Radicali: Italia ed Europa alla canna del gas (di Gazprom)?
Boni e Manfredi: “la crisi del 2006 e il costante ricatto energetico russo non hanno fatto cambiare marcia alla politica energetica italiana. Che farà ora Berlusconi? Una nuova ‘moral suasion’ su Putin per farci stare al caldo?”
Torino, 29 dicembre 2008
In seguito all’ultimatum posto da Gazprom all’Ucraina, che minaccia la chiusura dei rubinetti del gas dal 1 gennaio 2009 in mancanza del pagamento degli arretrati, si profila nuovamente il rischio di una riduzione drastica del quantitativo di gas anche per l’Italia e l’Europa. Sergey Kuprianov, portavoce del gruppo russo, parla un 50% di probabilità che le forniture vengano tagliate (Agenzia AGI).
Dichiarazione di Igor Boni (segretario dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta) e Giulio Manfredi (Comitato nazionale Radicali Italiani)
“Il primo gennaio potremmo svegliarci con l’amara sorpresa di forniture di gas non adeguate a soddisfare la domanda interna di energia per riscaldamento. Una sorpresa che a ben guardare non può essere definita tale, dato che tempo e con vigore sempre maggiore si configura in Russia l’affermazione di un regime imperialista, che basa la sua forza espansiva e di influenza sul ricatto energetico perpetrato dal colosso di stato Gazprom. A nulla è valso denunciare tutto questo in questi anni, a nulla è valsa la crisi del 2006 che, in pochi giorni di riduzione del flusso nei gasdotti che giungono dalla Russia, ha visto il nostro paese sull’orlo di una crisi energetica senza precedenti. La storia ora si ripete e la soluzione non la troveremo in queste poche ore che ci separano dalla fine dell’ultimatum all’Ucraina. Che cosa pensa di fare il grande amico di Putin, Silvio Berlusconi? Una nuova ‘moral suasion’ nei confronti del compagno Putin perchè non ci faccia stare al freddo? Oppure nei confronti dei cittadini italiani per convincerli che in fondo anche al freddo si può essere ottimisti? Al di là delle battute dobbiamo prendere atto dei comportamenti violenti di un regime che calpesta diritto e diritti dentro i propri confini e minaccia con le armi (vedi Georgia) e con il ricatto dell’energia i vicini e l’Europa tutta. Dobbiamo pianificare un affrancamento dalla dipendenza russa senza le illusioni del ritorno al nucleare; dobbiamo trattare Putin e Medvedev per quello che sono: i burattinai di un regime antidemocratico e pericoloso”. http://www.radicali.it/view.php?id=134536