bilanci comunali sotto la lente
Trasferimenti: Roma, Milano e Torino insieme ricevono meno fondi di Napoli
Con 687 euro pro capite, il Comune di Napoli incassa più di Milano, Roma e Torino messi insieme (677)
NAPOLI — Nel 2007 Palazzo San Giacomo ha fatto registrare 1.416 euro pro-capite alla voce «trasferimenti». Un dato incredibile, tanto più se si estrapolano i 687 pro-capite destinati ai trasferimenti in conto capitale (destinati agli investimenti) da quelli correnti (per le spese di funzionamento). Un dato dal quale emerge che un cittadino napoletano riceve di più di un romano, un milanese e un torinese messi insieme (677). Il tutto, in presenza di un Comune che si piazza malissimo nell'economicità della spesa per sostenersi. In pratica: spende troppo. È la fotografia, Bilanci alla mano, scattata dalla Fondazione Civicum. Uno screening che prende in esame l'analisi comparata dei rendiconti 2007 dei 23 grandi Comuni italiani realizzata per Civicum da Giovanni Azzone e Marika Arena del Politecnico di Milano. Si tratta della più vasta ricerca svolta in Italia nel settore della pubblica amministrazione locale. Dalla ricerca emerge quindi che il capoluogo partenopeo fa registrare 2.300 euro l'anno di entrate complessive pro-capite; un dato che è secondo solo solo a Venezia, con i suoi 2.617 euro. Civicum definisce quindi «clamoroso » il dato di Napoli nella classifica dei trasferimenti, correnti e in conto capitale, da Stato e Regione. Questo a sconfessare i continui piagnisdei dei vari amministratori di Palazzo San Giacomo che si sono via via succeduti su quelli che erano i tagli al Comune di Napoli. La classifica sui trasferimenti vede quindi nei primi dieci posti cinque città di regioni a statuto speciale: Trento (1.429 euro pro-capite), Bolzano (1.241), Palermo (849), Trieste (842), Sassari (693) e Cagliari (603). Napoli, però, con i suoi 1.416 euro, fa registrare una risultato incredibile se si considera che la Campania non è regione a statuto speciale. La straordinarietà e la morfologia della natura lagunare rende Venezia la città più costosa. Il suo è il Comune che spende di più per ciascun cittadino: 2.497 euro l'anno, dei quali 2.176 per spese correnti. Costosa anche Trento (2.387). Ma è proprio il terzo posto di Napoli nella graduatoria della spesa pro-capite (2.294 euro l'anno) a sorprendere tutti, benché buona parte (790 euro l'anno) sia destinata non a spese correnti ma a investimenti. Investimenti tra i quali spiccano quelli per viabilità e trasporti, anche se nessuno se ne accorge, con 616,1 milioni investiti nel 2007, con un incremento del 249 per cento rispetto all'anno precedente, che significano l'80 per cento del totale degli investimenti e 633 euro pro-capite. Contrazione incredibile, poi, negli investimenti che il Comune ha fatto per la spesa sociale dal 2006 al 2007, con un meno 54 per cento, che significano appena 3 euro per abitante. Infine, l'aumento delle spese: sempre rispetto al 2006, nel 2007 le spese sono aumentate dell'8 per cento. L'amministrazione cittadina è quindi al secondo posto nella classifica delle spese comunali, dei fondi cioè utilizzati per il proprio funzionamento — se così si vuol dire — col 36 per cento del bilancio; al primo posto c'è Palermo, con 39. Bacchettate al Comune di Napoli sull'economicità della spesa di auto-amministrazione. Infatti, se Palazzo San Giacomo fosse stato gestito nel 2007 con il miglior criterio individuato dalla ricerca, avrebbe risparmiato ben 220 milioni di euro da spendere per i cittadini napoletani. Se tutti i 23 Comuni si fossero adeguati, il risparmio complessivo sarebbe stato di 703 milioni di euro, pari a quasi il 20 per cento del totale della spesa corrente per auto-amministrazione. E se estrapoliamo il dato di Napoli da quello nazionale, si capisce che, da sola, la città partenopea se meglio gestita, avrebbe determinato un risparmio del 30 per cento circa del risparmio potenziale italiano. Lo studio di Civicum ha interessato 23 Comuni italiani, nei quali complessivamente risiede il 18 per cento della popolazione. Presente il ministro della Funzione Pubblica Brunetta e il ministro- ombra della Funzione pubblica Lanzillotta. L'analisi è stata fatta con il supporto delle migliori aziende internazionali di certificazione: Kpmg, Deloitte, Ernest Young e Price Waterhouse. Mentre l'associazione «Napoli Punto e a Capo», tramite Sergio Fedele e Ninni de Santis, accusa: «A Roma, alla presentazione dei dati di Civicum, nessun rappresentante del Comune di Napoli era presente».
Paolo Cuozzo
16 gennaio 2009
http://corrieredelmezzogiorno.corrie...03344138.shtml