Indagine di Dia e carabinieri sulla delibera 'Global service', approvata dal Comune
in carcere l'imprenditore Alfredo Romeo. Dodici persone ai domiciliari
Napoli, arrestati 2 assessori Pd
Indagati anche due onorevoli
Coinvolti Lusetti (Pd) e Bocchino (An). Intercettato anche l'ex Dc Cirino Pomicino
I magistrati: "Saccheggio sistematico delle risorse pubbliche"
http://www.repubblica.it/2008/12/sez...ti-napoli.html
NAPOLI - E' bufera sulla giunta di Napoli. E' in carcere l'imprenditore Alfredo Romeo, coinvolto nell'indagine sulla delibera 'Global service', approvata dal Comune. Altre 12 persone sono invece agli arresti domiciliari: tra essi due assessori della giunta comunale di Napoli, due ex loro colleghi e un ex provveditore alle opere pubbliche, attualmente al ministero delle Infrastrutture.
Indagati anche gli onorevoli Renzo Lusetti (Pd) e Italo Bocchino (An). La richiesta di utilizzo delle conversazioni telefoniche dei due parlamentari con l'imprenditore Alfredo Romeo equivarrebbe, infatti, a una informazione di garanzia. Intercettato anche l'ex ministro democristiano Paolo Cirino Pomicino.
Tutte le persone raggiunte dalle misure cautelari sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa degli appalti, abuso d'ufficio e corruzione. I magistrati: "La prospettiva ultima è quella del saccheggio sistematico delle risorse pubbliche". E lamentano una "fuga di notizie per screditare l'imponente attività investigativa".
Nel provvedimento 'Global service' era compreso l'affidamento di appalti relativo a manutenzione delle strade e del patrimonio pubblico, nonché la gestione di mense scolastiche. Un affare da 400 milioni di euro, in realtà mai partito. Con il provvedimento, il comune di Napoli intendeva affidare a un unico gestore, come avvenuto in altre città, l'appalto per una serie consistente di lavori pubblici e manutenzioni di competenza del Comune. La delibera fu varata ma il relativo appalto non partì mai, a causa della mancanza di copertura finanziaria.
Tra i destinatari delle misure cautelari, figurano l'ex assessore alle Scuole, Giuseppe Gambale, l'ex assessore al Bilancio Enrico Cardillo, nonché un ufficiale della guardia di finanza in forza alla Dia, che avrebbe informato l'entourage dell'imprenditore Alfredo Romeo delle indagini in corso. Nell'inchiesta, destinatari a loro volta di misure cautelari figura anche l'assessore Laudadio e l'ex provveditore alle opere pubbliche per Campania e Molise, Mauro Mautone. Nell'ordinanza, infine, vi sono anche Paola Grittani, collaboratrice dell'imprenditore Romeo, e altri nomi vicini allo stesso imprenditore.
L'operazione è stata condotta dalla Dia e dai carabinieri di Caserta, che hanno eseguito le ordinanze cautelari firmate dal Gip di Napoli, che ha accolto le richieste della Direzione distrettuale antimafia napoletana, guidata dal procuratore Franco Roberti.
Coinvolto anche Giorgio Nugnes, l'assessore che si è suicidato a fine novembre, e il colonnello della guardia di finanza Vincenzo Mazzucco. L'ufficiale sarebbe stato in servizio fino ad un anno fa alla Dia di Napoli.
La procura ha disposto il sequestro di tutte le società "direttamente e indirettamente riconducibili a Alfredo Romeo". Società dal valore di "svariate centinaia di milioni di euro". Sequestrati anche l'albergo recentemente inaugurato a Napoli (anch'esso finito al centro dell'indagine) nonché tutti i conti correnti riconducibili a Romeo e al suo nucleo familiare.
Secondo la Procura di Napoli quella che ha preceduto l'emissione delle ordinanze di custodia cautelare è stata una "perniciosa fuga di notizie strumentalmente utilizzate per screditare l'imponente attività investigativa". Alcuni degli indagati, secondo i magistrati napoletani, in particolare lo stesso Romeo e l'ex assessore all'Istruzione del Comune di Napoli Giuseppe Gambale da un certo momento in poi e in particolare dallo scorso mese di gennaio "sono venuti a conoscenza dell'indagine per effetto di illecite rivelazioni di atti investigativi e a partire da allora, temendo interventi coercitivi da parte dell'autorità giudiziaria, hanno cominciato a realizzare una serie di condotte finalizzate ad inquinare le prove e soprattutto ad attenuare il quadro cautelare a loro carico".
Funzionale a questo disegno criminoso, secondo la Procura, sarebbe stato il colonnello della guardia di finanza Vincenzo Mazzucco, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, che era in servizio alla Dia di Napoli. E' stata proprio la Dia, braccio operativo della procura di Napoli, nell'indagine Global Service a svelare nome e ruolo della presunta talpa.
L'ufficiale avrebbe "tentato di incidere maldestramente sull'azione degli organi inquirenti, attraverso clamorose condotte di vero e proprio depistaggio". A lui si sarebbero rivolti Romeo e l'ex assessore Giuseppe Gambale quando nel gennaio scorso "sono venuti a conoscenza dell'indagine per effetto di illecite rivelazioni di organi investigativi".
Nella vicenda spunta anche il nome dell'ex ministro democristiano Paolo Cirino Pomicino. Il ruolo di Pomicino viene richiamato dai magistrati come "interlocutore di eccezione" dell'imprenditore Alfredo Romeo il quale si sarebbe attivato "nemmeno velatamente" per indirizzare "minacce all'autorità giudiziaria inquirente, di disvelare benefici e favori che nel corso degli anni avrebbe, a suo dire, accordato ad appartenenti al suddetto ordine (la magistratura, ndr)".
Pomicino - che gli inquirenti ricordano già coinvolto in passato in vicende giudiziarie analoghe proprio insieme con Romeo - dal canto suo "non manca di lanciare 'avvertimenti' altrettanto, se non addirittura più allusivi, minacciandone la pubblicazione in un prossimo venturo libro che intende scrivere, come emerge in conversazioni intercettate in un periodo in cui Romeo era sicuramente a conoscenza delle attività tecniche (le intercettazioni, ndr) a suo carico".
(17 dicembre 2008)