Allo stesso modo, certamente la virtù e l'imperativo morale intende porsi come discrimine tra il giusto e l'errato, ma esistono molteplici forze che intendono imporsi le une sulle altre a seconda del significato specifico che attribuiscono alla virtù: il capitalismo intende subordinare ogni forza (e dunque ogni virtù che le guida) alle proprie virtù (proprietà privata, profitto) e dunque anche quei diritti dell'uomo che il cristianesimo e la democrazia pretendono di proteggere (in modi diversi e dunque conflittuali, dal momento che il cristianesimo è inserito in una prospettiva epistèmica incontrovertibile al contrario della democrazia le cui leggi sono positive e non naturali).
Tutte queste forze possono essere più o meno coerenti a se stesse, ma che ne sanno della verità (e quindi della reale dignità)?
La verità non si lascia scalfire da alcunchè, non può essere violata: se le masse non si adeguano più ai valori presunti immutabili e se iniziano a uccidere e violentarsi vicendevolmente significa che tutto ciò non va contro la verità, e dal momento che una violenza si può fare solo rispetto a ciò che è inoltrepassabile allora non si tratta nemmeno di violenza.
Puoi dire quel che ti pare se riesci a trovare una buona ragione per mostrarmi il contrario, che tu voglia chiamarmi Platone o Gorgia mi interessa poco.Posso dire che più che un platonico mi sembri un sofista?