Islamabad, 27 dic. (Ap-Apcom) - Sale la tensione tra le due potenze nucleari asiatiche, India e Pakistan, a un mese dagli attentati terroristici di Mumbai. Islamabad ha cominciato a trasferire migliaia di soldati dalla frontiera con l'Afghanistan a quella indiana e ha sospeso le licenze per i militari, mentre l'India ha raccomandato ai suoi connazionali di non recarsi in Pakistan. Una situazione che mette a rischio la lotta Usa contro talebani e al Qaida nelle regioni alla frontiera tra Afghanistan e Pakistan, e che ha indotto ieri gli Stati Uniti a lanciare un appello alla calma.
Due ufficiali dell'intelligence pachistana hanno precisato che i militari della 14esima Divisione di fanteria sono stati richiamati dal Waziristan, la regione dove secondo gli Stati Uniti si nascondono leader talebani e qaidisti, per essere inviati nelle città di Kasur e Sialkot, vicino al confine indiano. Il ridispiegamento è iniziato ieri e interesserà 20.000 soldati, circa un quinto delle truppe dispiegate da Islamabad nelle zone tribali del Paese. Un giornalista dell'Associated Press presente nel distretto di Dera Ismail Khan e un testimone nel distretto di Bkakkar, nella provincia del Punjab, hanno visto lunghe file di mezzi militari, con a bordo centinaia di soldati, lasciare il confine afgano.
Un alto ufficiale militare pachistano ha precisato al New York Times che la decisione di trasferire le truppe e di limitare le licenze è stata adottata "alla luce di una situazione dominante", facendo chiaro riferimento al deteriorarsi dei rapporti con l'India dopo gli attentati di Mumbai. La stessa fonte ha aggiunto che per la stessa ragione anche la forza aerea pachistana rimane "vigile" e "in stato di allerta".
All'indomani degli attacchi, i leader indiani hanno più volte dichiarato di voler evitare ogni conflitto, ma l'India non ha escluso operazioni armate controi militanti pachistani. Secondo Nuova Delhi, dietro gli attacchi a due hotel e ad altri otto obiettivi della metropoli indiana di Mumbai ci sono terroristi appartenenti al gruppo islamico Lashkar-e-Taiba, che hanno le loro basi in territorio pachistano. Il movimento di truppe deciso da Islamabad potrebbe quindi essere letto come un monito sulle possibili ritorsioni in caso di attacchi aerei o missilistici indiani in territorio pachistano. Ieri, il premier pachistano Syed Yousuf Raza Gilani ha cercato di attenuare il clima di tensione, escludendo ogni ipotesi di conflitto. "Non prenderemo l'iniziativa - ha detto Gilani ai giornalisti - non ci sarà alcuna aggressione da parte nostra".
Da parte sua, il ministro degli Esteri indiano, Pranab Mukherjee, ha accusato Islamabad di voler distogliere l'attenzione dalla sua assenza di iniziativa contro i gruppi terroristici interni come Lashkar-e-Taiba: "Dovrebbero concentrarsi sulla questione cruciale: come combattere i terroristi e come consegnare alla giustizia i responsabili dell'attacco terroristico di Bombay (oggi Mumbai). Il Pakistan ha garantito la propria collaborazione alle autorità indiane nelle indagini sugli attentati, chiedendo di aver accesso alle prove necessarie per intervenire contro i sospetti responsabili. Ieri, Mukherjee ha sottolineato come l'India abbia fornito prove sufficienti a Islamabad sui militanti che sono riusciti a raggiungere l'India via mare: "Gli abbiamo segnalato prove come il giornale di bordo della nave catturata, le informazioni disponibili sui telefoni satellitari e diversi altri elementi che dimostrano come i responsabili di questo attacco provenissero dal Pakistan", ha detto il ministro.
Un altro segnale della crescente tensione è dato dall'appello lanciato ieri da un portavoce del ministero degli Esteri ai connazionali perchè non vadano in Pakistan, affermando che è "pericoloso per i cittadini indiani soggiornare in Pakistan". Dagli Stati Uniti è invece arrivato un invito alla calma. Il portavoce della Casa Bianca, Gordon Johndroe ha detto di sperare che Pakistan e India evitino di innalzare ulteriormente le tensioni: "Non vogliamo che nessuna delle due parti alimenti tensioni in una situazione già tesa".