Lo pensavo anch'io...ma il responsabile del partito sociale di RC mi faceva notare (proprio su questo forum) che la riduzione dell' inflazione e l'assestamento al ribasso dei prezzi non sono panacee sufficienti per far fronte, ad esempio, all'aumento del tasso di disoccupazione e forse non riescono neanche a compensare la rigidà salariale degli occupati 8molto spesso in situazione di precarietà) che si protrae ormai da troppo tempo.
Mi aveva convinto.
Io assimilo una parte di quella che tu chiami fuffa allo spirito dei GAP, all'idea delle mutue autogestite, agli spacci popolari, ma anche alle fabbriche occupate in Argentina, alle piantagioni di te autorganizzate in India. Insomma a tutti quei contesti in cui si tenta di costruire imprese economicamente sostenibili tagliando i costi del profitto ed avendo come collante l'autorganizzazione sociale e la cooperazione tra produttori.
Per questo mi convince il modello organizzativo di partito sociale: secondo me oggi non può esservi sviluppo di una organizzazione politica se non nel fare immediatamente società, nel costruire modelli di produzione anticapitalistici, qui e ora; anche a costo di vederne riassorbiti alcuni nelle logiche di mercato.
Palazzi d'inverno da prendere non se ne vedono all'orizzonte; l'unico metodo è costruire contropotere.
Questa espressione potrebbe impegnarci per giorni in discussioni di carattere non solo politco..andiamoci piano.bisogni reali