L'intervista Il giornalista americano Bob Schieffer ha posto alcune domande di fine legislatura al vicepresidente uscente, ospite del noto programma televisivo "Face The Nation", sulle posizioni che più hanno caratterizzato l'amministrazione Bush degli ultimi otto anni, compresa quella sull'attuale situazione a Gaza



Ospite a "Face The Nation", il noto programma televisivo americano in onda sulla CBS e condotto dal giornalista Bob Schieffer, il vice presidente uscente Dick Cheney viene incalzato su molti temi cruciali e chiamato a rispondere sui risultati dell'amministrazione Bush, come il suo controverso programma sulla tortura, la sicurezza nazionale, l'incursione compiuta sabato dalle forze di terra di Israele nella Striscia di Gaza, l'intervento americano in Iraq.
Schieffer ha iniziato l'intervista con l'ormai classica domanda rivolta alle amministrazioni uscenti: "Stiamo meglio adesso che otto anni fa?"
"Credo che abbiamo fatto alcune cose molto buone nel corso degli ultimi otto anni," è stata la risposta di Cheney "Difendere la nazione da ulteriori attacchi terroristici come quello dell'11 settembre, credo, è stato un grande risultato".
Sul fronte della guerra in Iraq, Cheney continua a giocare la carta dell'eliminazione di Saddam Hussein per evitare i molti dubbi sull'efficacia strategica, oltre che naturalmente sulla legittimità, dell'intervento americano:

"Credo che la situazione in Iraq sia molto migliore adesso che nel 2003, prima che noi intervenissimo ed eliminassimo Saddam Hussein," - ha detto - "Credo che siamo vicini al raggiungimento della maggior parte dei nostri obiettivi. Abbiamo assistito a una riduzione complessiva della violenza; virtualmente ce n'é meno adesso di quanta ce ne sia mai stata prima che noi andassimo in Iraq nella primavera del 2003. Abbiamo visto l'eliminazione di uno dei peggiori regimi del mondo. Abbiamo visto l'Iraq scrivere una costituzione e si sono svolte tre elezioni nazionali. Abbiamo preparato una bozza di accordo strategico con gli iracheni che prevede il completamento del mandato americano e il ritiro delle nostre forze dall'Iraq".
Anche sull'attacco di Israele a Gaza Cheney ha le idee chiare. Il governo di Israele non ha chiesto alcuna autorizzazione o consiglio agli Stati Uniti prima di lanciare la sua offensiva terrestre - ha sottolineato il vice presidente uscente - e tuttavia "Israele ha il diritto di difendersi dai lanci di missili di Hamas dalla Striscia di Gaza".
Incalzato da Scheiffer se l'invasione via terra di Israele possa sortire l'effetto di allargare il conflitto [si teme soprattutto l'apertura di un nuovo fronte a nord contro il Libano o la Siria, n.d.r.] e rivelarsi quindi un errore, Cheney ha risposto:
"Io credo sia importante ricordare chi è il nemico in questa situazione," dice Cheney. "Abbiamo uno Stato membro delle Nazioni Unite che è stato attaccato da un'organizzazione terroristica, e per avere la meglio di questa organizzazione terroristica, [Israele] ha probabilmente ritenuto che un'offensiva aerea non fosse sufficiente, che dovessero attaccare via terra, per radere al suolo i siti dai quali erano stati lanciati i missili diretti verso Israele."
Autoassoluzione con formula piena anche per quanto riguarda Guantanamo e la tortura: per giustificare le violazioni commesse vengono infatti chiamate in causa le circostanze eccezionali. Ma dove la logica di Chaney barcolla (ancor più) visibilmente è sull'argomento terrorismo e 11 settembre. A Schieffer che gli ricordava le molte critiche mosse all'amministrazione Bush sulla restrizione dei diritti civili attuata dopo gli attacchi alle Torri Gemelle, Cheney risponde:

"(...) Credo che quello che abbiamo fatto sia stato uno dei più grandi successi dei servizi di intelligence nell'ultimo secolo (...) È una delle principali ragioni per cui abbiamo avuto successo nella difesa del nostro Paese da ulteriori attacchi. E non credo che così facendo abbiamo violato le libertà civili di qualcuno."
In poche parole Cheney assume il fatto che dopo l'11 settembre non ci siano stati altri attacchi terroristici come una prova dell'efficacia del programma sulla sicurezza della sua amministrazione. Una vera e propria acrobazia logica, visto che si potrebbe facilmente obiettare al vice presidente (fortunatamente) uscente che non c'erano stati attacchi terroristici di quella entità contro gli Stati Uniti nemmeno negli oltre due secoli di storia nazionale che hanno preceduto l'11 settembre!
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