Insomma, grazie a Ferrero Liberazione diventerà il giornale priavato di casa Bertinotti.
Eccovi accontentati, spero che adesso sarete felici...
Insomma, grazie a Ferrero Liberazione diventerà il giornale priavato di casa Bertinotti.
Eccovi accontentati, spero che adesso sarete felici...
Il punto è: Bertinotti è abituato a gestire il partito come una cosa privata, come Di Pietro gestisce l'Idv.
Avanzate e retromarce, passi più lunghi della gamba, fallimenti e ritirate improvvise, innovazioni e regressioni, spirito governista o subitamente massimalista e oppositario, erano sempre e soltanto frutto di sue personali "ispirazioni".
Al centralismo democratico del PCI era sostituito il centralismo burocratico di impianto stalinista.
La corrente di "Rifondazione per la sinistra" ha tentato di emanciparsi dal Leader Fausto, volendo intraprendere un percorso (condivisibile o meno) ma cmq lineare e democratico.
Fausto ha, come sempre, improvvisamente "imposto" l'inversione di marcia.
Suoi calcoli, suoi "incontri riservati", sue tattiche e alleanze sotterranee.
Si resti del PRC, questo è l'ordine di Fausto.
Il superamento del PRC avverrà con più calma, a partire dalle Europee.
Vuole sanare la frattura tra moz.1 e 2, riprendersi Ferrero (con qualche lauta promessa dirigenziale), e insomma... tornare a gestire oligarchicamente la politica del partito.
Ferrero, che è più bertinottiano di Vendola, dà la sua risposta. Toglie il giornale da Sansonetti, e lo vende: a Bertinotti.
Perchè, non lo è già? Pur essendo pagato con i soldi del PRC?
A mio parere, la vendita del giornale potrebbe avere due effetti positivi immediati: leverebbe dalle spalle del PRC la disastrosa situazione economica del quotidiano, e salverebbe i posti di lavoro. I soldi risparmiati potrebbero essere spesi in altro modo.
Se poi, con accordi opportuni, il PRC riuscisse a mantenere la direzione politica del giornale, sarebbe il massimo. Si potrebbe provare a dare qualche utilità ad un quotidiano ormai irrilevante.
Se poi questo non succedesse (per esempio, perchè la redazione vendoliana rema contro), si potrebbe semplicemente rimuovere il simbolo del Partito dalla testata, che sarebbe finalmente "libera" (proprio come la vuole Sansonetti). E si potrebbe investire in qualche nuovo progetto editoriale degno di essere diffuso e letto.
ferrero sta cercando, e ci sta riuscendo, di spaccare la minoranza...
ma il rischio di dare il giornale a un bertinottiano di ferro è enorme...
per il resto un'ottima direzione.
Anch'io preferisco un'impostazione politica "bertinottiana", ad una "sansonettiana".
E' chiaro che non c'è paragone, quella bertinottiana è una impostazione politica seria, di sinistra, e molto vicina tra l'altro alle mie idee; quella "sansonettiana" è un amalgama di società civile liquida e comunicazione di massa mal riuscita, che non sento affatto mio.
Quindi, per me, dal punto di vista comunicativo: BENE! OTTIMO!
Liberazione diventerà un quotidiano serio, farà politica, guiderà gli scioperi dei lavoratori del 2009, e lentamente porterà all'idea di una Sinistra non delegittimata dalle cazzate su Luxuria.
Non vi può essere nulla di più vicino alle mie idee.
Però, il problema è: stiamo ancora assecondando un Partito strutturato oligarchicamente attorno ad una Famiglia.
Io credo nel centralismo democratico.
Ci si stava svincolando, da destra e da sinistra, tra mille errori, da questa impostazione, e invece Ferrero (l'antibertinottiano) stringe accordi sotterranei e riconsegna lo scettro al Padre.
Contenti?
la situazione è ambigua...sicuramente la risposta di ferrero all'appello di diliberto sarà determinante.