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  1. #21
    De Sade Passion
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    Citazione Originariamente Scritto da Toninuccio Visualizza Messaggio
    Il comune di roma invece di costituirsi parte civile pensi alla sicurezza della gente!!!
    Conoscendo il background etnico del vero sindaco di Roma era scontato che prima o poi avrebbero escogitato un piano per guadagnare anche dalle disgrazie altrui

  2. #22
    nissan
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    http://www.ilmessaggero.it/articolo_...&npl=&desc_sez=

    I romeni a Guidonia: chi ha sbagliato va punito, ma non siamo mostri

    Invia Stampa News Stupro di branco a Guidonia,
    sotto interrogatorio da ore due romeni
    Approfondimenti Centri antiviolenza romani: la storia di Irina, moldava violentata da due italianiFotoGallery
    ROMA (24 gennaio) - Non vogliono essere definiti «mostri», sono un «popolo di lavoratori» e chiedono che chi ha sbagliato venga punito. La pensano così i romeni che vivono a Guidonia. «Chiunque ha fatto una cosa del genere va punito, indipendentemente se è italiano o straniero», dice parlando con un accento ormai romanesco Michela, rumena, titolare di una pasticceria sul corso principale della città. «Io e la mia famiglia siamo in Italia da 12 anni, abbiamo sempre lavorato - dice un ragazzo rumeno - non siamo mai stati vittime di episodi di razzismo o di intolleranza».

    «Siamo un popolo di lavoratori, facciamo tanti mestieri che gli italiani non vogliono più fare, pensiamo di essere utili per questo Paese - commenta ancora un altro ragazzo di Bucarest - Poi è naturale che chi ha sbagliato dovrà essere punito, ma a prescindere dalla sua nazionalità. Speriamo che ora nessuno pensi di essere giustificato ad accanirsi contro di noi».

    Alle 21 previsto lo svolgimento di una fiaccolata organizzata da Forza Nuova, annunciata da decine di cartelli e striscioni affissi lungo le vie principali di Guidonia, per manifestare contro quanto accaduto giovedì sera.
    <A href="http://www.ilmessaggero.it/img/i_inviab.gif" target=_blank>

  3. #23
    nissan
    Ospite

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    La lunga notte di GuidoniaE ora è caccia ai cinque autori dello stupro di gruppo, si cerca nei campi nomadi della zonaFLAVIA AMABILE
    «Si sono avventati su di me e il mio ragazzo con una furia disumana». Anna ha 21 anni: il nome è inventato, l’età è vera come il racconto di quello che le è accaduto due sere fa in un viottolo di campagna appena fuori Guidonia. E’ una delle strade dell’amore di questo centro alle porte di Roma: Anna e il fidanzato sono lì. Non sanno che un quarto d’ora prima una coppia ferma in auto come loro è stata rapinata.

    Ora tocca a loro. In cinque si avvicinano all’auto. Quattro hanno il volto coperto da un passamontagna, uno è a viso scoperto. Sono armati di cacciavite e coltelli: in pochi istanti sfondano il lunotto anteriore. Prendono innanzitutto cellulari e i pochi soldi che i due hanno nei portafogli.

    «Speravo volessero solo rapinarci - racconta Anna agli inquirenti - Poi si sono scambiati qualche parola, ed è stato l’abisso». I cinque afferrano il suo fidanzato, un operaio di 24 anni. Lo picchiano e lo immobilizzano probabilmente con una sciarpa, lo prendono di peso e lo chiudono nel portabagagli. A quel punto tornano a bordo dell’auto. «Ho provato ad urlare, a resistere, a cacciarli, ma ero terrorizzata, e poi improvvisamente mi è mancata la forza fisica».

    In quattro tengono ferma anche lei sul sedile posteriore, mentre il quinto si siede al posto di guida, mette in moto e avanza per la stradina, via della Selciatella. Ancora trecento metri, per raggiungere un posto più isolato. Sanno bene che cosa vogliono ora. Si fermano quando il fango impedisce loro di andare avanti. Sono bloccati ma nulla può arrestare la loro furia. «Ho urlato con quanto fiato avevo in gola. Poi ho capito che nessuno poteva sentirmi. Ho chiuso gli occhi ed ho sperato che tutto finisse il più presto possibile».

    Piange Anna nel ricordare la notte più lunga della sua vita. Fuori è buio, la prima casa abitata a centinaia di metri da lì. E’ in baliua dei suoi stupratori e loro fanno di lei quello che vogliono. Abusano di lei a turno mentre ha gli occhi chiusi e prova a cancellare il dolore, il disgusto, i pensieri.

    Alla fine la lasciano lì, sul sedile, e si allontanano a piedi. Anna esce dall’auto a fatica. Trema, cammina a stento, riesce ad aprire il portabagagli e a liberare il fidanzato. Si abbracciano, piangono. Lui ha sentito tutto quello che è accaduto, le chiede scusa, non si da’ pace. «Non sono stato in grado di difenderti, perdonami».

    L’auto è bloccata nel fango, impossibile rimetterla in moto. Non hanno più nemmeno i cellulari per chiamare aiuto. Si avviano a piedi lungo la strada. Dopo un po’ arrivano ad un albergo, è la fine dell’incubo.

    E’ notte fonda quando varcano la soglia della caserma dei carabinieri. Iniziano a raccontare, ma sono anche molto provati e Anna ha bisogno di cure. La accompagnano in ospedale, al «Sandro Pertini» di Roma. La dimettono in mattinata. «Le sue condizioni sono abbastanza buone: era lucida nonostante tutto quello che le era successo. Il ginecologo che l’ha visitata mi ha tranquillizzato», ha spiegato Alberto Giannotta, direttore sanitario dell’ospedale.

    Subito dopo essere stata dimessa, Anna torna nella caserma dei carabinieri. Un nuovo interrogatorio-fiume insieme con il fidanzato, assistita da psicologi per rendere meno duro il ricordare e per far emergere i dettagli che agli inquirenti servono per far andare avanti le indagini. Da ieri mattina a Guidonia e dintorni è in corso una caccia all’uomo senza tregua. Anna e il fidanzato descrivono i cinque uomini come grossi, sporchi e con un accento dell’Est. E forniscono molti particolari sull’unico dei violentatori senza passamontagna.

    Vengono passati al setaccio accampamenti, casali occupati, ricoveri di fortuna, dovunque nomadi o sbandati hanno trovato alloggio, in una zona che va da Settecamini e si estende fino a Tivoli, sfiora il Grande raccordo anulare e si dipana lunga la Tiburtina. Uomini e mezzi, anche dell’esercito, controllano e prendono le generalità di tutti. I più vicini alla descrizione dei due fidanzati aggrediti vengono condotti in caserma e interrogati.

    L’aggressione di due sere fa arriva proprio mentre Guidonia è in rivolta contro la volonta del sindaco di Roma Alemanno di spostare in una sua borgata il campo Casilino 900 con le sue centinaia di rom. «Dove non arrivano le istituzioni deve essere il Popolo a sollevarsi e reagire!», avverte Gaetano Micheloni, responsabile di Forza Nuova a Guidonia che da un mese sta organizzando la ribellione dei cittadini. Al suo fianco Maria Marinelli, presidente del comitato locale anti-rom: «Fuori i nomadi da Guidonia», avverte. Oggi alcuni parlmentari si incateneranno, mentre i cittadini sfileranno lungo le strade del centro con le fiaccole accese.

    http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tm...ne=274&sezione=

  4. #24
    De Sade Passion
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    Citazione Originariamente Scritto da nissan Visualizza Messaggio
    I romeni a Guidonia: chi ha sbagliato va punito, ma non siamo mostri

    Non vogliono essere definiti «mostri», sono un «popolo di lavoratori» e chiedono che chi ha sbagliato venga punito. La pensano così i romeni che vivono a Guidonia. «Chiunque ha fatto una cosa del genere va punito, indipendentemente se è italiano o straniero», dice parlando con un accento ormai romanesco Michela, rumena, titolare di una pasticceria sul corso principale della città. «Io e la mia famiglia siamo in Italia da 12 anni, abbiamo sempre lavorato - dice un ragazzo rumeno - non siamo mai stati vittime di episodi di razzismo o di intolleranza».
    Ma per piacere ancora con questi articoli di merda tarocchi scritti da qualche grasso tirchio col nasone. Il problema sono gli zingari romeni (ROM) che sono TUTTI criminali. Usano come capro espiatorio sempre i romeni e parlano di razzismo come se fossero negri Quando invece si tratta di marocchini ecc. usano il termine xenofobia. Quanto temono che possano ripartire i treni.....

    Soluzione semplice e pratica:
    espulsione immediata con tanto di blocco della libera circolazione.


 

 
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