Per una piattaforma programmatica unitaria del movimento di liberazione nazionale e sociale

Come previsto dalla Legge Statutaria di recente approvazione, in seguito alle dimissioni del governatore della Regione Autonoma della Sardegna, Renato Soru, e alla conseguente caduta della Giunta, si procederà allo scioglimento del Consiglio regionale e, quindi a nuove elezioni, in cui il Popolo Sardo sarà chiamato a pronunciarsi il 15 e 16 febbraio del 2009.

Il 28 de Abrili, organizzazione della gioventù del movimento di liberazione nazionale e sociale sardo, coerente con quello che (insieme alla costruzione di un’organizzazione giovanile indipendentista forte e radicata in tutto il territorio nazionale) è il suo principale obiettivo a medio termine, ovvero l’unità strategiche delle forze che lottano per l’indipendenza nazionale e per un’alternativa minima di società a quella neoliberista impostaci dallo stato italiano, ritiene di vitale importanza che il movimento indipendentista dia un chiaro messaggio di credibilità e responsabilità al Popolo Sardo. Riteniamo un’autentica necessità storica, in un periodo di crisi morale sempre maggiore della politica italiana e, soprattutto, di crisi finanziaria internazionale e di prossima recessione mondiale, che le pur differenti ed eterogenee realtà che si riconoscono nei valori di autodeterminazione e sovranità integrale del nostro Popolo, si mettano maturamente alle spalle le divisioni del passato e si siedano a un tavolo di confronto e di elaborazione di una piattaforma programmatica anticolonialista di unità nazionale, che non si esaurisca quindi nelle elezioni in sé ma che possa rappresentare una proposta permanente di alternativa politica, economica e sociale per la Sardigna (prima nell’amministrazione della Regione autonoma e poi nella costruzione della Repubblica indipendente).

Non intendendo rimanere nel vago, ci pronunceremo in seguito con massima franchezza sulle posizioni finora assunte dalle realtà politiche indipendentiste o presunte tali (ogni riferimento a Sanna, Maninchedda, Trincas & Co. è del tutto voluto).

Iniziamo proprio dal Partito Sardo d’Azione: la ormai scontata salita sul carro dei probabili vincitori (e c’è da dire, senza nessuna simpatia per il presidente uscente, menchemeno per la sua coalizione di indegni politicanti, che sarebbe davvero il peggiore dei risultati) da parte del partito che fu di Lussu e Bellini è l’ennesima conferma (tanto che sembra persino banale ribadirlo, cosa che facciamo solo per chiarezza e completezza) della ormai totale estraneità alla Causa indipendentista del soggetto in questione, che annulla la sua base e le sue minoranze a suon di commissariamenti e il cui fulcro decisionale è il blog di un camaleontico ex-democristiano entrato nel partito da, si e no, qualche mese. Neanche nella minoranza (sempre che di un'unica minoranza si possa parlare), però, la posizione pare essere omogenea, e ciò rispecchia perfettamente la politica senza capo né cosa che il partito tiene da ormai più di un decennio: una buona parte infatti guarda a Soru e al centrosinistra italianista. Pertanto, dal canto nostro, non possiamo fare altro che auspicare l’immediata fuoriuscita della minoranza sinceramente indipendentista e il suo contributo alla costituzione della piattaforma programmatica unitaria di liberazione nazionale e sociale da noi auspicata.

Passiamo ora al capitolo Paris (Partidu Indipendentista Sardu), ri-fondato nel maggio di quest’anno da Doddore Meloni, il quale ha già dichiarato che presenterà delle liste col nome di Malu Entu, la piccola isola al largo della Penisola del Sinis occupata e proclamata Repubblica indipendente quest’estate dai suoi militanti. Dal momento che dalle dichiarazioni di Meloni non sembra esserci spazio per il confronto con le altre realtà indipendentista e tutto lascia presagire una dannosa corsa solitaria (più che lo stato italiano, Doddore sembra sfidare il senso del ridicolo chiedendo “il 51% dei voti dei sardi per arrivare subito all’indipendenza”) non possiamo che prendere apertamente le distanze da questo modo assurdo e folkloristico di lottare per l’Indipendenza. Vada per la fondazione di un ennesimo partito indipendentista di cui nessuno francamente sentiva la necessità, vada anche la realizzazione di un’iniziativa simbolica come quella della Repubblica di Malu Entu, anche se, il modo in cui è stata gestita, ha facilitato l’opera dei media italianisti di gettare nel ridicolo il movimento indipendentista tutto. Di fronte a un gesto frazionistico come quello della corsa solitaria e della competizione inter-indipendentista però, nonostante il rispetto che nutriamo per ogni patriota e per ogni realtà indipendentista in quanto tale e per Meloni in particolare per la sua storia personale, non possiamo astenerci da un pronunciamento di netta disapprovazione.

Arriviamo dunque alle tre organizzazioni politiche che negli ultimi anni hanno rappresentato, per così dire, la “spina dorsale” del movimento indipendentista (costituito inoltre dalla nostra organizzazione giovanile e da realtà sindacali, studentesche, degli emigrati, contro l’occupazione militare, contro la repressione, ecc.): a Manca pro s’Indipendentzia (aMpI), Sardigna Natzione Indipendentzia (SNI) e Indipendentzia Repùbrica de Sardigna (iRS).

Queste tre realtà non hanno ancora annunciato ufficialmente come si presenteranno (pur essendosi le prime due pronunciate sulle proprie intenzioni): iRS da quando è nata nel 2004 ha sempre perseguito una politica di rigorosa non-collaborazione con le altre forze indipendentiste. Questa politica, assolutamente legittima e rispettabile e persino comprensibile nel primo periodo della sua esistenza alla luce dell’esigenza sentita come propria di caratterizzarsi in quanto movimento a sé stante e di rendere chiare all’esterno le peculiarità che la portano a esistere come forza distinta dalle altre indipendentiste (operazione ampiamente riuscita), riteniamo che inizi a dimostrare tutta la sua inadeguatezza con la nuova situazione politica che vede l’approssimarsi di un appuntamento fondamentale quale le elezioni regionali in un periodo di forte crisi di credibilità e di moralità delle istituzioni italiane e di crisi finanziaria, di cui il credo economico delle attuali classi dirigenti di Roma e Cagliari, lungi da essere la soluzione, è la causa stessa. Dinanzi a questo contesto, l’accelerazione del dialogo e della collaborazione delle forze indipendentiste diventa contemporaneamente sia un’urgente necessità per la Sardigna sia una straordinaria opportunità per il movimento di liberazione nazionale e sociale. Ci auguriamo che iRS dia prova di tutta la lungimiranza che ognuno di noi deve mettere nel cogliere questo cambio della congiuntura politica nazionale.

Dal canto loro SNI e aMpI, che negli ultimi due anni praticando una collaborazione reciproca e con altre realtà come il 28 de Abrili hanno di fatto aperto la strada all’unità strategica anticolonialista che oggi si sente la necessità di formalizzare e rafforzare, si sono pronunciate in senso netto e chiaro. In un comunicato del 23/12 il coordinatore di SNI Bustianu Cumpostu si è pronunciato per la “formazione di una mesa indipendentista unitaria che presenti ai sardi un progetto politico credibile e delegabile”; ieri 29/12 aMpI ha annunciato “la propria decisione di partecipare, unitariamente con le altre organizzazioni indipendentiste (…), alle prossime elezioni per il consiglio regionale con l’intenzione di proporre un progetto politico a medio e lungo termine e di realizzare una lista che non sia la semplice sommatoria di due o più organizzazioni ma bensì includente tutte quelle personalità che negli anni, in modo coerente, hanno dimostrato di credere in un futuro di libertà dalle catene coloniali per il nostro Popolo e la nostra Nazione”.

Questo è lo spirito da cui partire per la costruzione di una piattaforma programmatica unitaria del movimento di liberazione nazionale e sociale, per quel progetto serio e credibile che ogni sardo possa, in fase elettorale e non, avere sempre di fronte come valida alternativa al sessantennale malgoverno “autonomistico” dei partiti italiani, per lanciare la sfida per l’egemonia da parte di ciò che è resistenziale sardo verso ciò che è etnocida e italianizzante, perché in futuro possano non esserci più sardi disillusi e senza alternative valide allo status quo coloniale che dicano che non ha senso affidarsi agli indipendentisti perché sono pochi e tutti divisi: gli indipendentisti uniti d’ora in poi ci saranno, fino al conseguimento dell’indipendenza. Chi sceglierà di ignorare questo processo se ne assumerà tutta la responsabilità politica di fronte al Popolo Sardo e alla Storia.
Il 28 de Abrili, che da quando esiste, ormai quasi 3 anni, invoca l’unità e lavora per essa, si appella a tutte le forze autenticamente e disinteressatamente indipendentiste affinché si inseriscano in questo processo, che pare essere finalmente in procinto di avviarsi, perché possa essere più ampio e forte possibile, e di cui dichiariamo la nostra volontà di fungere da attore attivo. L’Organizzazione della Gioventù Indipendentista Sarda c’è e ci sarà...FINTZAS A S’INDIPENDENTZIA!!!


Casteddu, 30 de su Mes’e idas de su 2008
28 de Abrili - Organizadura de sa Juventudi Sarda
po s’Indipendéntzia, sa Democratzia direta e su Sotzialismu