Berlusconi con Frattini (Eidon)ROMA - Arriva e mette subito le mani avanti: «Ho fatto due punture di Voltaren e può darsi che dica cose strane, perciò prendete tutto con beneficio di inventario». Silvio Berlusconi, quando entra alla Farnesina per concludere i lavori della conferenza degli ambasciatori, è di buon umore. E infatti regala ai presenti risate e aneddoti. Dopo la battuta sullo strappo muscolare che mercoledì lo ha costretto a stare tutta la giornata a palazzo Grazioli, il Cavaliere decide di compiere «un atto di fiducia in tutta la diplomazia italiana». E così, nonostante il malore di Emma Marcegaglia provocato in mattinata da un po' d'acqua contenente candeggina, beve un bicchiere proprio durante il suo discorso.
TRA SUPERMAN E OBAMA - Il premier ne ha per tutti. Scherza ancora una volta sul presidente Usa, Barack Obama, prendendo spunto dalla presenza di Gianni Castellaneta, ambasciatore italiano a Washington: «Ma Castellaneta non doveva essere abbronzato?». La platea sorride e lui fa un'altra battuta: «Io ho addirittura un orologio con il volto di Obama...». Poi si rivolge a Letta: «Io faccio Superman ogni giorno coi miei nipotini, Gianni è il Superman di palazzo Chigi». Anzi, per Berlusconi, Letta «è peggio di Superman, mi riempie di sgomento, mi fa sentire inferiore per quanto lavora. Gianni - dice rivolto al sottosegretario - fai schifo, fai proprio schifo!».
L'INTERIM ALLA FARNESINA - Proprio Letta, poi, ricorda un episodio accaduto durante l'interim di Berlusconi agli Esteri, quando il premier si prese anche la responsabilità della Farnesina dopo le dimissioni di Ruggero. «Berlusconi lavorava agli Esteri con passione - racconta Letta - ma Ciampi ogni giorno ci sollecitava: 'Quando finisce questo interim?'». Berlusconi lo interrompe sorridendo: «Tutta invidia!». Letta incassa e riprende la parola: «Passavano le settimane, i mesi, un semestre e Berlusconi era ancora lì. Un giorno - prosegue - Ciampi mi volle parlare in privato. Silvio poi mi chiese cosa mi avesse detto il presidente. Gli risposi che mi aveva detto che eravamo arrivati a un limite insuperabile». Pausa ad effetto, poi la conclusione: «Silvio mi rispose: 'Se insiste ancora, lascio il governo e resto alla Farnesina...».
LA FED - Berlusconi scherza anche sui temi politici ed economici. Assicura che «il gradimento verso il presidente del Consiglio è al 72,% mentre il governo al 50% di consensi. Si tratta di percentuali bulgare e che ora si può andare solo in discesa, ma spero che questo non succeda». Poi spiega come è andato veramente il vertice europeo di Bruxelles: «Grazie al fatto che non dormiamo abbiamo prevalso su quelli che si sono abbioccati». Non manca una critica alla Federal Reserve: «Ha abbassato i tassi a zero. E questo, se vogliamo fare una battuta, significa che in questa fase il capitalismo non rende niente: siamo al comunismo!».
DATI - Poi Berlusconi ribadisce che per superare la crisi serve ottimismo. Guai a dire che le cose vanno male innescando un circolo vizioso che poi porta davvero a scendere la china, afferma il premier, spronando a spargere fiducia e a non far circolare dati negativi. Compresi quelli messi nero su bianco dal Centro Studi di Confindustria su crisi economica e disoccupazione. «Io non renderei note queste cose» dice il Cavaliere.