APRIAMOCI ALL’ETERODOSSIA


Che il PD sia il coagulo di forze politiche tante e diverse sarebbe senz’altro nota contraddistintiva e ricchezza e non vanno , sarebbe un errore imperdonabile, ricercati in questo i motivi di quella che eufemisticamente si potrebbe definire “mancata coesione”. Ma, è il precedente condizionale che lo determina, è da evitare che sia invece un coacervo perché non sono nature, provenienze, formazioni culturali ad alimentare il gioco delle parti in attesa di sintesi, piuttosto lo spirito di parte che si è esponenzialmente riprodotto proporzionalmente all’ipertrofico numero delle suddette parti che intercettano e descrivono spaccati di società a volte antitetici, unico evidente risultato della attuata “ democratizzazione” degli organi di governo. Questo indubbiamente avviene perché come più volte ho detto, e il fatto che mi trovi a dire le stesse cose, ahimè, depone a favore di questa ipotesi,senza ricercare un punto zero irrinunciabile da cui partire, ci si appella alle categorie di pensiero già vigenti nel tentativo di crearne delle nuove, determinando un progetto destinato al fallimento.
Facciamo pulizia nel pensiero e ritroviamoci sul fatto che così non si può andare avanti, siamo tutti convinti che il tempo sia scaduto, è scaduto anche per chi ha seguitato a pensare, oltre il tempo stabilito, che fosse ancora proponibile “vivacchiare”, che si impone un cambiamento, che si può pure procedere a tentoni incorrendo in inevitabili stop and go, ma che è propedeutica ad ogni scelta, alla ricerca di una linea, la presa d’atto che va individuata una modalità di comportamento, quindi di pensiero e natura che sparigli, che non abbia niente a che fare con il pregresso, che ammutolisca i fautori dell’inalienabile ripetersi.
Bisogna aprirsi all’eterodossia di comportamenti e di modi fin qui impraticati, quelli come si dice che non hanno niente a che vedere con i modi della politica, senza pensare che solo per il fatto che siano consolidati non per questo sono pertinenti e motivati, bisogna riprendere a pieno possesso del significato primario dei termini e per esempio accedere alla giusta considerazione che “ spirito di parte” per il Devoto Oli è un atteggiamento partigiano e fazioso per comprendere che da questo e altro dobbiamo affrancarci, che il risultato generale, a cui tutti dovremmo ambire in egual misura, non è affatto la risultante dei vari interessi particolari, insomma che abbiamo bisogno di altro…
Si impone il superamento di questa situazione di stallo che come tutte le cose che sembrano esclusivamente negative, non mi stancherò mai di dirlo, conservano in nuce il seme entelechiale della salvezza, prendendo laicamente atto della casualità delle posizioni, quasi sempre determinate dalle convenienze temporanee, eppure c’è passione…, che tendono a dividere un’assemblea cittadina fra quelli del “ muoia Sansone con tutti i filistei” e quelli casualmente ecumenici e quelli, altrettanto casualmente, micragnosi… Si può farlo assumendo come posizione inalienabile e contraddistintiva il rispetto assoluto delle individualità che, contrariamente a quella che può essere un’ analisi superficiale, non divide ma crea coesione perché solo quando si può esprimere ciò che per noi è giusto e non solo conveniente alla nostra parte, manifestando con la stessa purezza d’animo entusiasmo ma anche delusione e frustrazione, si è forti e indisponibili ai colpi di teatro e agli improvvisi capovolgimenti di fronte e tumulti che inevitabilmente vengono a determinarsi e si può allora, davvero, concorrere virtuosamente ed operosamente alla sintesi indispensabile.

ANTONELLA SENSI
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