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  1. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da Furlan Visualizza Messaggio
    Cercate di scrivere in maniera comprensibile o fate a meno di intervenire
    sei italianofilo ?! a mi par propit ... sarebbe invece kosa saggia iniziare a "korrompere" l'itagliano sostituendo le ca co, cu che, chi, q kon le k ... semplice esercizio ke tra l'altro, evita errori ortografici ke tanto itagliano fanno i puristi di 'sta lingua d'importazione.-

    mi rikordo la "koercizione" fatta dai maestri di skuola x inlkulkarmi la grandezza di kuesta lingua di merda e la pokezza della mia: Friulano ...

    ... e poi volete, pretendete di liberarvi dagli itagliani e seccedere dall'itaglia... ma kuando mai ! ... ndè tuc a d' via 'l ku ! ... sorestans ...
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    PADANIA LIBERA
    dagli italiani ed italioti,
    dal vatekanaglismo klericale romano e
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    italioti sono i padani ke si credono italiani... xkè hanno smarrito la coscienza di se' stessi e della loro storia.-

  2. #12
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    Citazione Originariamente Scritto da Epi... Visualizza Messaggio
    sei italianofilo ?! a mi par propit ... sarebbe invece kosa saggia iniziare a "korrompere" l'itagliano sostituendo le ca co, cu che, chi, q kon le k ... semplice esercizio ke tra l'altro, evita errori ortografici ke tanto itagliano fanno i puristi di 'sta lingua d'importazione.-

    mi rikordo la "koercizione" fatta dai maestri di skuola x inlkulkarmi la grandezza di kuesta lingua di merda e la pokezza della mia: Friulano ...

    ... e poi volete, pretendete di liberarvi dagli itagliani e seccedere dall'itaglia... ma kuando mai ! ... ndè tuc a d' via 'l ku ! ... sorestans ...
    Prima delle tue modifiche non si capiva una beneamata fava nemmeno del concetto espresso.
    Scusa, ma la moderazione mi impone certi doveri

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Epi... Visualizza Messaggio
    sei italianofilo ?! a mi par propit ... sarebbe invece kosa saggia iniziare a "korrompere" l'itagliano sostituendo le ca co, cu che, chi, q kon le k ... semplice esercizio ke tra l'altro, evita errori ortografici ke tanto itagliano fanno i puristi di 'sta lingua d'importazione.-

    mi rikordo la "koercizione" fatta dai maestri di skuola x inlkulkarmi la grandezza di kuesta lingua di merda e la pokezza della mia: Friulano ...

    ... e poi volete, pretendete di liberarvi dagli itagliani e seccedere dall'itaglia... ma kuando mai ! ... ndè tuc a d' via 'l ku ! ... sorestans ...
    Che mi dici allora di "Sao ke kelle terre..."?

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da Furlan Visualizza Messaggio
    Prima delle tue modifiche non si capiva una beneamata fava nemmeno del concetto espresso.
    Scusa, ma la moderazione mi impone certi doveri
    mah... kuali sono i koncetti ke non kapisci !? ,,, vuoi ke ti rispieghi ?

    o forse ti riferivi alla prima postata ke, x errore, è partita inkompleta...
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  5. #15
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    Citazione Originariamente Scritto da StatoVeneto NL Visualizza Messaggio
    Che mi dici allora di "Sao ke kelle terre..."?

    FONTE

    Questa formula corrisponde ad altre formule simili ma scritte in latino e ritrovate a Lucca 822 e a San Vincenzo al Volturno 936, 954, 976.

    Dal momento che i testimoni erano tutti chierici o notai si presume che sarebbero stati in grado di pronunciare la formula in latino e se questo non è stato, evidentemente costoro avevano ritenuto opportuno far conoscere il contenuto a tutti quelli che erano presenti al giudizio.

    La stessa cosa era avvenuta, anche se in modo più solenne, a Strasburgo dove il 14 febbraio 842 si tennero i Giuramenti di Strasburgo per concordare l'alleanza tra due dei figli di Ludovico il Pio. In questa occasione per farsi comprendere dai soldati francesi, Ludovico il Germanico aveva giurato in romana lingua (francese) e Carlo il Calvo, per farsi capire dai soldati tedeschi, in teudisca lingua (tedesco), mentre i generali prestavano il giuramento nelle rispettive lingue. In tal modo ciascuno giurava nella lingua dell'altro rendendo comprensibile il proprio giuramento al popolo che evidentemente non solo non parlava più il latino ma non avrebbe neppure compreso la lingua dell'alleato. La testimonianza di questo evento ci è data dallo storico Nitardo, nipote di Carlomagno e cugino dei due sovrani, nelle sue Historiae.

    Nei tre casi dei placiti cassinesi le parole che i testimoni devono giurare sono state preparate dal giudice e in seguito il notaio sottolineava la conformità delle dichiarazioni. Con questo vi è la certezza che questi documenti non sono la riduzione scritta di frasi pronunciate "ex abrupto", ma che essi sono la testimonianza dei primi documenti di un linguaggio cancelleresco scritto con una struttura sintattica complessa.


    Analisi filologica [modifica]
    Per quanto riguarda i genitivi dei nomi propri contenuti nel documento si riconosce in parte Sancti Benedicti l'appartenenza a quel filone che sfocia nel tipo moderno Piazza San Benedetto, mentre i genitivi che dipendono dal verbo "essere" (Pergoldi foro, sancte Marie è) si spiegano con l'uso cancelleresco di trasportare queste forme dal dibattito orale in latino al dibattito in volgare, per poi adoperarle anche in formule scritte intenzionalmente in volgare.

    Le forme tebe e bobe sono residui di dativi dell'uso popolare meridionale.

    La forma sao si spiega come formazione derivante da un lato dalle forme di 2° e 3° persona, sai dal latino "sapis" e sae dal latino "sapit" e dall'altra dai presenti come ao, dao, stao che erano posseduti dai dialetti campani intorno all'anno 1000, dal momento che si ritrovano in testi semilatini, come il Codice diplomatico Cavense, che riportano abo per "ho" e dabo per "do".

    Al riguardo sono però sorti dei dubbi per il fatto che i dialetti meridionali odierni presentano il tipo saccio, continuatore del latino "sapio", ma alla fine gli studiosi hanno confermato che ogni errore è escluso per il fatto che si tratta di carte originali e che la forma viene adoperata dodici volte.

    Sono state presentate così due soluzioni:

    la prima è che a Capua e nei dintorni si fosse abbandonato nell'uso parlato il continuatore di sapio, sostituendolo con la forma analoga sao e che solo in seguito, per varie influenze, si fosse accettata la forma meridionale saccio o sazzo;
    la seconda è che sao provenga da un'area settentrionale e che rappresenti quindi un indizio di superamento del dialetto.
    Un'altra forma dei placiti oggetto di studio è stata ko (Capua), con la variante cco (Sao, cco, Sessa) che denota un residuo del latino "quod" che più tardi è confluito, insieme con ca (continuatore di "quam" e forse di "quia") e con che o ched, dal latino "quid", in un'unica forma che.


    Il diffondersi del volgare [modifica]
    Documenti simili divennero sempre più frequenti, documentando il diffondersi e rafforzarsi progressivo del volgare e l’intenzione di usarlo con scopi o con caratteri differenti finora usati.

    Tuttavia, il latino, grazie al carattere conservatore della Chiesa, restò ancora, per tutto il Duecento e oltre, lingua della cultura ed occorsero parecchi secoli perché il volgare italiano, divenuto ormai lingua letteraria e culturale, raggiungesse tutti i settori del sapere.

    I pregiudizi linguistici favorivano il latino soprattutto in Italia, dove le scuole religiose medievali, diffusissime e gratuite, lo utilizzavano come lingua obbligatoria in cui impartire le lezioni. Sul ritardo nello sviluppo dell'italiano pesò dunque il prestigio della lingua di Virgilio (o piuttosto di una sua versione più volgarizzata) ma anche il latino in cui fu scritta la celebre Vulgata di San Gerolamo, padre della Chiesa (e protettore dei traduttori) che tradusse dal greco (quasi sconosciuto nell'Europa medievale) i Vangeli.

    Il ritardo nello sviluppo dell'italiano, tra l'altro non poco sfavorito dalla mancanza di unità politica nella penisola e dalle faide politiche dei signori che la dominavano, finì per consolidare quei tratti arcaici che furono invece ampiamente superati dalle lingue europee, tratti che fanno però della lingua italiana di oggi uno degli idiomi più fedeli al latino. Quando poi lo stesso Pietro Bembo stese i tratti del primo italiano standard, adottò un simile atteggiamento conservatore, preferendo non ispirarsi al fiorentino della sua epoca (il Rinascimento) ma a quello di due secoli prima (Petrarca, in parte a Dante e a Boccaccio). Un atteggiamento ben più intransigente degli stessi intellettuali fiorentini ma che prevalse non solo per la potenza e il prestigio del personaggio ma per la sua influenza sull'attività di Aldo Manuzio, veneziano al pari del Bembo.

    Non solo, ma modellò stilisticamente la prosa non su modelli italiani, ma direttamente sullo stile ciceroniano. Bembo riteneva anche che se una lingua era perfetta non aveva bisogno di cambiare col tempo, e tale doveva essere l'italiano se intendeva essere degno di quel nome. La resistenza all'introduzione di termini non letterari finì però per creare ostacoli a chi utilizzava e apprendeva l'italiano per scopi tecnico-scientifici, provocando querelles che, dopo avere infuocato il Risorgimento, si sarebbero trascinate fino ai giorni nostri.

    Giacomo Leopardi, Alessandro Manzoni e molti altri avevano lamentato il divario tra italiano scritto e parlato dichiarando di sentirsi più a proprio agio usando la lingua francese. Fu grazie ai primi governi dell'Italia Unita e col diffondersi dell'istruzione gratuita che i tabù puristi vennero infranti mentre la circolazione di funzionari pubblici e soldati di diverse regioni per la penisola imposero l'accettazione di quei tecnicismi e colloquialismi osteggiati dai puristi.
    se vuoi approfondire andiamo avanti
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  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da Epi... Visualizza Messaggio
    se vuoi approfondire andiamo avanti
    Si, però scrivi qualcosa di tuo, non fare il copia e incolla.

    Ti ho solo fatto notare che l'uso della "k" come vorresti tu, esisteva ancora prima dell'italiano, addirittura in uno dei più antichi documenti in volgare.
    Il suo uso quindi non è tanto un'azione di corruzione della lingua ma piuttosto un suo ritornare alle origini.
    Per non parlare del fatto che verrresti scambiato per uno di quei "butei" (scusa il venetismo) che usano "k" e "x" come negli SMS.

    Se proprio vuoi rivendicare la tua non italianità, usa la tua lingua, lombarda o veneta che sia.

    Per il resto mi trovi d'accordo.

  7. #17
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    Citazione Originariamente Scritto da Epi... Visualizza Messaggio

    il regno del piemont diventato regno di sardegna xkè allargatosi a kuei Territori, diventerà poi kuello d'itaglia... solo ke, skomparsa la monarkia, ci sono rimasti gli italiani ke, kome evidente è, sono essi i nostri nuovi padroni, assieme ai sekolari:" il klero romanofilo vateknaglista "...

    ora, il regno d'itaglia, voluto da Garibaldi e Vittorio Emanuele II° doveva essere un fatto Risorgimentale Illuminista sulla scia della Rivoluzione Amerikana e kuella Francese... il kui skopo ulktimo era kuello di limitare lo strapotere ekklesiastiko ed il regime feudale in vigore, laicizzando la società e liberarla dal sekolare sopraffattore romanista...

    Garibaldi Giuseppe ed Emanuele Vittorio erano MASSONI ... e Massoneria, allora, signifikava libertà dal "tiranno religioso romano vatekanaglista, assolutista, pestifero e spietato"...

    la statua di Vittorio Emanuele prima e kuella di Garibaldi poi, proprio in piazza duomo e rivolta verso kuel tempio, stava proprio a signifikare:" Attento klero... tu sei sggetto al potere civile" ... oggi, invece, nuovamente, il potere civile è suppeditato a kuello religioso klerikale (.... e tutti i partiti politici, ad eccezione dei radikali, lo sono... servi del klero e del fanatismo religioso politikante)
    Dunque quella piazza porta il simbolo di una guerra civile alla Chiesa...ecco perchè non è una piazza armoniosa, in cui sia bello passeggiare, insomma è una piazza buttata via, la gente lo sente istintivamente e come tale la tratta (da suk, pista di pattinaggio, pattumiera, chi più ne ha più ne metta).
    Sono dell'idea che le chiese e i simboli religiosi vadano comunque rispettati e debbano avere il loro spazio architettonico, indipendentemente da come siano poi regolati i rapporti tra stato e Chiesa.

    Comunque sotto gli Asburgo la Chiesa era rispettata e nello stesso tempo il potere civile non era mai stato così forte e funzionante.

  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da StatoVeneto NL Visualizza Messaggio
    Si, però scrivi qualcosa di tuo, non fare il copia e incolla.

    Ti ho solo fatto notare che l'uso della "k" come vorresti tu, esisteva ancora prima dell'italiano, addirittura in uno dei più antichi documenti in volgare.
    Il suo uso quindi non è tanto un'azione di corruzione della lingua ma piuttosto un suo ritornare alle origini.
    Per non parlare del fatto che verrresti scambiato per uno di quei "butei" (scusa il venetismo) che usano "k" e "x" come negli SMS.

    Se proprio vuoi rivendicare la tua non italianità, usa la tua lingua, lombarda o veneta che sia.

    Per il resto mi trovi d'accordo.
    e va bene ... certamente non potrai negare ke la k veniva usata kome motto di rottura dal latino ... x kùi, oggi, ke lo sia x l'itagliano...
    l'uso delle x già c'è nell'alfabeto veneto x kùi, usarlo nel linguaggio itagliano non può far altro ke interrompere kuell'ordine... specialmente mentale...

    personalmente penso ke tu veneto faccia bene a koltivare la tua lingua kosì kome il friulano la sua, il lombardo... il piemontese... l'emiliano e romagnolo e markigiano, valdostano e/o tirolese del sud ... ma nel linguaggio della lingua franka impostaci, diamo almeno un'impronta padalpina k'io l'individuo nell'uso dell k e delle x pure ... dobbiamo rompere la tradizione ke ci pone in servitù...

    prendi ad esempio la greppia, presepio in padalpino e presepe in itagliamolo... kuale tradizione s'è imposta !? e xkè siamo ankòra perdenti !? ...

    dai retta, se modifikassimo la skrittura itagliana si potrebbe meglio arrivare all'uso delle nostre lingue...
    avanti dnq kon le k e le x ...
    è un modo spicciolo, ma konkreto, di fare rivoluzione... di pratikare secessione...
    anzi, dirò di + ... digitare le k nella lingua imposta, è kome kantare il va pensiero agli austriaci ... pensaci ...
    .
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  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da novis Visualizza Messaggio
    Dunque quella piazza porta il simbolo di una guerra civile alla Chiesa...ecco perchè non è una piazza armoniosa, in cui sia bello passeggiare, insomma è una piazza buttata via, la gente lo sente istintivamente e come tale la tratta (da suk, pista di pattinaggio, pattumiera, chi più ne ha più ne metta).
    Sono dell'idea che le chiese e i simboli religiosi vadano comunque rispettati e debbano avere il loro spazio architettonico, indipendentemente da come siano poi regolati i rapporti tra stato e Chiesa.

    Comunque sotto gli Asburgo la Chiesa era rispettata e nello stesso tempo il potere civile non era mai stato così forte e funzionante.
    sia tu ke io siamo padalpini... solo ke tu ti identifiki kol romano imperatore ... x la nostra Gente ed ideali nostri kosì tanto sbandierati, ki è nell'errore !?
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