Al segretario del Partito Sardo D’Azione
Efisio Trincas
Eg Segretario
Ti notifico le mie dimissioni da iscritto e da componente della Direzione del Partito Sardo d’Azione.
Già nel lontano 1994 diedi le dimissioni dal Partito poiché non condividevo la scelta di ”censurare” ed “espellere” chi non la pensava come l’allora segretaria, difendendo con ciò il diritto e la garanzia a militare in un partito con regole democratiche certe e con il rispetto della pluralità delle opinioni. Nove anni fa rientrai nel Partito e insieme ad un gruppo di “sardisti volenterosi” lo ricostruimmo sia a Cagliari che in provincia contribuendo con ciò a riportare il Psd’Az sia nei consigli comunali che in quello provinciale e regionale.
Due estati fa ti feci notare per iscritto che alcune tue prese di posizione vincolanti per il Partito: “Patto di consultazione con Udc e Udeur” non erano frutto di un dibattito collettivo condiviso da organismi abilitati come Consiglio Nazionale e Direzione, ma frutto di una tua scelta solitaria, come fu la scelta dei Giacomo Sanna (allora segretario del Partito) di candidarsi con la Lega.
La sola risposta avuta fu la tua minaccia di espulsione.
La mancanza di un dibattito democratico e il tuo “autoritarismo” ha portato al commissariamento delle federazioni, che come saprai è illegale e antistatutario (visto che è contemplato solo per mancanza conclamata di attività nelle federazioni e nel territorio).
E’ sconcertante che su una decisione così grave per la vita democratica di un partito, votata dalla Direzione, non esista alcun documento scritto con assunzione di responsabilità e relative motivazioni.
Qualora l’avessi dimenticato, ti ricordo che fui l’unico a votare contro la vostra “proposta verbale” di commissariamento ingiustificato.
Questa prassi antidemocratica si è concretizzata con la cosiddetta “politica delle mani libere”, mai ratificata come scelta da nessun Congresso Nazionale, che ha avuto come frutto avvelenato la vostra scelta di portare il Psd’Az ad una alleanza innaturale con il Centro Destra, con ciò rinnegando i valori, la prassi e il pensiero dei nostri padri, quindi la lotta del popolo sardo per la propria emancipazione politica, culturale e sociale per l’indipendenza.
La mia cultura politica sardista, libertaria, solidaristica e indipendentista non mi permette di avvallare questa scellerata scelta. Da sempre i miei valori di libertà, di solidarietà, di emancipazione e di giustizia sociale, che alcuni in modo qualunquistico e sprezzante definiscono di “sinistra”, mi impongono le dimissioni da un partito saccheggiato nei valori, nei progetti e trasformato in “tzeraccus de istrangius baronisi e fascistasa”.
Quartu S.Elena 07/01/2009
Sergio Falconieri