Tratto da www.antoniodipietro.it
25 Dicembre 2008
Democrazia alla sudamericana
Riporto una mia intervista, pubblicata lo scorso 22 dicembre dal quotidiano Secolo XIX, sul tema del federalismo e del presidenzialismo.
Antonio Di Pietro: Ma davvero vi siete stupiti? Davvero non avete capito dove Berlusconi vuole andare a parare?
Secolo XIX: Avremmo dovuto prevederlo?
Antonio Di Pietro: Certamente. Quest'idea di arrivare al presidenzialismo è solo l'ultimo anello di catena di interventi che vorrebbero modificare la nostra democrazia in una vera e propria oligarchia.
Secolo XIX: Ai più era sembrato che Berlusconi avesse semplicemente ufficializzato la sua candidatura al Quirinale...
Antonio Di Pietro: Sicuramente c'è anche questo. Lui non perde occasione per sventolare sondaggi che lo accreditano dell'80, 90, magari 108% del gradimento e spera, in cuor suo, che, con una riforma di quel tipo, venga eletto presidente della Repubblica. Eletto? Che dico? Lui pensa di essere acclamato. Solo che, come in tutto quello che propone lui, il presidenzialismo, senza un adeguato meccanismo di pesi e contrappesi istituzionali, finisce per introdurre forme evidenti di distorsione della democrazia: in questo caso di peronismo. Una persona portata a spalle alla Casa Rosada come Peron; nel nostro caso il Quirinale.
Secolo XIX: E allora? E' solo una candidatura alla presidenza della Repubblica, magari un po troppo anticipata, e con un disegno diverso da quello della tradizionale elezione parlamentare.
Antonio Di Pietro: No. Non è solo questo. Segua il ragionamento. Berlusconi non sta proponendo solo l'elezione diretta del Capo dello Stato, e senza contrappesi, ricordo. Ma propone anche di intervenire sulla magistratura. In un modo cosi subdolo che aggira la Costituzione. Quando propone di affidare le indagini alla polizia giudiziaria, lasciando ai magistrati il solo compito di istruire processi su elementi forniti da altri, di fatto affida le inchieste a persone che sono riconducibili, in modo diretto, al governo. La polizia risponde al ministro dell'Interno. Ecco che non sarebbe più neppure necessario, in questa logica, riportare l'intera magistratura sotto il diretto controllo dell'esecutivo. C'è già la polizia: basta affidare a lei i compiti dei giudici e il gioco è fatto! E allora: il presidenzialismo come lo immagina lui esautora il Parlamento; la magistratura è sterilizzata dalla sua riforma della giustizia; l'informazione è già imbavagliata come vediamo (e le norme sulla limitazione dell'uso delle intercettazioni sono funzionali a questo). Il risultato? Una democrazia alla sudamericana.
Secolo XIX: Non è detto, però, che Berlusconi riesca ad ottenere tutto: Bossi ha frenato sul presidenzialismo.
Antonio Di Pietro: L'unico motivo per cui la Lega sta in questa maggioranza è che sta perseguendo la sua ragione fondante: il federalismo. E le dico una cosa: se non fosse cosi non vedo proprio perché dovrebbe restare in questa maggioranza; dovrebbe essere con noi all'opposizione. Mi auguro che Bossi tenga duro e che pretenda il rispetto dagli impegni. Ma Berlusconi, a giudicare dai suoi atteggiamenti, del federalismo non gliene frega nulla: una volta butta in mezzo la riforma della giustizia, una volta volta alza i toni della polemica per rendere difficile ogni passaggio parlamentare, ieri se n'è uscito con il presidenzialismo. E non basta: noi, in Parlamento, mica stiamo discutendo il federalismo vero; stiamo discutendo di concedere una delega al governo per farlo. C'è una bella differenza! Se proprio vuole, posso anche condividere chi sostiene che, nella sua conferenza di fine anno, il premier si sia limitato a buttare all'aria un po di argomenti, per non essere costretto a discutere della inadeguatezza del suo governo di fronte alla crisi economica. Ma questo è talmente evidente!
Secolo XIX: In teoria basterebbe a voi dell'opposizione, bloccare il federalismo per fare, come si diceva una volta, “far esplodere le contraddizioni” della maggioranza?
Antonio Di Pietro: Sbagliato! Il federalismo serve a questo Paese. Può far crescere la democrazia se darà agli amministratori la forza necessaria per migliorare la qualità della vita. Può strangolarla, se, come ha fatto questo governo, le toglie le risorse, nella fattispecie l'Ici. Che senso ha dire “facciamo il federalismo”, e poi costringe i Comuni a chiedere soldi direttamente allo Stato?
Secolo XIX: Allora?
Antonio Di Pietro: Federalismo e questione morale sono argomenti che stanno a cuore agli italiani. Lo dimostra il fatto che sia noi dell'Idv sia la Lega, crescono. Noi daremo una mano a fare, in Parlamento, un vero federalismo. Può essere l'unico antidoto a questo Caudillo che vuol cancellare la democrazia.