dalla legge "Giustizia e Pace", approvata dal congresso il 21 giugno del 2005, che annovera fra le sue perle lo status politico ai paramilitari, l'impunità e la conseguente legalizzazione di fatto dei loro crimini, la mitezza delle pene inflitte. La politica è piena di opportunisti che cambiano casacca ed ideologia in funzione del proprio vantaggio personale, in Colombia e nel resto del mondo, ma la posizione di Gustavo Petro è scandalosa nella sua complicità con i macellai fascisti e narcotrafficanti che scorrazzano nel paese.



    GOVERNO COLOMBIANO ACCUSATO DI CORROMPERE UN GIUDICE ECUADORIANO

    Martedì 6 gennaio un gruppo di parlamentari messicani del PRD ha annuciato il desiderio di riunirsi con il presidente dell'Ecuador Rafael Correa, con l'obiettivo di evitare l'estradizione di Lucia Morett, la studentessa messicana sopravvisuta al massacro di Sucumbìos del primo marzo, il bombardamento all'accampamento temporaneo del capo della commissione internazionale delle FARC Raùl Reyes effettuato dall'esercito colombiano in territorio ecuadoriano.
    Il deputato messicano Cuauhtémoc Sandoval, che dirige il collegio di difesa della studentessa nel suo paese, ha dichiarato che dietro la sollecita richiesta di estradizione c'è la corruzione, da parte del governo colombiano, di un giudice dell'Ecuador.
    Il presidente Correa, che alla fine del 2008 aveva pubblicamente stigmatizzato la collusione fra paramilitari e governo colombiano, qualche settimana dopo il bombardamento ha dichiarato che Lucia Morett non ha commesso alcun delitto in Ecuador, essendo entrata regolarmente nel paese con un visto turistico. Ciononostante, in virtù della separazione dei poteri, l'ultima parola sulla questione spetta ad un giudice.
    Il governo colombiano usa uno degli strumenti che conosce meglio, la corruzione, per cambiare le carte in tavola e mettere sotto accusa le vittime del terrorismo di Stato; la studentessa Lucia Morett, che ora è tornata in Messico, era stata accolta in Nicaragua dal presidente Ortega per ragioni di sicurezza, poiché aveva subìto molte minacce. Presente nell'accampamento per la realizzazione di una ricerca accademica sul gruppo insorgente, è l'unica sopravvissuta del gruppo di messicano trucidati dall'esercito colombiano: può senz'altro essere sentita da un tribunale ecuadoriano, ma ovviamente in veste di testimone dei fatti e non certo di accusata.

 

 

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