19.12.2008,130 - Arrivano i russi
Il Premier della Republika Srpska Milorad Dodik, ha concluso la sua visita a Mosca, volta a consolidare i rapporti polito-economici tra l'entità serba e la Russia. In particolare è stato discusso il progetto petrolifero di privatizzazione della "Rafinerije Nafte" di Brod, l'invetimento dell'azienda statale russa "Interaoes" di investire nel settore della produzione di energia elettrica attraverso una partecipazione nella "Elektroprivreda Republike Srpske", e delle infrastrutture sul fiume Sava.
I dubbi sull'esistenza di un filone russo nella Republika Srpksa sono scomparsi con la visita dell'ambasciatore russo Constantin Schuvalov a Banjaluka. Nel corso dell'incontro con il Premier Milorad Dodik, Schuvalov ha infatti mostrato il grande interesse delle aziende russe di investire nella Republika Srpska e di aprire un'università serbo-russa, nonchè di una possibile ricapitalizzazione della Raffineria di Brod da parte della società russa Zarubeznjeft, portando avanti dei proggeti che andranno di pari passo con il progetto della conduttura del South Stream che dalla Serbia risalirà il territorio dell'entità serba di Bosnia. Abbiamo avuto comunque l'impressione che questi stretti contatti con la Russia da parte del Premier della Republika Srpska, non sono piacuti agli occidentali e alla Comunità Internazionale, che vedeva il Milorad Dodik un “alleato americano” e un vecchio combattente contro il Partito Democratico Serbo (SDS). Le cose tuttavia stanno cambiando e ciò che era stato previsto due mesi fa da Paddy Ashdown e Richard Holbrooke, si è avverato con l'ultima visita di Milorad Dodik a Mosca. Il loro più grande timore era nascosto proprio tra le righe nella critica contro Milorad Dodik, ritenuto “il premier dei serbi della BIH”, uno che piaceva alla Comunità Internazionale, sopratutto a Washington, perchè si era opposto al Partito nazionalista SDS, ma ora “semplicemente accettava il loro programma senza tener conto del peso di essere il responsabile del genocidio di Srebrenica”.
Con questa dichiarazione, non soltanto politica ma anche critica nei confronti dell’attuale situazione della Republika Srpska, si va a colpire anche la sfera economica, essendo rivolta soprattutto alla debolezza dell’UE e della Comunità Internazionale a cui si chiede di reagire alle azioni di Milorad Dodik. I due politici sostengono che sia Milorad Dodik, sia la RS, sono da tempo sostenuti dalla Russia e dai petrolieri russi. “Come Milorad Dodik, anche la Russia usa la debolezza dell'UE, perchè il programma russo è portare avanti le attività che indeboliscono, dove è possibile, USA ed UE. L’unico elemento che potrebbe favorirli è il fatto che l'influenza di Mosca nella BiH non è ancora così forte come quella americana ed europea”, convengono Pashdown e Holbrooke alla luce della loro lunga esperienza nei Balcani come diplomatici, portando confusione e caos in Bosnia Erzegovina. La loro paura è aumentata quando finalmente è stato firmato l'accordo per il progetto petrolifero della "Rafinerije Nafte" di Brod, con l'inizio della produzione dei derivati del petrolio. A seguire, vi è stato il famoso accordo tra Serbia e Gazprom, ratificato dal Presidente serbo Boris Tadic e dal direttore esecutivo del gigante russo Aleksei Miller, alla presenza del Premier Milorad Dodik.
Questo ovviamente non è stato gradito dalla Comunità Internazionale, dall'ex Alto Rappresentante Paddy Ashdown e dall'ex ambasciatore all'ONU Richard Holbrooke, che consideravano la RS come un “vecchia colonia indiana”, a cui voleva insegnare la dottrina del padre imperatore con la frusta. Ed infatti, con la sua frusta politica, ha castigato 60 membri del partito SDS i quali, non essendovi per la comunità internazionale elementi a loro favore, sono rimasti senza alcun mezzo di sussistenza Da questi ci dobbiamo dunque aspettare una politica che vada a favore dello sviluppo economico della RS, ossia da coloro che hanno contribuito alla crisi globale e vedono l'unica salvezza in quelle economie in via di sviluppo, che hanno ancora risorse da sfruttare? Con “la loro economia avanzata” e “le tecnologie d'avanguardia” hanno fallito comunque, ed ora vogliono trascinare in questo buco nero della crisi mondiale anche i Balcani, che conoscono bene la crisi reale.
Sembra però che Dodik abbia trovato una strada da percorrere per ingranare lo sviluppo della Srpska, e così, dopo aver partecipato alle trattative con la Serbia per il South Stream, come una parte del grande progetto di NIS, si è diretto a Mosca dove ha incontrato il Capo della diplomazia russa accompagnato dal Ministro dell’Energia Slobodan Puhalac. Nel corso della loro visita hanno tenuto dei colloqui con il rappresentante della regione federale Georgij Sergeyevich Poltavchenko, per discutere della cooperazione economica tra RS e la Federazione Russa, del progetto petrolifero della "Rafinerije Nafte" di Brod, ma anche della proposta avanzata dall'azienda statale russa "Interaoes" di investire nel settore della produzione di energia elettrica attraverso una partecipazione nella "Elektroprivreda Republike Srpske". Il Ministro Puhalac e il Premier Dodik hanno incontrato anche i rappresentanti della dirigenza della russa "Zarubeznjeft", concessionaria della raffineria di Brod, concordando in tale occasione tutti i dettagli connessi all'attuazione dei contratti sulla privatizzazione del settore petrolifero serbo. Il successo dell’investimento russo nella raffineria, come evidenziato da Dodik, è stato dimostrato dall’immediata collocazione dei derivati sul mercato della Republika Srpska, mentre il prossimo febbraio, la raffineria comincerà la produzione di euro-diesel, entro aprile dovranno essere raggiunti gli standard euro3 ed euro4, ed a maggio comincerà la produzione di bitume. Inoltre, saranno investiti 120 milioni di euro fino al 2010 per la realizzazione di una nuova linea di produzione. Tra i possibili progetti, vi sono anche ponti e canali per il fiume Sava, la costruzione del porto, e dei terminal per trasporto di merci e persone.
Tappa successiva della visita ufficiale a Mosca è stato l’incontro con il Ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergei Lavrov e il Vice Ministro Vladimir Titov, per discutere della situazione politica nella BiH e nella regione. Sottolineando gli evidenti progressi per rendere autonome le istituzioni locali, Lavrov ha ribadito la necessità di trasformare l’Ufficio OHR in una sede di rappresentanza dell’UE nella BiH, al fine di conferire alle istituzioni locali le rispettive responsabilità che gli competono. Per quanto riguarda i debiti della BiH nei confronti della Federazione Russa Dodik ha sottolineato che la Republika Srpska è pronta a risolvere tale problema nel più breve tempo possibile in modo da non pregiudicare lo sviluppo di buone relazioni tra la Federazione russa e la RS, nonchè con la BiH nel suo complesso. “I rapporti tra Russia e Republika Srpska saranno ancora più intensi”, ha aggiunto Dodik. La visita, di carattere politico-economico, è stata anche occasione per incontrare il vescovo Kiril Smoleski, che sarà il prossimo patriarca con la morte di Alessio II, ritenuto un vero amico del popolo serbo. Alla fine si è dimostrata vera anche la teoria dell’espansione del mondo ortodosso, dinanzi alla quale le vecchie “volpe balcaniche” di Ashdown e Holbrooke, chiedono un impegno della Comunità Transatlantica, come nel 1995 “se si vuole evitare una nuova crisi bosniaca”. I veri provocatori delle crisi ora sono impauriti dall’espansione russa, e non riescono a nascondere la loro paura per la perdita della Republika Srpska.
Biljana Vukicevic
Fonte: www.rinascitabalcanica.com
Commento: anche le regioni della Padania dovrebbero rivolgersi alla Russia. Nel 1997 e' stato invitato a Milano dalla Lega Nord l'ultranazionalista Vladimir Zhirinovsky e successivamente ha presenziato all'inaugurazione del governo della Padania. Allora la Russia contava poco, mentre quella attuale e' molto piu' forte. Quindi se vuole avere l'indipendenza, bisogna rivolgersi a "Zar Putin".