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Discussione: Caso Battisti.

  1. #11
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    Citazione Originariamente Scritto da terraeamore Visualizza Messaggio
    Puntualizzo un aspetto del discorso inziale.
    Ciò che ritengo sostanzialmente errato e fuorviante è il concetto di rifugiato politico da applicare a Battisti. Certamente, concordando sulla totale strumentalità dell'attuale accanimento giudiziario e sull'inutilità di perseguire gente che da anni ha cambiato vita, se lo status di rifugiato è puramente strumentale ad evitare a Battisti un'inutile condanna, ben venga. Ma solo come elemento strumentale di carattere formale giuridico. Perché lo stesso discorso, anzi molto più convinto, lo farei per qualunque uomo che ha commesso un delitto magari passionale e dopo trent'anni viene perseguito dalla legge. Sul piano giuridico interno, non c'è dubbio che la questione pone un problema di eguaglianza di fronte alla legge. Perché Battisti, se è vero che ha commesso gli omicidi di cui è accusato, riceve un trattamento distinto da quello di qualunque altro omicida (magari passionale, o colposo o che dir si voglia??). E'davvero politico l'uno e colpevole l'altro?
    Questo solo per far quadrare la complessità del discorso. Ciò detto, trovo un bene che l'esamotage di "rifugiato politico" in questo caso specifico eviti a chi da trent'anni fa un'altra vita una dolorosa ed inutile per sé e per la collettività, vicenda giudiziaria.
    Sulla resto, invece, rimane quanto ho già detto.

    Beh sulla base di quanto tu dici e proprio per questo il Brasile ha concesso lo status di rifugiato politico. Proprio la strumentalizzazione potenziale del caso che se ne farebbe qui in Italia a livello politico attraverso una sostanziale trasposizione ad oggi di un clima politico (su cui possiamo discutere senza paraocchi o senza andare in maniera unidirezionale qualsiasi parte essa sia) di oramai 40 anni fa quasi che trasporta la questione dal piano giudiziario a quello politico.
    Non trovo quindi che sia un escamotage.

  2. #12
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    D'altra parte il discorso è molto importante. Pensate ad esempio a quel documento dei marxisti spagnoli dei paesi baschi che postai tempo fa in cui si condannava la pretesa di alcuni movimenti nazionalisti baschi radicali di riconoscere in molti militanti di ETA lo status di priogionieri politici. I compagni marxisti sottolienavano come in moltissimi casi fosse insensata e ridicola tale qualificazione nonché moralmente inaccettabile e gravemente offensiva verso tutte quelle vittime comuni, lavoratori, innocenti vari etc etc, uccisi in un deliberato delirio post-politico dalla banda. Eppure chissà, tali presunti prigionieri avranno pensato di lottare contro lo Stato e magari persino per il socialismo...

  3. #13
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    Citazione Originariamente Scritto da Sandinista Visualizza Messaggio
    Beh sulla base di quanto tu dici e proprio per questo il Brasile ha concesso lo status di rifugiato politico. Proprio la strumentalizzazione potenziale del caso che se ne farebbe qui in Italia a livello politico attraverso una sostanziale trasposizione ad oggi di un clima politico (su cui possiamo discutere senza paraocchi o senza andare in maniera unidirezionale qualsiasi parte essa sia) di oramai 40 anni fa quasi che trasporta la questione dal piano giudiziario a quello politico.
    Non trovo quindi che sia un escamotage.
    Tutto vero oggi, meno vero 30 anni fa, in cui il problema era attuale e l'appellativo rifugiato politico o, più in generale prigioniero politico, andava usato rispetto alla situazione reale.
    Oggi, chiaramente, sa tutto di squallida propaganda di un potere marcio dedito a creare mostri del passato. Su questo non ci piove.

  4. #14
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    Citazione Originariamente Scritto da terraeamore Visualizza Messaggio
    Tutto vero oggi, meno vero 30 anni fa, in cui il problema era attuale e l'appellativo rifugiato politico o, più in generale prigioniero politico, andava usato rispetto alla situazione reale.
    Oggi, chiaramente, sa tutto di squallida propaganda di un potere marcio dedito a creare mostri del passato. Su questo non ci piove.

    Beh, ma Battisti è diventato rifugiato politico per il Brasile oggi mica 40 anni fa. Il Brasile fa riferimento all'oggi per giustificare la concessione di rifugiato.

  5. #15
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    Non entro nel merito del caso specifico. Ma una cosa mi sento di dirla. Ritengo che sia profondamente sbagliato addentrarsi in una valutazione morale di compartamenti politici. La politica può portare anche a compiere delle azioni criminose che altrimenti non si commetterebbero mai. Ma sarebbe profondamente sbagliato adottare un criterio "morale" per comportamenti che sono profondamente politici.

    La "lotta armata" degli anni passati in Italia deve essere giudicata per le sua teoria politica dalla quale sono poi scaturite logiche e pratiche conseguenti. Non ho mai condiviso la pratica lottarmatista (in Italia) per la semplice ragione che non ne ho mai condiviso la teoria e l'ideologia politica che ne sono alla base.

    L'uccisione del fratello di Peci da parte delle BR è stato un atto scellerato che sta a dimostrare l'impazzimento di una impostazione ormai completamete svincolata da qualsiasi capacità di comprensione della realtà. E' questa la premessa teorica di atti davvero inaccettabili. Come la concezione teorica di Prima linea giustificava l'uccisione delle guardie giurate e agenti di custodia. La "malattia" di Prima Linea risiedeve non nella bassa moralità degli individui di questo presunto gruppo rivoluzionario ma nella totale infatuazione di questo gruppo per una concezione teorica e politica complatamente estranea ad una prassi rivoluzionaria. La morale è contenuta nella politica e non si dissocia da essa.

  6. #16
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    Citazione Originariamente Scritto da Epifanio Visualizza Messaggio
    Non entro nel merito del caso specifico. Ma una cosa mi sento di dirla. Ritengo che sia profondamente sbagliato addentrarsi in una valutazione morale di compartamenti politici. La politica può portare anche a compiere delle azioni criminose che altrimenti non si commetterebbero mai. Ma sarebbe profondamente sbagliato adottare un criterio "morale" per comportamenti che sono profondamente politici.

    La "lotta armata" degli anni passati in Italia deve essere giudicata per le sua teoria politica dalla quale sono poi scaturite logiche e pratiche conseguenti. Non ho mai condiviso la pratica lottarmatista (in Italia) per la semplice ragione che non ne ho mai condiviso la teoria e l'ideologia politica che ne sono alla base.

    L'uccisione del fratello di Peci da parte delle BR è stato un atto scellerato che sta a dimostrare l'impazzimento di una impostazione ormai completamete svincolata da qualsiasi capacità di comprensione della realtà. E' questa la premessa teorica di atti davvero inaccettabili. Come la concezione teorica di Prima linea giustificava l'uccisione delle guardie giurate e agenti di custodia. La "malattia" di Prima Linea risiedeve non nella bassa moralità degli individui di questo presunto gruppo rivoluzionario ma nella totale infatuazione di questo gruppo per una concezione teorica e politica complatamente estranea ad una prassi rivoluzionaria. La morale è contenuta nella politica e non si dissocia da essa.

    Quando parlo di giudizio morale, mi riferisco esattamente all'inestricabilità di una scelta politica dal piano morale. Ovvero non si tratta di giudicare moralmente in maniera autonoma (in senso kantiano) tramite una morale avulsa dal reale.
    Ho già detto che è giusto uccidere per legittima difesa o per reagire alla violenza di un potere in un determinato contesto in cui non è possibile muoversi altrimenti. Se è giusto, è politicamente fondato, dunque è morale in quanto politicamente legato ad una prassi umanizzata e fusa nella necessità.
    Non confondiamo la morale in sé alienata dai contesti (kantiana, dunque del tutto autonoma e scissa dal reale) dalla morale eteronoma, fusa nei contesti.
    Gruppi che agiscono surrealmente sono immorali sul piano della morale eteronoma. Chi resiste di fronte alla violenza senza altra scelta è morale in senso eteronomo
    La morale autonoma in sé è il rifugio dell'opportunismo.
    Non a caso, come ben dice Preve, la falsa coscienza borghese sguazza nel kantismo e nel neo-kantismo.

  7. #17
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    Insomma reale come razionale, come teso a fini ultimi visibili e umani.

  8. #18
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    OMNIA SUNT COMMUNIA

    Battisti non verra' estradato, questa è una buona notizia!!

    Caro T&A, abbiamo già affrontato discussioni simili e credimi non "accetto" il modo che hai di "giudicare" quegli anni, il tuo "moralismo borghese" è offensivo nei confronti di quelle migliaia di persone che hanno ritenuto "necessario" mettersi in gioco, anche usando la violenza, hai mai provato ad analizzare il contesto storico, stragi, tentativi di colpi di stato, sfruttamento nei posti di lavoro, migliaia di imprigionati, centinaia di morti, "pensati in quel periodo",sai che i primi teorizzatori della L.A. venivano dall'azione cattolica e dal P.C.I., comunque non voglio continuare la discussione, almeno in questo luogo, concordo col "metodo" di Epifanio, conoscendo il periodo storico, non è d'accordo col medodo L.A., ma non si sognerebbe mai di fare del "moralismo borghese" ne di "pontificare" e dare patenti di "oppositori politici", in quegli anni di facevi 4/5 anni di galera per un volantino, in attesa di giudizio, poi non mi venire a dire, come al solito, che sei poco informato, se non sai nulla di quel periodo, evita di essere così "inopportuno", credo sia necessario discutere su quegli anni, non perchè sia importante per l'oggi, ma sicuramente è importante per la crescita individuale, indipendentemente dal giudizio che ognuno si farà!

    PER LA COMUNITA' UMANA

  9. #19
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    Citazione Originariamente Scritto da Muntzer Visualizza Messaggio
    OMNIA SUNT COMMUNIA

    Battisti non verra' estradato, questa è una buona notizia!!

    Caro T&A, abbiamo già affrontato discussioni simili e credimi non "accetto" il modo che hai di "giudicare" quegli anni, il tuo "moralismo borghese" è offensivo nei confronti di quelle migliaia di persone che hanno ritenuto "necessario" mettersi in gioco, anche usando la violenza, hai mai provato ad analizzare il contesto storico, stragi, tentativi di colpi di stato, sfruttamento nei posti di lavoro, migliaia di imprigionati, centinaia di morti, "pensati in quel periodo",sai che i primi teorizzatori della L.A. venivano dall'azione cattolica e dal P.C.I., comunque non voglio continuare la discussione, almeno in questo luogo, concordo col "metodo" di Epifanio, conoscendo il periodo storico, non è d'accordo col medodo L.A., ma non si sognerebbe mai di fare del "moralismo borghese" ne di "pontificare" e dare patenti di "oppositori politici", in quegli anni di facevi 4/5 anni di galera per un volantino, in attesa di giudizio, poi non mi venire a dire, come al solito, che sei poco informato, se non sai nulla di quel periodo, evita di essere così "inopportuno", credo sia necessario discutere su quegli anni, non perchè sia importante per l'oggi, ma sicuramente è importante per la crescita individuale, indipendentemente dal giudizio che ognuno si farà!

    PER LA COMUNITA' UMANA
    Forse non hai letto con cura i miei interventi. Altrimenti non parleresti di moralismo borghese. Si tratta di un epiteto molto facile da affibbiare per eludere qualunque tipo di discussione doverosa sulla realtà che sia storica o attuale. Moralismo borghese è l'atteggiamento di chi invoca una morale assoluta, slegata dai contesti, e ne fa una bandiera d'anima bella per invocare valori universali del tutto avulsi dal reale svolgimento delle cose umane. D'altra parte la mia risposta a Epifanio, che credo avrai letto, dovrebbe chiarire cosa intendo quando parlo di morale o etica (la seconda è l'aspetto sociale e comunitaria della prima che si sviluppa più propriamente dalla riflessione individuale entro il proprio contesto).
    L'ho detto e lo ripeto. La moralità della politica prevede per necessità l'uso della forza, della violenza e della "criminosità". Non lo nego, ma lo negherò e faccio di tutto nel mio piccolo per rompere la gabbia dell'ipocrisia borghese.
    Il mio giudizio si muove su un terreno completamente diverso, e francamente mi sorprende e preoccupa il fatto che questa cosa, per me fondamentale, non sia percepita per quello che è.

    Perché mai quegli anni non posso essere giudicati? Sono forse avvolti in una gabbia dorata intoccabile? Per me la storia sta li per essere capita nella sua complessità, senza esimersi dalla necessità di giudicare, specie ciò che più ci è vicino.
    Si non sono un grande conoscitore di quell'epoca, ma credo di avere il diritto e la possibilità di rispondere con cognizione di causa, senza inventare né immaginare, ma rimettendomi a ciò che so.
    Quegli anni fatti di contrasti e speranze, erano, se lo vogliamo proprio dire, nettamente migliori di questi per la stragrande maggioranza della popolazione, per i lavoratori, per il pluralismo delle idee, per i diritti sociali e civili. Dunque non hanno nulla di eccezionale sul piano della violenza capitalistica. Oggi le cose, come ben sai, vanno decisamente peggio.
    La violenza di Stato è stata forte e mostruosa, e sono il primo a criticarla aspramente.

    ma il punto, lo sai bene, non è questo.
    Il punto è inquadrare un fenomeno, la lotta armata e poi il terrorismo, nel suo contesto reale. E ribadisco il mio libero punto di vista, per quanto ti possa dar fastidio, che politicamente questi fenomeni sono stati fallimentari non solo sul piano dell'efficacia (pragmatico), ma anche sul piano dell'etica intesa nel suo senso eteronomo (contestualizzato).

    Insomma cirtica pure il mio punto di vista, ma non farlo con l'espdiente del tutto fuori luogo del presunto "moralismo borghese", altrimenti non si arriva da nessuna parte.

    Parlando poi di Battisti, caso specifico della discussione, che dire?
    Rispondendo anche a Sandinista, direi che considerarlo oggi rifugiato politico sia una forzatura, buona per i fini di questa operazione, ma comunque una grossa forzatura. Giudicarlo rifugiato trent'anni fa, come fece l'ipocrita ultra-capitalistico Mitterand, era ancora più insensato.
    D'altra parte conosciamo bene l'atteggiamento della Francia in quegli anni, questo si davvero moralistico. Repressiva al suo interno contro ogni realtà dissidente e accogliente con i terroristi di altri paesi. Niente più che politica di potenza e destabilizzazione di altri paesi. Ma questa è un'altra storia.

  10. #20
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    OMNIA SUNT COMMUNIA

    Caro mio, qui non si tratta di filosofeggiare, questa è storia fatta di "Carne e Sangue", che non si può giudicare con categorie culturali!!

    PER LA COMUNITA' UMANA

 

 
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