sono problemi diversi: molte aziende piccole e medie non riescono piu' a pagare gli stipendi, mettono i lavoratori in cassa integrazione: ti garantisco che li' nessuno guadagna come l' amministratore delegato di Telecom.
che poi certi stipendi siano semplicemente rubati e' un dato di fatto, ma avviene anche con gli stipendi bassi.
se l' economia diminuisce del 3%, non e' che tutti gli stipendi diminuiscono del 3% : qualcuno guadagna pure di piu', e altri perdono il lavoro del tutto.
una soluzione alla Volkswagen con gli stipendi ridotti e il mantenimento dei posti di lavoro sarebbe la piu' indolore per molti lavoratori.
è utile capire come il recupero dell'inflazione viene fatto, con la nuova contrattazione, non in base all'indice reale di inflazione, come avveniva prima, ma con l'indice convenzionale (ipca "depurato"), perché i contratti venivano, prima, aggiornati con l'indice istat per il passato, recuperando la differenza fra inflazione programmata e quella reale, e poi per il periodo (futuro) di competenza del contratto si prendeva l'inflazione programmata, che era sempre più bassa di quella reale, però al rinnovo si recuperava l'eventuale differenza maturata, e si prevedevano gli aumenti ulteriori in base all'inflazione programmata.
Questa fondamentale differenza fa sì che il potere d'acquisto delle retribuzioni sia destinato a diminuire, per contratto, perché l'inflazione reale non si recupera mai. E' vero che l'indice ipca depurato sarà, probabilmente, più alto dell'inflazione programmata, ma è anche vero che, al contrario di quello che avveniva prima, l'inflazione reale non si recupera in nessun caso, quindi la diminuzione del potere d'acquisto è matematica.
"Con il nuovo modello di contratto non ci sarà più recupero per l'inflazione reale. Questo è il punto di maggior preoccupazione per il salario di tutti i lavoratori". E' quanto dichiara Fulvio Fammoni, segretario confederale CGIL, commentando dai microfoni di "RadioArticolo1" gli incontri di ieri pomeriggio a Palazzo Chigi, che si sono chiusi con la firma di un accordo quadro separato per la riforma del modello contrattuale, senza l'assenso della Cgil. [...]
http://www.rassegna.it/articoli/2009...flazione-reale.
Peccato che alla Volkswagen un operaio percepisca un salario tale da dargli un potere d'acquisto elevato, con una condizione di vita dignitosa della famiglia, mentre in Italia fatichi da single ad arrivare a fine mese con i soli beni primari.
Ridurre un alto stipendio elevato come in Germania è un conto, chiedere di ridurne uno già al minimo tutt'altra cosa.
Se i già bassi salari italiani calano ancora il lavoro diventa quasi inutile, a che prò andare a lavorare se non si può mettere su famiglia e non si arriva a fine mese senza l'aiuto di altri? Se lo scopo del lavoro diventa quello di comprarsi qualche regalino ogni tanto, restando nel mentre a casa dei genitori, tanto vale andare a spasso tutto il giorno facendo qualcosa che almeno diverta.
Poi tu magari sei disposto a faticare per due centesimi, felicitandoti di respirare un pò d'aria ogni tanto, io e spero altri ritengo che ci debba avere un minimo di dignità nella retribuzione.
insomma, la progressiva riduzione del potere d'acquisto delle retribuzioni sarà il risultato di questo accordo sui contratti. Mi sembra l'esatto contrario di quello che servirebbe in una fase in cui la crescita è bassissima (se non negativa, come sarà in questi due anni).
E'un'operazione anti-inflattiva, ma l'inflazione è ormai già bassa di suo, i consumi sono ai minimi storici e le retribuzioni in ribasso renderanno il costo del lavoro basso, ma terranno in consumi molto bassi, con effetti repressivi.
Inutile dire che la cgil ha ragione da vendere a non voler firmare questo accordo, sia per come si è conclusa la trattativa (vedi editoriale di scalfari all'inizio del thread) sia per i suoi contenuti.