sofri: quella preghiera...
Repubblica — 07 gennaio 2009 pagina 3 sezione: BOLOGNA
(segue dalla prima di cronaca) E' la stessa opinione di Monsignor Vecchi. «Non solo sua. Con altri toni, anche il cardinal Renato Martino e Gad Lerner hanno espresso un "disagio" per aver visto allo stesso tempo pregare, inneggiare alla guerra santa, e bruciare bandiere israeliane. Non si puòcontemporaneamente pregare e propagandare l' odio, indipendentemente dalle motivazioni che lo muovono». Un gesto da condannare insomma, come sostiene la Curia. «La mia posizione è diversa e non a caso ho parlato di opportunità. Non c' è nulla di illegale nel pregare in piazza, e non conviene a nessuno aggravare questo episodio. Semplicemente è una manifestazione che leader responsabili, in una situazione già difficile dei rapporti interculturali, avrebbero fatto meglio ad evitare. Quanto ai timori della Curia, ricordo a tutti che sia il cattolicesimo che l' islam sono religioni per loro natura "missionarie", che cercano di fare proseliti. Anche se la paura di una conquista islamica dell' Europa è del tutto infondata, per ora almeno, visto che ad esempio in Italia i "convertiti" sono solo 30mila su circa un milione di musulmani. Soprattutto, io penso che la Chiesa non debba mai aver paura di misurarsi con le altre convinzioni religiose e culturali in campo aperto». Eppure il sindaco Sergio Cofferati ha ammonito tutti a evitare «strumentalizzazioni che accreditino l' idea che sia in atto un conflitto di religione». «Penso che noi possiamo anche, o dobbiamo, essere contrari all' idea che il mondo stia andando verso uno scontro di civiltà. Ma non possiamo far finta di non vedere che nel mondo musulmano ci sono gruppi che invece la guerra di religione l' hanno già dichiarata di fatto. Si può decidere di non scendere sullo stesso terreno di scontro, ma non certo rinunciare a tenerne conto». La Lega propone di chiudere la moschea di via Pallavicini. «Io penso l' opposto. Credo che attraverso una regolamentazione, che preveda trattative e accordi con le comunità islamiche, si debba garantire che ogni fedele abbia il suo luogo di culto. Non ci si arriva certo con la chiusura di quelli che ci sono». Ma lei non era contrario alla grande moschea progettata e poi cancellata dalla giunta? «Non mi sono mai espresso in questo senso, ma avevo delle perplessità. Non condividevo l' idea che fosse possibile un unico luogo di culto per tutti i musulmani. E non mi piaceva nemmeno che la moschea fosse circondata da negozi, luoghi di svago e altro. E' la via che porta alla creazione di una comunità separata. Un metodo di integrazione che è già fallito in Inghilterra». Allora lei sarebbe favorevole a creare nuove moschee. Anche con l' Ucoii? «Ho forti dubbi sull' Ucoii, ma penso anche che non debbano esserci preclusioni a priori sulle persone con le quali discutere, a meno che non vengano dimostrati reati o pericoli reali. L' importante è sempre affrontare il problema, assai complesso, dell' incontro fra culture e dell' integrazione con una visione né idillica e superficiale né carica di pregiudizi negativi, ma consapevole delle difficoltà e aperta alla sperimentazione». - SILVIA BIGNAMI
Eddai! In fin dei conti Zwirner gioca e si diverte con paint e con le donnine nude!
Non gli puoi togliere i giocattoli, perbacco!