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La ricorrenza del martirio di San Costanzo (175 d.C.), vescovo e patrono di Perugia, è da sempre occasione di riflessione-memoria sulle origini cristiane della comunità perugina.
La Chiesa diocesana, attraverso il suo vescovo, esorta tutti a seguire l'esempio-insegnamento non solo religioso del santo martire.
La festa del santo patrono acquista un carattere sociale non secondario, andando a rinsaldare il legame tra la Perugia civile e quella religiosa; legame che risale all'età medioevale testimoniato anche dalla processione della "Luminaria" voluta dalle autorità dell'epoca come segno di omaggio al santo patrono.
Questa suggestiva e coinvolgente processione per le vie della città è stata ripristinata più di dieci anni fa dall'arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti di concerto con l'Amministrazione comunale, che offre ai fedeli i lumi della processione della vigilia della festa (28 gennaio): popolo di Dio e autorità civili e religiose si ritroveranno (ore 17) nel chiostro dell'abbazia benedettina di San Pietro, per poi giungere in processione nella basilica di San Costanzo.
In questa chiesa, dove sono custodite le reliquie del patrono, da pochi mesi riaperta al culto dopo un accurato restauro, saranno celebrati i Primi Vespri solenni presieduti da mons.
Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno. Durante la celebrazione si sarà il rito dell'omaggio votivo al santo di quattro "simboli": la corona d'alloro, da parte della polizia municipale (segno di devozione e testimonianza di dedizione al bene comune attraverso l'azione di ordine pubblico, che mira alla pace e alla concordia); il cero, da parte del sindaco (segno della disponibilità degli amministratori pubblici ad essere attenti ai bisogni dei più deboli e indifesi); il torcolo (dolce tipico della festa in ricordo del martirio di Costanzo), da parte degli artigiani e commercianti (segno di quanti si impegnano ogni giorno a migliorare le condizioni dei lavoratori e per tutti coloro che, con il loro lavoro, contribuiscono alla prosperità del corpo sociale); l'incenso, da parte del Consiglio pastorale parrocchiale (segno della forza della fede nell'annuncio del Vangelo sull'esempio del santo martire in un'epoca in cui il coraggio, la fedeltà, la coerenza sono messi alla prova ed è messa alla prova la stessa carità).
Sentita non solo nella comunità parrocchiale di San Costanzo è la preparazione spirituale alla festa, come spiega il parroco don Pietro Ortica: "quest'anno sono state dedicate quattro serate (24-27 gennaio) al tema "
Seguire Gesù sull'insegnamento dei santi Paolo e Costanzo
" con celebrazioni e meditazioni sulla Parola molto partecipate.
Sono state officiate dai quattro neo sacerdoti diocesani ordinati lo scorso anno: Roberto Biagini, Fabrizio Fucelli, Riccardo Pascolini e Alessandro Scarda, che hanno proposto delle riflessioni sull'importanza del dono della vocazione nel servire il Signore e il suo popolo."
i festeggiamenti in onore di San Costanzo proseguiranno giovedì 29 nella basilica a lui dedicata con la celebrazione eucaristica (ore 11) presieduta da mons.
Mario Ceccobelli, vescovo di Gubbio, e la preghiera dei Secondi Vespri (ore 16.30) e si concluderanno con la solenne concelebrazione (ore 18) nella cattedrale di San Lorenzo presieduta dall'arcivescovo mons.Giuseppe Chiaretti insieme ai vescovi della metropolia e a tutti i sacerdoti diocesani. Ad animare la celebrazione saranno 150 coristi in rappresentanza delle trenta corali parrocchiali, diretti dal maestro mons. Francesco Spingola, che nel giorno della festa del patrono è loro consuetudine ritrovarsi in cattedrale (quest'anno è il loro XIX raduno).
Per l'occasione sarà eseguito l'inno a San Costanzo composto da Armando Mercuri alla fine del secolo XIX.
Uno dei momenti significativi della celebrazione sarà l'Offertorio, quando i rappresentanti delle Caritas parrocchiali delle sette Zone pastorali dell'Archidiocesi presenteranno le offerte raccolte in Tempo di Avvento, come contributo alle opere della Caritas diocesana volte ad accogliere e sostenere ogni giorno numerose persone in particolari situazioni di bisogno: famiglie in difficoltà, giovani disagiati, donne sole con bambini, ragazzi abbandonati, anziani, malati, senza fissa dimora, emarginati… .
In un'epoca di grave crisi che investe sempre più interi nuclei familiari, la solidarietà e la condivisione con chi è nel bisogno non può farsi attendere.