Oggi in Commissione Giustizia comincia l'esame del Ddl, Lega e Udc ci stanno. Forse anche il Pd"Caso Genchi", il Pdl vara
la stretta sulle intercettazioni
Claudio Jampaglia
«Berlusconi con la vicenda Why not non c'entra nulla. Potrebbe entrarci lui, come Bin Laden o il Papa... e io non l'ho mai intercettato né mi sono occupato di lui nell'ambito delle inchieste Why not o Poseidone». Il vicequestore Gioacchino Genchi, uno dei massimi esperti in localizzazione e tracciabilità dei tabulati telefonici - tanto per capirci, l'uomo che ha ricostruito le trame telefoniche che innescarono la bomba di Capaci - parla di «totale mistificazione». Nessuna intercettazione, «sfido chiunque a dire che ne ho mai fatta una, legale o illegale», nessun archivio di migliaia di numeri di telefono e centinaia di migliaia di tabulati di chiamate. «Vogliono colpirmi perché sono un testimone di malefatte di alcuni magistrati di Catanzaro con intrecci che coinvolgono anche imprenditori, uomini dei servizi e giornalisti», dice il perito. Insomma, «il più grande scandalo della Repubblica», annunciato dal Premier sarebbe solo la grande bufala che servirebbe a Berlusconi per far passare la restrizione alle intercettazioni anche dai più recalcitranti e forcaioli nazional-padan-alleati.
La tesi trova conferma nello stesso Premier che in una campagna di interviste su vari giornali, spiega: «Si dovrebbe fare una legge in modo più restrittivo. Si può fare di più. Il caso Genchi convincerà anche gli alleati della necessità di una stretta». Ovviamente a lui non interessa personalmente, «non ho nulla da temere», però ribadisce ancora che «se esce una sola intercettazione che mi riguarda io me ne vado da questo Paese... non è possibile che non si possa parlare tranquillamente al telefono». Il dibattito - abbastanza paradossalmente - è affidato ai media che più si sono distinti nella pubblicazione di "spazzatura giudiziaria" (Il Giornale e Repubblica). E sulla scorta, ovviamente, si scatenano tutti i caporali. Dall'inarrivabile capogruppo al Senato del Pdl, Gasparri: «Genchi invece di dare consigli alle persone perbene si rechi volontariamente in Procura o meglio ancora in un carcere a sua scelta perché ciò che lui e i suoi mandanti hanno fatto è di una gravità inaudita». A Capezzone, l'ex-Radicale, oggi portavoce di Forza Italia: «La politica non può stare sotto ricatto».
Il terreno tanto è già arato. E diverse sparate da 007 o grande investigatore di Genchi, anche lui pluri-intervistato, non aiutano il clima. Morale: la Lega ha dato il via libera, l'Udc è pronta a votare tutto (con Casini a dire esplicito: «Berlusconi ha detto molte cose giuste»), il Pd nicchia. Veltroni aspetta l'approfondimento sul caso promesso dal Copasir. Qualche ex-magistrato come D'Ambrosio denuncia l'aria di mordacchia che tira per la categoria. Altri preferiscono lasciar fare, come al solito, la mossa al centrodestra. Che domani in Commissione Giustizia della Camera saggerà l'intenzione bipartisan dell'opposizione democratica (l'Idv annuncia battaglia) con la discussione sui 400 emendamenti al Disegno di legge che, per ora, prevede il divieto di intercettazioni per i reati punibili con pene inferiori ai 10 anni, ad eccezione dei reati contro la Pubblica amministrazione, di mafia, terrorismo e di grande allarme sociale (e qui ne vedremo delle belle, visto che l'allarme sociale è l'agenda politica preferita del governo) e poi punisce con il carcere da 1 a 3 anni, commutabile in una sanzione, chi pubblica conversazioni coperte da segreto, e fino a 5 anni i pubblici ufficiali che le diffondono. Come un omicidio involontario.
Per carità. Troppe volte la politica ha giocato con media conniventi per inventarsi scandali, infangare avversari. Troppe volte i giornali, sempre gli stessi, hanno pubblicato cose vergognose (false, private, che non c'entravano nulla con il dovere di cronaca). Fa un certo effetto però che tutto questo casotto succeda proprio sulla più bipartisan inchiesta giudiziaria degli ultimi anni e dopo un anno dal suo scoppio mediatico. Un caso? Berlusconi e i suoi conoscono bene le inchieste Poseidone e Why Not di De Magistris. Dal 2006 cercano di fermarle con interrogazioni parlamentari, anche contro Genchi, e ben oltre. E le conoscono bene anche l'Udc, An, Ds, Margherita. Una vera inchiesta "parlamentare". Ancora una volta Berlusconi ha scelto il terreno dello scontro. E l'ha scelto bene. Tutti gli altri, dietro.
27/01/2009
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