Usciti dal recinto, bisogna stare attenti ad entrare negli imbuti...
Cari compagni, amici e lettori,
siamo davvero spiacenti di comunicare la nostra fuoriuscita dalla costituenda "Associazione per la Rivoluzione Democratica", nella quale saremmo dovuti entrare proprio stamani, dopo un lungo percorso effettuato con tante altre realtà politiche e singoli individui. Tutto ebbe inizio con la nostra scelta di astenerci dalle elezioni politiche del 13 e 14 aprile scorsi. Formammo un comitato astensionista, assieme a tanti altri compagni di diverse provenienze politiche (Aginform, Campo Antimperialista, Utopia Rossa, etc.) e con alcuni individui, che aderirono all'appello, che potete ancora trovare sul blog "Questa volta no".
Ebbene, dopo tanto lavoro, dopo tanti incontri, siamo stati costretti ad uscire dal Comitato Promotore e dall'assemblea costituente, sia per ragioni strettamente teoriche e di prospettiva, sia per questioni "umane" (sì sì, avete letto bene).
Dopo aver fatto messo da parte le realtà politiche strutturate e più "forti" (Aginform, Utopia Rossa, collettivo umbro Humus, noi, etc.), il Comitato Promotore ha iniziato una corsa - anzi, una rincorsa - all'associazione, spingendo il piede sull'acceleratore, sin dal precedente incontro di Chianciano. Per fortuna, quella volta riuscimmo a porre un freno a tanta fretta, ponendo dei seri problemi teorici sul documento politico proposto da Marino Badiale e da parte del precedente Comitato Promotore.
La discussione è andata avanti per qualche tempo, più su questioni accessorie che su quelle dirimenti (decrescita, Costituzione, etc.). Eppure trovammo il tempo di presentare un documento politico molto critico delle posizioni espresse da quelli che qualcuno ha voluto definire "viandanti", dando alcune indicazioni di principio, sulle quali avremmo voluto aprire il dibattito. Purtroppo, però, la fretta - che continuiamo a non capire - o a non voler capire... - ha preso il sopravvento, all'interno del Comitato Promotore, perché tale documento è stato totalmente ignorato dalla quasi totalità dei Promotori stessi. Ritenendolo un buon punto di partenza per avviare la discussione con tutte le persone che vorranno camminare con noi sulla strada che ci siamo prefissati di percorrere, lo renderemo pubblico al più presto.
Nella riunione del Comitato Promotore, in cui si è preparata l'assemblea di Chianciano, decidemmo di non partecipare, proprio per protestare con il resto del Comitato, sia per i contenuti della bozza della costituenda associazione (tra l'altro dal nome veramente inopportuno), sia per la mancata rilevanza data al nostro sforzo teorico.
Siamo quindi giunti al 24 e 25 gennaio, all'assemblea di Chianciano - tra l'altro, caso vuole, in concomitanza con la nascita di Rifondazione per la Sinistra, di Nichi Vendola (brutta coincidenza!) -. La platea, purtroppo, quasi completamente svuotata di compagni e compagne, s'è riempita di membri di collettivi locali, di associazioni locali e di tanti individui che volevano discutere la proposta politica. Sicuramente nelle assemblee precedenti si poteva iniziare un discorso chiamandoci "compagni", stavolta davvero no.
La maggior parte dei partecipanti è intervenuta in maniera davvero critica, nel senso che ognuno ha parlato di cose sue, delle proprie idee e dei propri piccoli movimenti. C'è stato anche un intervento di alcuni ragazzo dell'Onda toscana, che hanno addirittura letto un loro documento politico... In sostanza, ci è sembrato di capire che tutti avessero voglia di discutere e di incontrarsi, ma ben pochi di mettersi in cammino all'interno di un soggetto politico strutturato, non foss'altro per la mancanza di parole chiave chiare e coerenti.
Nel nostro intervento abbiamo rimarcato come mancasse assolutamente un accenno alla questione dell'immigrazione, una delle dirimenti in questo periodo, in Italia, nonché l'assoluta incongruenza della proposta di un reddito minimo garantito - peraltro assolutamente non condiviso da noi - con la decrescita e con una politica di sovranità nazionale. Insomma, la botte piena e la moglie ubriaca, tanto per intenderci.
L'antimperialismo, per esempio, appena accennato in un titoletto, viene poi spiegato in termini di semplice antiamericanismo. L'analisi della crisi sistemica del capitalismo statunitense ed europeo, viene trasformata in crisi del capitalismo tout court, come se fosse un monolite. In generale, il documento proposto è quanto di più vago possibile, per permettere al Comitato di far entrare nell'associazione persone delle più diverse posizioni politiche, anche da destra, ovviamente, visto che le questioni dirimenti a livello attuale (vedi immigrazione), sono state totalmente sottovalutate e non inserite. Nella gran parte, il testo proposto ha evidenziato il solito ed imperdonabile eurocentrismo, sia nella prospettiva teorica, sia nell'esposizione dei problemi economici, solo per fare un esempio.
Non parliamo nemmeno della questione della Costituzione, i cui limiti erano da tempo evidenti.
La cosa che più ci ha infastiditi è stata, però, la fretta e l'accelerazione di una parte del Comitato, in previsione della costituzione di questa associazione dal nome improponibile, che è e sarà solo uno strumento di alcuni per costruire un simil Meet Up alla Beppe Grillo, da utilizzare per altri fini.
Noi non avremmo potuto continuare il viaggio intrapreso, a meno che non avessimo trovato un "materiale umano" differente. Già, perché molti si sono riempiti la bocca di "comunità", del bisogno di creare una "comunità politica", etc., ma poi, alla fin fine, nessuno ha avuto la benché minima voglia di discutere con noi della nostra scelta di andarcene, nell'aria da mesi.
Ne prendiamo atto, senza alcun rimorso né alcun problema. Constatiamo, però, lo spostamento della barra della nave verso destra a livello teorico; sul lato pratico è stato interessante ascoltare tanti nuovi arrivati dalle file dell'anarchismo proudhoniano...di tutto un po'... La nave, ora, è piena di cittadini, di viandanti e di pochi residui compagni. Ecco, allora auguriamo a tutti i viandanti un proficuo lavoro futuro, nella speranza di non vederli finire in uno dei tanti carrozzoni presenti o, peggio, al seguito di chi cerca la manovalanza per tornare al Parlamento europeo.
Comunità Comuniste
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