Tra le tante critiche che l'on. Maninchedda si compiace di rivolgere al governo Soru la più bella è di sicuro quella di avver spostato l'onere della continuità territoriale dallo Stato italiano alla Sardegna. Ora la cosa potrà pur suonare come una coraggiosa denuncia di M. alle vergogne della giunta Soru.
Piccolo particolare che M. dimentica di citare: la regione si è fatta carico dei costi della continuità terrotoriale (e di parte di quelli sanitari) all'interno della vertenza sulle entrate, riconosciuta da tutti come una delle operazioni più brillanti del governo Soru. In sostanza in quell'occasione la Sardegna ha rivendicato il diritto di gestire da se le proprie risorse occupandosi chiaramente di fornire i relativi servizi. Ora non solo tutto questo è sinonimo di autogoverno e di sovranità ma ha anche avuto un felice riscontro in termini di entrate fiscali. In sostanza M. dovrebbe spiegare se il suo concetto di indipendenza contempla la gestione delle risorse sarde da parte dello Stato italiano. Mi sembra un ottimo modo per continuare a ridicolizzare il Psd'Az, tanto più che questa argomentazione è stata tirata fuori solo come squallida trovata elettorale. O almeno così farebbe pensare l'assoluta assenza di questo tema tra le tante mozioni e interrogazioni (spesso di stampo sfacciatamente assistenzialista) di M. in regione.
Ma il nostro si è esibito oggi stesso anche in una grande perla di disonestà intellettuale.Si parla in questo caso di statistiche economiche. Intervistato oggi sull'Unione Sarda accusa Soru di affamato l'isola motivando la pesante affermazione con un calo di 28 mila posti di lavoro nell'industria negli ultimi 4 anni...Peccato che Maninchedda si dimentichi di dire che il numero degli occupati totali è aumentato nello stesso periodo di 15 mila unità e che il tasso di disoccupazione è sceso dal 12,2 al 10,8.