Originariamente Scritto da
Daltanius
La posizione della Chiesa riguardo al razzismo è stata a suo tempo chiaramente illustrata dal vescovo di Cremona, Mons. Cazzani, nella sua omelia dell'epifania del 1939 con queste precise parole:
"La Chiesa non ha condannato e non condanna qualunque difesa politica dell'integrità e della prosperità della razza, e qualunque precauzione legale contro una eccessiva e dannosa influenza giudaica nella vita della nazione, purchè non si calpestino le leggi supreme della fratellanza umana e della carità cristiana, e lo si faccia con ragionevoli criteri e condizioni discriminanti, per cui non gravitino su chi non meita i rigori giudicati necessari per gli altri".
Il Manifesto della razza venne sottoscritto, fra gli altri, da fior di cattolici come Amintore Fanfani, Padre Gemelli, Papini ecc. è comunque interessante visionare tutti i nomi dei sottoscrittori (fra cui G. Bocca) su Vikipedia.
Relativamente al "razzismo" di Mussolini verso gli ebrei è indispensabile conoscere i precedenti antisionisti espressi dal Duce a partire dal suo primo discorso alla Camera in qualità di deputato ( in risposta al discorso della Corona del 21 giugno 1921) nel quale, passando ad argomenti di politica internazionale, Mussolini si sofferma proprio ed unicamente sul nascente problema palestinese con queste chiarissime affermazioni:
"Vengo ad un'altra questione molto delicata: E' una questione che bisogna affrontare, prima di tutto perchè la cronaca lo ha imposto, ed in secondo luogo perchè dopo l'allocuzione pontificia davanti al Concistoro segreto di giorni fa, non è più possibile ignorare che esiste una questione della Palestina. Bisogna segliere; bisogna che il Governo abbia un suo punto di vista. O sceglie il punto di vista sionistico inglese, o sceglie il punto di vista di Benedetto XV. Credo di non tediare la Camera, ricordando brevemente i precedenti della questione.
Il 2 novembre 1917 il Governo inglese si dichiarava favorevole alla creazione, in Palestina, di un focolare nazionale per il popolo ebraico, restando bene inteso che nulla sarebbe fatto che potesse recare offesa ai diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche, esistenti in Palestina, e ai diritti e agli istituti politici, di cui godono gli ebrei in tutte le altre nazioni del mondo. In un secondo tempo le Potenze alleate hanno adottato questa dichiarazione. Finalmente con l'art. 22 del trattato di pace, sottoscritto il 20 agosto 1920 a Sèvres, la Turchia rinunziava a tutti i suoi diritti sulla Palestina, e le Potenze alleate sceglievano come mandataria l'Inghilterra. Ora, mentre le nazioni civili dell'Occidente non hanno modificato il regime comune di libertà per le diverse confessioni religiose, in Palestina è accaduto tutto il contrario, anche perchè l'amministrazione di quello Stato in embrione è stata affidata all'organizzazione politica del sionismo. Ma in Palestina ci sono 600.000 arabi che vivono là da dieci secoli, e 70.000 cristiani, mentre gli ebrei non arrivano che a 50.000. Si è determinata così una situazione straordinariamente interessante. Gli ebrei autoctoni, che hanno vissuto per secoli all'ombra delle moschee di Gerusalemme non possono soffrire gli elementi che vengono dalla Polonia, dall'Ucraina, dalla Russia, perchè hanno delle arie straordinariamente emancipate, e quelli che sono immigrati si sono già divisi in tre fazioni una delle quali, che si chiama abbreviatamente Mopsi, è già iscritta regolarmente come frazione comunista alla Terza Internazionale di Mosca.
Apro una parentesi, per dire che non si deve vedere nelle mie parole alcun cenno di antisemitismo, che sarebbe nuovo in quest'aula. Riconosco che il sacrificio di sangue dato dagli ebrei italiani in guerra è stato largo, vastissimo e generoso, ma qui si tratta di esaminare una determinata situazione politica e indicare quali possano esssere le direttive eventuali del Governo. Ora in Palestina si è determinata l'alleanza tra cristiani ed arabi, si è formato il partito della Conferenza di Jaffa che si oppone con la guerra civile e col boicottaggio ad ogni immigrazione ebraica, ed il 1° maggio e il 14 maggio si sono verificati disordini sanguinosi, in cui ci sono stati qualche centinaio di feriti e vari morti, tra i quali uno scrittore di una certa fama.. Ora a quanto si legge nel Bulletin du Comité des Délégation juives, a pag. 19,
pare che il testo del mandato inglese per la Palestina debba essere sottomesso al Consiglio della Società delle Nazioni nella prossima riunione di Ginevra. Ed io desidererei che il Governo accettasse, in questa questione delicatissima, il punto di vista espresso dal Vaticano. Ciò è anche nell'interesse degli ebrei, i quali, sfuggiti ai progroms dell'Ucraina e della Polonia, non devono incontrare i progroms arabici della Palestina ed anche perchè non si determini nelle nazioni occidentali una penosa situazione giuridica per gli ebrei, in quanto se domani gli ebrei fossero cittadini sudditi di un loro Stato, potrebbero diventare immediatamente colonie straniere negli stessi Stati." ( B. Mussolini Scritti e discorsi - La rivoluzione fascista 23 marzo 1919 - 28 ottobre 1922" Hoepli Editore, 1934, vol. II° pp.177-179).