Originariamente Scritto da
bereshit
Conoscere non vuol dire sentirsi incarcerato: non hai mai letto un libro o un articolo di un pensatore, giornalista, filosofo a te avverso? Ti rende automaticamente la conoscenza schiavo della scrittura, del pensiero, della rielaborazione a posteriori? No, ovviamente.
Leggere il Mein Kampf non solo dovrebbe essere cosa comune ma, provocatoriamente parlando, studiato a scuola, perchè solo a scuola, con l'ausilio di un corpo docente capace si insegna all'adolescente quali le responsabilità della nostra condotta.
Per tornare a fatti più pratici, leggere, conoscere ed apprendere rende l'elettorato medio non più tale, quindi meno facilmente aggirabile. Si rischia, d'altra parte, un coscienzioso anarchismo, poichè ogni persona dotata di un pensiero critico, il quale non si può apprendere se non leggendo, studiando e discutendo per anni, inizierebbe a domandarsi troppo spesso del perchè di tutto, e questo genererebbe caos tra i governanti.
Si badi bene, ciò è sempre avvenuto nei secoli passati, ed il nostro non fa eccezione. Tuttavia, internet sta creando molti problemi a chi vorrebbe mantenere nell'ignoranza non più solo alfabetica, ma soprattutto audio-visiva (l'era della multimedialità muta anche gli strumenti di comprensione minimali): la fruizione della conoscenza è inarrestabile, non più come ai tempi di Gutenberg o durante l'amanuensismo.
Il mio spassionato consiglio è di apprendere e conoscere, non dare nulla per scontato, interrogarsi su tutto e tutti. Generalmente da buoni frutti, sebbene il proprio fegato non subisca un parimenti effetto salutare.
בראשית