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  1. #1
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    Di Pietro: "noi buttiamo fuori gli indagati, gli altri proteggono i condannati".

    Tratto da www.antoniodipietro.it

    17 Gennaio 2009

    Screditare per screditarmi



    Pubblico il video e il testo della mia intervista rilasciata lo scorso 15 gennaio, e trasmessa oggi 17 gennaio su La7, dove rispondo alle domande del mio intervistatore, Alain Elkann, in tema di giustizia ed informazione.
    Alain Elkann: In questi giorni ci sono dei giornali e delle televisioni che dicono che ci sono dei suoi uomini che gli creano dei problemi, che ha qualche problema nel suo partito. Per esempio nella vicenda napoletana, anche se lei è fuori da tutto, quando uno è capo di un partito...
    Antonio Di Pietro: Primo: nel merito non c'è un mio uomo ad oggi inquisito. Ci sono invece persone del governo, della maggioranza, e dell'opposizione che sono anche agli arresti. Si parla dei nostri che non sono inquisiti, e non si parla di quelli che sono addirittura al governo e per i quali hanno richiesto le misure cautelari. Ecco, se il canale di trasmissione prende lo stuzzicadenti e te lo fa diventare trave, e prende la trave e te la ficca nell'occhio, allora non riesci più a vedere. Il problema è un altro. Il problema è che può capitare, e capiterà, anche all'Italia dei Valori. Quando un partito politico è solo movimento politico, quando fa piazze e girotondi, come a Piazza Navona, c'è il partito della protesta, della cosiddetta società civile che denuncia ciò che non va. Quando un partito deve fare un salto in più ed entra dentro le istituzioni, è come dire che il contadino raccoglie le mele. Quando raccoglie le mele, non è detto che tutte quelle che mette nel cesto siano senza verme, può trovare le mele marce. Il problema non è nel fatto che nel nostro partito, per intuizione divina, possiamo raccogliere sempre le mele giuste, può capitare la mela marcia. Dov'è la differenza? Che il buon contadino guarda il cesto il giorno dopo, perché il giorno dopo esce il verme e se ne accorge. Quando il buon contadino vede la mela marcia, la prende e la toglie dal cesto. Questo è quello che ha fatto l'Italia dei Valori, e lo farà sempre. Addirittura, tutti coloro che hanno problemi di giustizia li mettiamo subito fuori dal partito, e se risolvono i loro problemi positivamente possono tornare, altrimenti non possono ne amministrare ne stare nel partito. La differenza nostra, e di questo sono orgoglioso, è che noi quando c'è un problema di giustizia abbiamo l'obbligo di correre dal magistrato e far valere le nostre ragioni. Il secondo obbligo è di mettersi prima a disposizione della giustizia e poi dentro le istituzioni. Negli altri la prima cosa da fare è farsi una legge per non farsi processare, criminalizzare il magistrato per dire che una battaglia politica. Scusate, chi è il buon “contadino”?"
    Alain Elkann: O il guastafeste.
    Antonio Di Pietro: O il guastafeste.
    Alain Elkann: Ma il guastafeste con i mezzi di comunicazione che ha rapporti ha? Le vogliono bene, la demonizzano? Come si sente trattato? Perché molti leader si lamentano.
    Antonio Di Pietro: Ho accettato la regola per cui, quando sei in questa “arena”, devi accettare tutto. Mi lamento e mi preoccupo che per colpire me vengono colpite terze persone che non c'entrano niente. L'altro giorno ho letto che se la sono presa con un avvocato del Veneto che prima di fare l'avvocato faceva il magistrato, e quando era magistrato ha avuto a che fare con me per problemi giudiziari. Siccome questo ex magistrato adesso fa l'avvocato per una certa società, dicono “chissà, avrà fatto quel lavoro perché è amico di Di Pietro”. Sono 15 anni che non lo vedo più, però quello ha ricevuto un nocumento professionale perché è entrato in un agone politico di cui non c'entra nulla. Andare da mia figlia, o da mia moglie, e andare a vederne i più personali comportamenti, credo non c'entrino con l'agone politico. Ecco perché tutto sommato per me non mi lamento, anche perché se permette ho le spalle per potermi difendere, e perché chi fa politica lo sa che deve accettare le regole del gioco. Mi dispiace il fatto che molte volte si colpiscono realtà e persone terze perché è l'unico modo per poter tentare di zittire il protagonista.

  2. #2
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    che pensa della guerra di gaza e dell'azione europea in palestina e della social card e dell'eta'pensionabile alle donne?

  3. #3
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    Citazione Originariamente Scritto da rediga Visualizza Messaggio
    che pensa della guerra di gaza e dell'azione europea in palestina e della social card e dell'eta'pensionabile alle donne?
    mah non saprei, anche il Giornale di Paolo Berlusconi ha preferito strafregarsene e dedicare 17 titoli in prima pagina a Tonino in 21 giorni

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da Cato censor Visualizza Messaggio
    Tratto da www.antoniodipietro.it

    17 Gennaio 2009

    Screditare per screditarmi



    Pubblico il video e il testo della mia intervista rilasciata lo scorso 15 gennaio, e trasmessa oggi 17 gennaio su La7, dove rispondo alle domande del mio intervistatore, Alain Elkann, in tema di giustizia ed informazione.
    Alain Elkann: In questi giorni ci sono dei giornali e delle televisioni che dicono che ci sono dei suoi uomini che gli creano dei problemi, che ha qualche problema nel suo partito. Per esempio nella vicenda napoletana, anche se lei è fuori da tutto, quando uno è capo di un partito...
    Antonio Di Pietro: Primo: nel merito non c'è un mio uomo ad oggi inquisito. Ci sono invece persone del governo, della maggioranza, e dell'opposizione che sono anche agli arresti. Si parla dei nostri che non sono inquisiti, e non si parla di quelli che sono addirittura al governo e per i quali hanno richiesto le misure cautelari. Ecco, se il canale di trasmissione prende lo stuzzicadenti e te lo fa diventare trave, e prende la trave e te la ficca nell'occhio, allora non riesci più a vedere. Il problema è un altro. Il problema è che può capitare, e capiterà, anche all'Italia dei Valori. Quando un partito politico è solo movimento politico, quando fa piazze e girotondi, come a Piazza Navona, c'è il partito della protesta, della cosiddetta società civile che denuncia ciò che non va. Quando un partito deve fare un salto in più ed entra dentro le istituzioni, è come dire che il contadino raccoglie le mele. Quando raccoglie le mele, non è detto che tutte quelle che mette nel cesto siano senza verme, può trovare le mele marce. Il problema non è nel fatto che nel nostro partito, per intuizione divina, possiamo raccogliere sempre le mele giuste, può capitare la mela marcia. Dov'è la differenza? Che il buon contadino guarda il cesto il giorno dopo, perché il giorno dopo esce il verme e se ne accorge. Quando il buon contadino vede la mela marcia, la prende e la toglie dal cesto. Questo è quello che ha fatto l'Italia dei Valori, e lo farà sempre. Addirittura, tutti coloro che hanno problemi di giustizia li mettiamo subito fuori dal partito, e se risolvono i loro problemi positivamente possono tornare, altrimenti non possono ne amministrare ne stare nel partito. La differenza nostra, e di questo sono orgoglioso, è che noi quando c'è un problema di giustizia abbiamo l'obbligo di correre dal magistrato e far valere le nostre ragioni. Il secondo obbligo è di mettersi prima a disposizione della giustizia e poi dentro le istituzioni. Negli altri la prima cosa da fare è farsi una legge per non farsi processare, criminalizzare il magistrato per dire che una battaglia politica. Scusate, chi è il buon “contadino”?"
    Alain Elkann: O il guastafeste.
    Antonio Di Pietro: O il guastafeste.
    Alain Elkann: Ma il guastafeste con i mezzi di comunicazione che ha rapporti ha? Le vogliono bene, la demonizzano? Come si sente trattato? Perché molti leader si lamentano.
    Antonio Di Pietro: Ho accettato la regola per cui, quando sei in questa “arena”, devi accettare tutto. Mi lamento e mi preoccupo che per colpire me vengono colpite terze persone che non c'entrano niente. L'altro giorno ho letto che se la sono presa con un avvocato del Veneto che prima di fare l'avvocato faceva il magistrato, e quando era magistrato ha avuto a che fare con me per problemi giudiziari. Siccome questo ex magistrato adesso fa l'avvocato per una certa società, dicono “chissà, avrà fatto quel lavoro perché è amico di Di Pietro”. Sono 15 anni che non lo vedo più, però quello ha ricevuto un nocumento professionale perché è entrato in un agone politico di cui non c'entra nulla. Andare da mia figlia, o da mia moglie, e andare a vederne i più personali comportamenti, credo non c'entrino con l'agone politico. Ecco perché tutto sommato per me non mi lamento, anche perché se permette ho le spalle per potermi difendere, e perché chi fa politica lo sa che deve accettare le regole del gioco. Mi dispiace il fatto che molte volte si colpiscono realtà e persone terze perché è l'unico modo per poter tentare di zittire il protagonista.

    cosa c'entrano con l'agone politico i diritti dei film di canale 5?

  5. #5
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    Butteranno pure fuori gli indagati, ma a quanto pare buttano dentro (agli affari) quelli che indagarono...
    ---------------------------------
    Di Pietro e l’amico da 4 milioni I dubbi finiscono in una sentenza Il tribunale non esclude che l’ex ministro abbia avuto un ruolo per far ottenere al pm che lo salvò un incarico d’oro dall’«Autostrada Brescia-Padova»

    Massimo Malpica

    Ad alimentare i dubbi su quella consulenza da 4 milioni di euro all’ex magistrato Guglielmo Ascione (che in passato prosciolse Di Pietro in due occasioni) assegnata dalla società Autostrada Brescia-Padova, e sui legami tra questa e l’ex ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, c’è anche una sentenza. Quella del tribunale di Torino che archivia la querela per diffamazione presentata dallo stesso Ascione contro l’ex Guardasigilli Clemente Mastella. Quest’ultimo in un’intervista alla Stampa un anno fa aveva detto: «Io in un governo con Di Pietro non ci posso stare più. Un signore che si permette di attaccarmi e che intanto ha fatto avere al giudice di Brescia che lo prosciolse un incarico da 3 milioni di euro in faccende di autostrade». Erano i giorni successivi all’arresto della moglie di Mastella, e le polemiche seguenti portarono il governo alla caduta.
    In quel contesto, il parlamentare Mauro Fabris dell’Udeur salutò così l’annuncio di querela di Di Pietro: «Finalmente. Da mesi i parlamentari di tanti partiti chiedono a Di Pietro di chiarire come sia stato possibile ottenere, da parte dell’autostrada Brescia-Padova, la firma del ministro delle Infrastrutture sulla proroga della concessione autostradale. Questo non appena la società ha dato incarico all’avvocato Ascione, dopo che per anni il governo Berlusconi aveva negato tale proroga».
    Sul punto, appena pochi giorni fa, Di Pietro ha sostenuto la sua assoluta estraneità nella consulenza ad Ascione: «Questa circostanza è già stata smentita in tutte le sedi. Ribadisco che non ho dato mai alcuna consulenza ministeriale ad Ascione, né mi sono mai interessato a fargliene avere da qualcuno». Aggiungendo che Ascione «ha avuto un incarico dalla “società concessionaria autostradale Brescia-Padova” (che col ministero non c’entra)».
    Ma sul tema si è esercitata la magistratura torinese. E in quella sede smentite non ne sono arrivate. Tanto che la posizione di Mastella è stata archiviata. Non è che i giudici piemontesi sanciscano che a procurare l’incarico ad Ascione sia stato l’ex pm, ma lasciano aperta la porta ai dubbi. «Le dichiarazioni di Mastella - si legge in sentenza - nella sostanza connotavano negativamente l’intervenuto conferimento per un compenso considerevole di un incarico professionale all’avvocato Ascione in materia collegata in qualche misura al ministero delle Infrastrutture». E Mastella, dicono ancora i giudici, «individuava tra tale circostanza (fatto vero) e i precedenti rapporti Di Pietro-Ascione, un collegamento (fatto non provato) nel quale si sostanzia la critica relativa a una scarsa trasparenza e correttezza». D’altra parte le dichiarazioni di Mastella si riferivano, ricordano i giudici, «a un episodio ben noto alle cronache che era stato oggetto non solo di commenti da parte degli organi di stampa e di verifiche della corte dei conti ma altresì di specifiche e puntuali interrogazioni parlamentari». Tanto da respingere l’opposizione di Ascione all’archiviazione di Mastella, accogliendo la richiesta del pm di chiudere la vicenda, sia riguardo all’ex Guardasigilli sia al giornalista autore dell’intervista. Proprio a proposito dell’applicabilità del diritto di cronaca, i giudici concludono rimarcando «quanto sopra si è esposto (con riferimento ai requisiti di verità e continenza) in ordine alla veridicità del fatto (incarico conferito ad Ascione e compenso da questi percepito), e al fatto che le considerazioni ulteriori di Mastella sul punto consistevano nell’individuazione di un collegamento quanto meno indicativo di scarsa trasparenza tra tale incarico e il ministro Di Pietro, visti i fatti avvenuti anni addietro, collegamento peraltro già individuato e ipotizzato in altre sedi, e in particolare sia in Parlamento che sugli organi di stampa». Ascione nel 1995 archiviò un esposto di Sergio Cusani che aveva denunciato la falsificazione di carte fornite dal faccendiere Chicchi Pacini Battaglia sulle quali Di Pietro aveva imbastito il processo Enimont. Eppure l’anno dopo una perizia confermò che le carte erano state contraffatte. Ma l’esposto era ormai andato. Sempre Ascione aveva archiviato le accuse del pentito Salvatore Maimone, che nel 1993 ai magistrati di Firenze dichiarò che tra le personalità che «coprivano» l’autoparco milanese gestito dalla mafia ci sarebbe stato anche Di Pietro. Ancora Ascione - secondo quanto ricordato da Filippo Facci su questo quotidiano - «fu colui che informava indirettamente Di Pietro nel 1994 dell’ispezione ministeriale che stavano predisponendo contro di lui. Come appurato da una sentenza del 1997 lo schema era questo: l’ispettore Domenico De Biase informava Ascione che a sua volta informava il giornalista Maurizio Losa che informava Di Pietro».

    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=321949

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da DrugoLebowsky Visualizza Messaggio
    mah non saprei, anche il Giornale di Paolo Berlusconi ha preferito strafregarsene e dedicare 17 titoli in prima pagina a Tonino in 21 giorni

    Che giornale di merda

  7. #7
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    http://www.primapaginamolise.it/deta...ion%3Dpolitica')

    17-01-2009, 15:26 • Campobasso • Politica
    Vedi Napoli e poi Di Pietro

    C'è poco da fare: l'immagine di Antonio Di Pietro che scappa dal retro è altamente simbolica, è la Nemesi, il "chi di spada ferisce" con quel che segue. Già: ieri a Napoli Di Pietro è scappato dal retro, raccontano le cronache. Perché se il Pd sta poco bene e il Pdl non sta meglio, pure l'Italia dei Valori non sembra in gran salute: non bastasse il figliolo indagato a Napoli, i suoi parlamentari intercettati, i tanti dubbi sulla gestione personalistica del partito e dei suoi finanziamenti, il deputato Porfidia indagato per camorra e lui interrogato per tre ore dai magistrati sul caso Mautone-Romeo; l'ultimo colpo basso riguarda il suo capogruppo alla regione Campania appena nominato, Nicola Marrazzo, e accusato di connivenza con un clan camorrista.
    A denunciarlo è Francesco Barbato, che Di Pietro ha fatto eleggere alla Camera e che ora sta diventando la sua spina nel fianco, il proverbiale "più puro che ti epura": Barbato, che già si è autosospeso dal gruppo di Idv per i troppi personaggi loschi che ci vede, ha reso pubblica l'esistenza di un'informativa dei carabinieri, che ha portato allo scioglimento per camorra del comune di Casandrino, dove Marrazzo era consigliere comunale.
    E così ieri, all'Hotel Oriente di Napoli, era convocata una riunione dei dirigenti locali del suo partito per decidere come gestire l'ennesima patata bollente. Ma Di Pietro, dopo un breve saluto ai suoi, ha lasciato la gestione dell'assemblea al capogruppo alla Camera Donadi e si è dileguato. E visto che i cronisti lo aspettavano al varco ed evidentemente non aveva voglia di rispondere alle loro domande, ha chiesto se ci fosse un'uscita secondaria: certo, dal garage, gli hanno risposto.
    E Tonino è scappato dalla porta di servizio, attraverso i sotterranei. Tocca all'impavido Marco Travaglio, sui giornali di oggi, tentare la difesa e sostenere che Di Pietro in tutta la vicenda sta facendo "un figurone", e che il suo virgulto Cristiano sarà pure indagato per corruzione, ma in fondo si tratta di un peccato veniale, qualche "raccomandazione". Anche se in verità gli investigatori parlano nel loro rapporto anche di "interessi in appalti e forniture".
    Dice Travaglio che Di Pietro jr ha fatto molto bene a dimettersi. Si è dimesso, va ricordato, dal partito del papà e non dalle cariche che ricopre: e forse quel che va spiegato non è tanto perché non si sia dimesso da consigliere provinciale perché indagato, cosa che ai garantisti (nel cui novero non si sono però mai arruolati prima né l'illustre genitore né il suddetto Travaglio) sta bene. Piuttosto, sarebbe da spiegare come mai e in base a quali meritocratici criteri il leader di Idv abbia a suo tempo promosso proprio il figlio poliziotto a quelle ben remunerate cariche elettive.

    Laura Cesaretti

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da ItaliaLibera Visualizza Messaggio
    http://www.primapaginamolise.it/deta...ion%3Dpolitica')

    17-01-2009, 15:26 • Campobasso • Politica
    Vedi Napoli e poi Di Pietro

    C'è poco da fare: l'immagine di Antonio Di Pietro che scappa dal retro è altamente simbolica, è la Nemesi, il "chi di spada ferisce" con quel che segue. Già: ieri a Napoli Di Pietro è scappato dal retro, raccontano le cronache. Perché se il Pd sta poco bene e il Pdl non sta meglio, pure l'Italia dei Valori non sembra in gran salute: non bastasse il figliolo indagato a Napoli, i suoi parlamentari intercettati, i tanti dubbi sulla gestione personalistica del partito e dei suoi finanziamenti, il deputato Porfidia indagato per camorra e lui interrogato per tre ore dai magistrati sul caso Mautone-Romeo; l'ultimo colpo basso riguarda il suo capogruppo alla regione Campania appena nominato, Nicola Marrazzo, e accusato di connivenza con un clan camorrista.
    A denunciarlo è Francesco Barbato, che Di Pietro ha fatto eleggere alla Camera e che ora sta diventando la sua spina nel fianco, il proverbiale "più puro che ti epura": Barbato, che già si è autosospeso dal gruppo di Idv per i troppi personaggi loschi che ci vede, ha reso pubblica l'esistenza di un'informativa dei carabinieri, che ha portato allo scioglimento per camorra del comune di Casandrino, dove Marrazzo era consigliere comunale.
    E così ieri, all'Hotel Oriente di Napoli, era convocata una riunione dei dirigenti locali del suo partito per decidere come gestire l'ennesima patata bollente. Ma Di Pietro, dopo un breve saluto ai suoi, ha lasciato la gestione dell'assemblea al capogruppo alla Camera Donadi e si è dileguato. E visto che i cronisti lo aspettavano al varco ed evidentemente non aveva voglia di rispondere alle loro domande, ha chiesto se ci fosse un'uscita secondaria: certo, dal garage, gli hanno risposto.
    E Tonino è scappato dalla porta di servizio, attraverso i sotterranei. Tocca all'impavido Marco Travaglio, sui giornali di oggi, tentare la difesa e sostenere che Di Pietro in tutta la vicenda sta facendo "un figurone", e che il suo virgulto Cristiano sarà pure indagato per corruzione, ma in fondo si tratta di un peccato veniale, qualche "raccomandazione". Anche se in verità gli investigatori parlano nel loro rapporto anche di "interessi in appalti e forniture".
    Dice Travaglio che Di Pietro jr ha fatto molto bene a dimettersi. Si è dimesso, va ricordato, dal partito del papà e non dalle cariche che ricopre: e forse quel che va spiegato non è tanto perché non si sia dimesso da consigliere provinciale perché indagato, cosa che ai garantisti (nel cui novero non si sono però mai arruolati prima né l'illustre genitore né il suddetto Travaglio) sta bene. Piuttosto, sarebbe da spiegare come mai e in base a quali meritocratici criteri il leader di Idv abbia a suo tempo promosso proprio il figlio poliziotto a quelle ben remunerate cariche elettive.

    Laura Cesaretti
    State creando un martire, come ha fatto la sinistra con berlusconi..
    Viva TONINO!

  9. #9
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    Di Pietro: "noi buttiamo fuori gli indagati...".

    quanti ne sono rimasti?

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    Citazione Originariamente Scritto da ubik966 Visualizza Messaggio
    State creando un martire, come ha fatto la sinistra con berlusconi..
    Viva TONINO!
    Correggi: come ha fatto la sinistra in collaborazione con Tonino...

 

 
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