Soru ricorre a un «blind trust» per le azioni di Tiscali e per l’Unità
di
Francesca Ortalli
Renato Soru, presidente dimissionario della Regione Sardegna ha annunciato il ricorso al «blind trust», cioè la cessione ad un fiduciario di tutte le sue azioni societarie. Ad occuparsene d’ora in poi sarà Gabriele Racugno, docente di Diritto commerciale all’Università di Cagliari che gestirà sia le azioni di Tiscali (ancora in possesso del governatore una quota del 20%) e sia la maggioranza delle quote della società Nie che edita l’Unità.
Il provvedimento avrà efficacia per tutta la durata dell’impegno politico di Renato Soru ed è stato sigillato da un atto notarile firmato giovedì pomeriggio. In anticipo con i tempi, come ha spiegato lo stesso Soru in una conferenza stampa nel palazzo di viale Trento a Cagliari, perché «i cittadini hanno il diritto di sapere cosa fa chi li rappresenta». Infatti, la legge statuaria delle Regione Sardegna regola agli articoli 26 e 27 i casi d’incompatibilità e di conflitto d’interesse, prevedendo una Consulta di garanzia con il compito di verificare gli stessi.
La Statutaria però è entrata in vigore pochi mesi fa, causa referendum abrogativo proposto e perso dal centrodestra, senza aver costituito per mancanza di tempo la Consulta. Ma Renato Soru ha voluto fare come se questa esistesse e avesse deliberato un suo conflitto d’interesse. L’articolo 27 infatti prevede che «col negozio fiduciario il soggetto trasferisce tutti i diritti e i privilegi connessi alle azioni ad un soggetto terzo, il quale acquista così il controllo e la disponibilità delle azioni stesse». Di conseguenza sarà Racugno ad occuparsi di Tiscali e dell’«Unità» come consigliere d’amministrazione in sostituzione di Emanuele Soru, fratello del presidente.
C’è di più: Gabriele Racugno gestirà anche le altre partecipazioni del governatore in società che operano in Sardegna, perché, come spiega lo stesso Soru «voglio poter fare politica serenamente senza prestare il fianco a nessuna critica, spogliandomi di ogni cosa». Tra queste c’è anche la società Shardna, specializzata in attività di ricerca e di bio medicina. Sarà venduta al miglior offerente con l’unica condizione di continuare a mantenere la ricerca in Sardegna, per tutelare «le diciotto persone che già ci lavorano». «E’un passo importante per un argomento molto dibattuto nella politica italiana degli ultimi anni», ha dichiarato ancora Renato Soru - E sono contento di averlo fatto»