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brunik
CRISI: CIA, 4 ITALIANI SU 10 HANNO MODIFICATO ABITUDINI ALIMENTARI
(ASCA) - Roma, 14 gen - Quattro famiglie su dieci hanno modificato nel 2008 le loro abitudini alimentari, il 35 per cento ha limitato gli acquisti o scelto prodotti di qualita' inferiore; il 65 per cento e' convinto che gli aumenti dei prezzi sono dovuti ai troppi passaggi della filiera (dal campo allo scaffale); il 75 per cento ritiene fondamentale l'indicazione sui listini del ''doppio prezzo'' (origine e dettaglio); il 58 per cento vuole che nell'etichetta sia indicato il Paese di provenienza del prodotto; l'80 per cento ha optato per il ''made in Italy'' perche' ritenuto piu' sicuro; oltre il 10 per cento ha fatto acquisti presso gli hard discount. Sono questi alcuni degli elementi emersi da un'indagine condotta sul territorio nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori anche sulla base dei dati Istat ed Ismea-AC Nielsen. Indagine che evidenzia come gli italiani si sono comportati, sotto il profilo alimentare, davanti all'inflazione che nello scorso anno ha avuto un aumento del 3,3 per cento.
E proprio i rincari che si sono generati lungo la filiera agroalimentare - rileva la Cia - hanno spinto le famiglie italiane a cambiare la spesa per la tavola. E cosi' si e' consumato, in quantita', piu' pollo (piu' 3,5 per cento) e meno carne bovina (meno 0,4 per cento), piu' maiale, salumi e insaccati (piu' 2,5 per cento), meno pane (meno 2,4 per cento) e piu' frutta (piu' 2,6 per cento) e ortaggi (piu' 0,2 per cento), meno formaggi (meno 0,7 per cento) e piu' latte (piu' 1,6 per cento) e piu' pasta (piu' 1,2 per cento), meno pesce (meno 1,5 per cento), olio d'oliva (meno 0,9 per cento), vino (meno 1,6 per cento) e piu' derivati del latte (yogurt, in particolare, cresciuti del 2,7 per cento).
E proprio nel Sud - sottolinea la ricerca Cia - si riscontrano i cambiamenti a tavola piu' evidenti. Nelle regioni meridionali, infatti, il 50 per cento delle famiglie ha contenuto gli acquisti o ha optato per prodotti di qualita' piu' bassa. Nel dettaglio: il 56 per cento per la carne, il 60 per cento per il pesce, il 36 per cento per il pane e il 45 per cento per la frutta.
res/dnp/alf
http://www.asca.it/news-CRISI__CIA__...2064-ORA-.html