Nella Regione si afferma Gianni Chiodi, candidato del partito del Cavaliere
La "rivincita" di Del Turco: "Mi godo il risultato". Di Pietro: "Puniti certi strateghi del Pd"
Abruzzo, autocritica di Veltroni
"Siamo stati incapaci di innovare"
Europa attacca l'ex pm: "Basta con questa alleanza"
Bettini: "Serve innovazione e dirigenti nati con i democratici"
ROMA - "Il voto ci consegna un risultato particolarmente negativo che va guardato in faccia nella sua dimensione reale e non spiegato con un malefico sguardo politicista". Davanti alla sconfitta delle regionali in Abruzzo il segretario del Pd Walter Veltroni, non minimizza. Sentendo "la responsabilità di non aver reso evidente e chiara ciò che il Pd può essere di nuovo. Ogni volta che il vecchio si aggrappa ai nostri piedi, noi paghiamo un prezzo. Quando invece il Pd è il Pd, i risultati sono venuti"
Una delusione che contrasta con la gioia del candidato del Pdl Gianni Chiodi: "C'è stata una giunta regionale che ha fallito e una maggioranza silenziosa che ha avuto la meglio". Intorno al suo nome, infatti, si è concentrato il 48,81% dei voti. L'avversario di centrosinistra, Carlo Costantini, dell'Idv, ha ottenuto il 42,67%. Anche se non va dimenticata una buona dose di disaffezione che ha portato alle urne solo il 53% degli aventi diritto, 1.208.976 in tutto, con un calo di 16 punti percentuali rispetto alle regionali del 2005 e di 28 sulle ultime politiche.
Se il Pdl esulta nel centrosinistra su agitano tensioni e recriminazioni. Scorrendo i dati il calo del Pd è evidente, così come l'impennata di consensi registrata da Di Pietro. Ed è così che l'alleanza con il partito dell'ex pm torna a essere argomenti di scontro tra i democratici. Tra chi pensa che sarebbe ora di chiudere il capitolo e chi invece vede ancora ragioni per tenere in piedi l'accordo. "E' bene che il partito riformista faccia un bagno di umiltà e invece di criminalizzare sempre la nostra azione ammetta che l'elettore si riconosce di più in questa nostra linearità di comportamento che nelle alchimie del Palazzo" dice l'ex pm intervistato da Repubblica. In casa Pd, invece, il braccio destro di Veltroni, Goffredo Bettini spinge sull'acceleratore e chiede "una fortissima innovazione, anche dal punto di vista generazionale promuovendo nuovi dirigenti e amministratori democratici 'doc', nati con il Pd".
Dalle colonne di Europa, ex quotidiano della Margherita, l'invito è chiaro: "Liberatevi da questo ircocerco. Di Pietro gioca solo per sè. Farlo crescere all'ombra del Pd è la cosa peggiore". Di Pietro, però, non si spaventa: "'Saremo alleati con chi ci sta e con chi crede come noi che la questione morale deve essere messa al primo posto".
Il tutto mentre l'ex governatore del centrosinistra Ottaviano Del Turco, arrestato per tangenti e attualmente ai domiciliari, ormai in rotta con il Pd e Di Pietro, si gusta "la vendetta": "Che gioia, sono felice per il voto".
(16 dicembre 2008)
http://www.repubblica.it/2008/11/sez...ggioranza.html