Stato vegetativo permanente. Greta, il ritorno alla vita
Greta in un’immagine tratta dal blog
aperto dalla famiglia su InternetA tre anni dall´incidente Grata, ventun anni adesso, dà segnali di risveglio, si alimenta, deglutisce, risponde a ordini semplici come quello di alzare il braccio. Nell´estate del 2007 è stata sottoposta a stimolazione corticale, uno studio nato all´ospedale Molienette e guidato da due giovani neurochirurghi, Sergio Canavero e Barbara Massa Micon , che adesso lavoro al Cto. Dove si è svolto l´intervento. Dal 2006 la famiglia di Greta ha affidato dolori e speranze ad un blog: «un´idea di mio marito per comunicare con lei e con il mondo, sperando che un giorno fosse lei a poterlo proseguire», racconta la mamma della ragazza. Il futuro dello studio, che il Journal of neurology ha deciso di pubblicare, prevede il trapianto di cellule staminali.
«Adesso servirebbe un centro dedicato, una struttura qui a Torino dove poter realizzare la stimolazione corticale. E naturalmente fondi sufficienti a continuare lo studio. Sergio Canavero e Barbara Massa Micon si scambiano qualche occhiata e rispondono alla domanda su quale dovrebbe, o potrà essere, il futuro del loro Progetto, cui hanno voluto dare il nome di progetto Lazzaro, datato metà anni 90. Tutto è stato così rapido, la gioia per la pubblicazione dello studio sul prestigioso Journal of neurology con tutto quello che ne è seguito - la notizia è fresca di mercoledì pomeriggio - e non c´è ancora stato il tempo di pensare alla lista degli eventuali desiderata. Il progetto Lazzaro prende forma da un équipe che nasce all´ospedale Molinette, con la collaborazione fra Barbara Massa Micon e Sergio Canavero, lei nel ruolo di specializzanda e lui nel ruolo di tutor. In seguito, con l´incarico di Massa Micon al Cto, il lavoro è proseguito e l´intervento è stato realizzato al Cto. «Lo studio con la risonanza funzionale per valutare lo stato di attivazione cerebrale, è stato realizzato con il dottor Franco Cauda dell´ospedale Koelliker.
Il follow-up, i controlli quotidiani, sono fatti al domicilio della paziente, nella casa di Gassino dove Greta vive con i genitori e dove sono stati applicati gli elettrodi. Ad ottobre dello scorso anno la decisione di cambiare i pacemaker e ricaricare la batteria dopo aver notato che senza la stimolazione lo stato clinico peggiorava.
Ma non c´è solo Greta. Un altro paziente piemontese è trattato nello stesso modo. «Nulla da dire per ora», tagliano corto i due medici. L´idea inizialmente era di seguire altre tre pazienti, i fondi della Regione, circa 100 mila euro, erano serviti a comprare cinque stimolatori: «ma non li abbiamo usati, per ora. Troppo difficile pensare di riuscire a seguire tutti i pazienti, teniamo conto del fatto che noi due lavoriamo e che lo facciamo su base del tutto volontaria, nel tempo libero». Un ringraziamento alla Regione «che ha dato i finanziamenti, adesso vedremo come sarà possibile proseguire, le strade che abbiamo previsto sono tre, la più significativa delle quali è ovviamente quella del trapianto di cellule staminali, si dovrà capire se sarà percorribile».
Il diario dei progressi di Greta è registrato, la stessa famiglia ha scritto un diario scientifico riportando ogni minima reazione, ogni dettaglio dei progressi che venivano osservati. «Piccoli movimenti facciali, un aumento di peso di due chili vista la maggiore facilità di alimentarsi, risposte ad ordine che fino a poco tempo prima non esistevano». Di qui, la decisione di rivolgersi ad una prestigiosa rivista per avere un riscontro. Che è stato positivo e che adesso apre scenari fino a ieri solo auspicati. Il futuro più roseo è quindi immaginare un centro dedicato per tutti i casi nei quali la stimolazione potrebbe dare risultati positivi: depressione, dolore, Parkinson, ictus, coma. «Altre strade con lo stato vegetativo permanente avevano fallito, ad esempio la stimolazione cervicale, questa invece ha dato risultati che adesso potranno essere presi in considerazione e in cui crediamo» concludono i due medici.
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