Duro attacco del presidente della camera durante il discorso a Montecitorio
Fini: «Negazionismo infame
Peggio se arriva da un religioso»
«La memoria è un dovere, soprattutto quando contiene il dolore, l'abominio, l'orrore»
Fini con il Presidente delle Comunità ebraiche Renzo Gattegna (Lapresse)
Fini con il Presidente delle Comunità ebraiche Renzo Gattegna (Lapresse)
ROMA - Gianfranco Fini ha stigmatizzato le teorie negazioniste di alcuni esponenti religiosi. C'è «il dovere di indignarsi e non minimizzare quando rieccheggiano teorie negazioniste sempre infami e ancor di più se arrivano da chi ha un incarico religioso», ha detto il presidente della Camera nel suo discorso per il convegno a Montecitorio sulla Shoah. Lunedì il vescovo negazionista Williamson, uno dei quattro scismatici lefebvriani riabilitati dal Papa, aveva ribadito che le «camere a gas non sono mai esistite» (il video).
LA MEMORIA DELLA SOAH E' UN DOVERE - La memoria della Shoah è un dovere, non solo per rendere omaggio alle vittime dello sterminio nazista ma anche perché rimuovere quell'orrore può produrre altre tragedie. Il presidente della Camera ha insistito a lungo nel «dovere della memoria» nel suo discorso di apertura del convegno a Montecitorio su «Memoria: dalle testimonianze dirette al museo della Shoah», alla presenza di moltissimi esponenti della comunità ebraica, tra cui il presidente dell'Unione delle comunità Renzo Gattegna. «La memoria è un dovere, soprattutto quando contiene il dolore, l'abominio, l'orrore», ha esordito. Perché «rimuovere l'orrore può produrne altri».
IL MUSEO - Da qui l'importanza del museo della Shoah che si sta realizzando a Roma, «un'iniziativa che dimostra la piena consapevolezza raggiunta dalla nostra società e dalle istituzioni circa la necessità di mantenere sempre vivo il ricordo dell'immane disegno criminale concepito e attuato contro il popolo ebraico» e non solo. Fini ha ricordato «che la politica criminale del nazismo si abbattè anche sui portatori di handicap fisici, sugli omosessuali, sugli oppositori politici». «È mia convinzione», ha spiegato il presidente della Camera, «che istituire un luogo del ricordo, della riflessione e del raccoglimento sia una modalità» per «mantenere sempre vigile la coscienza dei cittadini sull'obbligo di difendere i valori dell'uomo. Vuol dire contribuire a preservare gli italiani di oggi, e a maggior ragione quelli di domani, dai veleni mai del tutto scomparsi dell'antisemitismo». Per le istituzioni, è convinzione di Fini, «il dovere della memoria» è il dovere «di far sì che i valori democratici e repubblicani» siano «recepiti in profondità e acquistino una sempre maggiore forza civile».
27 gennaio 2009
stretta è la foglia larga è la via
dite la Vostra che poi dico la mia