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    Predefinito Dieci balle sulla Crisi

    Dal sito “il barbiere della sera” riporto un interessante articolo sui “falsi miti” relativi alla crisi economica mondiale

    Dieci balle sulla Crisi
    di Paul Olden

    Slogan assurdi, falsi miti, castelli in aria e altre amenità sulla crisi economica globale. Ovvero, per capire certe cose non serve essere un economista: basta non raccontarsi le frottole da soli

    1) La crisi è dovuta ai mutui subprime e agli altri strumenti finanziari “tossici” messi in giro dalle banche.

    Falso. La crisi sarebbe arrivata comunque, anche senza la cartastraccia prodotta dall’industria finanziaria. Anzi, è possibile che la bolla finanziaria abbia contribuito per qualche mese a camuffare la crisi già in atto.

    2) Una volta ripulito il sistema finanziario, assicurato nuove regole agli operatori e ripristinata la fiducia nel sistema, tutto tornerà come prima.

    No, non succederà. La crisi è strutturale. Ma davvero qualcuno credeva che fosse possibile un mondo dove da una parte si produce senza consumare e dall’altra si consuma senza produrre? Anche un bambino di quinta elementare messo di fronte ad uno schema che spiega la struttura del sistema produttivo-commerciale globalizzato di oggi potrebbe facilmente dedurre che non sta in piedi.

    Se poi uno degli economisti liberisti a caso spiegasse al bambino che il sistema regge perchè il consumatore che non produce continua a consumare grazie ai prestiti e alla messa in circolo di denaro prima fermo in pensioni, liquidazioni e welfare, il bimbo avrebbe bisogno di un po’ piu’ di tempo per capire che questi sono solo modi per ritardare la rottura di un sistema che non puo’ funzionare. Ma ci arriverebbe comunque e concluderebbe ridendo in faccia all’economista.

    3) La crisi sono cicliche. Tra qualche mese, massimo uno o due anni, passerà.

    L’economia non è come la climatologia. Le previsioni economiche non si fanno come le previsioni del tempo, non puoi pensare che dopo la pioggia torna sempre il sereno, perchè in economia ci vogliono buoni motivi ed eventi causati dall’uomo , non dai venti o dalle correnti marine, per cambiare le cose.

    Una crisi economica puo’ durare molti anni, nulla lo vieta: se il popolo che ne soffre è abbastanza stupido e/o i parametri economici sono particolarmente sfavorevoli nel periodo, anche decenni o secoli.
    Una volta una crisi durò oltre quattro secoli, e la chiamarono Medio Evo.

    4) Le grandi crisi sono sempre passate, quindi passerà anche questa.

    Sì, ma bisogna chiedersi come se ne è usciti. E’ risaputo che dalle grandi crisi del sistema capitalista si esce rapidamente e facilmente in due soli modi:

    a) Accedendo a nuovi territori e risorse da sfruttare

    b) Facendo una grande guerra che azzera tutto e si riparte sul pulito.

    Be’, sta di fatto che oggi entrambe le soluzioni sono difficiline da praticare: nuove terre non ce ne sono in vista (Luna a parte, ma è piuttosto arida), poichè tutte le terre del globo sono già parte integrante del sistema economico globalizzato che è in crisi.

    Una grande guerra oggi sarebbe nucleare e autodistruttiva, inoltre, il sistema economico occidentale ormai pervade tutta l’economia globale, quindi fare una grande guerra non sarebbe mai contro un vero nemico ma, in qualche modo, sarebbe sempre e comunque un danno al sistema stesso. Le guerre che rendono sono quello contro i sistemi economici alternativi, contrapposti e chiusi, quindi niente da fare, non ce ne sono in giro. Aspetteremo i marziani?

    5) Questa crisi è globale ed è disastrosa ovunque nel mondo.

    Questa è la solfa del “mal comune mezzo gaudio”, sempre utile come anestetico locale. Purtroppo però questa affermazione è falsa: la crisi colpisce soprattutto gli stati occidentali, in particolar modo i satelliti degli USA. Certo c’e’ una contrazione della domanda mondiale, e ne risentono tutti, ma noi andiamo in recessione a -2% di PIL annuo, i cinesi scendono da un +9 a un +7. Definire in crisi un’economia che cresce del 7% l’anno è tecnicamente errato, quindi concludiamo dicendo chiaro che NOI siamo in crisi, i Cinesi invece no.

    6) La crisi colpisce le fasce più deboli della popolazione.

    Questo, almeno per il momento, non è del tutto vero. Un operaio o un impiegato semplice precario spendevano tutto il loro stipendio per campare prima della crisi e lo spendono tutt’ora. Anzi, essendoci una leggera deflazione , se preservano il posto di lavoro, stanno meglio di prima.

    I problemi più grossi al momento li hanno i borghesi, che hanno economie famigliari ben più complicate (imprese in proprio, immobili che si svalutano, soldi investiti in borsa che evaporano eccetera).
    Inoltre questa crisi non è una crisi del necessario ma piuttosto una crisi del superfluo: non c’e’ crisi dei consumi perchè si tira la cinghia privandosi di cose necessarie, c’e’ crisi perchè si è meno disposti a buttare soldi in cazzate e a farsi debiti facili. Questo è appunto un comportamento che investe le abitudini soprattuto dei piccolo-borghesi, non degli operai!

    Ora , quando si parla di “stimolare i consumi” dobbiamo parlarci chiaro e guardarci allo specchio: per uscire dalla crisi i borghesi non devono tornare a consumare il giusto, non basterebbe: devono tornare a consumare TROPPO come facevano fino a pochi mesi fa. Ora capite perchè è così difficile convincere la gente a consumare in questo momento?

    7) Se i governi daranno gli aiuti e le spinte necessarie, si uscirà presto dalla crisi.

    Forse. Ma se tutti tirano gli stati per la giacchetta, le finanze pubbliche possono esplodere causando una crisi ancora più grave. Ragioniamo: gli industriali chiedono soldi allo stato per produrre merci, i consumatori chiedono soldi allo stato per comperarle. Inoltre, tutti insieme chiedono sgravi fiscali allo Stato per consentire nuovi investimenti e rilancio economico.

    Ma lo stato non è una mamma ricca con la borsa sempre piena: i soldi dello stato sono soldi degli stessi che li chiedono. Se tutti chiedono soldi allo Stato è come se tutti chiedessero soldi a sè stessi. Capiamo che non può reggere? Inoltre, se lo stato taglia i servizi di cui si occupa perchè ha usato i soldi per aiutare consumatori e imprenditori, ci saranno altre categorie come dipendenti pubblici e ditte appaltatrici di lavori pubblici che chiederanno aiuto allo stato perchè senza lavoro. Ecco che abbiamo il nostro bel circolo vizioso concentrico ed esplosivo da incorniciare come esempio di follia collettiva all’ennesima potenza.

    La globalizzazione comunque ha creato molta ricchezza ed è stata una cosa buona finchè qualche spregiudicato banchiere speculatore non ha rovinato tutto.

    Falso. La Globalizzazione è stata la più grande operazione di trasferimento di ricchezza verso le classi alte che la storia abbia mai conosciuto. Era vero, come dicevano, che i mercati si regolano da sè, peccato però che si fossero dimenticati di spiegare quanto è doloroso per i comuni mortali quando i mercati si danno i colpi di assestamento.

    Inoltre, l’inondazione di merci cinesi a basso costo e la facilità di accesso al credito, uniti ad una sempre maggiore penetrazione del marketing aggressivo nella società hanno creato una mega-illusione nella classe media, la quale ha avuto la sensazione di stare meglio.

    In realtà si stava impoverendo costantemente, nel livello di risparmio, nelle proprietà immobili e nel potere d’acquisto reale. (sarebbe interessante che qualcuno si mettesse a conteggiare la gigantesca quantità di danaro delle eredità dei vecchietti borghesi morti negli anni della globalizzazione, polverizzate in quattro e quattr’otto dagli eredi scialacquoni finto-ricchi).

    9) In ogni caso la globalizzazione era inevitabile: non si può fermare la storia.

    Certo. Ma quello che era assolutamente evitabile era questo tipo di globalizzazione! A Genova, nel 2001, un mucchio di gente protestò chiedendo una globalizzazione graduale, che subordinasse l’apertura dei mercati alla concessione di diritti ai lavoratori dei paesi poveri produttori. Una globalizzazione più lenta e più umana, che avrebbe messo al riparo i posti di lavoro occidentali, rallentando il flusso delle merci a basso costo, dando nel contempo una spinta per condizioni di lavoro più umane (e quindi costi più alti e meno concorrenza sleale) ai paesi emergenti.

    Avremmo avuto meno telefonini in offerta speciale, meno pantaloni da 5 euro al paio ma meno fabbriche in crisi e posti di lavoro persi. I ricchi sarebbero stati un po’ meno ricchi, i borghesi sarebbero stati bene come prima, gli operai, insomma, se la sarebbero cavata meglio.

    Probabilmente la proposta era troppo intelligente per essere accettata, infatti coloro che la portarono avanti furono picchiati a sangue nelle vie di Genova con il beneplacito di una bella fetta dell’opinione pubblica italiana. La stessa opinione pubblica che oggi piange disperata chiedendo aiuto a mamma-stato.

    10) L’importante è essere ottimisti.

    E’ una frase senza senso, buona per tutte le occasioni, ma pericolosa di per sè. “L’importante è essere ottimisti” puoi dirlo anche mentre sfrecci in contromano a 200 all’ora in autostrada di notte coi fari spenti. Oppure puoi fermarti, accendere le luci e fare inversione di marcia.

    Concludendo, non si esce dalla crisi aspettando che passi come se fosse un temporale. Scordatevelo. Da sola non passerà. La crisi va guardata in faccia. Magari bisogna anche farsela amica, imparare a conviverci, starci dentro e incamerarla.

    Il tempo di uscita dalla crisi è dato dalla nostra capacità di affrontare il problema con schemi mentali diversi da quelli che abbiamo usato per generarla.

    Forse il tempo di uscita si accorcerà se impareremo che non tutta la felicità è nelle merci. E che le merci che contengono sfruttamento valgono meno e non è bene comperarle, perchè sono tristi prive di vero valore. Che le merci che contengono felicità perchè chi le produce è trattato bene hanno più valore e possono aiutarci.

    Che se viviamo solo per le merci, produrremo merci che parlano della nostra ossessione nel produrre merci per avere soldi ed acquistare merci e così via. Se impariamo a produrre merci che parlano del meglio di noi stessi, si venderanno meglio, ma per farlo dobbiamo tornare a pensare che non tutto nella nostra vita è legato alle merci.

    E finiamola con le merci che fanno finta di essere felici, perchè magari le hanno progettate designer felicissimi, e poi le hanno prodotte ragazzine indonesiane di tredici anni comandate con la frusta.
    In fondo, i bisogni essenziali sono soddisfatti da tempo: oggi tutto gravita intorno al surplus, quindi scegliamolo bene questo surplus, sia quando lo comperiamo che quando lo produciamo. Scegliamo la qualità (nel senso più profondo del termine) anzichè la quantità. (anche il nostro ambiente e le nostre risorse naturali limitate ci ringrazieranno).

    Potrebbe essere questa la via d’uscita per la crisi. Chissà. Non ho certezze, ma nemmeno paure troppo grandi che mi impediscano di pensarci. L’importante, in fondo, è esplorare nuove strade, perchè quella vecchia, ormai, è piena di buche che nessuno può riparare. Per fortuna.

    Paul Olden

    http://www.ilbarbieredellasera.com/a....php?sid=17034

  2. #2
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    molto beo.

  3. #3
    Amico di Oniria..wooff...
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    a me risulta che.....

    - giustamente le crisi sono cicliche ma in questo caso certe (molte...troppe) persone hanno chiuso non uno ma 2 occhi (sindacati e sinistra che "sapevano") ma....meglio "spalmare" il liquame kosì la "puzza" la "sentono" tutti.

    visto che il pensiero liberale di DESTRA è parte in causa (dite VOI) aggiungo che ( per CONDIVIDERE CON VOI LA "FESTA" ) anche il SINDACATO,POLITICIZZATO E KOMANDATO DALLA SX HA UNA GROSSA COLPA VERSO IL PROLETARIATO OPERAIO.

    mi spiego,kari jovanotti dalla cultura "superiore",lingua sciolta e mani candide,.....è stato fatto nelle fabbriche e nelle piazze (???? kissà xkè hanno fatto firmare anke i koglioni dei pensionati....ve lo spiego dopo) un REFERENDUM per trasferire il TFR dalle aziende ai FONDI PENSIONE......KE PIRLE.......e vi avevo pure avvertito a suo tempo ma invano KANEKORSO è stato ascoltato....meglio....poveri,sadici e masochisti.
    qualche fenomeno dirà che: la cosa è ciclica e che si recupererà....ha ha ahahah!
    inutile spiegare ai poveri malcapitati che hanno scelto (nei FONDI PENSIONE) il rischio MEDIO O ALTO......takkini

    wooff...veniamo ai poveri e grulli pensionati (specie quelli che hanno firmato)....i pochi soldi risparmiati ( da una vita ) nn rendevano più sul C.C. o sul libretto e le banke hanno "consigliato" LORO un'altra forma d'investimento....sicura e...renumerativa.....BRAVI i sindacati che hanno avallato IN SILENZIO questo furto o rapina.

    spero di essere stato chiaro nell'esporre,a mio modo....da KANE,questo pensierino di NATALE da meditare (lo consiglio vivamente) il....24/12 alla mezzanotte!

    wooff...le ire e i conti in ROSSO riscaldano il cuore.

    per C. VOSTRA KANEKORSO ha votato NO al referendum e ha lasciato (firmato) che il proprio TFR rimanesse all'azienda che lo ha girato allo stato.

    ps della crisi economica nn frega 'na ciorciola...e x una volta abbandonate l'idea che è colpa degli americani.

    wooff...wooff...felice serata.

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da danny78 Visualizza Messaggio
    Dal sito “il barbiere della sera” riporto un interessante articolo sui “falsi miti” relativi alla crisi economica mondiale

    Dieci balle sulla Crisi
    di Paul Olden

    Slogan assurdi, falsi miti, castelli in aria e altre amenità sulla crisi economica globale. Ovvero, per capire certe cose non serve essere un economista: basta non raccontarsi le frottole da soli

    1) La crisi è dovuta ai mutui subprime e agli altri strumenti finanziari “tossici” messi in giro dalle banche.

    Falso. La crisi sarebbe arrivata comunque, anche senza la cartastraccia prodotta dall’industria finanziaria. Anzi, è possibile che la bolla finanziaria abbia contribuito per qualche mese a camuffare la crisi già in atto.

    2) Una volta ripulito il sistema finanziario, assicurato nuove regole agli operatori e ripristinata la fiducia nel sistema, tutto tornerà come prima.

    No, non succederà. La crisi è strutturale. Ma davvero qualcuno credeva che fosse possibile un mondo dove da una parte si produce senza consumare e dall’altra si consuma senza produrre? Anche un bambino di quinta elementare messo di fronte ad uno schema che spiega la struttura del sistema produttivo-commerciale globalizzato di oggi potrebbe facilmente dedurre che non sta in piedi.

    Se poi uno degli economisti liberisti a caso spiegasse al bambino che il sistema regge perchè il consumatore che non produce continua a consumare grazie ai prestiti e alla messa in circolo di denaro prima fermo in pensioni, liquidazioni e welfare, il bimbo avrebbe bisogno di un po’ piu’ di tempo per capire che questi sono solo modi per ritardare la rottura di un sistema che non puo’ funzionare. Ma ci arriverebbe comunque e concluderebbe ridendo in faccia all’economista.

    3) La crisi sono cicliche. Tra qualche mese, massimo uno o due anni, passerà.

    L’economia non è come la climatologia. Le previsioni economiche non si fanno come le previsioni del tempo, non puoi pensare che dopo la pioggia torna sempre il sereno, perchè in economia ci vogliono buoni motivi ed eventi causati dall’uomo , non dai venti o dalle correnti marine, per cambiare le cose.

    Una crisi economica puo’ durare molti anni, nulla lo vieta: se il popolo che ne soffre è abbastanza stupido e/o i parametri economici sono particolarmente sfavorevoli nel periodo, anche decenni o secoli.
    Una volta una crisi durò oltre quattro secoli, e la chiamarono Medio Evo.

    4) Le grandi crisi sono sempre passate, quindi passerà anche questa.

    Sì, ma bisogna chiedersi come se ne è usciti. E’ risaputo che dalle grandi crisi del sistema capitalista si esce rapidamente e facilmente in due soli modi:

    a) Accedendo a nuovi territori e risorse da sfruttare

    b) Facendo una grande guerra che azzera tutto e si riparte sul pulito.

    Be’, sta di fatto che oggi entrambe le soluzioni sono difficiline da praticare: nuove terre non ce ne sono in vista (Luna a parte, ma è piuttosto arida), poichè tutte le terre del globo sono già parte integrante del sistema economico globalizzato che è in crisi.

    Una grande guerra oggi sarebbe nucleare e autodistruttiva, inoltre, il sistema economico occidentale ormai pervade tutta l’economia globale, quindi fare una grande guerra non sarebbe mai contro un vero nemico ma, in qualche modo, sarebbe sempre e comunque un danno al sistema stesso. Le guerre che rendono sono quello contro i sistemi economici alternativi, contrapposti e chiusi, quindi niente da fare, non ce ne sono in giro. Aspetteremo i marziani?

    5) Questa crisi è globale ed è disastrosa ovunque nel mondo.

    Questa è la solfa del “mal comune mezzo gaudio”, sempre utile come anestetico locale. Purtroppo però questa affermazione è falsa: la crisi colpisce soprattutto gli stati occidentali, in particolar modo i satelliti degli USA. Certo c’e’ una contrazione della domanda mondiale, e ne risentono tutti, ma noi andiamo in recessione a -2% di PIL annuo, i cinesi scendono da un +9 a un +7. Definire in crisi un’economia che cresce del 7% l’anno è tecnicamente errato, quindi concludiamo dicendo chiaro che NOI siamo in crisi, i Cinesi invece no.

    6) La crisi colpisce le fasce più deboli della popolazione.

    Questo, almeno per il momento, non è del tutto vero. Un operaio o un impiegato semplice precario spendevano tutto il loro stipendio per campare prima della crisi e lo spendono tutt’ora. Anzi, essendoci una leggera deflazione , se preservano il posto di lavoro, stanno meglio di prima.

    I problemi più grossi al momento li hanno i borghesi, che hanno economie famigliari ben più complicate (imprese in proprio, immobili che si svalutano, soldi investiti in borsa che evaporano eccetera).
    Inoltre questa crisi non è una crisi del necessario ma piuttosto una crisi del superfluo: non c’e’ crisi dei consumi perchè si tira la cinghia privandosi di cose necessarie, c’e’ crisi perchè si è meno disposti a buttare soldi in cazzate e a farsi debiti facili. Questo è appunto un comportamento che investe le abitudini soprattuto dei piccolo-borghesi, non degli operai!

    Ora , quando si parla di “stimolare i consumi” dobbiamo parlarci chiaro e guardarci allo specchio: per uscire dalla crisi i borghesi non devono tornare a consumare il giusto, non basterebbe: devono tornare a consumare TROPPO come facevano fino a pochi mesi fa. Ora capite perchè è così difficile convincere la gente a consumare in questo momento?

    7) Se i governi daranno gli aiuti e le spinte necessarie, si uscirà presto dalla crisi.

    Forse. Ma se tutti tirano gli stati per la giacchetta, le finanze pubbliche possono esplodere causando una crisi ancora più grave. Ragioniamo: gli industriali chiedono soldi allo stato per produrre merci, i consumatori chiedono soldi allo stato per comperarle. Inoltre, tutti insieme chiedono sgravi fiscali allo Stato per consentire nuovi investimenti e rilancio economico.

    Ma lo stato non è una mamma ricca con la borsa sempre piena: i soldi dello stato sono soldi degli stessi che li chiedono. Se tutti chiedono soldi allo Stato è come se tutti chiedessero soldi a sè stessi. Capiamo che non può reggere? Inoltre, se lo stato taglia i servizi di cui si occupa perchè ha usato i soldi per aiutare consumatori e imprenditori, ci saranno altre categorie come dipendenti pubblici e ditte appaltatrici di lavori pubblici che chiederanno aiuto allo stato perchè senza lavoro. Ecco che abbiamo il nostro bel circolo vizioso concentrico ed esplosivo da incorniciare come esempio di follia collettiva all’ennesima potenza.

    La globalizzazione comunque ha creato molta ricchezza ed è stata una cosa buona finchè qualche spregiudicato banchiere speculatore non ha rovinato tutto.

    Falso. La Globalizzazione è stata la più grande operazione di trasferimento di ricchezza verso le classi alte che la storia abbia mai conosciuto. Era vero, come dicevano, che i mercati si regolano da sè, peccato però che si fossero dimenticati di spiegare quanto è doloroso per i comuni mortali quando i mercati si danno i colpi di assestamento.

    Inoltre, l’inondazione di merci cinesi a basso costo e la facilità di accesso al credito, uniti ad una sempre maggiore penetrazione del marketing aggressivo nella società hanno creato una mega-illusione nella classe media, la quale ha avuto la sensazione di stare meglio.

    In realtà si stava impoverendo costantemente, nel livello di risparmio, nelle proprietà immobili e nel potere d’acquisto reale. (sarebbe interessante che qualcuno si mettesse a conteggiare la gigantesca quantità di danaro delle eredità dei vecchietti borghesi morti negli anni della globalizzazione, polverizzate in quattro e quattr’otto dagli eredi scialacquoni finto-ricchi).

    9) In ogni caso la globalizzazione era inevitabile: non si può fermare la storia.

    Certo. Ma quello che era assolutamente evitabile era questo tipo di globalizzazione! A Genova, nel 2001, un mucchio di gente protestò chiedendo una globalizzazione graduale, che subordinasse l’apertura dei mercati alla concessione di diritti ai lavoratori dei paesi poveri produttori. Una globalizzazione più lenta e più umana, che avrebbe messo al riparo i posti di lavoro occidentali, rallentando il flusso delle merci a basso costo, dando nel contempo una spinta per condizioni di lavoro più umane (e quindi costi più alti e meno concorrenza sleale) ai paesi emergenti.

    Avremmo avuto meno telefonini in offerta speciale, meno pantaloni da 5 euro al paio ma meno fabbriche in crisi e posti di lavoro persi. I ricchi sarebbero stati un po’ meno ricchi, i borghesi sarebbero stati bene come prima, gli operai, insomma, se la sarebbero cavata meglio.

    Probabilmente la proposta era troppo intelligente per essere accettata, infatti coloro che la portarono avanti furono picchiati a sangue nelle vie di Genova con il beneplacito di una bella fetta dell’opinione pubblica italiana. La stessa opinione pubblica che oggi piange disperata chiedendo aiuto a mamma-stato.

    10) L’importante è essere ottimisti.

    E’ una frase senza senso, buona per tutte le occasioni, ma pericolosa di per sè. “L’importante è essere ottimisti” puoi dirlo anche mentre sfrecci in contromano a 200 all’ora in autostrada di notte coi fari spenti. Oppure puoi fermarti, accendere le luci e fare inversione di marcia.

    Concludendo, non si esce dalla crisi aspettando che passi come se fosse un temporale. Scordatevelo. Da sola non passerà. La crisi va guardata in faccia. Magari bisogna anche farsela amica, imparare a conviverci, starci dentro e incamerarla.

    Il tempo di uscita dalla crisi è dato dalla nostra capacità di affrontare il problema con schemi mentali diversi da quelli che abbiamo usato per generarla.

    Forse il tempo di uscita si accorcerà se impareremo che non tutta la felicità è nelle merci. E che le merci che contengono sfruttamento valgono meno e non è bene comperarle, perchè sono tristi prive di vero valore. Che le merci che contengono felicità perchè chi le produce è trattato bene hanno più valore e possono aiutarci.

    Che se viviamo solo per le merci, produrremo merci che parlano della nostra ossessione nel produrre merci per avere soldi ed acquistare merci e così via. Se impariamo a produrre merci che parlano del meglio di noi stessi, si venderanno meglio, ma per farlo dobbiamo tornare a pensare che non tutto nella nostra vita è legato alle merci.

    E finiamola con le merci che fanno finta di essere felici, perchè magari le hanno progettate designer felicissimi, e poi le hanno prodotte ragazzine indonesiane di tredici anni comandate con la frusta.
    In fondo, i bisogni essenziali sono soddisfatti da tempo: oggi tutto gravita intorno al surplus, quindi scegliamolo bene questo surplus, sia quando lo comperiamo che quando lo produciamo. Scegliamo la qualità (nel senso più profondo del termine) anzichè la quantità. (anche il nostro ambiente e le nostre risorse naturali limitate ci ringrazieranno).

    Potrebbe essere questa la via d’uscita per la crisi. Chissà. Non ho certezze, ma nemmeno paure troppo grandi che mi impediscano di pensarci. L’importante, in fondo, è esplorare nuove strade, perchè quella vecchia, ormai, è piena di buche che nessuno può riparare. Per fortuna.

    Paul Olden

    http://www.ilbarbieredellasera.com/a....php?sid=17034
    bell'articolo.
    cui posso aggiungere, nel 2001 non capii nulla.
    troppo chiasso, ma certamente fu colpa mia.
    Vidi solo le devastazioni,la rabbia e la violenza.

    Non sono d'accordo solo sul fatto che la cina non soffra, credo che avrà molto da perdere.

    Comunque bello davvero, lo condivido (purtroppo).

  5. #5
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    dieci balle per rispondere a dieci mezze verità

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    Citazione Originariamente Scritto da Gigione Visualizza Messaggio
    Non sono d'accordo solo sul fatto che la cina non soffra, credo che avrà molto da perdere.
    In realtà sta già perdendo moltissimo (leggevo di un 50% di aziende chiuse in Cina dall'inizio della crisi) e molto rischia di perdere finanziariamente, essendo il principale detentori di titoli denominati in dollari.

  7. #7
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    Citazione Originariamente Scritto da bianconero Visualizza Messaggio
    In realtà sta già perdendo moltissimo (leggevo di un 50% di aziende chiuse in Cina dall'inizio della crisi) e molto rischia di perdere finanziariamente, essendo il principale detentori di titoli denominati in dollari.

    Esatto, l'ho letto anch'io.

    E anche nel mio lavoro, si è visto un calo nei traffici in generale, ma dalla Cina è una mezza ecatombe.
    e difatti i "noli" sono dimezzati credo.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da danny78 Visualizza Messaggio
    Dal sito “il barbiere della sera” riporto un interessante articolo sui “falsi miti” relativi alla crisi economica mondiale

    Dieci balle sulla Crisi
    di Paul Olden

    Slogan assurdi, falsi miti, castelli in aria e altre amenità sulla crisi economica globale. Ovvero, per capire certe cose non serve essere un economista: basta non raccontarsi le frottole da soli

    1) La crisi è dovuta ai mutui subprime e agli altri strumenti finanziari “tossici” messi in giro dalle banche.

    Falso. La crisi sarebbe arrivata comunque, anche senza la cartastraccia prodotta dall’industria finanziaria. Anzi, è possibile che la bolla finanziaria abbia contribuito per qualche mese a camuffare la crisi già in atto.
    Falso. E' vero che già nel 2007 l'Economia USA era in rallentamento, ma per esempo le economie emergenti erano ancora toniche. Inoltre si sarebbe trattata di una crisi di ciclo breve di entità ridotta, non certo con queste conseguenze.
    La crisi finanziaria ha dato un colpo mortale all'Economia Reale, ossia all'esatto opposto del 1929.

    2) Una volta ripulito il sistema finanziario, assicurato nuove regole agli operatori e ripristinata la fiducia nel sistema, tutto tornerà come prima.

    No, non succederà. La crisi è strutturale. Ma davvero qualcuno credeva che fosse possibile un mondo dove da una parte si produce senza consumare e dall’altra si consuma senza produrre? Anche un bambino di quinta elementare messo di fronte ad uno schema che spiega la struttura del sistema produttivo-commerciale globalizzato di oggi potrebbe facilmente dedurre che non sta in piedi.

    Se poi uno degli economisti liberisti a caso spiegasse al bambino che il sistema regge perchè il consumatore che non produce continua a consumare grazie ai prestiti e alla messa in circolo di denaro prima fermo in pensioni, liquidazioni e welfare, il bimbo avrebbe bisogno di un po’ piu’ di tempo per capire che questi sono solo modi per ritardare la rottura di un sistema che non puo’ funzionare. Ma ci arriverebbe comunque e concluderebbe ridendo in faccia all’economista.
    Falso. La Finanza regolata torna necessariamente a finanziare l'Economia Reale, come è successo già in passato (tipo in Svezia negli anni '90).

    3) La crisi sono cicliche. Tra qualche mese, massimo uno o due anni, passerà.

    L’economia non è come la climatologia. Le previsioni economiche non si fanno come le previsioni del tempo, non puoi pensare che dopo la pioggia torna sempre il sereno, perchè in economia ci vogliono buoni motivi ed eventi causati dall’uomo , non dai venti o dalle correnti marine, per cambiare le cose.

    Una crisi economica puo’ durare molti anni, nulla lo vieta: se il popolo che ne soffre è abbastanza stupido e/o i parametri economici sono particolarmente sfavorevoli nel periodo, anche decenni o secoli.
    Una volta una crisi durò oltre quattro secoli, e la chiamarono Medio Evo.
    Questa, fra tutte, è la cazzata più grande. L'Economia si muove a cicli lunghi, medi e corti... Ciclicamente arriva una crisi economica più grande delle altre, come questa o quella del 1929, che elimina le imprese deboli, rafforza quelle maggiori, e fa ripartire il sistema. Basta aver letto Shumpeter (cosa che dubito l'autore abbia fatto) o le moderne teorie di ciclo economico.

    La seconda frase è poi la cazzata number 1: in primis il Medio Evo non durò 4 secoli ma 10, in secundis dall'anno Mille al 1348 l'Economia Europea era in espansione. Le Crisi sono cicliche, e da quando esiste il "capitalismo", hanno avuto durate concentrate in ordini di anni.

    4) Le grandi crisi sono sempre passate, quindi passerà anche questa.

    Sì, ma bisogna chiedersi come se ne è usciti. E’ risaputo che dalle grandi crisi del sistema capitalista si esce rapidamente e facilmente in due soli modi:

    a) Accedendo a nuovi territori e risorse da sfruttare

    b) Facendo una grande guerra che azzera tutto e si riparte sul pulito.

    Be’, sta di fatto che oggi entrambe le soluzioni sono difficiline da praticare: nuove terre non ce ne sono in vista (Luna a parte, ma è piuttosto arida), poichè tutte le terre del globo sono già parte integrante del sistema economico globalizzato che è in crisi.

    Una grande guerra oggi sarebbe nucleare e autodistruttiva, inoltre, il sistema economico occidentale ormai pervade tutta l’economia globale, quindi fare una grande guerra non sarebbe mai contro un vero nemico ma, in qualche modo, sarebbe sempre e comunque un danno al sistema stesso. Le guerre che rendono sono quello contro i sistemi economici alternativi, contrapposti e chiusi, quindi niente da fare, non ce ne sono in giro. Aspetteremo i marziani?
    No dalla Crisi si esce semplicemente perchè il crollo dei prezzi elimina le aziende deboli lasciandone poche che concentrano il know-how e il mercato rimanente (teoria di Marshall dell'Impresa, metafora della Foresta).

    Se lo Stato sostiene la Domanda Aggregata rilanciando i consumi, dato che non siamo più negli anni '30 essendo 100 volte più ricchi di 70 anni fa, queste poche imprese riprendono ad assumere, favoriscono l'arrivo di nuovi competitor, nutrono l'indotto.

    Dalla crisi del '29 si uscì con la II° Guerra Mondiale, vero. Ma questa crisi è profondamente diversa da quella del '29 a livello strutturale e l'Economia, la Società e il Mondo sono diversi e hanno più strumenti per uscirne.

    5) Questa crisi è globale ed è disastrosa ovunque nel mondo.

    Questa è la solfa del “mal comune mezzo gaudio”, sempre utile come anestetico locale. Purtroppo però questa affermazione è falsa: la crisi colpisce soprattutto gli stati occidentali, in particolar modo i satelliti degli USA. Certo c’e’ una contrazione della domanda mondiale, e ne risentono tutti, ma noi andiamo in recessione a -2% di PIL annuo, i cinesi scendono da un +9 a un +7. Definire in crisi un’economia che cresce del 7% l’anno è tecnicamente errato, quindi concludiamo dicendo chiaro che NOI siamo in crisi, i Cinesi invece no.
    Biggest Cazzata Ever, basta leggere i dati economici per sapere che anche i paesi in via di sviluppo sono in crisi. Le Borse dei paesi emergenti (Russia, Cina, India) sono quelle che hanno perso di più, molto più di Wall Street o Londra o Francoforte.

    6) La crisi colpisce le fasce più deboli della popolazione.

    Questo, almeno per il momento, non è del tutto vero. Un operaio o un impiegato semplice precario spendevano tutto il loro stipendio per campare prima della crisi e lo spendono tutt’ora. Anzi, essendoci una leggera deflazione , se preservano il posto di lavoro, stanno meglio di prima.

    I problemi più grossi al momento li hanno i borghesi, che hanno economie famigliari ben più complicate (imprese in proprio, immobili che si svalutano, soldi investiti in borsa che evaporano eccetera).
    Inoltre questa crisi non è una crisi del necessario ma piuttosto una crisi del superfluo: non c’e’ crisi dei consumi perchè si tira la cinghia privandosi di cose necessarie, c’e’ crisi perchè si è meno disposti a buttare soldi in cazzate e a farsi debiti facili. Questo è appunto un comportamento che investe le abitudini soprattuto dei piccolo-borghesi, non degli operai!

    Ora , quando si parla di “stimolare i consumi” dobbiamo parlarci chiaro e guardarci allo specchio: per uscire dalla crisi i borghesi non devono tornare a consumare il giusto, non basterebbe: devono tornare a consumare TROPPO come facevano fino a pochi mesi fa. Ora capite perchè è così difficile convincere la gente a consumare in questo momento?
    A parte i termini da tardo '800 di questo brano, l'autore dovrebbe sapere che i "piccolo-borghesi" sono la stragrande maggioranza del ceto medio e che gli "operai" nel senso romantico-ottocentesco usato dall'autore sono una minoranza esigua, che ha comunque gli stessi problemi dei "piccolo borghesi".

    Oggi esiste solo il "ceto medio" che include operai, impiegati e "piccoli borghesi" che hanno una restrizione del reddito.


    7) Se i governi daranno gli aiuti e le spinte necessarie, si uscirà presto dalla crisi.

    Forse. Ma se tutti tirano gli stati per la giacchetta, le finanze pubbliche possono esplodere causando una crisi ancora più grave. Ragioniamo: gli industriali chiedono soldi allo stato per produrre merci, i consumatori chiedono soldi allo stato per comperarle. Inoltre, tutti insieme chiedono sgravi fiscali allo Stato per consentire nuovi investimenti e rilancio economico.

    Ma lo stato non è una mamma ricca con la borsa sempre piena: i soldi dello stato sono soldi degli stessi che li chiedono. Se tutti chiedono soldi allo Stato è come se tutti chiedessero soldi a sè stessi. Capiamo che non può reggere? Inoltre, se lo stato taglia i servizi di cui si occupa perchè ha usato i soldi per aiutare consumatori e imprenditori, ci saranno altre categorie come dipendenti pubblici e ditte appaltatrici di lavori pubblici che chiederanno aiuto allo stato perchè senza lavoro. Ecco che abbiamo il nostro bel circolo vizioso concentrico ed esplosivo da incorniciare come esempio di follia collettiva all’ennesima potenza.
    Mi chiedo se l'autore abbia mai letto Keynes o sia mai stato in Danimarca o Svezia...

    8.) La globalizzazione comunque ha creato molta ricchezza ed è stata una cosa buona finchè qualche spregiudicato banchiere speculatore non ha rovinato tutto.

    Falso. La Globalizzazione è stata la più grande operazione di trasferimento di ricchezza verso le classi alte che la storia abbia mai conosciuto. Era vero, come dicevano, che i mercati si regolano da sè, peccato però che si fossero dimenticati di spiegare quanto è doloroso per i comuni mortali quando i mercati si danno i colpi di assestamento.

    Inoltre, l’inondazione di merci cinesi a basso costo e la facilità di accesso al credito, uniti ad una sempre maggiore penetrazione del marketing aggressivo nella società hanno creato una mega-illusione nella classe media, la quale ha avuto la sensazione di stare meglio.

    In realtà si stava impoverendo costantemente, nel livello di risparmio, nelle proprietà immobili e nel potere d’acquisto reale. (sarebbe interessante che qualcuno si mettesse a conteggiare la gigantesca quantità di danaro delle eredità dei vecchietti borghesi morti negli anni della globalizzazione, polverizzate in quattro e quattr’otto dagli eredi scialacquoni finto-ricchi).
    La classe media non ha avuto l'illusione di stare meglio, è stata meglio. Prendiamo un Italiano medio del 1900, 1925, 1950, 1975, 2000 e vediamo che ha visto le sue condizioni migliorare costantemente.

    Si la colpa è dei banchieri senza scrupoli, dato che la Ford ha dato da mangiare a più persone che qualsiasi altra istituzione negli anni precedenti all'Industrializzazione.

    L'ultima frase mi chiedo se l'abbia scritta un 15enne che frequenta un centro sociale... Qualunquismo e termini ottocentesci alla seconda.

    9) In ogni caso la globalizzazione era inevitabile: non si può fermare la storia.

    Certo. Ma quello che era assolutamente evitabile era questo tipo di globalizzazione! A Genova, nel 2001, un mucchio di gente protestò chiedendo una globalizzazione graduale, che subordinasse l’apertura dei mercati alla concessione di diritti ai lavoratori dei paesi poveri produttori. Una globalizzazione più lenta e più umana, che avrebbe messo al riparo i posti di lavoro occidentali, rallentando il flusso delle merci a basso costo, dando nel contempo una spinta per condizioni di lavoro più umane (e quindi costi più alti e meno concorrenza sleale) ai paesi emergenti.

    Avremmo avuto meno telefonini in offerta speciale, meno pantaloni da 5 euro al paio ma meno fabbriche in crisi e posti di lavoro persi. I ricchi sarebbero stati un po’ meno ricchi, i borghesi sarebbero stati bene come prima, gli operai, insomma, se la sarebbero cavata meglio.

    Probabilmente la proposta era troppo intelligente per essere accettata, infatti coloro che la portarono avanti furono picchiati a sangue nelle vie di Genova con il beneplacito di una bella fetta dell’opinione pubblica italiana. La stessa opinione pubblica che oggi piange disperata chiedendo aiuto a mamma-stato.
    Beh perchè non parlare del Decreto Gelmini? O della Marjiuana? Cosa centra ora Genova?

    L'autore dove vive? La Globalizzazione, termine che non mi piace ma usiamolo per semplificare, è il processo più potente e irruento della storia umana.

    Un processo in atto da quando dei mercanti portoghesi aprirono la loro base commerciale a Goa nel XVII Secolo.

    I Governi non possono governare la Globalizzazione, è una forza troppo potente anche per loro.

    Cosa avrebbe fatto la Cina se l'Occidente gli avesse detto "No non ti compro nulla perchè violi i diritti umani"?

    In primis avrebbe diminuito ancora di più le condizioni degli operai per far rimanere i suoi prezzi competitivi anche con i Dazi dell'Occidente, oppure avrebbe chiuso le fabbriche, rendendo gli operai cinesi di nuovo contadini semianalfabeti e ancora più poveri e oppressi dal Governo.

    Senza contare che l'autore pensa che al G8 di genova abbiano sancito l'apertura dei mercati mondiali. Forse non sa cosa sia il Doha Round, e che nel mondo la maggioranza degli scambi è soggetta a misure protezionistiche, e che sono queste misure protezionistiche (ad esempio in Agricoltura) a penalizzare i paesi del Terzo Mondo (soprattutto africani).

    10) L’importante è essere ottimisti.

    E’ una frase senza senso, buona per tutte le occasioni, ma pericolosa di per sè. “L’importante è essere ottimisti” puoi dirlo anche mentre sfrecci in contromano a 200 all’ora in autostrada di notte coi fari spenti. Oppure puoi fermarti, accendere le luci e fare inversione di marcia.
    Si ma nessuno l'ha mai detto.

    Concludendo, non si esce dalla crisi aspettando che passi come se fosse un temporale. Scordatevelo. Da sola non passerà. La crisi va guardata in faccia. Magari bisogna anche farsela amica, imparare a conviverci, starci dentro e incamerarla.

    Il tempo di uscita dalla crisi è dato dalla nostra capacità di affrontare il problema con schemi mentali diversi da quelli che abbiamo usato per generarla.

    Forse il tempo di uscita si accorcerà se impareremo che non tutta la felicità è nelle merci. E che le merci che contengono sfruttamento valgono meno e non è bene comperarle, perchè sono tristi prive di vero valore. Che le merci che contengono felicità perchè chi le produce è trattato bene hanno più valore e possono aiutarci.

    Che se viviamo solo per le merci, produrremo merci che parlano della nostra ossessione nel produrre merci per avere soldi ed acquistare merci e così via. Se impariamo a produrre merci che parlano del meglio di noi stessi, si venderanno meglio, ma per farlo dobbiamo tornare a pensare che non tutto nella nostra vita è legato alle merci.

    E finiamola con le merci che fanno finta di essere felici, perchè magari le hanno progettate designer felicissimi, e poi le hanno prodotte ragazzine indonesiane di tredici anni comandate con la frusta.
    In fondo, i bisogni essenziali sono soddisfatti da tempo: oggi tutto gravita intorno al surplus, quindi scegliamolo bene questo surplus, sia quando lo comperiamo che quando lo produciamo. Scegliamo la qualità (nel senso più profondo del termine) anzichè la quantità. (anche il nostro ambiente e le nostre risorse naturali limitate ci ringrazieranno).

    Potrebbe essere questa la via d’uscita per la crisi. Chissà. Non ho certezze, ma nemmeno paure troppo grandi che mi impediscano di pensarci. L’importante, in fondo, è esplorare nuove strade, perchè quella vecchia, ormai, è piena di buche che nessuno può riparare. Per fortuna.

    Paul Olden
    Mah chiusura utopica e idealista (belle parole) ma non da di certo chissà che risposte.

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da Caimano Visualizza Messaggio
    Falso. E' vero che già nel 2007 l'Economia USA era in rallentamento, ma per esempo le economie emergenti erano ancora toniche. Inoltre si sarebbe trattata di una crisi di ciclo breve di entità ridotta, non certo con queste conseguenze.
    La crisi finanziaria ha dato un colpo mortale all'Economia Reale, ossia all'esatto opposto del 1929.



    Falso. La Finanza regolata torna necessariamente a finanziare l'Economia Reale, come è successo già in passato (tipo in Svezia negli anni '90).



    Questa, fra tutte, è la cazzata più grande. L'Economia si muove a cicli lunghi, medi e corti... Ciclicamente arriva una crisi economica più grande delle altre, come questa o quella del 1929, che elimina le imprese deboli, rafforza quelle maggiori, e fa ripartire il sistema. Basta aver letto Shumpeter (cosa che dubito l'autore abbia fatto) o le moderne teorie di ciclo economico.

    La seconda frase è poi la cazzata number 1: in primis il Medio Evo non durò 4 secoli ma 10, in secundis dall'anno Mille al 1348 l'Economia Europea era in espansione. Le Crisi sono cicliche, e da quando esiste il "capitalismo", hanno avuto durate concentrate in ordini di anni.



    No dalla Crisi si esce semplicemente perchè il crollo dei prezzi elimina le aziende deboli lasciandone poche che concentrano il know-how e il mercato rimanente (teoria di Marshall dell'Impresa, metafora della Foresta).

    Se lo Stato sostiene la Domanda Aggregata rilanciando i consumi, dato che non siamo più negli anni '30 essendo 100 volte più ricchi di 70 anni fa, queste poche imprese riprendono ad assumere, favoriscono l'arrivo di nuovi competitor, nutrono l'indotto.

    Dalla crisi del '29 si uscì con la II° Guerra Mondiale, vero. Ma questa crisi è profondamente diversa da quella del '29 a livello strutturale e l'Economia, la Società e il Mondo sono diversi e hanno più strumenti per uscirne.



    Biggest Cazzata Ever, basta leggere i dati economici per sapere che anche i paesi in via di sviluppo sono in crisi. Le Borse dei paesi emergenti (Russia, Cina, India) sono quelle che hanno perso di più, molto più di Wall Street o Londra o Francoforte.



    A parte i termini da tardo '800 di questo brano, l'autore dovrebbe sapere che i "piccolo-borghesi" sono la stragrande maggioranza del ceto medio e che gli "operai" nel senso romantico-ottocentesco usato dall'autore sono una minoranza esigua, che ha comunque gli stessi problemi dei "piccolo borghesi".

    Oggi esiste solo il "ceto medio" che include operai, impiegati e "piccoli borghesi" che hanno una restrizione del reddito.




    Mi chiedo se l'autore abbia mai letto Keynes o sia mai stato in Danimarca o Svezia...



    La classe media non ha avuto l'illusione di stare meglio, è stata meglio. Prendiamo un Italiano medio del 1900, 1925, 1950, 1975, 2000 e vediamo che ha visto le sue condizioni migliorare costantemente.

    Si la colpa è dei banchieri senza scrupoli, dato che la Ford ha dato da mangiare a più persone che qualsiasi altra istituzione negli anni precedenti all'Industrializzazione.

    L'ultima frase mi chiedo se l'abbia scritta un 15enne che frequenta un centro sociale... Qualunquismo e termini ottocentesci alla seconda.



    Beh perchè non parlare del Decreto Gelmini? O della Marjiuana? Cosa centra ora Genova?

    L'autore dove vive? La Globalizzazione, termine che non mi piace ma usiamolo per semplificare, è il processo più potente e irruento della storia umana.

    Un processo in atto da quando dei mercanti portoghesi aprirono la loro base commerciale a Goa nel XVII Secolo.

    I Governi non possono governare la Globalizzazione, è una forza troppo potente anche per loro.

    Cosa avrebbe fatto la Cina se l'Occidente gli avesse detto "No non ti compro nulla perchè violi i diritti umani"?

    In primis avrebbe diminuito ancora di più le condizioni degli operai per far rimanere i suoi prezzi competitivi anche con i Dazi dell'Occidente, oppure avrebbe chiuso le fabbriche, rendendo gli operai cinesi di nuovo contadini semianalfabeti e ancora più poveri e oppressi dal Governo.

    Senza contare che l'autore pensa che al G8 di genova abbiano sancito l'apertura dei mercati mondiali. Forse non sa cosa sia il Doha Round, e che nel mondo la maggioranza degli scambi è soggetta a misure protezionistiche, e che sono queste misure protezionistiche (ad esempio in Agricoltura) a penalizzare i paesi del Terzo Mondo (soprattutto africani).



    Si ma nessuno l'ha mai detto.



    Mah chiusura utopica e idealista (belle parole) ma non da di certo chissà che risposte.
    Bravo, si vede che hai studiato e che provi lo stesso gusto che provo io a smontare i bastiancontrari da salotto.

    Mi hai risparmiato una fatica.

  10. #10
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