Le parole di Obama su Gaza
Questo è quanto scrive oggi il Wall Street Journal. E davvero non potrebbe essere scritto meglio:
“L’attacco israeliano su Gaza in risposta ai lanci di razzi di Hamas sta scatenando le prevedibili denunce internazionali. Ma il miglior commento potrebbe essere questo: “Se qualcuno sparasse razzi contro casa mia, dove dormono le mie due figlie, io farei qualunque cosa per fermarlo. E mi aspetterei che Israele facesse qualunque cosa per fermarlo”. Sono le parole che Barack Obama ha pronunciato lo scorso luglio visitando Israele da candidato alla presidenza. …
È importante comprendere la cronologia delle ultime violenze. Israele ha ritirato sia i propri soldati che tutti i propri coloni da Gaza nell’agosto 2005. Hamas ha conquistato il potere a Gaza, strappandolo all’organizzazione di Abu Mazen, nel 2007. Dal 2005 ad oggi Hamas ha lanciato da Gaza circa 6300 razzi contro civili israeliani, uccidendone 10 e ferendone più di 780. Nei primi mesi di quest’anno Hamas ha accettato una tregua, durante la quale i lanci sono diminuiti ma mai cessati del tutto. Hamas ha infine rifiutato di prolungare la tregua oltre il 19 dicembre, quando il gruppo ha ripreso gli attacchi effettuando circa 300 lanci di razzi, missili e colpi di mortai. I 250.000 abitanti israeliani delle aree meridionali del paese vivono in una condizione di minaccia costante, spesso costretti nei rifugi, ma l’attenzione dei media mondiali sembra farvi attenzione solo quando Israele risponde al fuoco di sbarramento di Hamas.
Il sostegno a Israele dell’amministrazione Bush è benvenuto… E in questi avvenimenti leggiamo anche una lezione per Obama, che scoprirà presto come i terroristi mediorientali non siano affatto disposti a modificare le proprie ambizioni radicali solo perché l’America si è dotata di un nuovo presidente”.
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