Il nesso? Sabra e Chatila non rende minimamente non dico giustificabile ma neppure comprensibile (nel senso empatico del termine) che un commando palestinese scateni morte nel ghetto di Roma.
Se vuoi accodarti alla logica dell' 'oggettiva correità morale' preparati a giustificare le leggi sul precariato per via del fatto che le nuove brigate rosse hanno assassinato Biagi e D'Antona.
Gli ebrei romani sono eredi di una comunità che sta qui nell'urbe da oltre 2000 anni e al di là delle oggettivo (ma con sfumature diverse) sostegno ad Israele non vanno automaticamente tirati in ballo per vicende di uno Stato sorto nel 1948, cui pure sono naturalmente - e in modo sacrosanto - legati.
Ottima iniziativa.
E allora, se vuoi inserire l'episodio della bara nel contesto dell'indignazione per le stragi di Sabra e Chatila devi contestualizzare pure queste, se no rimane sempre una indignazione strabica, a senso unico.
Dal 1970, anno in cui l'OLP di Arafat fu cacciata dalla Giordania approdando in Libano, questa ha trasformato il Libano in un mattatoio, ai danni della comunità cristiana che vi risiedeva da un millennio.
Un mattatoio di dimensioni inenarrabili in uno Stato, il Libano, che veniva chiamato la Svizzera del medio oriente e dove le varie fedi ed etnie convivevano da una decina di secoli.
Mattatoio ai danni dei Cristiani che venivano definiti sbrigativamente "fascisti" dalla sinistra tutta schierata con il criminale con la keffia.
E oltretutto trasformarono il sud del Libano in un avamposto militare dal quale, per anni e anni, attaccarono con incursioni e lanci di razzi i villagi israeliani di frontiera, sempre fra il plauso dei rivoluzionari da operetta nostrani.
Quando ci fu l'attacco israeliano nell'82 i feroci guerrieri di Arafat squagliarono, fuggirono a Tunisi imbarcati dagli italiani, e lasciarono nelle peste i civili palestinesi esposti alla prevedibile vendetta di chi aveva subito un decennio di lutti.
Contestualiziamo tutto, se no non ci si capisce niente.