L'Italia è un paese statalista, clientelare e nepotista senza alcuna speranza?
Nel 1994 Berlusconi entra in politica promettendo la Rivoluzione Liberale, il nuovo miracolo italiano, la fine della Prima Repubblica in cui il cittadino e la piccola-media impresa venivano tartassati per mantenere i carrozzoni statali e le grandi industrie immanicate con il potere.
Siamo nel 2008 (14 anni dopo) e in piena crisi economica, c'è una minoranza di italiani che è nella miseria più nera ma sopratutto c'è una nuova generazione che non ha più speranze per il futuro e il governo di centrodestra nel frattempo "salva" Alitalia scaricando i debiti sui cittadini, non realizza nessuna di quelle riforme liberali che sarebbero necessarie per "slegare" questo elefantiaco e vecchio Paese e valorizzarne le forze fresche e per voce del Ministro dell'Economia Tremonti parla della necessità di creare una "bad bank" per succhiarsi i debiti delle banche a spese del contribuente.
A me piaceva di Tremonti l'idea di ritrovare l'armonia tra economia e valori ma all'atto pratico si sta rivelando un timido socialista da prima repubblica in un momento in cui bisognerebbe invece saper osare e procedere con riforme strutturali e liberalizzazioni serie per rimettere l'Italia su una strada di competitività.
Non si vede all'orizzonte nessun intervento di ampio respiro per fronteggiare la situazione ma solo interventi tampone e assistenzialisti quali la social card e il bonus famiglia.
In un contesto del genere uno inizia pure a pensare che i trentamila militari che verranno piazzati per le strade vengano messi li per fronteggiare possibili disordini dovuti alla crisi più che la criminalità.
Insomma, vedo un governo di centrodestra che più che tamponare non fa e il federalismo, secondo me, sarà il banco di prova dell'esecutivo: se sarà una mera operazione di facciata significa che l'Italia è destinata a diventare un Paese simile a quelli del Sud America.
Un serio federalismo deve essere sia fiscale che istituzionale e deve porre fine una volta alla rete di clientele e di ruberie che contraddistingue la politica romana, sancire la competitività tra le Regioni e porre fine alla pioggia di fondi verso il meridione. Solo cosi l'Italia può rialzarsi veramente e non vegetare in attesa di tempi migliori. Perchè ai tempi migliori bisogna prepararsi altrimenti si resta indietro inevitabilmente.