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straight con
Cari amici, il vostro eloquio mi affascina, ma io diffido molto della filosofia e il prefisso meta- mi lascia sempre molto perplesso. Anche il pensiero materialsta di Hobbes era metastorico, anche Locke aveva una sua metafisica.
Non nego che esista una verità assoluta, ma sono convinto che questa possa essere solo intuita con la fede e non con la speculazione filosofica. Anche la filosofia della storia mi lascia molto perplesso.
Detto questo, voglio rimarcare anche che il mio conservatorismo nasce sul terreno della politica, che è l'arte del possibile. In più, posto che non mi sento assolutamente un relativista, non ho paura di dire che un conservatore può benissimo essere un non cristiano (ad es. un ebreo) e un cristiano essere benissimo un non conservatore. Né ho l'arroganza di dire che Dossetti, solo perché non conservatore, non fosse un buon cristiano, o che Disraeli, solo perché non cattolico, non fosse un buon conservatore.
Immaginate di sedervi e di pensare un pezzo dove volete trasfondere le vostre più intime convinzioni (senza peraltro avventurarsi in speculazioni filosofiche): ecco che può nascere Spirito Tradizione e Libertà.
Immaginate, invece, di scrivere pensando all'agone politico. Da conservatori che vogliono parlare a persone che si sentono di destra parlate della nostra cara nazione e di dove si sta dirigendo o del valore metastorico e della pienezza dei tempi.
Quanto al concetto di nazione come concetto rivoluzionario e di sinistra, permettetemi una risposta di pancia:
Anni fa chi era di sinistra sputava sulla nazione e non rispettava la nostra bandiera, preferendo quella dell'URSS o quella della Cina, e alla "retorica" nazionale preferiva le magnifiche sorti e progressive e universaliste del socialismo scientifico.
Cerchiamo di non commettere oggi lo stesso errore, altrimenti in nome del "vero" cristianesimo e dell'universalismo ci troveremo a sputare sulla bandiera italiana, associandola ad un complotto massonico, e a venerare la bandiera di qualche altro stato, ditemi voi quale.
Caro Florian, sul fondamento laico del concetto di nazione non saprei dirti. So solo che la mia nazione, quella concreta, nasce ben prima del Risorgimento, e che durante quest'ultimo fu realizzata l'unità e l'indipendenza di qualcosa che già esisteva, e che quest'opera fu sì diretta da uomini che non furono conservatori, ma grazie al sangue di tanti compatrioti che combatterono in buona fede. Poi, se vogliamo vedere il complotto capitalista e massonico, diamoci al marxiano materialismo dialettico e Amen.
Detto questo, da buon burkeano non nego che il modello organizzativo statale che si diede il Regno d'Italia fu centralizzatore ed egualitarista, di ispirazione napoleonica. Sapessi che sofferenza, per un ammiratore del common law, assistere a quell'edificio costruttivista che è il diritto amministrativo italiano, con i suoi vari TAR e Consigli di Stato!!
Però il sistema napoleonico fu importato per essere innestato su sistemi giuridici che già avevano subito, nel corso del '700, l'influsso dell'illuminismo, anche ad opera di nostri conterranei come il Filangieri. Ma lo stesso potrebbe dirsi del sistema amministrativo asburgico del lombardo-veneto, che fu sì più federalista, ma mantenendo un impianto razionalistico.
In ogni caso, lo Stato nazionale ottocentesco è una cosa. La nostra cara Nazione è tutta un'altra cosa.
Detto tutto questo, sarò irrazionale, ma ...giusto o sbagliato... è il mio Paese.
con stima
SC